Natura delle apparizioni mariane
Data: Venerdi 9 Settembre 2016, alle ore 17:45:18
Argomento: Mariofanie


Dal libro di Antonino Grasso, Perché appare la Madonna? Per capire le apparizioni mariane, Editrice Ancilla, Conegliano 2012, pp. 76-84.



1. Il rifiuto delle apparizioni

Non esiste  una interpretazione univoca delle apparizioni, a causa dei presupposti culturali, ideologici e religiosi, con i quali esse vengono lette. Si riscontra, spesso, un atteggiamento completamente negativo, che rifiuta o svaluta questi fenomeni. Sotto questo versante, generalmente, anche i teologi che mostrano interesse per la questione vengono considerati "poco seri" e i loro studi, qualora venissero presi in considerazione, non trovano la meritata accoglienza nemmeno tra i colleghi. Questo atteggiamento del rifiuto, tipico dello scetticismo razionalista, e positivistico del pensiero postmoderno, presente anche nell'ambito della Chiesa e della teologia, conduce spesso alla mancanza di fede e di disponibilità nei confronti della rivelazione divina e, parallelamente, anche nei riguardi dei fenomeni soprannaturali.1 Ecco alcune definizioni di chi nega la possibilità reale delle apparizioni:
- Marc Oraison definisce le apparizioni un «meccanismo allucinativo, cioè una percezione senza oggetto», per cui i veggenti sono dei visionari e le apparizioni una malattia psichica;2
-
Holstein vede nell’apparizione un «meccanismo di risposta a tre bisogni psicosociali: il bisogno di fatti contestabili, il bisogno di protezione e di emotività religiosa e il bisogno di sicurezza»;3
-
Drewermann pensa che le apparizioni siano la «proiezione visiva di immagini ideali che provengono dallo stato profondo della psiche umana», per cui rientrano nel linguaggio simbolico e possono essere interpretati solo attraverso il rifacimento simbolico;4
-
Vergote paragona le apparizioni ai sogni per cui esse «sono una rappresentazione includente la sensazione della realtà, di immagini e modelli presenti nel ricordo» e provenienti da potenti motivazioni affettive;5
-
Dierkens considera le apparizioni «non un fenomeno patologico o religioso, ma manifestazioni normali del vissuto creativo umano» così come la creazione artistica o l’attività onirica;6
- Altri autori ritengono le apparizioni «invenzioni ideate, costruite e finalizzate», con l’inconsapevole o nascosta complicità dei veggenti, «al servizio del potere economico e politico della Chiesa».7

2. Definizione teologica

Partendo, invece, dal presupposto che si crede in Dio e non si nega la possibilità che Egli possa rivelarsi nella storia, Karl Rahner definisce l’apparizione come una esperienza psichica nella quale «persone non percepibili dalle nostre facoltà visive e auditive, nonostante siano inaccessibili alla nostra esperienza umana, entrano sopranaturalmente nella sfera dei sensi».Anche René Laurentin vede nell’apparizione «la manifestazione visibile di un essere, la cui vista in quel luogo o in quel momento, è inconsueta e impensabile, secondo l’ordine naturale delle cose».9 Il Dizionario di Mistica descrive così l’apparizione: «Per apparizione s'intende la manifestazione extranaturale, percepibile, sia dai sensi esteriori che dall'immaginazione, di un oggetto che sembri presente. In altre parole, per apparizione s'intende la manifestazione di Dio, della Madonna, di un  angelo ecc., sotto forma materiale, vale a dire che l'oggetto dell'apparizione è visto, toccato o sentito come presente. In questi eventi straordinari il primo elemento che si riscontra è il carattere sensibile, cioè la presenza come realtà corporea esistente dell'apparizione».10 Infine Carlo Balic chiamava le apparizioni: «Quelle manifestazioni sensibili, che non si possono spiegare naturalmente, fatte dalla Beata Vergine con la sua presenza reale, a persone, in luoghi e tempi determinati».11 Stando a queste definizioni, l’apparizione risulta caratterizzata essenzialmente da due elementi:
-
la presenza di una persona che si trova al di fuori della normale esperienza dei sensi;
-
la percezione di questa presenza per via di conoscenza sensibile.
Il veggente, infatti, è convinto di trovarsi in contatto diretto e immediato con l’essere che gli si è manifestato, il quale non si presenta come un’immagine statica, ma ha tutte le caratteristiche della tridimensionalità.12

3. Al confine tra realtà naturale e realtà trascendente

Collegate con queste definizioni sorgono almeno quattro domande, alle quali non è facile dare una risposta:   
       
        1. In che senso e in quale misura la Vergine, è “vicina" ai veggenti, nel momento in cui si rende visibile e in che modo essi percepiscono e vivono questa vicinanza?
       
Secondo S. Tommaso, l’apparizione non comporterebbe nel luogo dove essa avviene, la presenza “reale” del corpo glorificato, che può essere solo visto là dove esso definitivamente si trova, ma la percezione da parte del veggente di una forma sensibile o luminosa che lo rappresenta,13 il che spiegherebbe il perché Maria appaia ora in una forma e ora in un’altra. S. Teresa d’Avila a questo proposito scrive che Gesù, dopo essere salito al cielo, non è mai più disceso sulla terra per comunicarsi agli uomini, tranne nel SS. Sacramento.14  Parafrasando le affermazioni di San Tommaso e Santa Teresa d’Avila, non è, dunque, il Trascendente che si muove verso l'uomo, ma è lo stesso che smuove e rapisce l'uomo, rendendone visibile la sua “presenza”. Si può pensare, pertanto, ad una "attrazione" della persona umana in una situazione che la rende capace di percepire in maniera "sensibile" la "presenza" del Trascendente, situazione che può definirsi come una finestra aperta attraverso la quale l’essere umano, attratto sensibilmente e spiritualmente, può vedere, sentire, toccare "l'oggetto" trascendente e persino parlare con esso.15
       
        2. Il contatto con il trascendente avviene con il corpo, senza il corpo o fuori dal corpo?
       
È stato, questo, anche il dilemma di San Paolo, che nella seconda Lettera ai Corinti, parlando in terza persona delle sue esperienze mistiche, scrive: «Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo – se con il corpo o senza il corpo non lo so, lo sa solo Dio – fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare».16  Si può affermare che, varcata la soglia della “finestra” verso la “realtà del Trascendente”, il veggente è come se entrasse in un’altra dimensione. Si nota infatti che:
- la sua
sensazione del tempo risulta alterata, per cui al termine dell’apparizione non si rende conto di quanto essa sia durata;
- la sua
percezione dello spazio viene ridotta al minimo indispensabile, per cui egli percepisce la presenza degli oggetti (la grotta, l’albero, la roccia ecc), come se fossero dei simboli che gli permettono di comprendere meglio quello che l’apparizione significa e il messaggio che trasmette; 
- il suo corpo subisce delle alterazioni non solo psichiche ma anche fisiche che sfidano le leggi della realtà terrena. Tipico è l’esempio di Bernardetta la quale, durante una delle apparizioni, non solo non si rese conto di avere in mano un cero acceso, ma oltre a non sentire dolore, non presentò nessun segno di ustione, pur avendo tenuto la mano sulla fiamma per un tempo prolungato. Ora, pur potendo trovare analogie nell’assenza del dolore che può essere attribuita ad una capacità psichica, la mancanza di ustione non è spiegabile con parametri psichici, né ripetibile scienti-ficamente nella vita naturale;17
- la percezione e il controllo del corpo stesso divengono anch’essi funzionali all’apparizione, per cui il veggente, pur agendo nella massima libertà, compie le sue azioni come se fosse “guidato” o “aiutato” dal Trascendente. Egli fa il segno della croce, recita il rosario, bacia la roccia o la terra, indica il sole, gesticola ecc., non costretto nella sua libertà, ma con spontaneità, con l’aiuto e sotto la guida dell’apparizione.18

        3. Il veggente “crede di toccare” o “tocca” il corpo glorioso della Vergine? Quando tocca questo corpo è una sensibilizzazione psichico - intellettiva da parte del Trascendente o vi è un reale contatto?
           
a)
L'esperienza di alcuni veggenti, come Caterina Labouré ed altri contemporanei, conferma la tesi del reale contatto. Nel corso della prima apparizione, nella notte dal 18 al 19 luglio 1830, Caterina Labouré può inginocchiarsi vicino alla Vergine che stava seduta accanto all’altare e poggiare le sue braccia sulle ginocchia di Lei. Questa concreta sensazione del “poggiarsi” sull’appari-zione, le fece esclamare, nel descriverla, che “Chi vede la Madonna, la vede in carne ed ossa”.19 L’avvicinarsi così “realmente” al Trascendente, varcando la soglia della "finestra aperta" di cui si parlava, rende infatti possibile al veggente di vedere, sentire e toccare tranquillamente l’oggetto trascendente, anche se in maniera imperfetta, perché non del tutto staccato dal suo corpo il quale, in qualche misura, interferisce con l'acquisizione pura e completa della realtà ultraterrena, anche se, nello stesso momento, “traduce” sensibilmente i dati acquisiti in questa esperienza.  
            b)
In questo contatto con l’apparizione, bisogna distinguere tra “resistenza” e “sensazione tattile”:
- L’oggetto che il veggente tocca, gli sembra qualcosa che si oppone ad un movimento contrario, così come avviene in natura al contatto di due solidi.
- Nello stesso tempo egli trova problematico descrivere in termini comprensibili in che cosa consiste questa sensazione tattile, cioè dire con chiarezza che cosa tocca. L’oggetto toccato (il piede, la veste, le ginocchia, la mano dell’apparizione), gli sembra un qualcosa di estremamente fine, come un velo dalla trama soffice e delicata, come la superficie quieta dell’acqua, senza tuttavia la sensazione di calore, tepore o freddezza di essa.
Insomma il veggente, mentre è sicuro di toccare qualcosa, resta incerto e titubante nel descrivere la natura di che cosa tocca.20

        4. Quali sono le modalità visive con cui la Vergine si presenta?
       
a)
L'aspetto  e il modo di presentarsi ai veggenti variano, dato che la Vergine li adatta o alla loro mentalità o al messaggio che vuole trasmettere.21 Solo qualche esempio: 
- a Città del Messico nel 1531, Maria si presenta come una ragazza azteca, parla in nàhuatl, usa una terminologia conforme alla cultura degli indigeni, perché vuole trasmette al popolo oppresso dagli spagnoli un messaggio di liberazione e pacificazione;22
- a La Salette nel 1846 i veggenti la vedono vestita come una popolana del luogo che parla di raccolti di patate e di carestie ai contadini;23
- A Lourdes, volendo iconizzare il suo essere Immacolata, si presenta in un antro buio, simbolo del peccato, vestita di bianco e avvolta di uno splendore che illumina la grotta, segno della vittoria della grazia e della santità totale sull’oscurità del male.24
        b)
L'età della Vergine varia dai 16 ai 30 anni. Maria appare così, come scrive Laurentin, il simbolo dell'eterna giovinezza del corpo glorioso che non è schiavo delle leggi di questo mondo e dei limiti del tempo, perché è libero nell'eternità di Dio.
        c)
La lingua usata dall’apparizione è sempre la lingua dei veggenti, anzi, spesso, essa parla  i loro dialetti.
        d)
Elementi visivi costanti in tutte le apparizioni sono: i capelli scuri e divisi in bandine; gli occhi grandi e azzurri; la voce soave e suadente.
        e)
Ella appare sempre avvolta di luce e irradia bellezza, purezza, bontà e amore. Qualche volta ride e scherza con i veggenti ma, in genere, il suo atteggiamento è serio e angosciato soprattutto quando parla dei peccatori o delle sventure che colpiscono o colpiranno il mondo.25


1. Cfr. Perrella S. M., Le apparizioni mariane. Dono per la fede, sfida per la ragione, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007, pp. 93-99; Laurentin R., Le apparizioni della Vergine si moltiplicano. È Lei? Cosa vuol dirci?, Piemme, Casale Monferrato 1989, pp. 25-32.
2. Cfr. Oraison M., Vraies et fausses apparitions dans l'Eglise, P. Lethielleux, Paris 1973, pp. 134-135; De Fiores S., Maria Madre di Gesù. Sintesi storico – salvifica, EDB, Bologna 1992, p. 347, nota 125.
3. Cfr. DE FIORES S., Le apparizioni all’incrocio degli studi teologico - interdisciplinari. Stato della questione nell’odierna riflessione culturale, in Aa. Vv., Actas do congresso internacional de Fátima, Santuario de Fátima 1998,  pp. 47-48.
4. Cfr. Ibidem, 49-51.
5. Cfr. Ibidem, 52-53.
6. Cfr. Ibidem, 53-56.
7. Cito soltanto alcune emblematiche pubblicazioni: Tetlow J. - Oakland R. - Myers B., Queen of Rome, Queen of Islam, Queen of All. The Marian Apparitions plan to unite all religions under the Roman Catholic Church, Eternal Productions, 2006; Pierri R., Nostra Signora di Lourdes. La Madonna che non conosceva il Vangelo, Mind, Milano 2012; Idem, Il quarto segreto di Fatima. La Madonna antievangelica e anticomunista inventata dalla Chiesa, Kaos Edizioni, Milano 2003; D’Alpa F., Fatima critica. Contesti Apologia Veggenti, Laiko, Catania 2007.
8. Rahner K., Apparizioni, in Nuovo Dizionario di Teologia, Herder – Morcelliana, Roma – Brescia 1968, p. 42. Vedi anche Perrella S. M., Le apparizioni mariane, op. cit., 67.
9. Laurentin R.,  Apparizioni, in De Fiores S. - Meo S. (a cura di) Nuovo Dizionario di Mariologia, Paoline, Cinisello Balsamo 1986, p. 126.
10. Borriello L. - Caruana E. - Del Genio M. R.  - Suffi N., Dizionario di Mistica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998.
11. Balic C., Apparizioni mariane dei secoli XIX e XX, in Enciclopedia mariana “Theotocos”, Bevilacqua&Solari – Massimo, Genova – Milano 1954, pp. 245-267.
12. Cfr. De Fiores S., Maria Madre di Gesù, op. cit., p. 348; Perrella S. M., Le apparizioni mariane, op. cit., pp. 66-75.
13. Cfr. Tommaso d’Aquino, Somma Teologica III, q 76, a. 8, in Tito P. - Centi S.  - Belloni A. (a cura di), Somma Teologica. Nuova Edizione on-line,  2009.
14. Cfr. Tanquerey A., Compendio di teologia ascetica e mistica, Società di S. Giovanni Battista, Roma– Turnai–Parigi 1927, pp. 914-915.
15. Cf. Laurentin R.,, Le apparizioni della Vergine si moltiplicano, op. cit.,  40-42; De Fiores S., Maria Madre di Gesù, op. cit., pp. 347-348.
16. 2Cor 12,2.
17. Cfr. Laurentin R., Das Leben der Bernadette. Die Heilige von Lourdes, Patmos Verlag, Düsseldorf 1999, pp. 84-95.
18. Cfr. Suh A., Le rivelazioni private nella vita della Chiesa, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2000, pp. 134-148.
19. Cfr. Grasso A., E la Vergine distese le mani. Per riscoprire un dono della Madonna, Ancilla, Conegliano 20112, pp. 79-87; De Fiores S., Maria Madre di Gesù, op. cit., 349.
20. Dalle testimonianze anche scritte e documentate di alcuni veggenti contemporanei, raccolte personalmente o da loro trasmesse.
21. Cfr. Laurentin R., Le apparizioni della Vergine si moltiplicano, op. cit.,  pp. 40-42.
22. Cfr. Perfetti C., Guadalupe, op. cit., 185-194; Grasso A., Guadalupe. Le apparizioni della Beata Vergine Maria, Gribaudi, Milano 1998, pp. 65-74; Caruso A., Per un popolo nuovo. Messaggio mariano dal Messico per gli uomini d’oggi, Editrice Effelle, Roma 1987, pp. 165-173.
23. Cfr. Barbero G., La Vergine a La Salette. Storia dell’apparizione, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, pp. 18-31; Masson R., La Salette. 19 settembre 1846. La Madonna vestita di primavera, Edizioni Rogate, Roma 1988, pp. 203-227.
24. Cfr. Agasso D. – Ravasi G., Pellegrini a Lourdes, Paoline, Cinisello Balsamo 1989, pp. 144-145; Simonetto B., L’Immacolata e l’uomo rigenerato, in Madre di Dio, 2 febbraio 2004,  pp. 19-20.
25. Cfr. Laurentin R., Le apparizioni della Vergine si moltiplicano, op. cit., pp. 42-44: Perrella S. M., Le apparizioni mariane, op. cit., p. 121; De Fiores S., Maria Madre di Gesù, op. cit., p. 349.

 

ASCOLTA L'AUDIO DELL'ARTICOLO







Questo Articolo proviene dal PORTALE DI MARIOLOGIA


L'URL per questa storia è:
/modules.php?name=News&file=article&sid=1509