Maria e i Magi d'Oriente
Data: Martedi 22 Dicembre 2015, alle ore 23:47:56
Argomento: Bibbia


Di Mons. Giovanni Tonucci in Il Messaggio della Santa Casa - dicembre 2015.



Solo il vangelo di Matteo narra questo episodio, misterioso nella sua bellezza (2,1-12). I dettagli che ci offre l’evangelista sono molto pochi, ma proprio per questo la fantasia degli artisti si è lanciata con assoluta libertà a descriverci la scena con ricchezza di particolari: origini etniche diverse, corone regali, animali esotici. Saranno particolari inventati, ma sono pur sempre molto belli.
Ecco il racconto di Matteo: “Nato Gesù a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode, ecco alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme”. Notiamo subito che il vangelo parla di Magi, e quindi di persone sagge, studiosi che esploravano il cielo e che nel cielo avevano colto un segno particolare. Una stella aveva indicato ad essi una nascita straordinaria e li aveva guidati nel lungo viaggio verso la Palestina. Aver immaginato che questi personaggi fossero dei re è una bella invenzione degli artisti, come è una loro scelta averne rappresentati tre, probabilmente per far corrispondere il numero delle persone a quelle dei doni: oro, incenso e mirra.
La narrazione si sofferma soprattutto sull’incontro dei Magi con il re Erode, al quale era stato riferito che questi stranieri cercavano informazioni circa “il re dei Giudei” appena nato. Di Erode sappiamo che era un politico molto attento e un grande costruttore, ma nello stesso tempo era cinico e crudele, sempre divorato dalla paura che qualcuno potesse cercare di diventare re al posto suo. Con questo timore aveva persino fatto uccidere suo figlio. Da lui, comunque, i Magi seppero che la loro destinazione doveva essere la cittadina di Betlemme, a pochi chilometri da Gerusalemme. Finalmente i Magi, a cui era di nuovo apparsa le stella che li aveva guidati, giunsero “al luogo dove si trovava il bambino”. Per loro fu un momento di intensa gioia, perché allora si resero conto che avevano ormai compiuto la missione per la quale si erano messi in strada. Pieni di questa gioia, i Magi “entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”. Maria è presente, perché in questa primissima fase della vita di Gesù, la madre sta costantemente prendendosi cura del suo figlioletto, con tutte le attenzioni necessarie per un bambino così piccolo. Tutte le mamme ne sono coscienti, e di Maria possiamo solo pensare che queste attenzioni fossero ancora più delicate e premurose. Lei sapeva chi era il figlio che stava accudendo, e tutto ciò che lei, la “piena di grazia”, faceva non poteva che essere animato da un amore e un rispetto immensi. Nell'incontro con i Magi, Maria non dice nulla: è presente e la pensiamo attenta e pensosa. Il suo atteggiamento costante era quello di “conservare ogni cosa nel suo cuore”. All’arrivo di questi stranieri, ha forse già colto l’universalità della missione di salvezza affidata a suo Figlio, che il vecchio Simeone, nel tempio, aveva indicato come luce per rivelare Dio a tutte le genti. Non c’era più il limite del popolo eletto, ma si guardava ormai a tutti i popoli, di cui questi personaggi erano simbolicamente i rappresentanti.
E cose pensare dei doni? Si tratta di offerte di valore, e soprattutto piene di significato. L’oro è sempre stato il metallo più prezioso e, per la sua bellezza e per la sua inalterabilità, è sempre stato riservato ai sovrani. L’oro, quindi, mostra l’omaggio fatto ad un re. L’incenso è una resina profumata, non difficile da trovare in oriente. Ma esso è da sempre destinato a rappresentare l’omaggio degli uomini verso Dio: quella nuvola di fumo profumato che sale al cielo è il simbolo della nostra invocazione al Signore, che ci raffiguriamo presente in alto, nel cielo. L’incenso, quindi, mostra l’adorazione verso Dio. Infine la mirra, questo olio dall’odore acre e dalle molteplici qualità curative, era usato soprattutto per ungere i cadaveri, con la finalità di ritardare la putrefazione. La mirra, quindi, indica la convinzione che questo bambino, nel quale si riconosceva un re e si riconosceva Dio, era pur tuttavia un uomo, come ciascuno di noi.
La visita dei Magi, pur nel suo aspetto misterioso, è stato un momento di commozione e di gioia: dopo i pastori, anche altri, e addirittura da lontano, si rendono conto che qualcosa di grande sta accadendo nella storia del mondo. Maria contempla questo evento, ma non dimentica le parole di Simeone, che ha promesso momenti di dolore. Così sarà ben presto, per la cattiveria crudele di Erode.

 

 






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