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  Maria nel culto del IV-VI secolo 
CultoDalle dispense di A. Gila, PADRI E TRADIZIONE ECCLESIALE DALLE ORIGINI AL VI SECOLO, Marianum, Roma 1999-2000

La Madre di Dio nel culto della Chiesa

1.testimonianze letterarie
- Nilo di Ancira (+ 432): Maria è detta beata presso tutte le nazioni ed in ogni lingua, nel modo intero, ed è celebrata con canti.
- Antipatro di Bostra (dopo 457): Quale generazione non predica beata Maria?
- Gregorio di Nazianzo: racconda come la martire Giustina invocò l’aiuto di Maria con la preghiera, come Colei che poteva recare soccorso a una vergine in pericolo. Il documento testimonia che la Vergine era invocata e ci si rivolgeva a lei come campione di castità e protettrice delle vergini.
- Ambrogio: esorta le vergini ad imitare Maria e a pregarla per ricevere il dono della grazia divina:
- Gregorio di Nissa: racconta l’intervento della Vergine a favore di Gregorio Taumaturgo: ella apparendole con S. Giovanni Battista lo aiuta a risolvere tutti i suoi dubbi sulla fede.

2. testimonianze liturgiche
- Prima dell’introduzione delle feste mariane, l’attenzione alla Vergine scaturisce dalla celebrazione del ciclo cristologico, comprendente l’Epifania (III secolo in Oriente), Natale (fine del III a Roma), Presentazione del Signore i Ipapante (Gerusalemme IV secolo); l’avvento (metà del IV secolo). Nell’orbita del natale si comincia a commentare l’annuncio a Maria secondo Lc 1,26-35 e le parole di Elisabetta.. All’inizio quella di Maria è una presenza discreta che acquista però sempre più spazio.
- Quando sorgono le feste mariane?
o A Gerusalemme a partire dal V secolo si celebrava “il giorno di Maria Theotokos” proprio il 15 agosto. La festa avveniva nella chiesa fatta costruire da Eudossia nel Getsemani, ove nel VI secolo si credeva di ravvisare il luogo della sepoltura di Maria. Forse dietro la spinta degli apocrifi questa festa andò sempre più assumendo il carattere di ricordo della “dormitio santae Mariae” e cioè della sua assunzione;
o A Costantinopoli nella prima metà del VI secolo si celebrava una festa mariana collegata con la reliquia della veste della Vergine nella chiesa detta detta Blacherne. La celebrazione aveva un chiaro collegamento con l’assunzione: si venera il vestito in mancanza del corpo che la terra non era degna di conservare.
o A Gerusalemme sorge anche verso la fine del V secolo la festa della natività di Maria e questo in occasione della dedicazione della chiesa costruita vicino alla piscina probativa dove Gesù aveva guarito il paralitico e che si riteneva il luogo dove era nata la Vergine.

3. alcuni tipi cultuali mariani
Tra i titoli che i Pari dl IV – VI secolo hanno inventato per Maria notiamo:
- Casa ospitale, tempio di Cristo (Idelfonso di Toledo)
- Dolcezza che mi ricrei
- Madre di Dio e madre del perdono
- Madre dell’unità (Agostino)
- Scrigno delle beatitudini ((Ambrogio)
- Figlia dei poveri (Giacomo di Sarug)
- Oggetto dei favori di Dio (Gregorio di Nissa)
- Candelabro delle sette lampade (Efrem Siro)
- Perfezione di tutte le comunità del Signore

4. rilievi sul culto patristico
Il culto che si sviluppa nei secoli IV – VI si specifica in atteggiamenti di:
- ammirazione (Efrem)
- venerazione (Epifanio)
- preghiera fiduciosa (Severiano)
- imitazione (Atanasio, Ambrogio, Agostino)
Gli elementi primordiali di questo culto si trovano:
- nella percezione della sacralità della Madre di Dio
- nell’esperienza concreta della sua misericordia
- nella percezione di Maria come persona viva.
- Non è certo sostenibile la tesi di alcuni autori, soprattutto di area tedesca su una possibile relazione o rapporto tra il culto pagano di Iside e il culto cristiano di Maria anche a motivo dell’aspra polemica dei Padri contro l’empietà dei misteri pagani e in base al principio che “analogia” non vuole affatto dire “dipendenza”. Clemente Alessandrino (+215) condanna Iside a motivo delle immoralità di lei e delle orge dei suoi seguaci. Origene nega che si possa paragonare la generazione verginale di Gesù ai miti greci e Isidoro di Pelusio (+435) illustra la differenza sul piano morale tra la madre degli dei che ha concepito nella libidine e negli amori più nefandi e la Madre di Dio che invece ha concepito in maniera assolutamente unica e senza macchia. Maria è quindi una donna, non una dea pagana. Non si può negare certo che in certi momenti si evidenza un punto di contatto tra l’evangelizzazione e la cultura e che da questa essa accolga alcuni aspetti o espressioni che non contrastano con la fede. Ma bisogna con assoluta certezza affermare che il culto di Maria è un fenomeno cristiano legato all’annuncio del Vangelo, anche se risponde pure all’inclinazione dell’uomo a trovare una polarità religiosa femminile che corrisponda alle esigenze di una madre soprattutto in situazioni precarie. I Padri hanno esercitato una funzione critica e di salvaguardia nei confronti del culto mariano. Epifanio di Salamina (+402) condanna egualmente sia gli Antidicomarianiti che non riconoscono la verginità di Maria e sia i Colliridiani, per lo più donne, che offrono a lei dei sacrifici come se fosse una dea: “sono pari i danni derivati dall’una e dall’altra di queste eresie: li uni disprezzano la santa Vergine, gli altri la onorano al di là de lecito”.
- Il culto mariano si è sviluppato anche come culto di lode e di invocazione oltre che di imitazione. Qual è in breve il pensiero dei Padri su questo? Lo si capisce rispondendo a queste domande:
o Chi è l’uomo? E’ una proiezione verso Dio. Fatto a sua immagine è chiamato a realizzare se stesso, fondendosi il più perfettamente possibile col suo archetipo che è Dio stesso;
o Chi è il Cristo? E’ la Parola vivente fattasi carne per noi e per la nostra salvezza. Divenendo uomo, partecipando cioè della nostra natura, egli ci ha reso capaci di partecipare alla natura divina. La sua umanità è perciò l’unica via per la quale egli scende a noi e noi possiamo risalire al Padre;
o Chi sono i santi? Sono quelli che hanno realizzato la loro pienezza in Cristo e perciò sono coloro che di lui vivono, lui comunicano e a lui conducono.
o Chi è Maria? E’ la suprema realizzazione del cammino di ogni creatura, la più perfetta trasfigurazione nel divino, in Cristo. Ella è il supremo modello a cui aspira ogni fedele: essere come lei trasformata in Cristo.
o Perché ricorrere a Maria? Il ricorso a lei stabilisce la comunione con lei e, per lei, con il mistero di Cristo. La preghiera di lode mette il fedele in sintonia col mistero del Verbo, in cui la Vergine è fusa, mediante l’elevazione contemplante dell’anima che ascolta, medita, loda, canta la magnificenza di Dio e delle sue opere; la preghiera di supplica riconosce la debolezza strutturale dell’uomo ed anche la comunione che esiste tra i santi che sono vicini a Cristo e quanti ancora attraversano il tempo in mezzo a pericoli ed affanni.
Il vero culto mariano così come fu inteso dai Padri è apertura massima a Dio e ai fratelli, perché in noi e in loro venga generato il Cristo dallo Spirito (Agostino).

Inserito Domenica 13 Settembre 2009, alle ore 17:13:56 da latheotokos
 
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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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