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  Maria, icona della Chiesa 
Chiesa

dal libro di Battista Mondin, Maria madre della Chiesa. Piccolo trattato di mariologia, Edizioni Pro Sanctitate, Roma 2007, pp. 109-115.



In quanto membro della Chiesa Maria è figlia, invece in quanto ha generato il capo della Chiesa a Maria spetta il titolo di madre (Mater Ecclesiae). Soprattutto in forza del suo rapporto materno con la Chiesa,  Maria viene chiamata icona della Chiesa. Tale è stata sulla terra, ma lo è ancor più oggi in cielo.
Il termine icona (Eikon in greco) è termine familiare sia alla Scrittura sia alla filosofia. Nella Scrittura compare sin dal primo capitolo della Genesi dove si dice che Adamo è stato creato "a immagine (kataeikona) di Dio" (Gn 1,27); mentre in filosofia è termine chiave del linguaggio platonico, dove acquista una connotazione ben precisa: l'icona è sempre una copia di un modello ideale. «Le idee sono modelli immobili nella loro essenza; le cose, invece, assomigliano alle idee e sono copie delle medesime».37
Nella letteratura teologica più recente il termine icona ha assunto un significato piuttosto ambiguo. Spesso anziché copia significa esattamente il suo contrario, vale a dire modello o paradigma. Così abbiamo che quando si dice che Maria è icona della Trinità non si vuoi certamente dire che è modello ma esattamente copia, immagine della Trinità; ma quando si afferma che Maria è icona della Chiesa si intende dire che è il modello che la Chiesa deve cercare di seguire e ricopiare.38
La iconicità di Maria rispetto alla Chiesa è totale. Tutte le qualità che abbiamo ritrovato nel profilo di Maria: donna, vergine, madre, sposa si rispecchiano anche nel profilo della Chiesa, e viceversa tutte le proprietà essenziali della Chiesa (unità, santità, cattolicità, apostolicità) sono già presenti in modo eminente in Maria; altrettanto dicasi delle virtù fondamentali della Chiesa e del cristiano: fede, speranza, carità, unione con Cristo e con la Trinità. Scrive il Concilio a questo riguardo: «La Madre di Dio è figura (typus) della Chiesa, come già insegnava S. Ambrogio, nell'ordine cioè della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Infatti nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata vergine e madre, la beata Vergine Maria è andata innanzi, presentandosi in modo eminente e singolare, quale vergine e quale madre» (LG 63).
Il Concilio usa il termine "tipo", che è sinonimo di modello, di paradigma, di esempio (exemplum) e dice che come tipo (modello) Maria precede la Chiesa (è andata innanzi) sia nelle prerogative della femminilità (vergine e madre) sia nella pratica delle virtù teologali (fede, carità, unione con Dio). In altre parole, Maria è il modello ideale che la Chiesa deve costantemente tenere dinanzi agli occhi e che deve cercare di ricopiare nella propria condotta. Nel "frammento" di Maria non si trova soltanto riassunta tutta la storia della salvezza ma anche l'intero DNA della Chiesa, con tutte le informazioni che essa deve attuare e sviluppare.
La Chiesa è la comunione di tutti coloro che dicono di si a Cristo: il fiat li unisce a Cristo e tra di loro. Così fanno un corpo solo con Cristo. Maria è colei che ha pronunciato per prima il grande fiat che ha reso possibile la venuta del Figlio di Dio in mezzo a noi. E il fiat primordiale e cardinale che ha reso possibili tutti gli altri fiat da quello di Pietro e degli apostoli fino a quello degli ultimi discepoli. «Maria appartiene indissolubilmente al mistero di Cristo e appartiene anche al mistero della Chiesa sin dall'inizio, sin dal giorno della sua nascita. Alla base di ciò che la Chiesa è sin dall'inizio, di ciò che continuamente deve diventare, di generazione in generazione, in mezzo a tutte le nazioni della terra, si trova colei "che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1, 45). Proprio questa fede di Maria, che segna l'inizio della nuova ed eterna Alleanza di Dio con l'umanità in Gesù Cristo, questa eroica sua fede "precede" la testimonianza apostolica della Chiesa, e permane nel cuore della Chiesa, nascosta come uno speciale retaggio della rivelazione di Dio. Tutti coloro che di generazione in generazione, accettando la testimonianza apostolica della Chiesa, partecipano a quella misteriosa eredità, in un certo senso partecipano alla fede di Maria».39
Come Mana anche la Chiesa, grazie al suo fiat, è allo stesso tempo graziata (liberata dal peccato) e graziosa (ricolma di grazia) conservando intatta la sua verginità. «Anche la Chiesa è coperta dall'ombra dello Spirito, che aleggia sulle acque del fonte battesimale, anche lei è il tempio di Dio, la dimora santa, abitata dalla presenza dell'Eterno. Come la Vergine Maria così la Vergine Chiesa gioisce sotto lo sguardo del suo Signore, e, riconoscendosi povera, innalza il suo Magnificat, in cui - con le stesse parole della Vergine - canta le meraviglie di Dio verso di lei. La povertà verginale della Chiesa è il vuoto colmato dalla ricchezza della divina presenza, l'ambiente in cui l'Onnipotente compie le grandi cose, promesse in Maria».40
Come donna, vergine, madre e sposa Maria è modello di recettività, di integrità, di silenzio, di oblatività, di santità, di sollecitudine, di dedizione. Alla scuola di Maria la Chiesa apprende l'amore al silenzio interiore, l'ascolto profondo in cui la Parola viene a mettere la sua tenda fra gli uomini. I Padri hanno celebrato questo aspetto della femminilità di Maria e della Chiesa paragonandole entrambe alla luna, che non risplende di luce propria, ma si lascia illuminare e irradia soltanto la luce del sole, che è Cristo: è l'immagine della "donna vestita di sole" dell'Apocalisse (12,1). «La grande donna non è solo la gloriosa, ma anche quella ancora terrena, colei che partorisce nel dolore, che urla, che è perseguitata dal drago, che fugge nel deserto, che guarda cercando aiuto da suo Figlio asceso al trono di Dio. Questo avviene anzitutto nel destino della Chiesa sofferente sulla terra, ma è anche prefigurato nel destino terreno della madre di Dio. [...] Come la luna, la stella della notte, viene illuminata solo dalla luce del sole, come la luna muta e cala, come si oscura completamente quanto più si avvicina al sole, così è del destino della Chiesa non ancora trasfigurata».41
Maria è "andata innanzi" alla Chiesa e le ha preparato un modello anche nell'esercizio dei tre grandi uffici messianici: profezia, sacerdozio, regalità (servizio).
Maria ha esercitato l'ufficio profetico narrando il vangelo dell'infanzia di Gesù e cantando il Magnificat, inno squisitamente profetico e non soltanto dossologico: proclama l'opzione di Dio per i poveri, gli umili, i deboli, i semplici.
Maria ha esercitato l'ufficio sacerdotale accettando che il suo corpo diventasse il tempio dello Spirito Santo e ancor più direttamente accettando che il Figlio suo venisse immolato sull'altare della Croce.
Infine ha esercitato in modo esemplare anche l'ufficio regale, che nella nuova alleanza, come ha insegnato Gesù, assume la forma di servizio. La sua risposta all'annuncio dell'Angelo è: ecce ancilla Domini (eccomi, sono la serva del Signore) (Lc 1,38). Dopo essere stata gratificata da Dio stesso, a sua volta Maria si qualifica come serva del Signore, disposta a compiere tutta la sua volontà: «Avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). « Il fiat di Lc 1,38 contiene ed esprime un segreto anelito, un'attesa impaziente di vedere realizzato il progetto descritto dall'angelo. La risposta di Maria è un grido di gioioso consenso lanciato a Dio con una formula dalla quale traspare la sua profonda religiosità, non dissimile da quella dell'isaiano "servo di Jahvé"».42 In effetti tutta la vita di Maria è stata un assiduo servizio teso al compimento dei disegni di Dio su di lei, sul Figlio suo e sull'umanità.
Maria è modello della Chiesa in tutte le sue proprietà e caratteristiche principali. Mana è santa, perché interamente consacrata a Dio: "è piena di grazia" (Lc 1, 28); è una, anzi unica per la sua specialissima unione con il Figlio di Dio e con la Trinità; è cattolica, perché madre di tutti i credenti; è apostolica, perché regina degli apostoli.
Maria è, pertanto, in tutto il suo essere e in tutto il suo agire, la causa esemplare, il prototipo, il modello, la icona originale della Chiesa. Maria è la realizzazione suprema, il modello ideale, il paradigma di tutto ciò che la Chiesa deve essere. «Dal costato aperto di Cristo, nuovo Adamo, esce la nuova Eva, che presenta due realizzazioni: una privilegiata - la Vergine; l'altra comune - la Chiesa. La realizzazione inferiore è polarizzata dalla realizzazione superiore, la Chiesa sembra attratta verso la Vergine, senza potersi peraltro identificare con essa».43
Dal fatto che Maria e la Chiesa sono simili sul piano dell'essere, consegue che la loro somiglianza deve proseguire anche sul piano dell'agire, cioè nel cammino spirituale della santità. Maria, che precede la Chiesa nella verginità e nella maternità, ne diviene l'esempio mirabile nella vita di fedeltà al Signore. Per questo i fedeli «innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti» (LG 65).
L'esemplarità di Maria emerge in particolare nell'esercizio del culto liturgico, dove ella appare «quale modello dell'atteggiamento spirituale con cui la Chiesa celebra e vive i divini misteri».44 Appunto nella celebrazione liturgica la Chiesa realizza al massimo grado il suo archetipo e «diventa sempre più simile alla sua eccelsa figura, progredendo continuamente nella fede, nella speranza e nella carità» (LG 65).
Icona della Chiesa e dei credenti che sono pellegrini in questo mondo, Mana è icona anche della Chiesa celeste e di coloro che hanno già fatto ritorno in patria; i beati che godono del premio della vita eterna. Maria è icona della piena beatitudine degli spiriti incarnati, costituiti cioè essenzialmente di anima e di corpo. La beatitudine completa di questi esseri che siamo noi richiede la felicità sia dell'anima sia del corpo. [...] Maria è icona della beatitudine completa perché si trova già in cielo sia con l'anima sia col corpo. Come attesta il dogma dell'Assunta, il corpo trasfigurato di Maria è stato trasferito immediatamente in cielo nello stesso istante in cui si concludeva il suo pellegrinaggio sulla terra, ed è stato premiato con una felicità incomparabile proporzionata a quella dell'anima della Beata Vergine Maria. Quello che viene promesso anche a noi con la risurrezione della carne si è già compiuto in Maria con il privilegio dell'assunzione. Così ella diviene icona della piena beatitudine che Cristo ci ha promesso e che ci ha meritato dando la sua vita per noi.

NOTE

37 PLATONE, Parmenide 132d.
38 B. FORTE, Maria la donna icona del mistero, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1989, pag. 158. «La Vergine Madre è "icona" perché in lei si offre il duplice movimento, che ogni icona tende a trasmettere: la discesa e l'ascesa». in una visione gerarchica dell'universo (come quella neoplatonica) I'icona assolve allo stesso tempo sia la funzione di copia sia di modello: è copia delle realtà superiore; è modello di quelle inferiori. Cosi si può parlare di Maria come copia della Trinità (icona del mistero trinitario) e come modello della Chiesa (icona del mistero ecclesiologico).
IVI Ri~isita^zione del mistero mariano: chi è Maria oggi.?
39 GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater, n. 27.
40 B. FORTE, op. cit., pag 187.
41 K. RAHNER, Maria e la Chiesa, Milano 1974, pag. 91.
42 E. PERETTO, Serva, in «Nuovo Dizionario di Mariologia», Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, pag 1290.
43 C. JORNET, Teologia della Chiesa, Marietti, Torino 1965.
44 PAOLO VI, Marialis cultus, n. 16.
 

Inserito Lunedi 16 Maggio 2011, alle ore 16:32:32 da latheotokos
 
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