Maria, fonte di Luca
Data: Mercoledi 6 Luglio 2016, alle ore 9:57:06
Argomento: Bibbia


Dal libro di René Laurentin, I vangeli dell'infanzia di Cristo. La verità del Natale al di là dei miti, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, pp.615-616.



Ragioni e modalità di questa ipotesi

1.
Maria è la sola fonte possibile d'un episodio come l'annunciazione e la fonte più probabile e consona di numerosi altri: visitazione e anche circoncisione di Giovanni Battista, Natale, presentazione e ritrovamento (Luca 2). In caso contrario il vangelo dell'infanzia sarebbe finzione, in contraddizione con lo stesso Luca (prologo 1, 14).
2. Luca si riferisce esplicitamente due volte ai ricordi che « Maria conservava nel suo cuore » (2, 19.51):
- Non si tratta di un'espressione esclusivamente apocalittica ma essa si riferisce il più delle volte alle « meraviglie di Dio » verificatesi nella storia della salvezza, come fa Maria in 1, 49: « Il Signore ha fatto per me grandi cose»;
- Questa riflessione non è una semplice registrazione materiale, ma conservazione viva « nel cuore » (2,19.51), con progresso nell'intelligenza (cf 2,50);
- La via di questo progresso è un confronto (symballousa 2,19: verbo che ha la stessa radice di simbolo). Secondo la tradizione ebraica si tratta del confronto midrashico: attualizzazione degli eventi mediante la Scrittura e della Scrittura mediante gli eventi, con questa seconda componente dominante a motivo dell'evento nuovo costituito da Cristo;
- Luca 1-2 si presenta come il risultato ultimo di questa meditazione, intessuta di reimpieghi biblici, al di là della meraviglia (1,29; 2,33) e dell'incomprensione primitiva (2, 50);
- Questa meditazione si esprime in termini arcaici, semitici, e porta la traccia di allusioni etimologiche ai nomi ebraici dei personaggi. La frequenza dei termini « chiamato » (« denominato »), « nome » manifesta una teologia del nome di Gesù, nel prolungamento della teologia del nome di Jahve, che ha un'importanza tanto fondamentale nell'Antico Testamento (Es 3, 14; 6, 2; cf Lc 1, 32.35; 2, 21 ecc.).
3. L'ipotesi d'una finzione letteraria o drammatica non si addice né a Luca, né al suo prologo, né alla sua coerenza e fa violenza al testo.

Luca ha potuto conoscere Maria?

I dati su cui possiamo contare per rispondere a questa domanda sono i seguenti:
- Maria è nata intorno al 20 a. C, stando a quello ché possiamo dedurre dall'età nubile in Israele (intorno ai 15 anni, spesso meno) e tenendo conto che il computo dei nostri millesimi è inesatto. Cristo è infatti nato al « tempo di Erode » (Lc 1,5; Mt 1,1-16), vale a dire nel 4-5 a.C. secondo il consenso stabilitosi, oppure nell'1 a.C. secondo altre ipotesi (sopra, p. 305).
- Ella era presente a Gerusalemme al momento della morte di Cristo (Gv 19, 25-27) e in occasione della Pentecoste (At 1,14), in seno alla comunità primitiva di Gerusalemme. Non conosciamo il suo curriculum ulteriore, né la data della sua morte o assunzione. Una grande longevità è poco verosimile, perché essa avrebbe attirato l'attenzione dei primi scrittori cristiani. Il padre Bagatti ha identificato la sua tomba, su basi archeologiche serie, a Gerusalemme, sotto la basilica ove ella è venerata da tempo immemorabile.
- In base ai tre passi degli Atti degli Apostoli, in cui Luca parla da testimone degli eventi usando il plurale noi, possiamo datare i passaggi a Gerusalemme di questo pagano convertito della comunità di Antiochia.
       1. Se riteniamo il primo passo al plurale NOI (At 11,27-28), attestato dalla sola tradizione occidentale (codex Bezae), egli vi si sarebbe recato prima del 50 (verso il 48). Maria avrebbe avuta allora un po' meno di 70 anni, il che dà luogo a un'ipotesi verosimile. Essa sarebbe ulteriormente rafforzata, se ammettiamo la tesi rivoluzionaria di Robinson, secondo cui il vangelo di Luca sarebbe stato composto agli inizi degli anni 50.
       2 Secondo At 21,15 Luca accompagnò Paolo a Gerusalemme, in occasione del suo incontro con Giacomo, « fratello del Signore », primo vescovo di Gerusalemme (che potrebbe essere anche una fonte familiare). Maria era ancora viva? La cosa pare improbabile.
       3. Se riteniamo la data generalmente ammessa, che colloca il vangelo di Luca verso l'80 (consenso le cui basi si sono rivelate molto fragili), e se pensiamo che Luca avrebbe cominciato a comporre il suo vangelo in quegli anni e non in occasione dei suoi precedenti viaggi a Gerusalemme, un contatto con Maria, che sarebbe stata allora centenaria, sembra da escludersi.

Gerusalemme, comunità di Maria (At 1,14)

Sembra più probabile che Luca abbia raccolto quanto Maria « meditava nel suo cuore » non direttamente, ma attraverso la comunità in cui egli la colloca in buona posizione: unica menzionata con gli Apostoli, nel punto di congiunzione di due categorie privilegiate: la famiglia e le donne, che avevano accompagnato Cristo nel suo ministero (At 1,14). La menzione esplicita di questi due gruppi (donne e famiglia) è un indice delle fonti di Luca. I suoi legami con questi ambienti spiegano una sua differenza notevole da Mc 3, 20 e Gv 7,5, che deprezzano la famiglia di Gesù. Probabilmente pensavano al rischio d'una dinastia familiare, rischio che ha preoccupato la comunità primitiva di Gerusalemme, i cui primi due vescovi furono dei « fratelli del Signore »: Giacomo uomo prestigioso e martire, poi Simeone (secondo l'antica testimonianza di Egesippo, citata da Eusebio, Storia ecclesiastica 4, 22, 4: « Tutti lo preferirono come vescovo, essendo un secondo cugino, anepsios, del Signore »). Pure il rilievo che Luca osa accordare alle donne discepole (8,1-3 ecc.) lo differenzia dagli altri vangeli, meno espliciti su questo punto (Lc 27,55), e dalla finale di Marco, che deprezza le donne giunte per prime alla tomba vuota (16,8).

La comunità di Gerusalemme, ambiente giovanneo

Il fatto che la comunità giudeo-cristiaria sia stata la fonte di Luca 1-2 e di Atti 1-7 (così affini per il loro carattere arcaico e semitico) è confermato dalla parentela fra Luca e Giovanni.  Questo apparentamento, innegabile soprattutto per i prologhi (Luca i e Giovanni 1), dipende dal ruolo considerevole di Giovanni nella comunità di Gerusalemme, ove Luca lo nomina sempre subito dopo Pietro (tratto rimarchevole degli Atti 1,13; 3,1.4.11; 4,13.19; 8,19; cf Ga 2,9), in relazione stretta con Maria (Gv 19, 25-27; cf Ap l2).

Fonti di Luca 1-2?

Queste corrispondenze manifestano un legame, ma non permettono di rifare la genesi di Luca 1-2. Luca ha raccolto una fonte scritta o solo orale? Non è possibile stabilirlo, visto il ruolo considerevole che la memoria giocava in quel tempo: ruolo eliminato progressivamente dall'espansione della scrittura e poi della stampa. Quanto alla parte dell'evangelista nella redazione definitiva, essa è ben assodata (vocabolario, stile ecc.) è analoga a quella che risulta là ove egli utilizza Marco: un adattamento discreto, elegante e fedele. Egli ha tenuto a rispettare la sua fonte e le ha lasciato segnatamente il suo carattere semitico. La critica letteraria, pur riconoscendo i suoi caratteri stilistici, invita a non fare di lui il creatore del testo. Se, in poche parole, le molteplici convergenze ci sembrano assicurare che Maria è la fonte di Luca, esse però non ci permettono di dire come.
 







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