Maria, Madre della misericordia nella Liturgia
Data: Lunedi 21 Marzo 2016, alle ore 8:15:58
Argomento: Culto


Una meditazione di Corrado Maggioni in Sabati Mariani del 9 gennaio 2016.



Aiutati da Papa Francesco dovremmo ormai tutti sapere bene che Gesù « è il volto della misericordia del Padre » . Questo esordio della Bolla di indizione del Giubileo che stiamo vivendo è una verità fondativa di ogni discorso sulla misericordia, è una luce senza la quale ogni accostamento alla misericordia diventa parziale e incompiuto, dunque fuorviante. Detto questo però e a partire da questo, possiamo approfondirne il mistero. Se Gesù « è il volto della misericordia del Padre » dobbiamo infatti subito riconoscere che tale volto è stato tessuto nel grembo della Vergine Maria. Senza il cuore e la carne di Maria non ci sarebbe alcun visibile volto del Dio con noi . La misericordia, dal “cuore” e dalle “viscere” dell’Eterno, raggiunge la miseria umana passando per il “cuore” e le “viscere” di Maria. Cuore e grembo, infatti, sono i luoghi del concepimento del Verbo come i giorni di Natale ci insegnano (cf. il vangelo di Luca 2,18-21), dove risaltano i termini cuore e grembo relativi a Maria. Proprio in questa luce squisitamente “cristologica”, la Chiesa orante si rivolge a Maria chiamandola “Madre di misericordia” come attestano da secoli l’antifona “Salve Regina, Madre di misericordia” e l’inno “Salve, Mater misericordiae” commentato da Papa Francesco nell’omelia dello scorso 1° gennaio in Santa Maria Maggiore. Per suprema decisione, infatti, Maria è il crocevia attraverso cui passa la comunione tra Dio e l’uomo, in Cristo: questi è “sacramento” della misericordia di Dio, nella sua carne e nel suo sangue Dio ha usato misericordia ai miseri figli di Eva e continua a manifestarla attraverso i santi segni. Perciò l’azione che attualizza il mistero della presenza “reale” del Dio con noi e per noi, non lascia cadere il ricordo di Colei che non sospende, in tale azione, di esprimere il suo influsso materno e, dunque, misericordioso verso di noi. La Madre del Misericordioso è infatti così indissolubilmente associata all’opera del Figlio, da essere così tanto permeata di misericordia divina da essere confessata Madre misericordiosa. E’ quanto risalta dal formulario intitolato “ Maria Vergine Regina e Madre della misericordia” (n. 39) delle Messe della Beata Vergine Maria. Eco al nostro tema si trovano pure in elementi della Liturgia delle Ore.

La Liturgia della Parola

Le letture del nostro formulario, proposte in duplice alternativa, sono concordi nell’annunciare la misericordia di Dio e il suo legame con la Vergine Maria. Il primo schema indica il passo di Ester 4,17: “La regina Ester prega per il popolo”, figura tipologica di Maria, umile serva del Signore e perciò regina, che supplica l’Onnipotente che ha fatto grandi cose in lei, riconoscendo che “di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono”. Il Salmo responsoriale è infatti la preghiera del Magnificat (Lc 1,46-55). Il canto al vangelo: “O Regina del mondo, Maria sempre Vergine, intercedi per la nostra pace e salvezza tu che hai generato il Cristo redentore”. Il vangelo presenta il racconto di Cana (Gv 2,1-11): l’intraprendente preghiera che Maria rivolge a Gesù: “Non hanno vino” non si è fermata a quelle nozze, ma perdura ora e qui; nel convito eucaristico la Madre ha la sua parte da svolgere in favore dei miseri che siamo noi, consegnando i nostri bisogni alle mani di Cristo. Il secondo schema indica come I lettura Efesini 2,4-10, in cui si annuncia l’opera compiuta per noi in Cristo da “Dio, ricco di misericordia”. La salvezza “è dono di Dio, non viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene”. Vale per tutti, anche per Maria (sarà chiaro nel vangelo). Segue il Salmo 102, in cui si canta che “buono e pietoso è il Signore, perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie, salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia”. Il canto alleluiatico recita: “Salve, Madre del Signore, Regina di misericordia, conforto per tutti e speranza dei miseri”. Il senso di queste espressioni si chiarisce nel vangelo della visitazione e del Magnificat (Lc 1,39-55): a partire dalla sua diretta esperienza - “ha guardato l’umiltà della sua serva” - Maria magnifica e loda l’Onnipotente che “di generazione in generazione stende la sua misericordia”. E’ testimone della misericordia divina gratuitamente ricevuta e che l’ha coinvolta direttamente nella misericordia che Dio elargisce.

La preghiera ecclesiale

Maria si inserisce nel moto di misericordia che dal cuore del Padre, per Cristo, nello Spirito, si riversa sull’umanità: la sua esperienza della misericordia divina che l’ha preservata dal peccato (immacolata) e dalla corruzione del sepolcro (assunta), la rende esperta madre e regina di misericordia. In questo orizzonte l’eucologia del nostro formulario è precisa nell’attribuire a Dio ciò che è suo, e a Maria ciò che è suo per volere divino. È soprattutto il prefazio a declinare la risposta orante, riconoscendo che, “nell’eterno consiglio del suo amore”, Dio stesso ci ha dato Maria come “regina clemente, madre di misericordia, dispensatrice di grazia”. “Regina clemente” è titolo descritto alla luce di quanto Maria ha ricevuto per grazia, rendendola capace di accoglienza per chi ricorre a lei: “esperta della tua benevolenza, che accoglie quanti nella tribolazione ricorrono a lei”. “Madre di misericordia”, essendo “sempre attenta alle invocazioni dei figli, perché ottengano la tua indulgenza e la remissione dei peccati”. Non è Maria che elargisce il perdono dei peccati, ma è colei che lo rende possibile nel cuore dei figli che lo invocano da Dio. “Dispensatrice di grazia” a motivo “che interviene incessantemente per noi presso il tuo Figlio, perché soccorra la nostra povertà con la ricchezza della sua grazia e con la sua potenza sostenga la nostra debolezza”. Come la regina Ester – come a Cana, Maria è misericordiosa in quanto supplica il Figlio affinché provveda alla nostra povertà e debolezza. Nel confessare la “misericordiosa” Maria, la preghiera liturgica non la confonde con il Figlio, né con Dio, ma riconosce la sua funzione a partire da Dio e in vista di condurre noi a Dio.

Madre misericordiosa nell'Ufficio Divino

 Nelle strofe 3-6 dell’inno “Ave maris stella” (sec. VIII-IX), cantato ai Vespri nel Comune della BVM, risuonano accorate invocazioni che illustrano che cosa ci aspettiamo dal misericordioso sentire materno di Maria:
“Spezza i legami agli oppressi,
rendi la luce ai ciechi,
scaccia da noi ogni male,
chiedi per noi ogni bene.
Mostrati Madre per tutti,
offri la nostra preghiera,
Cristo l’accolga benigno
Lui che si è fatto tuo Figlio.
Vergine santa fra tutte,
dolce regina del cielo,
rendi innocenti i tuoi figli,
umili e puri di cuore”.
Se sono attribuite a Maria virtù che sono proprie di Dio, si deve dire che tali invocazioni si fondano nel volere di Colui che l’ha indissolubilmente associata al suo disegno di abbracciare tutti con misericordia. Lo si esplicita nelle invocazioni dei Vespri del Comune della BVM (ripresi in celebrazioni mariane): “O Dio, che ci hai dato Maria per madre, concedi per sua intercessione la salute ai malati, il conforto agli afflitti, il perdono ai peccatori, dona a tutti la pace”. “Tu, che hai costituito Maria madre di misericordia, fa’ che sperimentiamo, in mezzo ai pericoli, la sua bontà materna”.

 

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