Perché la Madonna è bella
Data: Giovedi 29 Maggio 2014, alle ore 9:34:31
Argomento: Mariologia


Dal libro di Pier Luigi Guiducci, Camminare con "Lei", Editrice Elle Di Ci, Leumann 1989, 106-110.



La bellezza nella S. Scrittura

Il tema della bellezza di una persona non è un qualcosa di marginale nel testo biblico, perché in esso si vuole ricondurre una corale attenzione su alcuni insegnamenti. Tra questi si possono ricordare i seguenti:
- la bellezza è da valorizzare con altre qualità (non è quindi una realtà da assolutizzare, verso la quale essere schiavi);
- in un contesto di amore coniugale, è una delle componenti che facilitano una comune l`elicità (non è quindi un aspetto della persona da celare, da mortificare);
- è un segno tangibile di un contesto più ampio: quello che è espresso dalla magnificenza di un intero Creato (non è quindi da sciupare, da usare in modo avventato; cf Sal 92 5s; 104,31; Sir 42. 15s; 43.1 s).
Tali direttive pedagogiche, qui solo accennate, offrono una chiave di lettura per una prima riflessione sulla bellezza. Da una parte, in pratica, la Parola di Dio invita a non sprecare un dono del Creatore.
Qualche esempio. Nel Libro del Siracide è detto:
«Per la bellezza di una donna molti sono periti» (9,8).
Una figlia
«Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo» (42,12).
Dall'altra, però, lo stesso Libro contiene l'affermazione:
«la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa» (26,16).
Inoltre, importanti figure femminili (anche d'azione) vengono descritte come donne molto belle: Rebecca (Gì 24,16), Rachele (Gn 29,17), Giuditta (Gdt 10,7), Ester (Est 5,1b), Susanna (Dn 13,2).
Da tutto ciò emerge, in ambito biblico, un equilibrio educativo attraverso il quale il popolo d'Israele viene condotto al «positivo di Dio» riflettendo, tra l'altro, su alcuni precisi riferimenti:
- unità della persona;
- unità e progetto di vita;
- progetto illuminato dalla Sapienza (cf Sap 7,29-30).

La bellezza di Maria

A questo punto, l'affetto filiale di tanti cristiani ha cercato nei secoli di immaginare in qualche modo la bellezza di Maria, traducendola anche in sculture e dipinti (alcuni erroneamente attribuiti a san Luca). La ricerca «ricostruttiva» ha visto, però, una diversità di basi di partenza. In una prospettiva «esteriore» si è voluto tener conto di un'attenzione:
- all'età della Vergine (l'età conveniente per il matrimonio era per l'uomo dai 18 anni in poi, per la donna dal 12° anno): la bellezza di Maria, quindi, era «collegata» alla freschezza di anni giovanili;
- al fisico delle donne ebraiche; ad esempio, Le 2,36 sottolinea che la profetessa Anna proveniva dalla tribù di Aser (le cui donne erano famose per la loro bellezza);
- agli ornamenti che valorizzano una presenza femminile (es. «la figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d'oro è il suo vestito. È presentata al re in preziosi ricami», Sal 44,14-15).1

Il senso di una bellezza particolare

Questo tipo di osservazione, tuttavia, è troppo legato a un concetto formale di bellezza. Lo stesso discorso vale anche per quanti percorrono un'altra strada: quella che vede comunque, in ogni madre2 un riferimento delicato di dolcezza, premura, accoglienza, quindi di bellezza singolare (esempi materni si trovano in: 2 Mac 7,20; Is 66,13; 1 Ts 2,7).
Emerge allora l'interrogativo di fondo: Maria è bella? E se lo è, da dove si ricava tale certezza? La risposta si può dedurre partendo da una considerazione sulla maternità di Maria. La Vergine ha accettato di diventare madre (Lc 1,38). Ma Colui che ha partorito è Gesù, Figlio di Dio (Lc 1,30-33). In tale contesto sono le parole dell'angelo Gabriele a illuminare la meditazione del contemplativo. Più in dettaglio: le affermazioni «piena di grazia... il Signore è con te... hai trovato grazia presso Dio»... non esprimono una semplice benevolenza, ma sottolineano piuttosto che Maria ha ricevuto da Dio dei doni particolari che La inseriscono in un Disegno salvifico, e che La rendono «Tutta-santa». L'opera della grazia nella Madonna, allora, costruisce in Lei il tabernacolo dell'Altissimo e contemporaneamente sviluppa anche sul piano umano una crescita totale di ogni virtù, di ogni realtà positiva. Colei che, in vista dei meriti di Cristo, unico Salvatore, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale («Immacolata»), è Donna il cui aspetto - anche esteriore - manifesta una vita in Dio, e quindi esprime le Sue meraviglie (Lc 1,49).

Bellezza e realtà cosmica

Tenendo presente ciò, si possono allora comprendere alcuni insegnamenti biblici.
Nella S. Scrittura, intanto, e precisamente nel Libro dell'Apocalisse, c'è un collegamento significativo tra la «donna» (Chiesa personificata, ove è presente Maria Madre di Gesù Messia) e la realtà cosmica. Non avrebbe senso, infatti, in un momento così terribile di conflitto tra Dio e satana (Ap 12,1-18; 13,1-18) «perdere tempo» a descrivere la bellezza di tale donna «vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle» (Ap 12,1) se questa bellezza non avesse un «suo» significato. E questo lo si ricava dalla collocazione di tale «segno grandioso». La donna appare «nel cielo», ove in precedenza si è aperto «il santuario di Dio» così da mostrare l'arca dell'alleanza (= definitiva presenza di Dio in mezzo al nuovo Israele glorificato), e dove successivamente la donna partorisce un figlio maschio «destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro» (Ap 12,5).
In tale contesto (dinamico e salvifico) la bellezza della donna è riflesso di quella Luce e di quella Gloria che provengono dal «Dio con noi» (cf Ap 5,12-13; 7,17).
Così che ogni anima può esclamare:
«Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo» (Ap 12,10).

Bellezza e potenza

Un altro collegamento interessante lo si trova con riferimento al rapporto bellezza-potenza.
Giova qui una esemplificazione.
Nel Cantico dei Cantici, è noto, c'è una continua insistenza sulla bellezza della sposa (1,5.8.10; 2,10,14; 4,1 ecc.). Questo, a una prima lettura, può sembrare il naturale commento di uno sposo innamorato. Se però si considera che tale Libro sacro esprime in modo allegorico l'alleanza (= matrimonio) tra Dio e Israele, e per conseguenza (come proseguimento della Storia della Salvezza) l'amore di Cristo per la Sua Chiesa (ove la Vergine Maria ha un ruolo particolare essendo Madre di Cristo e della Chiesa), si deve allora osservare un dato. La descrizione della bellezza della sposa non focalizza solo una qualità della donna vista rispetto ad altre figure femminili (cf Ct 5,9), o osservata attraverso il commento di terzi (Ct 6,9), ma è bellezza che si presenta anche «terribile come schiere e vessilli spiegati» (Ct 6,10), ed è parte di una realtà unitaria vivificata da un amore tenace. Questo amore è descritto come «fiamma» che non può essere spenta neanche da «grandi acque», è un qualcosa che i fiumi non possono travolgere (Ct 8,7).
Tale contesto di forza, di tenacia, di potenza, ha un suo significato base centrato sull'idea che chi è in Dio può tutto attraverso i doni ricevuti da una Volontà di Amore. Così la bellezza della sposa non è tanto una presenza esteriore «che attira», ma è piuttosto «insegnamento sull'origine». E l'origine di tutto è Dio stesso (cf Sal 77,15).

Qualche considerazione

Considerando le precedenti annotazioni si può allora parlare correttamente di una bellezza di Maria come di uno dei segni dell'opera della grazia. Giustamente, allora, un artista come Michelangelo presenta una «Pietà» ove l'Addolorata ha fattezze giovanili,3 e giustamente in questi anni una religiosa come Madre Ballan dona alle Chiese locali tante immagini di Madonne belle e giovani. E un segno profondo di filialità. Certamente. Ma è un segno che ha valore perché Maria è senza peccato. E perché è piena di grazia. Per questo è sempre giovane.4 Per questo è sempre bella.

NOTE
1 Tesi, quest'ultima tra le più fragili. Da considerare inoltre che la S. Famiglia era povera, come si ricava anche da Lc 2,24.
2 Cf ad esempio il noto canto italiano che inizia affermando: «Son tutte belle le mamme del mondo..».
3 Il celebre gruppo di marmo, posto nella basilica di San Pietro a Roma, venne eseguito da Michelangelo nel 1499-1500, a meno di 25 anni d'età, per il card. francese Jean de Bilhères, legato di Carlo VIII presso Alessandro VI. In seguito Michelangelo eseguirà altri tre gruppi raffiguranti la «Pietà».
4 Cf ad es. le apparizioni di Lourdes. Al riguardo è interessante il volume di René Laurentin, Bernadetta vi parla (Ed. Paoline. Cinisello B. 1978), spec. alla p. 21 Is.

 







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