Nel grembo della Madre la sapienza del Padre
Data: Martedi 1 Novembre 2016, alle ore 10:25:34
Argomento: Culto


Un articolo di Sergio Gaspari, in Madre di Dio, n. 12 - dicembre 2007.



L’assemblea liturgica è il luogo normale dell’"apparizione" della Vergine, e i suoi "segreti" sono già tutti nel Nuovo Testamento, particolarmente nei Vangeli e nella tradizione viva della Chiesa.

In un nostro precedente intervento ci chiedevamo in riferimento alla pietà popolare mariana: «Dove appare la Madonna?». Quali sono i veri "segreti" rivelati ai veggenti? La risposta era: la Vergine Maria, la vera Madre del Redentore, "appare" nella Bibbia, nei Vangeli, e dimora nella comunità dei credenti che celebra il Signore. Secondo gli Atti degli Apostoli la troviamo nel cenacolo di Gerusalemme, al centro della nuova comunità pasquale del Figlio risorto (1,14). Ivi ella è mostrata quale discepola orante tra i discepoli «assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2,42).

Casa di Maria è la Chiesa di Cristo

Maria sta all’origine della Chiesa come suo mirabile esordio e Madre premurosa che porge il Figlio ai primi credenti. Nel vangelo di Matteo leggiamo: i Magi «entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono» (Mt 2,11). In questo contesto si spiega una celebre espressione di Cromazio di Aquileia: «La Chiesa di Cristo è la casa di Maria», ossia la Vergine è presente nella sua casa, la Chiesa del Signore, come Mater familias, «Madre della famiglia di Dio» fin dai suoi primi albori. Discepola attenta e madre vigile, la Vergine sta nello sviluppo della Chiesa come segno della divina presenza del Salvatore. Alle nozze di Cana nell’esortazione ai servi: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5), già nella veste di Madre pasquale, Maria esorta a obbedire alla Parola che salva (cf Gv 6,68). Anticipa così profeticamente il mandato pasquale di Gesù Maestro: «Fate questo in memoria di me!» (Lc 19,22;1 Cor 11,24-25). Per questo il convito nuziale dell’Eucaristia porta indelebilmente l’impronta e il profumo dell’intervento materno della Vergine, che ottiene il vino-sangue della nuova ed eterna alleanza. E nel tempo della Chiesa la sua funzione è quella di predisporre il cuore dei credenti a celebrare il memoriale eucaristico del Figlio, perché venga, e fino a che non sia venuto definitivamente (1 Cor 11,26; Ap 22,17.20). Maria sta nella vita storica della Chiesa come segno della speranza escatologica, nell’attesa orante della piena manifestazione della gloria divina dell’Emmanuele. Nella Bolla di indizione del grande giubileo del 2000, Incarnationis mysterium (1998), Giovanni Paolo II rilevava: «Da duemila anni, la Chiesa è la culla in cui Maria depone Gesù e lo affida all’adorazione e alla contemplazione di tutti i popoli» (n. 11).
Solo dalla Madre la Chiesa può ricevere il Salvatore. Non invano un antico detto recita: «In gremio Matris sedet Sapientia Patris», Cristo Sapienza del Padre risiede nel grembo della Madre. Su questo altare unico e privilegiato, che è la Madre santa, la Chiesa ogni giorno offre a Dio Padre il sacrificio eucaristico. Ma ora ci domandiamo: nella celebrazione del Signore, come si manifesta la presenza materna di Maria, e in che modo viene onorata? La risposta ci viene dal concilio Vaticano II: «Nella celebrazione del ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore Maria Santissima Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza del Figlio suo» (Sacrosanctum Concilium 103; cf Lumen gentium 53; 57). Allora va ribadito il seguente principio teologico, secondo cui la Vergine va compresa in Cristo: «Cerca di capire il Figlio, se vuoi comprendere la Madre. Ella è la degna Madre di Dio!», afferma il noto apostolo mariano san Luigi Maria di Montfort (Trattato della vera devozione a Maria, n. 12). In quanto trono, ostensorio e altare della Sapienza incarnata, la Madre mostra il Figlio; non di meno il Figlio rivela la Madre ai credenti particolarmente nella celebrazione dell’anno liturgico. L’esempio più eloquente di queste affermazioni ci viene dal ciclo di Avvento e Natale. Tempo in cui la memoria della Vergine Madre è molto antica e per di più è inserita organicamente nel tessuto dell’anno liturgico (cf Marialis cultus 4). Nel porre in rilievo la sua cooperazione alla salvezza del Figlio, la liturgia di questo tempo può esser considerata come "spazio sacramentale" per la memoria della Vergine. Vediamo le singole feste.

Feste e memorie di Maria in Avvento-Natale

L’Immacolata Concezione (8 dicembre).
Nel primo periodo dell’Avvento (dalla prima domenica fino al 16 dicembre incluso) spicca maestosa e centrale la solennità dell’Immacolata Concezione. Con il concepimento della Vergine, esempio luminoso per i credenti, l’attesa d’Israele raggiunge il suo culmine: «Si compiono i tempi e si instaura una nuova economia» (LG 55). La Vergine Immacolata si presenta come «radicale preparazione alla venuta del Salvatore e felice esordio della Chiesa senza macchia e senza ruga» (MC 3). Fin dal principio della redenzione, e prima ancora della venuta storica del Salvatore, ella realizza in sé la santificazione della Chiesa (cf colletta e prefazio della messa). 

Settimana mariana prenatalizia.
La settimana che prepara al Natale (17-24 dicembre) è piena della presenza della Madre del Signore: i testi liturgici si riferiscono esplicitamente a lei presentandola quasi come la protagonista del mistero celebrato (cf ad esempio i prefazi II, II/A di Avvento e le collette della messa del 17, 19 e 23 dicembre). Per la loro rilevante accentuazione di riferimenti mariani, queste ferie possono esser ben dette i "giorni mariani dell’Avvento". Questo è riscontrabile sia nelle preghiere della messa e liturgia delle ore che nelle letture bibliche, soprattutto le pericopi evangeliche.

La feria del 20 dicembre (l’annuncio a Maria).
Nel Medioevo questa celebrazione era detta Missa aurea Beatae Mariae. È l’annunciazione mariana dell’Avvento, che assume un’importanza centrale, anche se non è qualificata con il titolo di festa della Vergine (la colletta del 20 dicembre è forse una delle più belle preghiere liturgiche in onore di Maria).

La Domenica mariana pre-natalizia.
La IV domenica di Avvento (la VI per il rito ambrosiano) è domenica mariana. Ristrutturata nei suoi tre cicli, oggi il Lezionario e le preghiere della Chiesa evidenziano l’"emergenza mariana" delle celebrazioni di rito romano.

La domenica mariana post-natalizia.
Tra il Natale e il 1° gennaio si celebra la festa della Santa Famiglia di Nazaret: in essa Maria con san Giuseppe occupa un posto di primaria importanza. Così la solennità di Natale è come incastonata tra due settimane mariane, che sono una continua contemplazione della Vergine. Il rito bizantino al 26 dicembre riserva come post-festa del Natale una sinassi (assemblea liturgica) in onore della maternità divina, popolarmente detta Festa delle congratulazioni, o degli auguri alla santa Theotokos.

La Maternità divina (1° gennaio).
Protagonista indiscussa nella nascita del Signore, Maria è ricordata durante l’ottava di Natale, e in particolar modo nella solennità del 1° gennaio: Maria Santissima Madre di Dio, giustamente ritenuta la più antica memoria mariana della Chiesa di Roma. Giorno in cui la liturgia "magnifica" la Vergine quale Madre divina di Cristo e Madre della Chiesa. Elevata al grado di solennità, la festa della maternità divina vuole essere un sentito ossequio alla Madre nell’ottava della celebrazione liturgica della nascita del Figlio, per professare apertamente il dogma della maternità divina e invocare da lei, Regina della pace divina, il dono supremo della pace.

Ecco perché il cardinale Ratzinger, poi Benedetto XVI, nel 1987 scriveva: «Celebrare l’Avvento significa divenire mariani, unirsi al sì di Maria, che è continuamente lo spazio della nascita di Dio». E nel 1995, riferendosi al Natale, specificava: «Senza Maria l’ingresso di Dio nella storia non giungerebbe al suo fine [...]. Così Maria [...] è collocata nel punto centrale della confessione del Dio vivente, il quale non può essere pensato senza di lei». Si comprende perché il magistero della Chiesa spesso ribadisca che è necessario adottare uno stile mariano di vita e di preghiera.

 

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