La Chiesa e Maria una sola Madre
Data: Giovedi 12 Marzo 2015, alle ore 16:30:25
Argomento: Magistero


L'insegnamento di papa Francesco, in un articolo di Giuseppe Ruggiero su Il Rosario e la Nuova Pompei 131 (2015) n. 2/marzo 2015, pp.14-15.




Più volte e con diversi registri Papa Francesco parla della Chiesa che deve avere un'attitudine materna e sempre il Papa le pone dinanzi come modello la Vergine Maria, sicché la Chiesa e Maria sono una sola madre. Significativamente in un discorso a braccio ai giovani di Roma in discernimento vocazionale (28 giugno 2014), Papa Francesco disse: «Quando un cristiano mi dice, non che non ama la Madonna, ma che non gli viene di cercare la Madonna o di pregare la Madonna, io mi sento triste. Ricordo una volta, quasi 40 anni fa, ero in Belgio, in un convegno, e cera una coppia di catechisti, professori universitari ambedue, con figli, una bella famiglia, e parlavano di Gesù Cristo tanto bene. E ad un certo punto ho detto: "E la devozione alla Madonna?". "Ma noi abbiamo superato questa tappa. Noi conosciamo tanto Gesù Cristo che non abbiamo bisogno della Madonna". E quello che mi è venuto in mente e nel cuore è stato: "Mah... poveri orfani!". È cosi, no? Perché un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna. E per fare il test di una vocazione cristiana giusta, bisogna domandarsi: Come va il mio rapporto con queste due madri che ho?, con la madre Chiesa e con la madre Maria».

Ma quali sono le conseguenze di questo intimo rapporto tra Maria e la Chiesa? È il Papa stesso che ci prende per mano e ci conduce passo dopo passo a scoprire verità tutt'altro che scontate. Nelle sue riflessioni troviamo la sorprendente fantasia dello Spirito Santo che in questo tempo sta portando la Chiesa al largo, o "in uscita", come egli ama ripetere. Papa Francesco usa immagini che ormai sono diventate i concetti chiave del suo pontificato, che non sono prese di posizione ideologiche e nemmeno chiudono il discorso, piuttosto pongono questioni rilevanti da considerare, le quali vanno ad annodarsi alla questione fondamentale: la riforma della Chiesa secondo il Vangelo di Cristo.

La Chiesa "povera per i poveri"; la Chiesa "ospedale da campo", pronta a curare i tanti feriti che attendono nelle corsie del mondo; la Chiesa "sobria", che ha ben presente la sua missione evangelica, senza scadere in logiche da "ONG"; la Chiesa che non è una "dogana", padrona della grazia: tutte queste immagini vogliono indirizzare su ciò che attira, l'amore e la misericordia, cuore del Vangelo. È stato scritto in un editoriale della Civiltà Cattolica del Natale 2013 che: "Francesco ama più i volti che le idee". Ama anzitutto le persone concrete, le loro storie, la loro vita. E questo viene prima dei principi. L'abbraccio materno della Chiesa deve estinguere ogni condanna e pregiudizio. Le persone cambiano quando si sentono amate, non quando si percepiscono umiliate, controllate o costrette. La Chiesa oggi deve farsi promotrice di una proposta di amore che susciti il desiderio e lasci lo spazio per una libera decisione; una proposta che non va né nella direzione del permissivismo, né dell'ossessione su alcuni aspetti del dogma e della morale (cf. Papa Francesco. La mia porta è sempre aperta, Rizzoli, Milano 2013, 57-63).

E come Maria può aiutare la Chiesa a vivere questo stile? Anche qui Papa Francesco usa immagini di Maria molto concrete. Vi è anzitutto la sua qualità speciale, quella dell'ascolto: «È la Donna del si... Lei ha imparato a riconoscere la voce di Gesù, fin da quando lo portava in grembo» (Regina coeli, 21 aprile 2013). «Tutti, pertanto, siamo chiamati ad accogliere con mente e cuore aperti la Parola di Dio che la Chiesa ogni giorno dispensa, perché questa Parola ha la capacità di cambiarci dal di dentro... E chi ci dà la Parola di Dio? La madre Chiesa. Lei ci allatta da bambini con questa Parola, ci alleva durante tutta la vita con questa Parola, e questo è grande!» (Udienza generale, 3 settembre 2014).

Vi è poi l'immagine di Maria che cura e difende; cosi fa la Chiesa: «Nella sua sollecitudine materna, la Chiesa si sforza di mostrare ai credenti la strada da percorrere per vivere un'esistenza feconda di gioia e di pace. Illuminati dalla luce del Vangelo e sostenuti dalla grazia dei Sacramenti, specialmente l'Eucaristia, noi possiamo orientare le nostre scelte al bene e attraversare con coraggio e speranza i momenti di oscurità e i sentieri più tortuosi. Il cammino di salvezza, attraverso il quale la Chiesa ci guida e ci accompagna con la forza del Vangelo e il sostegno dei Sacramenti, ci dà la capacità di difenderci dal male. La Chiesa ha il coraggio di una madre che sa di dover difendere i propri figli dai pericoli che derivano dalla presenza di satana nel mondo, per portarli all'incontro con Gesù » (ibidem). Ed è interessante notare come il Papa sottolinei che la preghiera del Rosario «ha anche questa dimensione 'agonistica,' cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici» (Omelia nella solennità dell'Assunzione della BVM, 15 agosto 2013).

Infine potremmo richiamare l'immagine delle braccia della Madre: «Teniamo davanti agli occhi della mente l'icona della Madre Maria che cammina col Bambino Gesù in braccio. Lo introduce nel tempio, lo introduce nel popolo, lo porta ad incontrare il suo popolo. Le braccia della Madre sono come la 'scala' sulla quale il Figlio di Dio scende verso di noi, la scala dell'accondiscendenza di Dio» (Omelia nella festa della Presentazione del Signore, 2 febbraio 2015). Quest'immagine porta il Papa a concludere che: «Un buon educatore punta all'essenziale. Non si perde nei dettagli, ma vuole trasmettere ciò che veramente conta perché il figlio o l'allievo trovi il senso e la gioia di vivere. È la verità. E l'essenziale, secondo il Vangelo,è la misericordia...E allora la Chiesa si comporta come Gesù. Non fa lezioni teoriche sull'amore, sulla misericordia. Non diffonde nel mondo una filosofia, una via di saggezza.... Certo, il Cristianesimo è anche tutto questo, ma per conseguenza, di riflesso. La madre Chiesa, come Gesù, insegna con l'esempio, e le parole servono ad illuminare il significato dei suoi gesti... Cosi la Chiesa è madre, insegnando ai suoi figli le opere di misericordia. Lei ha imparato da Gesù questa via, ha imparato che questo è l'essenziale per la salvezza. Non basta amare chi ci ama. Gesù dice che questo lo fanno i pagani. Non basta fare il bene a chi ci fa del bene. Per cambiare il mondo in meglio bisogna fare del bene a chi non è in grado di ricambiarci, come ha fatto il Padre con noi, donandoci Gesù. Quanto abbiamo pagato noi per la nostra redenzione? Niente, tutto gratuito! Fare il bene senza aspettare qualcos'altro in cambio. Cosi ha fatto il Padre con noi e noi dobbiamo fare lo stesso. Fa' il bene e vai avanti» (Udienza generale, 10 settembre 2014).

È nella maternità di Maria, prolungata nella maternità cosi vissuta della Chiesa, che il Papa c'invita a scorgere l'inizio di un mondo nuovo.

 

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