Aspetto il Natale
ancora più ricco di luce
e carico di quell’acqua
che fa germogliare ogni buon seme.
Tante sono le tenebre che ci avvolgono;
molto sangue di fratelli
dissecca la terra e i cuori.
Nell’oscurità della terra,
protetto dalla gioia dei poveri,
nascerà da Maria il Figlio di Dio.
La grotta ci consegnerà
lo splendore del cielo;
e per quanti entreranno
nel suo mistero,
diverrà sorgente di pace.
Con la fede dei piccoli
e con l’animo dei semplici
andiamo ad abbeverarci
a questa Fonte.
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Non dormiva il Bambino
quando giunsero i pastori.
Era venuto dal cielo
col desiderio di incontrare loro per primi:
i più poveri,
tenuti lontani dalla città.
Li attendeva.
Quando li vide sorrise;
e si abbracciarono con gli occhi.
Alla madre e ai presenti parlarono di Lui
come se l’avessero conosciuto da tempo.
L’annunzio dei Profeti
era diventato per loro
sete di pace e d’infinito.
Nelle lunghe ore di solitudine
avevano trovato nei campi
e letto nei cieli stellati
le parole che consegnano la dolcezza del creatore.
A quel bagno
avevano purificato gli abiti
scaldati dal gregge.
Tutta la loro vita povera
aveva acquisito lo splendore dei semplici.
Col cuore ricco di paradiso
è stato possibile ritornare
sui duri passi di ogni giorno
con l’animo capace di glorificare e lodare Dio
immensamente tenero.
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Ho interrogato la roccia della grotta.
Non mostrava un volto ostile:
le sue pareti erano diventate abbraccio.
Mi fece entrare fino al cuore:
alla Vergine era stato dato un Figlio per noi.
Il silenzio che avvolgeva il mistero
mi lasciò respirare la gioia di Dio.
Rimasi in ginocchio a contemplare
lo splendore che nasceva, come da sorgente,
dal Bambino adagiato sulla paglia.
La Madre me lo mise tra le braccia.
Sentii allora nascere nell’animo
il canto e l’esultanza dei piccoli,
il profumo e la danza dell’innocenza.
Con il sussurro dello Spirito
compresi che il Natale
Invita tutti
a immergersi nel bagno del perdono
e a vivere insieme nella pace
come veri fratelli.
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