Un articolo del moralista Michele Perchinunno, in Incoronata di Foggia, n. 1 del 2007, pp. 5-7.
La fonte della vita morale cristiana è il mistero pasquale: passione-mortesepoltura- resurrezione di Gesù Cristo datore di Spirito Santo nella Pentecoste. Tutto ciò è attualizzato nel Triduo Pasquale celebrato dalla Chiesa. Esso ha inizio con il Venerdì Santo: pasqua di morte; il Sabato Santo costituisce la pasqua di sepoltura e nella Domenica di Pasqua la Chiesa celebra la Pasqua di Resurrezione. Nella lettura della “Beata Passio” (trad. Beata Passione) secondo il vangelo di Giovanni la glorificazione di Cristo coincide con l’innalzamento di Gesù sulla croce, è in questo grande atto di amore che dal costato del Redentore nasce la Chiesa ed i sacramenti; nella sepoltura di Cristo si fa solidale con i morti, con la condizione umana che è chiamata a vivere questo tragico momento; nella resurrezione il Cristo si svela apertamente come il “Kyrios” cioè il Padrone dell’universo, Signore della vita e della morte, Colui che ha il potere su ogni cosa, si svela con tutta la sua gloria che prima era nascosta nell’umiltà della carne.
Oggi, nella fedeltà alla Parola di Dio e al magistero della Chiesa, è necessario saper annunciare che l’evento pasquale di Cristo è norma suprema di vita morale: la vita cristiana nel mistero del Crocifisso-Risorto trova la sua ragion d’essere, il credente nella Pasqua trova la sua norma per vivere il quotidiano nella fedeltà alla parola di Gesù. Nel mistero pasquale di Cristo l’uomo è ri-creato, diventa figlio di Dio, è salvato dal peccato, acquista la libertà di figlio, vive in rapporto a Dio nella responsabilità.
Il “vivere” il mistero pasquale di Cristo nella sua carne debole attraverso il battesimo, fa sì che ogni credente comprende che la sua vita morale è un morire al peccato per risorgere a vita nuova, ad una esistenza immersa nella grazia di Dio cioè nello Spirito Santo. La vita cristiana, alla luce della pasqua di Cristo, è un “cammino di morte e vita” tutto orientato verso Dio-Trinità che ci chiama alla comunione intima con sé nello Spirito Santo1.
Tutto questo è vissuto in Maria! La Madre di Dio è il “testimone” privilegiato del mistero pasquale di Cristo, la vita di Cristo fin dall’inizio è orientata alla croce2. Maria nella sua esistenza terrena, attraverso il suo cammino di fede, ha compreso che nell’esistenza di Gesù ogni giorno ci sarebbe stata l’ombra della croce e per questo ella conservava tutto nel cuore per poter comprendere la volontà del Padre celeste3. Cristo è l’unico mediatore tra Dio e l’umanità, solo Lui è il Centro della fede cristiana ma il mistero pasquale di Cristo ci porta anche a riflettere sul ruolo di Maria nella Pasqua.
I vangeli non dicono molto, ci fanno solo vedere Maria sotto la croce4 dove contempla l’Agnello immolato che ha il potere di aprire i sette sigilli, cioè l’Unico giudice della storia umana5. La Vergine Maria nel suo essere “Madre addolorata” partecipa interiormente alla passione del Figlio, è solidale con lui sulla croce; le lacrime di Cristo si incrociano con quelle di Maria e quest’ultime sono la manifestazione del dolore di quell’umanità che contempla l’innocente immolato; Maria nel sabato santo è l’unica che mantiene salda la fede, è la fiaccola della speranza nell’universo intero in quanto sa bene che la Parola del Figlio è parola di verità, Lei che ha fondato la sua vita nella totale obbedienza a Dio ancora una volta nella notte della pasqua si uniforma in maniera unica alla volontà della Santa Trinità che manifesta, nel mistero pasquale di Cristo, il suo infinito amore verso l’umanità bisognosa di salvezza.
Anche Maria è morta con Cristo, si lascia seppellire con Cristo e risorge con Cristo, nel suo cuore vive una speciale solidarietà con l’evento pasquale che la rende “donna della Pasqua”, e allo stesso tempo discepola e maestra di vita cristiana in dimensione pasquale. Tutto questo significa che Maria può suggerire al credente una vita cristiana alla luce della Pasqua di Cristo, ciò a livello concreto ci deve portare a memorizzare nella nostra coscienza i seguenti atteggiamenti:
• riscoprire l’amore di Dio-Trinità verso l’umanità e quindi verso ogni persona umana6;
• il sentirsi figli di Dio mediante il battesimo ricevuto nella chiesa e dove noi siamo assimilati a Cristo; ciò significa prendere coscienza del nostro battesimo;
• il mistero pasquale di Cristo è la norma morale della vita cristiana dal quale tutta l’esistenza cristiana riceve la sua specificità (è in Cristo morto e risorto che si scopre il nostro essere chiamati alla fede speranza e carità);
• la vita morale è adesione totale del proprio cuore al Mistero pasquale di Cristo;
• la vita morale è un cammino per morire al peccato e risorgere a vita nuova; • uniformarsi alla volontà di Dio, non diventando soggetti passivi ma cercando anche di capire il progetto divino su ciascuno di noi;
• vivere nella speranza; Maria ci fa comprendere che il credente in Cristo è chiamato a dare speranza all’uomo di oggi. Per concludere, ci sembrano stimolanti le parole di P. Stefano De Fiores che, a partire dall’esperienza di San Luigi Grignon de Monfort, afferma: «Una devozione mariana ben orientata, meglio ancora una consapevole dimensione mariana della spiritualità cristiana, costituisce una chance per ritrovare la dimensione battesimale della vita […]. Occorre identificarsi con Maria condotta dallo Spirito (VD 258), modello di perfezione (VD 260), […] per essere trasformati in Cristo Gesù (VD 264, 119) e per vivere mediante Cristo, con lui, in lui e per lui (VD 257). Monfort mira ad un atteggiamento interiore e stabile (VD 119): acquisire la disponibilità e la docilità all’azione dello Spirito e della collaborazione materna di Maria per essere formati in Gesù Cristo, cioè pervenire alla maturità spirituale»7.
Da ciò comprendiamo che è possibile, in compagnia di Maria, raggiungere la perfezione cristiana: la santità è possibile a tutti8 soprattutto in compagnia di Maria.
NOTE
1 Cfr. Goffi T. - Piana G. (a cura), Corso di Morale/1, Ed. Queriniana, Brescia 21989-1995, 315-322.
2 Cfr. Luca 2, 33-35.
3 Cfr. Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, n. 16.
4 Cfr. Giovanni 19, 25-27.
5 Cfr. Apocalisse 6, 1ss.
6 La teologia morale deve riscoprire la dimensione trinitaria della vita morale, per questo ci permettiamo di suggerire alcune lettere: T. Goffi, Etica cristiana Trinitaria, Ed. Dehoniane, Bologna 1995; D. Mongillo, Per lo Spirito in Cristo al Padre, Ed. Qiqajon, Magnano 2003.
7 S. De Fiores, Maria Nuovissimo Dizionario, vol. I, Ed. Dehoniane, Bologna 2006, 230.
8 Cfr. Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, cap. V.