Le più antiche preghiere a Maria. Dal libro di Stefano De Fiores, A Colei che ci ascolta, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1980, pp. 17-28.
l. SOLA BENEDETTA (III secolo)
Fin dai primi secoli, i cristiani hanno sentito il bisogno di rivolgersi a Maria, la Madre del Signore, e di ripeterle il saluto dell'angelo o la lode di Elisabetta. Gli scavi archeologici di Nazareth hanno messo in luce dei graffiti risalenti al III secolo dove si legge: « Ave Maria » e « luogo santo di Maria ». La più antica preghiera mariana a noi pervenuta è la breve invocazione « Sub tuum praesidium ». Recitata per lunghi secoli dal Medioevo in poi, non si sospettava della sua antichità, finché nel 1917 non venne ritrovato un papiro egiziano del III o IV secolo. In una frangia corrosa di tale papiro si leggono le seguenti parole, rivolte alla Vergine Maria, glorificata e santa, pura e misericordiosa:
Sotto l'ala della tua misericordia ci rifugiamo,
Madre di Dio.
Non respingere le domande nella difficoltà,
ma salvaci dal pericolo,
tu sola casta, sola benedetta1.
Come i cristiani di Egitto perseguitati per la loro fede, anche noi dalla difficile situazione in cui viviamo, volgiamo il nostro cuore a Maria perché ci ottenga da Dio la liberazione dai mali che incombono su noi e sulla società. Anche oggi, come allora, abbiamo fiducia totale nella Madre di Dio!
2. BEATA TE, O MARIA! (S. Efrem)
Come possiamo ricordare tutte le preghiere che i cristiani hanno rivolto alla Madre di Gesù? All'inizio del V secolo, il vescovo siro Severiano di Gabala invitava i fedeli ad invocare « la santa e gloriosa Vergine Maria, Madre di Dio », perché ella « ogni giorno ascolta tutti ripeterle: Beata! » (De mundi creatione VI, PG 56, 497). Mezzo secolo prima di lui, un altro cristiano di Siria, il diacono S. Efrem (†373), compone poesie liriche e preghiere alla Vergine, in cui esprime tutta l'ammirazione del suo animo di fronte al mistero della maternità verginale di Maria e proprio per questo la proclama beata. Nella convinzione di fede che Maria ascolta le nostre lodi e suppliche, ripetiamo con S. Efrem alcuni versi, nei quali egli dimostra il suo animo delicatamente umano e il suo spirito profondamente religioso:
Beata te, o Maria, figlia di povera gente,
che divenisti madre del Signore dei re,
e nel tuo ventre dimorò santamente
quello della cui lode sono pieni i cieli!
Beato il tuo petto che amando lo allattò,
e le tue braccia che lo strinsero:
tu fosti un cocchio
e portasti Dio, fiamma d'amor!
Beata te, o madre ripiena di beni:
poiché ecco che tutte le generazioni
ti proclamano beata,
con voce grande e sonora,
a motivo del nato che spunta da te,
e le isole e le nazioni tutte quante
con i loro popoli ti dicon beata! 2.
3. TI SALUTIAMO, MADRE DI DIO (S. Cirillo di Alessandria)
Il Concilio di Efeso resterà per sempre legato al trionfo della retta dottrina circa Cristo, vero uomo e vero Dio. La controversia ha avuto origine dalla discussione sul titolo di Madre di Dio, che Nestorio non spiegava in modo da salvare l'unica persona divina di Cristo. Il 22 giugno 431 in una seduta durata dal mattino alla sera, i 200 vescovi presenti confermano la dottrina di S. Cirillo di Alessandria, depongono Nestorio e vengono accompagnati dal popolo esultante, tra fiaccole ed incensi, dalla chiesa della Madre di Dio alle loro dimore. Nell'omelia tenuta in quello stesso giorno, Cirillo saluta Maria con le seguenti acclamazioni:
Ti salutiamo, Maria, Madre di Dio,
venerando tesoro di tutto l'universo,
fiaccola inestinguibile,
corona della verginità,
scettro della vera fede,
tempio indistruttibile,
santo verginale grembo
che hai contenuto l'Incontenibile!
Per te è glorificata e adorata la Trinità!
Per te esulta il cielo,
si allietano gli angeli,
sono messi in fuga i demoni!
Per te tutta la creazione,
schiava dell'idolatria,
perviene alla verità!
Per te il santo battesimo
e l'olio dell'esultanza
raggiungono i credenti!
4. VERGINE SIGNORA (Maria Egiziaca)
Questa volta non sono vescovi e teologi ad invocare la Madre di Dio, ma una peccatrice morta da santa nel 431: Maria egiziaca. Conduceva da 17 anni una vita da prostituta, quando fece un pellegrinaggio a Gerusalemme. Tentò di entrare nella Basilica della Santa Croce, ma una potenza invisibile glielo impedì. Nel suo turbamento scorse un'immagine della Vergine e si senti fortemente ispirata a ricorrere a lei:
Vergine Signora,
che hai partorito la carne del Verbo di Dio,
io so che non conviene
ad una donna così contaminata come me,
contemplare la tua immagine,
o Vergine pura.
Tuttavia soccorrimi tu,
perché non ho nessuno che mi aiuti.
Ordina, o Signora,
che a me pure sia concesso
di entrare in chiesa ...
Non prostituirò più la mia carne ...
Dal momento in cui
avrò visto la croce del tuo Figlio,
rinuncerò al mondo ...
ed andrò subito dove mi condurrai,
o mediatrice della mia salvezza 4.
Questa preghiera umile e fiduciosa di una cristiana desiderosa di convertirsi alla comunione intima con Gesù, si adatta anche a ciascuno di noi. Ripetiamola a Maria per debellare con energica risoluzione il peccato e rinnovare la nostra alleanza d'amore con Dio.
5. SEI PRESENTE IN MEZZO A NOI (S. Germano di Costantinopoli)
Se Maria fosse un semplice personaggio del tempo passato, potremmo ricordarla come modello ispiratore di vita evangelica, ma non ci sarebbe consentito di pregarla. Pregare è dialogare con una persona vivente, in grado di ascoltare e di intervenire nella nostra esistenza. Tale fede in Maria, persona viva e presente nel popolo di Dio, è espressa da questa mirabile preghiera di S. Germano di Costantinopoli (†ca. 733 ):
Tu vegli su ciascuno di noi, o Madre di Dio.
I nostri occhi, è vero,
non ti possono vedere, o Tuttasanta,
ma tu sei ugualmente presente in mezzo a noi,
manifestandoti in diverse maniere
a coloro che tu giudichi degni ...
Veramente, lo ripeto nell'esultanza dell'animo,
sebbene tu abbia abbandonato la terra,
non ti sei però allontanata
da questo mondo che si spegne,
anzi ci somministri la vita immortale,
ti avvicini a quanti ti invocano,
ti fai conoscere a chi fedelmente ti cerca 5.
Preghiamo la Vergine perché ci faccia sperimentare la sua presenza, dolcissimo dono di Dio per noi pellegrini su questa terra.
6. BRAMO DIVENTARE SERVO DELLA MADRE DI DIO (S. Ildefonso di Toledo)
Se tanti cristiani dei primi secoli hanno rivolto preghiere alla Madre di Dio, bisogna giungere a Sant'Ildefonso di Toledo (†667) per trovare una spiritualità che possiamo definire « mariana ». In questo monaco e vescovo, che Lope de Vega chiama « il cappellano della Vergine », troviamo un atteggiamento profondo e permanente, frutto di una scelta spirituale, nei riguardi di Maria: egli si proclama suo servo ed è convinto che tale servizio ridonda tutto ad onore di Gesù. Essere servo di Gesù e di sua Madre è per S. Ildefonso somma espressione di libertà, magnifico titolo di nobiltà, sicura garanzia per l'eternità.
Per uscire dalla mia triste situazione
e riparare le mie colpe
aspiro a divenire
il servo della Madre del mio Signore.
Separato un tempo
per opera del mio progenitore
dalla comunione con il Padre,
eccomi ora per grazia
servo di Colei,
che è Serva e Madre del mio Creatore!
Come argilla malleabile
nelle mani del Signore,
sono pronto ad essere adibito
al servizio della Vergine Madre:
voglio dedicarmi completamente al suo servizio.
Gesù, Signore di tutte le cose
e Figlio della tua Serva,
concedimi di servire tua Madre
in modo tale da essere riconosciuto da Te
come tuo servo.
Sia Lei la mia sovrana in questo mondo
per essere Tu il mio Signore nell'eternità.
Con quanta impazienza
desidero essere servo di questa sovrana!
Con quanta fedeltà
voglio dedicarmi al suo meraviglioso servizio!
Con quanta brama
aspiro a non allontanarmi dai suoi voleri!
Il mio più grande desiderio
è di averla per sovrana
e di essere servo di suo Figlio.
Per essere servo fedele di Gesù Cristo
aspiro a diventare il servo di sua Madre.
Servire la Serva di Dio
è infatti servire il Signore.
Quanto si offre alla Madre
ha per traguardo il Figlio,
torna ad onore del Re
l'oma-ggio reso alla Regina.
Ora ti prego, Vergine Santa!
Mi sia concesso dallo Spirito
di accogliere, conoscere,
amare, annunciare
e spiritualmente generare
quel Gesù che nello Spirito
hai accolto, amato e generato,
come sua Serva, obbediente alla Parola.
Essere servo di Gesù
è somma espressione della mia libertà,
magnifico titolo di nobiltà,
sicura garanzia di gioia per l'eternità.
Amen6.
NOTE
1. Cfr. G. GIAMBERAKOJNI, Il « Sub Juum praesidium » e il titolo « Theotokos » nella tradizione egiziana, in Marianum 31 (1969) 24, pp. 324-362.
2. S. EFREM SIRO, Inni alla Vergine, trad. G. Ricciotti, Torino, SEI, 1939, pp. 41.42.
3. S. CIRILLO DI ALESSANDRIA, Omelia IV, PG 77, 991.
4. Cfr. P. R ÉGAMEY, Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, traduzione di G. Vigorelli, Roma, Atlante, 1952, p. 92, testo adattato. 23
5. S. GERMANO DI CoSTANTINOPOLI, Nella dormizione della SS. Madre di Dio, PG 98, 344-346.
6. S. ILDEFONSO DI TOLEDO, La verginità di S. Maria, PL 96, 106-108.
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