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  Don Bosco maestro di devozione mariana 
SantiArticolo di Pietro Ponso ADB su Maria Ausiliatrice n.1 del 2001

Scriveva il Rettor Maggiore don Egidio Viganò nella sua prima lettera circolare ai salesiani “prendiamo la Madonna in casa” e continuava: “Sappiamo che Giovanni Bosco è nato ed è stato educato in un ambiente profondamente mariano per tradizione di Chiesa locale e di pietà familiare. Basti ricordare come, alcuni giorni dopo la sua vestizione chiericale nell’ottobre 1835, alla vigilia della sua partenza per il seminario, mamma Margherita lo chiamò e gli fece quel memorando discorso: «Giovannino mio,... quando sei venuto al mondo ti ho consacrato alla Beata Vergine Maria; quando hai iniziato i tuoi studi ti ho raccomandato la divozione a questa nostra Madre; e se diventerai sacerdote, raccomanda e propaga sempre la divozione di Maria»”.
Don Bosco è stato fedele a questa raccomandazione della mamma: è cresciuto alla scuola di Maria, l’ha sentita vicina in tutti i momenti della sua vita. L’ha data come Madre ai giovani, ai Salesiani, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Cooperatori. Ha fondato una Associazione per diffonderne la devozione. L’ha fatta amare!
Don Bosco però non è arrivato per caso alla devozione all’Ausiliatrice. Essa si presenta piuttosto come la maturazione di tutta una linea spirituale e apostolica che si è andata precisando e sviluppando negli anni. Una tale devozione alla Madre di Dio è la concretizzazione pratica di quella santità dell’azione che ha caratterizzato la spiritualità di Don Bosco.
Questa devozione all’Ausiliatrice l’ha lasciata in eredità ai suoi figli. “Oh, se io potessi un poco mettere in voi, diceva in una Buona Notte, questo grande amore a Maria e a Gesù Sacramentato, quanto sarei fortunato! Vedete, dirò uno sproposito, ma non importa niente. Sarei disposto per ottenere questo a strisciare con la lingua per terra di qui fino a Superga. È uno sproposito, ma io sarei disposto a farlo. La mia lingua andrebbe a pezzi; ma non importa niente: io allora avrei tanti giovani santi”.
Don Bosco quindi abbina la santità alla devozione all’Ausiliatrice. Noi crediamo davvero che Maria è Ausiliatrice nel formare i cristiani. Ausiliatrice nella lotta titanica tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra la luce e il peccato.
Don Bosco ci ripete:”Chiamatela Ausiliatrice. Essa gode tanto nel prestarci aiuto” (MB.
XVI, pag. 269).

Affidiamoci a Maria

Affidarsi a Maria è un gesto filiale che rivela sicura fiducia, pienezza di amore e appartenenza totale. Lo suggeriva anche Don Bosco nel 1869, proponendo “un atto di filiazione con cui si prende per madre Maria Vergine”. (Letture cattoliche 1869, pag. 57).
“Affidarsi a Maria è iniziare un rapporto di affetto, di donazione, di disponibilità, di appartenenza, di appoggio al patrocinio di Maria, la collaboratrice di Cristo” (Giovanni Paolo II, 8-12-1981).
Affidiamoci dunque a Maria che come dice il Concilio, “Assunta in cielo... continua ad ottenere la grazia della salute eterna... si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti alla patria beata” (LG 62).

Imitiamo Maria

Come cristiani, riconosciamo che Maria, per disposizione del beneplacito di Dio “occupa un posto singolare nella storia della salvezza” e nella costruzione della Chiesa lungo i secoli, posto perfettamente descritto in sintesi nell’ultimo capitolo della “Lumen Gentium”.
In quanto è stata la prima redenta e la prima cristiana, Maria si presenta a noi come il modello più perfetto dopo Cristo stesso, e quindi noi troviamo in Lei il modello più riuscito della santità. Con una sintesi, che ci richiama ai momenti principali della vita di Maria, esponiamo gli “atteggiamenti e i sentimenti” che dobbiamo “contemplare” e “imitare” in Lei:
• La sua fede: il suo modo cioè di “accogliere la Parola” e di custodirla nel cuore.
• La sua gioia per le meraviglie operate dal Padre: questo ci richiama il canto del “Magnificat” e ci suggerisce l’atteggiamento interiore di lode e di adorazione per Dio che ci colma di tanti doni.
• La sua sollecitudine per i bisogni: pensiamo alla Vergine della Visitazione e alla sua presenza materna alle nozze di Canaan.
• La sua fedeltà nell’ora della Croce, momento decisivo della sua partecipazione alla “salvezza” del mondo: “Presso la croce stava sua Madre” (Io, 19.25).

La risposta della nostra devozione

Dalla contemplazione di Maria nei due misteri tramandatici più frequentemente dalla nostra tradizione (Immacolata - Ausiliatrice), noi ricaviamo due serie di benefici:
• In quanto Immacolata, Essa ci “educa alla pienezza della nostra donazione al Signore”.
• In quanto Ausiliatrice, Essa ci educa al servizio dell’espansione del Regno del Figlio suo, Essa ci stimola a dedicarci all’apostolato a favore dei fratelli.
“Il nostro amore per Maria non è una specie di compensazione affettiva e neppure soltanto un incoraggiamento alle virtù private”. È in profonda coerenza con la nostra vocazione cristiana, che, come dice la “Lumen Gentium”, è impegno a “spargere, quanto è possibile, la fede...” e “contribuire, quasi dall’interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo”, e “manifestare Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della vita, col fulgore della fede, della speranza e della carità” (LG 362-363).
La nostra devozione alla Madonna, si manifesta anche in atteggiamenti ed atti, che esprimono la gioia di aver ricevuto dal Signore il dono di questa Madre.
Si tratta di una devozione “filiale e forte”: due aggettivi che indicano insieme la tenerezza verso Colei che è “Madre amabile” e il coraggio di imitarla nella sua totale dedizione alla volontà di Dio.

Presenza di Maria nell’itinerario cristiano

Nell’itinerario del cristiano, il rapporto con Maria si impone come imperativo della fede, ma anche quale elemento di santità e stimolo di impegno e di speranza. Esso infatti promuove
gli scopi di ogni autentica azione pastorale: liberare dal peccato, aiutare l’assimilazione degli atteggiamenti evangelici, sostenere la crescita dell’amicizia con Dio.
Amiamo la Madonna. Prendiamola in casa, perché sia per ognuno di noi guida sicura nel cammino verso la santità, ricordandoci quanto dice ancora il Concilio: “La vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in una certa qual vana credulità, ma bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio, e siamo spinti al filiale amore verso la Madre nostra e all’imitazione delle sue virtù” (LG 443).

Inserito Giovedi 1 Ottobre 2009, alle ore 10:33:35 da latheotokos
 
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IDEATO E REALIZZATO DA ANTONINO GRASSO
DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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