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  Solennità, Feste e Memorie della B. Vergine Maria 
Culto
dal libro di Jesú Castellano Cervera, L'Anno Liturgico. Memoriale di Cristo e mistagogia della Chiesa con Maria Madre di Gesù, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1991, pp. 208-216.


Nell'anno liturgico restaurato, la presenza della Vergine Maria ha un posto particolare; i ritocchi e le diminuzioni delle memorie mariane rispetto all'anteriore calendario non hanno svilito per niente la presenza di Maria, che anzi è stata arricchita per il contenuto ed il pregio dei nuovi testi. È certo, come si vedrà, che alcune solennità e feste che prima avevano un titolo mariano sono ora solennità e feste del Signore, ma è pure vero che l'ottava del Natale e la festa della Circoncisione è passata ad essere una solennità mariana; si può però far notare che tutte le memorie di Maria dicono un riferimento a Cristo e bisogna ritrovare nella catechesi delle feste e memorie, a partire dai testi liturgici, il logico legame della celebrazione di un fatto salvifico o di un aspetto evangelico vissuto da Maria come esempio per la chiesa e per i cristiani. Nella enumerazione di queste celebrazioni vogliamo sintetizzare la storia, gli elementi eucologici di maggior rilievo, il significato globale.


a. Solennità e feste del Signore di contenuto mariano

Oltre al ricordo di Maria già rilevato nel ciclo natalizio e in quello pasquale meritano qui un semplice cenno due celebrazioni del Signore.

L'Annunciazione del Signore (25 marzo) trae origine dalla festività mariana della Annunciazione della Madre di Dio celebrata già in Asia minore verso il secolo VI; introdotta a Roma da Papa Sergio I alla fine del secolo VII, ha portato nei libri liturgici con una certa fluttuazione prima il titolo del Signore, poi quello di Maria. La data della celebrazione fa riferimento ovviamente ai nove mesi prima del 25 dicembre. Da notare che è una celebrazione che risponde ad un modo di organizzare il ciclo liturgico diverso dal criterio osservato prima in Occidente e tuttora presente nella liturgia dell'Avvento di commemorare l'Annunciazione e l'incarnazione prima del Natale, senza tener conto del criterio cronologico dei nove mesi. Questa celebrazione che spesso cade prima della Settimana Santa e sempre nel ciclo quaresimale (qualche volta deve essere spostata al tempo pasquale), crea qualche difficoltà psicologica. Nell'ottica dei Padri della Chiesa bisognerebbe ricordare che l'Incarnazione dice rapporto indissolubile con la redenzione ed il mistero pasquale; ed è in questo senso che dovrebbe essere celebrata questa solennità del Signore, come sottolineano alcuni testi: la colletta che parla di Cristo «Redentore», la preghiera dopo la comunione che ricorda «la potenza della sua risurrezione», e specialmente la seconda lettura tratta da Eb 10,4-10 con pieno riferimento all'oblazione sacrificale di Cristo. Le allusioni mariane, come è ovvio, sono molteplici sia nella liturgia delle ore che nei testi della messa; notevole il testo del prefazio, ispirato alla liturgia ispanica; un testo che potrebbe essere proclamato non soltanto in questo giorno ma ogni qualvolta viene letto nella messa il vangelo dell'annunciazione a cui si riferisce. MC 6 offre una sintesi del significato di questa solennità.

Presentazione del Signore (2 febbraio). È la festa che secondo un criterio cronologico, ispirato al vangelo, si celebra quaranta giorni dopo la nascita del Signore. Si ha notizia di questa celebrazione a Gerusalemme dal racconto della pellegrina Egeria. È stata recepita in Occidente nel secolo VII con il titolo greco di 'Hypapante', l'incontro fra il Messia ed il suo popolo. I testi della liturgia delle ore e del messale sono un bel commento al passo evangelico di Lc 2,22-40. Giustamente ha ricuperato il titolo di Presentazione del Signore a vantaggio dell'anteriore che a partire dal secolo X era entrato nei libri occidentali come «purificazione» di Maria. Molti testi richiamano l'origine orientale della festa. La presenza di Maria è notevole per il contenuto mariano della pericope evangelica. È di origine orientale la liturgia della luce che apre la celebrazione con la benedizione delle candele e che ritualizza in qualche modo l'idea del vangelo nel cantico di Simeone: Cristo è la luce delle genti. Maria appare nell'atto di offerta del Figlio, come colei che porta la luce, Madre delle genti che è Cristo, compartecipe nelle sofferenze di colui che sarà segno di contraddizione. Anche questa festa si colloca nel dinamismo dell'incarnazione verso il mistero pasquale e sottolinea la presenza attiva di Maria in questo mistero: «quale Madre del Servo sofferente di Yahvé, quale esecutrice di una missione spettante all'antico Israele e quale modello del nuovo Popolo di Dio, costantemente provato nella fede e nella speranza dalla sofferenza e dalla persecuzione» (MC 7).


b. Tre solennità per celebrare tre dogmi mariani

Le tre solennità mariane dell'anno liturgico celebrano tre dogmi della Chiesa cattolica circa il mistero della Vergine, Immacolata fin dal suo primo inizio, Madre di Dio nella sua missione salvifica, Assunta in cielo nel suo destino finale accanto a Cristo, primizia della Chiesa.

L'Immacolata Concezione (8 dicembre). L'antica festa orientale del concepimento miracoloso di Maria da Gioacchino ed Anna, è diventata in Occidente, verso il secolo XI, la festa della concezione di Maria senza peccato originale; le note controversie teologiche circa questo tema non hanno favorito il suo sviluppo e la sua esatta e ricca formulazione teologica. Inserita nel calendario romano nell'anno 1476 per volere di Sisto IV, dopo la proclamazione del dogma dell'Immacolata da parte di Pio IX nel 1854, la festa avrà i formulari che sono giunti fino a noi, di notevole bellezza. La liturgia attuale ha apportato alcuni arricchimenti nella liturgia delle ore e nella messa, specialmente nel nuovo prefazio che offre una sintesi del significato cristologico ed ecclesiale di questo dogma mariano: «celebrazione congiunta della Concezione immacolata di Maria, della preparazione radicale... alla venuta del salvatore, e del felice esordio della Chiesa senza macchia e senza ruga» (MC 3). Da notare il bel parallelismo fra la purezza di Maria e Cristo «agnello innocente che toglie le nostre colpe», l'esemplarità per la Chiesa «sposa di Cristo senza ruga e senza macchia», la funzione per i cristiani quale «avvocata di grazia e modello di santità», come canta il nuovo prefazio.

Santa Maria, Madre di Dio (1 gennaio). L'antica memoria della Vergine Madre di Dio, tuttora celebrata nei diversi riti orientali attorno al Natale, ha ricuperato il posto che fin dal secolo VIII aveva a Roma con il titolo di «Natale S. Mariae», e risaliva al sec. VI. In realtà pur avendo cambiato il titolo della festa, non si era svuotato il ricco contenuto mariano dei testi liturgici, specialmente delle preghiere, antifone e responsori. La MC 5 così commenta il contenuto di questa solennità: «essa, collocata secondo l'antico suggerimento della liturgia dell'Urbe al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e ad esaltare la singolare dignità che ne deriva per la «Madre santa... per mezzo della quale abbiamo ricevuto... l'Autore della vita; ed è, altresì, un'occasione propizia per rinnovare l'adorazione al neonato Principe della Pace, per riascoltare il lieto annunzio angelico (cf. Lc 2,14), per implorare da Dio, mediatrice la Regina della Pace, il dono supremo della pace»; collegando la celebrazione della giornata della pace istituita da Paolo VI e l'inizio dell'anno civile, nella liturgia della messa si proclama la benedizione di Mosè che augura la protezione di Dio e la pace (Cf. Num 6,22-27). Nella preghiera dopo la comunione, secondo un suggerimento esplicito di Paolo VI, Maria viene chiamata: «madre del Cristo e madre della Chiesa». La commemorazione della maternità divina di Maria si allarga così all'ampio significato della sua maternità sulla chiesa e sull'umanità, sulla quale si implora, per sua intercessione, la pienezza della «pace» nel suo denso significato biblico.

Assunzione di Maria (15 agosto). Una antica festa celebrata a Gerusalemme fin dal secolo V in onore della Madre di Dio ricordava probabilmente la consacrazione di una chiesa in suo onore. Questa celebrazione, un secolo dopo, si estende per tutto l'Oriente sotto il nome di Dormizione di Santa Maria e celebra la sua dormizione ed assunzione al cielo, secondo i testi apocrifi del Transitus della Vergine. In Occidente è stata accolta ai tempi di Papa Sergio (sec. VII) con una felice formulazione ispirata ad un testo bizantino; nella preghiera «Veneranda nobis» si dice che Maria «subì la morte temporale, ma tuttavia non poté essere trattenuta dai legami della morte». La proclamazione del dogma dell'Assunzione nel 1950 da parte di Pio XII è stata una felice occasione per la ristrutturazione di tutta la liturgia che canta il mistero della glorificazione di Maria in corpo ed anima assunta nei cieli; conta eccezionalmente con un formulario di messa per la vigilia. Nella messa del giorno si legge un brano dell'Apocalisse che ricorda la donna vestita di sole (Ap 12,1) in un contesto però di difficile comprensione per gli ascoltatori; la lettura del brano del Vangelo di Luca con la visitazione ed il canto del 'Magnificat' esprime bene l'esaltazione dell'umile serva. Il nuovo Prefazio, ampiamente ispirato ai testi di LG 68, costituisce una bella sintesi del significato della festa in chiave cristologica ed ecclesiale. MC 6 sintetizza bene il senso di questa celebrazione quale perfetta configurazione di Maria a Cristo Risorto. Questa tematica trova nella liturgia delle ore un chiaro svolgimento nella gioia ecclesiale che sgorga dalla contemplazione della Vergine quale icona escatologica della chiesa.


c. Le due feste mariane

Due episodi della vita di Maria sono celebrati con il grado di festa: la sua Natività e la Visitazione.

La Natività di Maria (8 settembre). L'origine di questa festa è legata alla dedicazione della chiesa della natività di Maria a Gerusalemme, celebrata fin dal sec. V. Si è estesa a Bisanzio e a Roma nel secolo VII. È una festa di grande importanza in tutto l'Oriente e si colloca all'inizio del nuovo anno liturgico bizantino. Le formule della liturgia romana risentono dell'influsso orientale e sono particolarmente gioiose per la nascita di colei che annunzia il Redentore ed è inizio della salvezza.

La Visitazione di Maria (31 maggio). Questa festa ha la sua giustificazione nel vangelo di Luca; come episodio che prepara la nascita del Salvatore ha già una sua commemorazione nella settimana che precede il Natale. Istituita da Urbano VI nell'anno 1389 era già celebrata dall'ordine francescano il 2 luglio, fin dal 1263. In questa stessa data veniva celebrata a Costantinopoli una festa mariana della reliquia del cingolo di Maria alla chiesa delle Blacherne. L'attuale ordinamento ha anticipato logicamente la visitazione alla nascita di Giovanni Battista (24 giugno); ha sostituito la festa di Maria Regina istituita al 31 maggio da Pio XII, alla fine del mese di maggio, di tradizione popolare mariana. Celebrata oggi attorno al tempo della Pentecoste potrebbe essere indicata, come suggeriscono i testi evangelici, come una particolare memoria della Vergine nella sua «pentecoste», sotto il soffio dello Spirito Santo, 'arca della alleanza' che anticipa la chiesa dei primi tempi, piena di slancio nella preghiera del Magnificat e nella carità operosa.


d. Le memorie di Maria

Il Calendario romano ha ancora altre otto celebrazioni in onore di Maria, alcune obbligatorie, altre facoltative; sono diversamente ispirate ad episodi della vita della Vergine Maria, ad idee teologiche, a luoghi venerati. Seguendo la cronologia dell'anno liturgico le indichiamo brevemente.

La Madonna di Lourdes (11 febbraio). È la memoria legata al ricordo delle apparizioni della Vergine nel 1858 a Bernadetta Soubirous alla grotta di Massabielle; l'accostamento del luogo, delle parole della Vergine, della stona di pietà e di consolazione che suggerisce la sua immagine, offrono la possibilità di una contemplazione di Maria, sorgente zampillante, medicina dei malati.

La Madonna del Monte Carmelo (16 luglio) è il titolo che ricorda la nascita di un Ordine religioso profondamente mariano in una vallata del Carmelo in Palestina. La grande diffusione popolare di questo titolo ha permesso, dopo alcune esitazioni, di conservare questa memoria nel calendario attuale. Il richiamo biblico al Carmelo e la grande tradizione contemplativa dell'Ordine suggeriscono di celebrare la Madonna nella sua bellezza, nel suo essere «karmel» giardino-paradiso di Dio, nella sua preghiera contemplativa che medita le scritture; come indica la colletta, Maria conduce Cristo che è la santa montagna, in una crescita di santità; secondo la tradizione dell'ordine Maria è Madre ed anche sorella.

La Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore (5 agosto) richiama il luogo dedicato a Roma, quasi una replica della Basilica della Natività a Betlemme, in onore della Madre di Dio, nel secolo IV sul colle Esquilino. Nel sec. V Sisto III la offre «plebi Dei», al popolo di Dio, abbellita con preziosi mosaici - tuttora conservati nell'arco di trionfo - che sono un canto alla divina maternità di Maria e agli episodi dell'infanzia di Gesù, e un monumento alla definizione dogmatica di Efeso. Questa festa può richiamare i grandi temi di Maria quale tempio di Dio e nuova Gerusalemme.

La memoria della Vergine Maria Regina (22 agosto), tradizionale per il suo contenuto iconografico, è stata istituita da Pio XII nel 1954, quasi in simmetria con la festa di Cristo Re. Collocata felicemente in questa nuova data, otto giorni dopo il 15 agosto, ha questo significato, secondo le parole della MC 6: «La solennità della Assunzione ha un prolungamento festoso nella celebrazione della beata Maria Vergine Regina, che ricorre otto giorni dopo, nella quale si contempla Colei che assisa accanto al Re dei secoli, splende come Regina ed intercede come Madre», secondo le parole della colletta del giorno.

La memoria della Vergine Addolorata (15 settembre), pur avendo una origine devozionale che dal medioevo è passata attraverso l'apostolato dei Servi di Maria alla chiesa intera nel 1814, ha un notevole contenuto teologico poiché ricorda la presenza di Maria ai piedi della croce; anticamente questa memoria aveva una replica nel venerdì della settimana di passione; oggi ancora, collocata dopo la festa della esaltazione della croce, diventa «occasione propizia per rivivere un momento decisivo della storia della salvezza e per venerare la Madre 'associata alla passione del Figlio e vicina a lui innalzato sulla croce'», come ricorda la colletta (MC 7).

Nella memoria della Vergine Maria del Rosario (7 ottobre), abbiamo la cristalizzazione di una devozione mariana molto radicata nel popolo (in simmetria con la festa orientale dell'inno Akatistos, il Sabato della quinta settimana di quaresima nel rito bizantino, che celebra la festa dell'inno mariano). Istituita da Pio V dopo la vittoria di Lepanto e passata a tutta la Chiesa nel 1716 sotto Clemente XI; la celebrazione e prettamente mariana (anche se la Vergine Maria non viene quasi mai nominata nelle preghiere della messa del giorno!) e indica il cammino della Vergine attraverso i misteri di gaudio, dolore e gloria Vissuti con Cristo.

Antica è la celebrazione della Presentazione di Maria al Tempio (21 novembre), e di grande importanza nella liturgia bizantina per il significato dell'ingresso della Vergine nel tempio sacro di Gerusalemme; la sua ispirazione ai dati apocrifi ritardò la sua estensione in Occidente, prima nel secolo XIV sotto Gregorio IX e poi per tutta la chiesa con Sisto V nel 1585; il contenuto essenziale della memoria sta nella gioia della figlia di Sion che si consacra totalmente al suo Signore.

Finalmente, il sabato dopo la II domenica dopo Pentecoste, all'indomani della solennità del Sacro Cuore, e quasi come un prolungamento ideale, si celebra la memoria del Cuore Immacolato di Maria; la devozione risale al sec. XVII e si trova negli scritti di San Giovanni Eudes; le apparizioni di Fatima e la consacrazione fatta da Pio XII nel 1942 di tutta l'umanità al Cuore di Maria hanno favorito la sua espansione; ma il riferimento al cuore della Madre è prettamente evangelico nella «sapienza riflessiva» di Maria che medita le parole e gli eventi del Figlio suo nel suo cuore (Lc 2,19.51).


e. La memoria di Santa Maria in Sabato e le messe votive.




Fin dal medioevo, il sabato è stato considerato nella liturgia latina come un giorno mariano, a differenza di altre liturgie orientali che riservano il mercoledì alla memoria della Vergine; il fondamento di tale scelta sembra risalire alla tradizione che considera il primo sabato dopo la morte del Signore e prima della sua risurrezione, come il momento in cui si concentra in Maria tutta la fede e la speranza della Chiesa. Questa memoria del Sabato è definita da Paolo VI «antica e discreta» (MC 9), e raccoglie nella liturgia delle ore validi elementi eucologici di lode alla Madre di Dio e di intercessione affidata alle sue cure materne, nella celebrazione degli eventi della sua vita. Il Messale Romanzo contiene fra le messe votive ben sette formulari in onore della Vergine, dei quali tre rispettivamente per i tempi di Avvento, Natale e Pasqua; questi ultimi sono più belli dal punto di vista contenutistico; una recente aggiunta nella edizione tipica del Messale Romano del formulario di messa della beata Vergine Maria Madre della Chiesa arricchisce notevolmente in quantità e soprattutto in qualità dottrinale e spirituale il «Corpus marianum»; notevole la colletta di questa messa che ricorda la presenza di Maria ai piedi della croce nel momento in cui diventa madre dei discepoli di Gesù; il nuovo prefazio sí ispira ampiamente ai testi conciliari della LG.
Si aggiunga finalmente l'ampia scelta di letture che per le messe votive della Madonna offre il Lezionario. Come nota ancora MC 9: «Né si deve dimenticare che il Calendario Romano Generale non registra tutte le celebrazioni di contenuto mariano: ché ai Calendari particolari spetta accogliere con fedeltà alle norme liturgiche, ma anche con cordiale adesione, le feste mariane proprie delle varie Chiese locali». L'augurio in questo caso diventa impegno di offrire nei testi eucologici delle celebrazioni particolari quella sobria ed essenziale visione del mistero di Maria che la lega all'opera di Cristo e dello Spirito, che la rende presente nella Chiesa sotto diversi titoli e con diverse motivazioni che mai devono sminuire il contenuto del dogma né abbassare la qualità della dottrina; la venerazione verso la Madre di Dio esige che la celebrazione dei suoi misteri sia fatta con profonda pietà e con schietta verità nonché con una adeguata bellezza.


 

Inserito Martedi 12 Luglio 2011, alle ore 15:56:02 da latheotokos
 
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