La Festa della Natività di Maria
Data: Sabato 6 Settembre 2014, alle ore 18:43:15
Argomento: Culto


Meditazione liturgica del Prof. Antonino Grasso



 

1. Origini e significati della festa nella Chiesa Bizantina

La venerazione della Theotokos nella Chiesa bizantina, essendo interamente liturgica,  è onnipresente nel Calendario annuale, che comprende un ricco ciclo di feste mariane. Molte di esse sono a data fissa ed inserite nei dodici libri del Santoriale; altre sono a data mobile ed incluse nel libro del Temporale, che è il tempo liturgico organizzato attorno alla Pasqua.
La festa della Natività della Theotokos dell’8 settembre, è sorta a Gerusalemme, nel V secolo. Risale, infatti, al tempo del Patriarca Giovenale, la costruzione e la dedicazione di una prima Chiesa dedicata a Sant’Anna, proprio accanto alla Piscina probatica dove, secondo un’antica tradizione legata al Protovangelo di Giacomo, si trovava la casa di Gioacchino ed Anna, genitori di Maria e, quindi, luogo della sua nascita. La festa passò poi nel VII secolo a Costantinopoli e presto venne recepita da tutte le altre Chiese d’Oriente.
La Natività della Theotokos, apre solennemente l'anno liturgico bizantino che inizia proprio a settembre e finisce il 31 agosto, ed è una delle grandi feste orientali, dotata, quindi, di una vigilia e quattro giorni di dopo festa, con chiusura al 13 settembre.
Tutta la liturgia della festa ha un carattere gioioso e:
- mette in evidenza la potenza di Dio, che libera le sue creature dalla sterilità e dal peccato, e li ricopre della sua grazia;
- invita, quindi, a celebrare nella nascita della Theotokos, il preludio della gioia universale, l’inizio della salvezza, e l’arrivo della luce di cui lei è il primo raggio.
Un Kontakion canta:
Oggi si rallegrano i confini della terra
in occasione della tua nascita, o fanciulla Maria.
Tu hai disciolto il triste obbrobrio della sterilità dei tuoi genitori
e la maledizione di Eva, prima madre.
E un altro inno recita:
O Adamo, rinnovati , e tu Eva, sii magnificata!
Profeti, danzate insieme con gli Apostoli e i giusti
perché la theotokos, comune gioia degli angeli e degli uomini,
viene oggi generata nel mondo!.

2. Origine e significati della festa in Occidente

Anche in occidente la festa della Natività di Maria gode di una particolare predilezione nella pietà del popolo cristiano come lo è in Oriente. La festa è passata in Occidente, sempre datata all’8 settembre, nel settimo secolo, unitamente alle altre tre feste dell’Annunciazione, della Purificazione e della Dormizione.
Fu Sergio Primo, un papa di origine siriana, a solennizzare a Roma nel 688 anche la Festa della Natività di Maria con una grande processione che, partendo da Sant’Adriano al Foro Romano, raggiungeva la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Diffusasi rapidamente in tutto l’occidente, secondo le testimonianze dei Sacramentari romani, la festa acquistò sempre più importanza e popolarità e venne solennizzata in vari modi dai Sommi Pontefici, tanto che il Decreto di Graziano nel XII secolo, la elencava tra le feste di precetto.
Le riforme del calendario romano di San Pio X nel 1911, e poi di Paolo VI,  attribuiscono alla Natività di Maria il grado di “festa”, equiparandola a quelle della Visitazione e della Presentazione al Tempio, subito sotto alle grandi solennità dell’Immacolata dell’8 dicembre, della Maternità divina del 1 gennaio e dell’Assunzione del 15 agosto.
Anche la nostra Liturgia, rimarca la gioia dell’evento, che evoca il mistero e coinvolge la vita. Venendo al mondo, Maria illumina tutta la Chiesa e inaugura le nascite delle donne e degli uomini “spirituali”, cioè di coloro in cui l’evento della nascita acquista un significato salvifico.
L’inno e le antifone alle Lodi cantano:
La gioia che Eva ci tolse
ci rendi nel tuo Figlio
e dischiudi il cammino
verso il regno dei cieli.
Nel mondo si è accesa una luce
alla nascita della Vergine:
beata è la stirpe, santa la radice, benedetto il frutto.
Con gioia celebriamo la tua nascita o Maria
prega per noi il Signore Gesù.
E l’antifona al Benedictus esclama:
La tua nascita o Maria ha annunciato la gioia a tutta la terra.
Da te è spuntato il sole di giustizia, Cristo Dio nostro,
che avendo sciolto la maledizione, ha dato la benedizione
e, distrutta la morte, ci ha dato il dono della vita.

3. Insegnamenti teologici e spirituali della festa

Diciamo prima di tutto, che la festa onora la natività di Maria, ma il vero fine di questo evento è l'incarnazione del Verbo. Infatti, la neonata fanciulla, diventerà la Madre del Figlio di Dio, che nel suo grembo verginale, si rivestirà della natura umana, diventerà cioè uno di noi, nostro fratello in umanità. Maria, perciò, affermava Paolo VI nella sua omelia dell’8 settembre 1964, non ferma a Sé il nostro sguardo, ma lo spinge a guardare più avanti, al miracolo di santità e di vita che Ella annuncia nascendo, e cioè ci sollecita a guardare a Cristo Signore e Salvatore, Figlio di Dio e Figlio suo.
Per questo, come scriveva il Card. Newman, la nascita di Maria:
- è come l’arrivo dell’aurora che precede la luce del giorno della salvezza;
- è come l’aprirsi sulla terra, tutta coperta dal fango del peccato, del più bel fiore che sia mai sbocciato nel giardino dell’umanità;
- è la nascita, cioè, della creatura umana più pura, più innocente, più perfetta, più degna della definizione che Dio stesso aveva dato dell’uomo, creandolo: immagine di Dio, cioè bellezza suprema e totale.
Infine, questa festa ha anche un grande significato antropologico-spirituale. Festeggiando la nascita di Maria, siamo invitati a riflettere con forza sul significato umano e cristiano del generare  e del nascere. Comprenderemo allora, quanto necessario sia, che coloro che trasmettono la vita, si dedichino poi, con rispetto e amore ai figli che hanno generato, aiutandoli a maturare e comprendere il senso vero e pieno dell’esistenza umana. La nascita di ogni creatura, infatti, come quella di Maria, non è solo un inizio biologico, ma ha alla sua origine come radice, e al suo termine come fine, il Dio creatore. Tocca, perciò ai genitori il compito affascinante e arduo di testimoniare ai figli a cui hanno trasmesso la vita, la verità totale sulla vita stessa così come Dio l’ha voluta e ideata per ogni creatura che viene al mondo, cioè un cammino di salvezza.
Un antico inno, proprio in occasione della festa dell’8 settembre, si rivolge così a Maria, venuta al mondo per trasmettere poi la vita umana al Figlio di Dio:
Sei nata alla vita, insegnaci a saper dare ed amare la vita
sei nata per la vera Vita che è Cristo, insegnaci a trasmettere e servire anche noi la vera Vita.
La luce della tua nascita santa, pura e immacolata, risplenda beneaugurante,
o Aurora di salvezza, sulla culla di ogni figlio dell’uomo.

 

 

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