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  Maria ''Donna in relazione'' nella devozione popolare 
Società

un articolo di Fr. Giuseppe Scarvaglieri in L'Eco di Gibilmanna, XCII (2010), II Semestre 2010, pp.5-9



L'ottica sociologica: significato e implicazioni

In questi ultimi tempi il concetto di relazione è diventato, presso alcuni autori, quasi la cifra del pensiero moderno sull'identità della persona. Tale concetto rende evidente sia l'individualità del singolo, sia la sua collocazione dentro un contesto sociale, non sottoforma di giustapposizione, ma come realtà dinamica e responsabile. Ne consegue anche una serie di implicazioni che sottolineano i tratti ontologici ed etici che caratterizzano in modo fondamentale la persona. L'uomo, infatti, è un essere fondamentalmente sociale e quindi relazionale, che realizza tale caratteristica in modi molto diversi e nei differenti piani esistenziali. Egli attua i suoi rapporti sulla base di una dinamica inter-individuale, sia in senso culturale, che si esprime come trasmissione tra emittente o destinatario, sia in un'ottica di fede che si manifesta come connessione tra la creatura e il Creatore1. Tale prospettiva risulta come una piattaforma che deriva dall'esigenza della mente umana di ragionare e di spiegare la propria realtà e quella circostante intesa in modo completo e integrale. Essa non si limita alla realtà solo terrena ed empirica, ma raggiunge il meta-storico e il meta-culturale per cui si applica in maniera piena anche alle relazioni che possiamo chiamare 'verticali' e che riguardano la dimensione religiosa, sia pure considerate dal punto di vista sociologico2. In quest'ambito mi limito alla dimensione psico-socilogica, in cui la relazione con Maria si trasforma in devozione come fatto, e quindi esperienza della presenza della Vergine nella propria vita. Per questo la stessa espressione: "Maria, donna in relazione", ci riporta a una visione teologica, da una parte, e a un tipico fenomeno antropologico e culturale dall'altra. Da tale situazione emana anche l'aspetto sociologico, il quale richiede delle precisazioni concettuali e una conseguente e adeguata descrizione fenomenologica3. Ne conseguono diversi contenuti che spiegano il valore della persona umana, la quale proprio nell'apertura all'altro trova la sua consistenza sul piano individuale e la sua socialità sul piano della relazionalità verticale e orizzontale. È pertanto importante trattare tale problematica anche in rapporto ai valori religiosi della vita in genere e di Maria in particolare. Per questo è bene evidenziare l'ottica sociologica nel suo significato fondamentale e nelle sue implicazioni cultuali e religiose, e analizzare anche la complessa fenomenologia culturale e religiosa nella sua multidimensionalità4.


Le tre componenti della devozione


Questa situazione esprime la polivalenza delle componenti che costituiscono la sua natura, non solo sul piano ontologico e culturale, ma anche su quello storico e religioso, che ha le sue forme di concretizzazione nella comprensione sociologica della sua esistenza. Ovviamente le varie configurazioni: quella storica e antropologica, da una parte, e quella culturale e religiosa, dall'altra, sono molto diverse tra loro, pur avendo forti collegamenti e modalità d'interazione, se non proprio di fungibilità. Nella specificità delle due relazioni occorre sottolineare che la prima si colloca nell'orbita della culturalità5, mentre la seconda rimane in quella filosofico-teologica6. Pertanto, anche la loro spiegazione e approfondimento vengono a collocarsi nell'ambito delle rispettive scienze, che a loro volta implicano l'esigenza di una specifica puntualizzazione del contenuto e una particolare configurazione del metodo. Si tratta comunque di una realtà polivalente che riguarda le diverse scienze interessate e, nel nostro caso: la psico-sociologia, da una parte, e la teologia dall'altra. L'apporto sociologico, quello che ci interessa in questa sede, prolunga ed estende a campi adiacenti le considerazioni essenziali circa questo argomento e le applica al comportamento concreto della gente. Occorre precisare tuttavia che lo studio delle relazioni può essere attuato sul piano interindividuale in base alla dinamica psicologica dei rapporti tra persone, e su quello collettivo connesso con la teoria delle manifestazioni comunitarie o collegiali della devozione. Per ognuno di tali ambiti è necessario l'uso di modi differenziati e applicati ai vari livelli, in dipendenza sia della natura dei tratti psico-sociologici prevalenti in certi ambienti, sia del tipo e della storia delle singole realtà culturali7. In tale contesto va sottolineato che la componente relazionale si attua in modo differenziato a seconda che i soggetti siano presenti l'uno all'altro o che siano più vicini tra loro per quanto riguarda il riferimento spaziale e temporale, ma anche in base alla pariteticità della condizione esistenziale dei protagonisti8. Per questo è importante sottolineare in un primo tempo la connessione del concetto di relazione con quello di devozione, e poi vedere le implicazioni analitiche delle diverse proposte teoriche avanzate in questo campo.

a) L'ammirazione
Ogni tipo di relazione ovviamente ha le sue specificità, che possono e devono essere chiarite e puntualizzate per quanto riguarda i parametri fondamentali della relazione: presa di coscienza di sé, effettivo riconoscimento dell'altro, affermazione biunivoca della presa di coscienza e del riconoscimento che, quindi, diventa reciproco. Questi tre parametri fondamentali a loro volta hanno modalità specifiche in base alle differenti caratteristiche culturali, per cui la relazionalità stessa si manifesta in modi diversi nel tempo (aspetto storico) e nello spazio (aspetto culturale) . In merito al punto di vista sociologico, da cui vogliamo affrontare questo tema, al di là delle istanze derivanti dalla direzione verticale verso Dio. che è quella fondamentale, ci sono due modalità principali. Esse riguardano in modo diverso, la "relazione" (o devozione) con i santi e, in particolare con Maria, così come viene presentata dalla teologia, da una parte, e le relative caratteristiche storiche e culturali che essa assume nel contesto di una data popolazione, dall'altra10. Tale spiegazione di tipo culturale si applica a tutti i rapporti che gli uomini registrano e che rientrano nella componente quotidiana della loro vita sociale. Ma essa presenta delle differenze a seconda che si tratti di una relazione tra persone presenti fisicamente o lontane tra loro, o che si collocano su piani esistenziali diversi, sia pure supportati e integrati da una visione di fede.

b) L'esemplarità
In quest'ultimo caso la relazionalità si veste delle caratteristiche della devozione, per cui il fedele imposta la sua relazione realizzando i tre momenti o parametri fondamentali. Essi riguardano il triplice significato teologico di devozione: sottolineatura dell'azione della grazia nella vita di Maria, la sua esemplarità comportamentale, la sua intercessione a favore dei devoti, che trasfigura la corrispondente mediazione spirituale in termini anche psico-sociologici. La devozione a Maria, come anche quella espressa verso i santi, si può quindi capire e studiare nei termini di una particolare forma di relazione, anche se spesso dal punto sociologico, assimetrica. Tale connessione evidenzia il modo in cui i fedeli vedono la figura di Maria, ne esaltano la grandezza, ne percepiscono l'intercessione e, nello stesso tempo, ne colgono l'amore, ne sperimentano l'intervento nella loro vita, ecc.11. In questo senso è possibile parlare di una doppia modalità secondo cui riferire questo argomento alla figura di Maria. Da una parte si rileva il suo rapporto con Dio, dall'altra, quello tra Maria e i fedeli. Nella prima considerazione Maria è destinataria di privilegi che Dio le concede in vista della missione cui l'ha destinata. Si tratta di una relazione che si muove sul piano della fede, ma non per questo meno reale e significativa. Va anche evidenziata quella che possiamo chiamare la risposta di Maria che si esprime in una tensione adeguativa di se stessa all'amore di Dio. La relazionalità che tale tensione spirituale suppone si manifesta nel cantico del Magnificat in cui esalta la bontà di Dio, elogia il suo piano provvidenziale e la sua strategia nel condurre la storia dell'uomo, facendola diventare storia della salvezza.

c) L'intercessione
In questo senso si ha la coscienza che il terzo passo della relazione nell'ambito della fede si colloca nella prospettiva di trovare nella Vergine un aiuto e un sostegno. Essa quindi prende le forme di un'impostazione in cui la reciprocità del riconoscimento si configura come percezione di potere avere una risposta entro la logica e le forme della fede12. È importante inoltre specificare che in quanto fenomeno che si colloca nella socialità dell'uomo, la relazione-devozione può essere spiegata per la parte culturale in base alle indicazioni contenutistiche e metodologiche proprie di tutte le relazioni. Per questo è possibile utilizzare le teorie corrispondenti per approfondire l'argomento e riscontrarne le specificità comportamentali e operative di base. La relazionalità verso gli uomini ripropone il modo in cui la Vergine manifesta il suo modo di rapportarsi con coloro che le sono stati affidati come figli da Cristo stesso morente sulla croce. Tale relazione si configura come amore e intervento, come modello da imitare e sostegno; esso parte dal piano spirituale e si concretizza sul piano esperienziale, ha come punto di partenza una visione teologica della maternità di Maria che attinge la dimensione culturale, la quale, come dice Dante, molte fiate il dimandar precorre. Anche su questo piano si constata la presenza di una rispondenza da parte dei destinatari, già intravista nell'enunciazione che tutte le genti mi chiameranno beata13. I fedeli sono nello stesso tempo destinatari della relazione con la Vergine, ma anche protagonisti e sorgente di una richiesta di aiuto e protezione, che dà corpo a una relazionalità che si esprime nella fede, ma ha anche risvolti psicodinamici, anche se tale relazionalità sembra configurarsi come asimmetrica sul piano psicologico, ma è biunivoca sul piano della fede.


Le principali teorie esplicative

L'approfondimento delle relazioni dal punto di vista sociologico, anche in rapporto a quella che un singolo individuo attua verso i santi e a Vergine, non è soltanto possibile ma, come vedremo, anche doveroso, per far progredire sempre più la conoscenza della realtà umana nella sua globalità. Essa è un intreccio di varie componenti culturali e sociali che caratterizzano anche la dimensione religiosa nella esplicitazione e concretizzazione quotidiana che essa comporta. A tale riguardo non sono mancati i tentativi di trovare una spiegazione complessiva e soddisfacente. Si possono qui individuare alcune teorie entro cui collocare tale spiegazione, e che in vario modo propongono la comprensione delle dinamiche concrete secondo cui il fenomeno si manifesta, avanzando proposte e suggerimenti sui relativi procedimenti euristici..

a) La sociologia della conoscenza
Un primo tipo di approccio si rifà alla sociologia della conoscenza. Tale impostazione facilita la comprensione di una certa figura nella sua individualità ed entro una data cultura. Essa coglie anche le dinamiche proprie che si esplicano nelle diverse forme e nei differenti meccanismi e fattori della convivenza sociale. Essa inoltre spiega e include le istanze e/o coordinate storiche che riguardano la sua presenza come fatto collocato in un certo periodo storico e culturale. In tal modo si può cogliere in pienezza il significato dell'operatore sociale e dei suoi comportamenti che comprende e sviluppa l'approccio sociologico applicato alla singola persona, mostrando il processo generale dell'interrelazione sociale14.

b) Teoria della figura di riferimento
Una seconda prospettiva è data dalla teoria della figura di riferimento che mette in risalto le modalità o forme del fenomeno dell'influenza sociale che si constata nel rapporto tra un soggetto preminente e i suoi ammiratori15. Per quanto riguarda il protagonista, la teoria evidenzia: la sua polivalenza, la diffusione della sua fama, la capacità di attrazione ideale (in altri casi si potrà parlare anche di "suggestione", di "fascinazione" o di "mitizzazione" della "personalità preminente"), le coordinate spazio-temporali e le concretizzazioni specifiche dell`esplicitazione dell'influenza16. Tale teoria in merito ai destinatari, segnala i presupposti individuali e collettivi del fascino che essi subiscono, mostra i meccanismi caratteristici di percezione della preminenza, evidenzia la disponibilità che si registra nel lasciarsi plasmare. Ne conseguono modalità soggettive attraverso cui si diventa "ammiratore", fino a trovare spesso nel proprio "idolo" fonti e forme d'identificazione. Nel caso di Maria (ed anche dei santi) gli ammiratori si trasformano in "devoti"17.

c) La teoria della relazione
Queste due teorie danno un proprio contributo alla spiegazione del tema: "Maria, donna in relazione" per cogliere in modo adeguato la figura della Vergine. Si tratta sia della visione teologica della Vergine, che comprende la sua storia e il suo rapporto con Dio basato sulla sua funzione di essere la Madre del Verbo Incarnato, sia della relazione con i fedeli, che rientra in una sfera di fede e di culturalità. In questa visione è importante anche la componente psico-dinamica che caratterizza i comportamenti dei fedeli, oggetto del nostro interesse in questo contesto. La specificazione è data dalla spiegazione culturale in base alla quale si interpretano i fenomeni vissuti da soggetti all'interno di un dato contesto e dalla modalità secondo cui essi percepiscono l'altro termine della relazione, nel nostro caso, Maria18. In questo senso si nota una considerevole ampiezza delle manifestazioni della relazionalità devozionale verso Maria, che vengono analizzate in vari modi e da parte di diversi autori, sia dal punto di vista diacronico o storico che dal punto di vista sincronico o culturale. In ogni caso, dimostrazioni concrete pongono in evidenza le diverse caratteristiche oggettive e le dinamiche soggettive di una relazione che nella fede si presenta biunivoca e che, in una parola, chiarisce ed esplica la ricchezza culturale ed espressiva che la devozione comporta. Essa si estende a tute gli aspetti della cultura, per cui si evidenzia ancor più la complessità del rapporto di una data comunità con Maria. In questo aspetto è poi implicata la validità del tipo di approccio euristico, da una parte, e di quello esplicativo dall'altra, che mette in evidenza i parametri antropologici generali e culturali della devozione, la quale si configura come una modalità dell'essere in relazione. In conclusione, possiamo affermare che non solo è giustificata la trattazione sociologica. ma essa è resa necessaria come un apporto nel contesto e nell'ottica di un'impostazione interdisciplinare. Essa registra non solo sfumature e aspetti secondari, ma comporta anche la sottolineatura delle specificità sociali o sub-culturali in riferimento al tema dell'analisi di un personaggio del quale si studia il modo in cui questi realizza in suo essere in relazione. Pertanto, è possibile individuare gli aspetti specifici delle singole modalità che ogni popolazione, in base alla sua cultura, utilizza per esprimere la sua devozione. Non si tratta propriamente della sola componente simbolica ed espressiva, ma si richiede la presentazione di alcuni risultati che rientrano nell'ambito socio-culturale. A tale scopo sono state evidenziate, sia pure velocemente, alcune notazioni fondamentali basandoci su uno schema multidimensionale che ha reso più logica, completa e plausibile la trattazione dell'argomento religioso dal punto di vista sociologico19. Tuttavia, a tale riguardo esiste un certo problema riguardo alla modalità nel rendersene conto e di renderne conto, come situazioni oggettive e documentate. Questo dipende dal fatto che la scientificità dipende anche dall'attuazione delle indagini circa un dato argomento, che fino ad ora non sono state molto sviluppate. Pertanto sarebbe auspicabile uno sviluppo, almeno a livello locale, dello studio circa i segni e il senso della devozione alla Vergine, che ancora manca - ad esempio - nel contesto della devozione alla Madonna di Gibilmanna. Esso colmerebbe tale lacuna, consci che tale tentativo avrebbe una sua giustificazione nella funzione di propulsione della devozione autentica che il Santuario è chiamato a diffondere e promuovere.

NOTE

1. L'aspetto verticale nella dimensione mariana è centrale e fondamentale, ma è anche oggetto di analisi da parte della sociologia, come si vuole esporre, sia pure in modo sintetico, in queste riflessioni.
2 Il relativo apporto si colloca nell'ottica dell'interdisciplinarietà con cui le varie scienze contribuiscono a un approfondimento di un singolo argomento. K. J. THOMPSON, Interdisciplinarity: history, theory, and practice, Julie Waine, State University Press, 1990.
3 T. DI BELLA, La via della responsabilità. Emmanuel Lévinas e Hans Jonas, Coop. S. Tom., Messina 2010.
4 G. SCARVAGLIERI, Sociologia della religione, PUG, Roma 200, 135-180.
5 H. CARRIER, Guide pour l'inculturation de l'Evangile, PUG, Roma 1997, 43-48.
6 I. SANNA, Chiamati per nome. Antropologia teologica, San Paolo, Cinisello Balsamo 1998, passim.
7 G. GURVITCH, La vocazione attuale della sociologia, Il Mulino, Bologna, 45-60; cfr. anche A. GIDDENS, Sociology: Fully revised and updated, Blacwell, Cambridge 2001.
8 P. SECORD - C. W. BACKMAN, Psicologia sociale, Il Mulino, Bologna 1973.
9 M. WEBER, Economia e Società, Comunità, Milano 1987.
10 Cfr. G. SCARVAGLIERI, La religione nella società attuale, Martano, Lecce 1997, 271-285.
11 Cfr. Lumen Gentium 66.
12 Cfr G. SCARVAGLIERI, I giovani e Maria nella cultura italiana, in Come annunciare ai giovani Maria, Mater Ecclesiae. Roma 1986, 7-30.
13 M. PEDICO, La Vergine Maria nella pietà popolare, Monfortane, Roma 1993, passim.
14 Essa mette in risalto l'influenza dei Fattori culturali operanti in un dato contesto sociale sulla costruzione del pensiero, sulle sue componenti, sui rapporti sociali, sugli eventi della vita sociale, come fa bene notare K. MANNHEIM, Ideologia e utopia, Il Mulino, Bologna 1965.
15 Cfr. R. K. MERTON, Teoria e struttura sociale, Il Mulino, Bologna 1959, 669-677, vi si ritrovano spiegazioni interessanti circa i fenomeni d'influenza, delle relative dinamiche e conseguenti processi sociali.
16 Nel caso di Maria (ed anche dei santi) gli ammiratori sono connotati con il termine di "devoti".
17 Le qualità proprie del soggetto lo proiettano, per alcuni, in un alone "idelae", per altri "straordinario", e per altri ancora, "mitico". Cfr. G. SCARVAGLIERI, I miti e i giovani - Il consumo inarrestabile degli idoli di una sola estate, in Prospettive nel mondo 15 (1990) 73-79.
18 Tale impostazione ribadisce ancora una volta la stretta connessione tra aspetto sociale e religioso nella vita quotidiana e culturale delle persone.
19 G. SCARCAGLIERI, Sociologia della religione, op. cit.; Il pellegrinaggio alle soglie del terzo millennio, Paoline, Cinisello Balsamo 1988.

 

Inserito Lunedi 30 Maggio 2011, alle ore 16:21:53 da latheotokos
 
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