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  Nostra Signora del Dolore di Kibeho  
Mariofanie

Breve storia delle apparizioni in Ruanda, riconosciute dalla Chiesa nel 2001.



Storia delle apparizioni

Le apparizioni della Vergine a Kibeho in Ruanda, le prime verificatesi in Africa e sulle quali la Chiesa, al termine di una lunga inchiesta e di un rigoroso processo canonico, ha espresso il suo riconoscimento giudicandole autentiche, sono avvenute dal 28 novembre 1981 al 28 novembre 1989.

Tutto ebbe inizio il 28 novembre 1981, in un collegio femminile tenuto dalle suore di una congregazione religiosa ruandese, situato nel comune di Mubuga, a 30 chilometri da Butare e a 35 chilometri da Gikongoro, nella prefettura di Gikongoro, nella regione naturale del Nyaruguru. Erano le 12,35 e le studentesse del collegio si trovavano nel refettorio. Alphonsine Mumureke, di 16 anni, alunna della prima media, stava servendo le compagne a tavola quando sentì distintamente una voce che la chiamava: “Figlia mia, vieni qui”. La voce sembrava provenire dal corridoio, accanto al refettorio. Alphonsine si diresse da quella parte e vide, per la prima volta, una giovane donna di straordinaria e indescrivibile bellezza, vestita di bianco, con un velo che nascondeva i capelli e scendeva fino ai piedi nudi e che formava un tutt'uno con il vestito. Teneva le mani giunte all'altezza del petto ed aveva una carnagione indescrivibile, che non appariva né bianca e neppure nera. Alla domanda di Alphonsine: "Chi siete?", l'apparizione rispose: “Ndi Nyina Wa Jambo”, cioè “Io sono la Madre del Verbo”. Alphonsine incalzò:" “Ni wowe Nyina wa fambo?”, “Allora tu sei la Madre del Verbo?”. Alla risposta affermativa, la ragazza disse alla Signora: "“Nanjye nifwa Alphonsina”. “E io sono Alphonsine”. La Madonna proseguì: “Nella tua vita cristiana, cosa è per te la cosa più importante?”. Alphonsine rispose: “Amo Dio e sua Madre che ha messo al mondo per noi il Redentore”. La Signora aggiunse: “Veramente”. “Sì, è proprio così”, continuò la veggente. A questo punto l'apparizione fece la seguente importante dichiarazione: “Se è così, io vengo a consolarti, perché ho ascoltato le tue preghiere. Voglio che le tue compagne abbiano fede, perché non ne hanno abbastanza”. La Signora le chiese pure di insegnare alle sue compagne a pregare perché non sapevano pregare o non lo facevano abbastanza, nonché a tenere in stima la devozione a Maria, loro Madre. All'epoca delle apparizioni, il collegio ospitava 120 ragazze interne, suddivise in tre classi che le preparavano a diventare segretarie d’azienda o insegnanti elementari. Era diretto da tre suore che fungevano anche da insegnanti. Gli altri insegnanti, una donna e cinque uomini, erano laici. Il complesso non era dotato di cappella e, quindi, non vi era un clima religioso particolarmente sentito. Ecco, quindi, il significato delle prime parole della Madonna. Alphonsine di rincalzo: “Madre del Salvatore, se veramente sei tu che vieni a dirci che qui nella scuola abbiamo poca fede, Tu ci ami! È per me una grande felicità vederti con i miei propri occhi”. Alla fine Alphonsine recitò tre Ave Maria e la sequenza dello Spirito Santo. Quindi la Signora scomparve lentamente, non di spalle, ma ritraendosi verso l'alto. L’apparizione durò circa un quarto d'ora.

La reazione delle compagne di Alphonsine dinanzi alle apparizioni non fu entusiasta. Anzi. Pensarono subito che fosse isterica o che fosse vittima di allucinazioni. Divenne il loro zimbello. Nessuno la prendeva seriamente su ciò che raccontava e la ragazza ne soffriva. Pregò, quindi, in una delle successive visioni, che la Vergine apparisse anche alle altre ragazze in modo che potessero credere. La Madonna la accontentò. La sera del 12 gennaio 1982, la Vergine Madre apparve anche a Nathalie Mukamazimpaka, che aveva allora 17 anni. Ma tale manifestazione non fu sufficiente a far cadere lo scetticismo. Alphonsine insistette presso la Madonna affinché apparisse anche ad altre ragazze e la Madre di Dio la accontentò ancora. Il 2 marzo 1982, la Madonna apparve a Marie-Claire Mukangango, di anni 21. Questa nuova apparizione fu determinante, dal momento che Marie-Claire era la più scettica e, data la sua età, condizionava anche il comportamento delle sue compagne collegiali. Quando anche lei dichiarò di aver visto la Madonna, tutte si arresero. E da quel momento il collegio prestò più attenzione a quei fenomeni.

Universalità del messaggio di Kibeho e la sofferenza del Ruanda

I messaggi della Madonna di Kibeho non riguardavano solo i veggenti o il Ruanda. Lo affermò chiaramente la Vergine stessa a Marie-Claire: “Quando io mi faccio vedere e parlo a qualcuno, intendo rivolgermi al mondo intero”. Un messaggio universale, dunque. Attraverso le sue apparizioni, la Vergine santa voleva richiamare il mondo che vive senza Dio, ignorando i valori dello spirito e consolare i suoi figli, invitandoli all’unità ed alla pace, attraverso la conversione, la preghiera, la penitenza e la partecipazione alla Passione di Cristo. Ecco perché si presentava come “Vergine della sofferenza” o "del dolore" o “Addolorata”. Durante la drammatica apparizione del 15 agosto 1982, le veggenti ebbero una chiara visione di ciò che sarebbe accaduto pochi anni dopo nel loro Paese. La Vergine apparve molto triste e in lacrime ed anche le veggenti piangevano, tremavano e battevano i denti dalla paura. Fu un’apparizione eccezionalmente lunga, durando otto ore, durante la quale fu loro mostrato “un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, un abisso spalancato, un mostro spaventoso, teste mozzate”. Quando, infatti, alcuni anni dopo scoppiò la guerra civile tra le etnie Tutsi e Hutu, ci furono massacri inauditi e spaventosi, che confermarono la veridicità di quella apparizione.

Il riconoscimento ufficiale della Chiesa

Dopo un accurato processo canonico, condotto da due commissioni, quella medica, che attestò la normalità delle ragazze e quella teologica, che accertò l’assenza di errori nei messaggi, il 29 giugno 2001, mons. Augustin Misago, primo vescovo di Gikongoro, in cattedrale, alla presenza di tutto l'episcopato ruandese e del nunzio apostolico, mons. Salvatore Pennacchio, emanò il decreto di riconoscimento dell'autenticità delle apparizioni avvenute a Kibeho. In esso dichiarava solennemente, per conto della Chiesa: “Sì, la Vergine Maria è apparsa a Kibeho nella giornata del 28 novembre 1981 e nel corso dei mesi successivi. Ci sono più buone ragioni per credere che non di negare. A questo riguardo, solo le tre veggenti dell’inizio meritano di essere ritenute come autentiche: si tratta di Alphonsine Mumureke, Nathalie Mukamazjmpaka e Marie Claire Mukangango. La Vergine si é loro manifestata sotto il nome di “Nyina wa Jambo”, cioé “Madre del Verbo”, che é sinonimo di “Umubye-yi w 'fmana”, cioé “Madre di Dio”, come essa l'ha spiegato. Queste veggenti di Maria dicono di vederla sia a mani giunte, sia a braccia aperte”.

Il 31 maggio 2003, alle dieci del mattino, mentre il cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, celebrava, a nome del papa e insieme a tutti i vescovi ruandesi la consacrazione del Santuario di Nostra Signora del Dolore a Kibeho, aveva luogo, dinanzi ai fedeli lì radunati, il fenomeno della danza del sole, così come avvenuto a Fatima il 13 ottobre 1917. Il fenomeno durò otto minuti, fu filmato e fotografato, tanto da escludere ogni tipo di suggestione.

Bibliografia

Giovanni Sgreva cp, Le apparizioni della Madonna in Africa: Kibeho, Shalom, Camerata Picena 2004.
 

Inserito Martedi 5 Gennaio 2010, alle ore 15:22:01 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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