Maria, Donna della Pentecoste
Data: Domenica 19 Aprile 2015, alle ore 23:50:06
Argomento: Chiesa


Una meditazione di Santo Borriello in Vita del Santuario di Puianello S. Maria della Salute, Aprile 2008, pp. 6-7.

A tutti sarà capitato almeno una volta di nutrire il sincero desiderio di aprire il cuore a Gesù nella preghiera, per ricevere da Lui ristoro e consolazione… Eppure nonostante ciò ci siamo accorti che qualcosa ci blocca, ci impedisce di abbandonarci completamente all’amore di Dio e di accoglierne la grazia santificante. Davvero abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste! I nostri cuori non sono forse paralizzati come quelli degli Apostoli prima che il Paraclito li inondasse e li infiammasse con il suo ardore? È dunque il momento di approfondire il nostro rapporto con lo Spirito di Dio, capace di trasformare totalmente le nostre vite e Maria ci aiuterà a raggiungere lo scopo.
È importante sapere, infatti, che nella Chiesa Cattolica ormai da secoli si è consolidata una teologia mariana che pone la Vergine in strettissima relazione con la terza persona della Trinità, lo Spirito Santo. Una relazione talmente stretta da aver spinto per primo San Francesco d’Assisi a definire Maria “Sposa dello Spirito Santo”. In effetti, se ci pensiamo, la presenza di Maria nel cenacolo, nel giorno della Pentecoste, non era per niente casuale! Era la Madre di Gesù che presiedeva la preghiera e invocava l’intervento del suo Sposo per dare alla luce la Chiesa di Cristo! Esattamente come all’Annunciazione, quando Maria concepì Gesù per opera dello Spirito Santo, così alla Pentecoste, Maria ha concepito la Chiesa per opera dello Spirito Santo! Esiste infatti una certa analogia tra la discesa dello Spirito Santo su Maria all’Annunciazione e la discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa apostolica a Pentecoste.
Maria, dopo essere stata inebriata nell’intimo dallo Spirito al momento dell’Annunciazione, si mette in viaggio con animo missionario recandosi da Elisabetta e annunciando le grandi opere dell’Onnipotente con il suo Magnificat. Così anche la Chiesa apostolica di Gerusalemme, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste, esce dal cenacolo per proclamare pubblicamente la risurrezione di Cristo Gesù. Non a caso l’Annunciazione viene anche detta “Pentecoste di Maria” oppure “proto-Pentecoste della Chiesa”. Il Vangelo di Luca racconta che Maria: «entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo» (Lc 1, 40-41). Con un semplice saluto Maria trasmette, conferisce lo Spirito Santo ad Elisabetta e al bambino che ella portava in grembo, Giovanni Battista, colui che sarebbe divenuto il precursore di Gesù. Analogamente leggiamo riguardo a Pietro negli Atti degli Apostoli: «Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, come in principio era sceso su di noi » (At 11, 15). Conferire lo Spirito Santo è senza dubbio una prerogativa apostolica. In effetti, nel caso del saluto ad Elisabetta, è Gesù stesso che comunica lo Spirito per mezzo di Maria, iniziando ad esercitare il suo ministero già dal grembo della Madre. La Vergine anticipa quindi questo carisma in virtù della sua maternità divina, facendosi mediatrice dei doni dello Spirito. San Luigi Maria Grignion de Montfort nel suo “Trattato della vera devozione a Maria” al n. 36, afferma di Maria: «Quando lo Spirito Santo, suo Sposo, l’ha trovata in un’anima, vi vola e vi entra con pienezza, si comunica a quest’anima con abbondanza, nella misura in cui trova spazio la sua Sposa. Uno dei principali motivi per cui lo Spirito Santo oggi non compie meraviglie clamorose nelle anime, è che non vi trova un’unione abbastanza forte con la sua fedele e indissolubile Sposa». Maria dunque, in quanto Sposa e Tempio dello Spirito, ne è anche la mediatrice dei doni. San Massimiliano Kolbe usa parole ancor più esplicite: «L’unione tra lo Spirito Santo e la Vergine Immacolata è così stretta che lo Spirito Santo non esercita alcun influsso nelle anime se non per mezzo di Lei» (Lo Spirito Santo e l’Immacolata, ed. Vita Nuova).
Secondo un’antica tradizione la scena della Pentecoste viene rappresentata con lo Spirito Santo che scende, prima di tutti, su Maria in forma di fiamma che poi si suddivide in altre dodici fiammelle andandosi a posare sul capo degli Apostoli, presentando così Maria come la dispensatrice di tutte le grazie e di tutti i doni dello Spirito. L’unione dello Spirito Santo in Maria ha la caratteristica insopprimibile di essere cristocentrica: infatti, la missione dello Spirito in Maria, come nei cristiani, è quella di generare Cristo. Ricordiamoci dunque, se desideriamo che lo Spirito Santo trasformi la nostra vita così come fece con gli Apostoli a Pentecoste, di invitare Maria, la Vergine dalle mani alzate, a presiedere i nostri cenacoli di preghiera.

 







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