Maria e il primo Avvento
Data: Mercoledi 16 Novembre 2016, alle ore 19:15:29
Argomento: Bibbia


Dal libro di Carlo Rocchetta, Maria icona dell'Avvento, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1989, pp. 6-10.



In relazione al primo Avvento, la Vergine Maria sostiene un compito di primissimo piano. In lei infatti culmina l'attesa delle genti dai primordi dell'umanità a tutto il cammino dei popoli e in particolare al cammino del popolo di Israele. In Maria convergono e confluiscono tutte le preparazioni, le prefigurazioni e le grazie che hanno riempito l'Antico Testamento. Si può dire, a pieno titolo, che alla vigilia della venuta di Cristo, Maria riassume in sé e compie l'attesa di tutti i secoli che l'hanno preceduta. Per questo ella stessa può magnificare il nome del Signore e riconoscere che per mezzo di lei e in lei il Signore ha ormai dispiegato la potenza del suo braccio: «Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre» (Lc 1,54-55).

Maria rappresenta il culmine di tutta l'azione educatrice di Dio in favore di Israele. Infatti, l'opera di Dio nell'AT era stata essenzialmente quella di far passare il popolo eletto da una condizione «carnale», grossolana e difforme dal suo progetto, ad una condizione più spirituale, di maggiore disponibilità, di purezza e di conformità alla sua parola in modo da costituire come un Tempio, una Dimora degna di accogliere il Salvatore e da poter di fatto accogliere, vivere e celebrare gli eventi ultimi della redenzione e del dono dello spirito messianico al momento della loro realizzazione. Quest'opera si compie in Maria.

Lungo l'AT si era attuata una lunga, progressiva azione educativa per introdurre Israele in una fede vera, nella fede dell'unico Dio. Basta ricordare la grande professione di fede d'Israele «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze» (Dt 6, 4-5). Allo stesso tempo, l'opera educatrice di Dio era diretta a far comprendere in modo sempre più chiaro che il progetto divino era un progetto universale che andava al di là dei limiti della razza d'Israele, al di là dei limiti intesi dal popolo ebreo Basta ricordare i grandi annunci dei profeti: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te... Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio» (Is 60, 1.3-4).

Quest'opera educatrice, indirizzata a far comprendere che Dio è uno solo e deve essere amato al di sopra di tutte le cose, intesa a far conoscere il progetto di Dio sull'umanità - progetto universale di salvezza - culmina nel cuore della Vergine, in modo tale che, se per un verso ella fu come preparata da tutto il cammino del popolo ebreo e rappresenta il meraviglioso fiore sbocciato in mezzo a Israele al termine dell'azione di Dio nel cuore dei patriarchi e delle donne sante dell'AT, dei profeti e dei saggi d'Israele, per un altro verso, tutto l'AT converge e si raccoglie in Maria in un'aspirazione più ardente, in una preparazione spirituale più piena e immediata alla venuta del Redentore. In Maria noi possiamo contemplare il magnifico risultato di questa azione educatrice di Dio. Ella ne esprime la pienezza, il compimento. «Ogni valle sarà colmata, ogni monte e colle sarà abbassato», aveva annunciato Isaia (Is 40, 4). Giunti a Maria si può ormai dire in piena verità, che ogni valle è colmata, ogni colle è abbassato: ella è la via sulla quale il Signore potrà camminare per presentarsi all'umanità, per portare a tutti il lieto annuncio della salvezza: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza» (Is 52, 7). Grazie a questa figlia di Sion, l'annuncio dei profeti si compie, la promessa fatta a Israele raggiunge il suo termine, la sua piena manifestazione: «Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre» (Lc 1, 55). Maria costituisce l'inaugurazione già in atto della pienezza dei tempi: «Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché noi ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4, 4-5). Si noti come, in questo testo, la nascita del Figlio di Dio da una donna venga collegata alla nascita a figli adottivi: si passa dalla pienezza dei tempi nella quale il Figlio di Dio nasce da donna alla nostra nascita, all'essere riscattati, liberati, all'essere ormai introdotti nella figliolanza adottiva di Dio: «Nato sotto la legge per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4, 4-5).

Si vede già, in questo testo, come il mistero di Maria è inseparabilmente legato non solo al mistero della venuta del Salvatore nel mondo, ma conseguentemente anche al mistero della nostra liberazione e della nostra rinascita battesimale a figli. 'Figli nel Figlio', come amava ripetere Agostino. E qui dobbiamo sforzarci di percepire in tutto il suo realismo il mistero di Dio che si fa uomo nella storia, grazie a Maria. Con l'incarnazione infatti si compie in Maria e, per mezzo di Maria, nel mondo, l'evento decisivo della storia. Forse siamo troppo abituati a contemplare questo mistero, tanto che non ci meravigliamo più. In realtà, il fatto che il Figlio di Dio, per mezzo di Maria, faccia irruzione nella storia, è l'evento decisivo, assolutamente unico della storia. Niente avrà mai tanta importanza quanto quest'evento. Nessuna evoluzione, nessun progresso scientifico, nessuna invenzione, nessuna rivoluzione potranno mai apportarci qualcosa di minimamente paragonabile ad esso, di tanto grande, di tanto decisivo per la condizione umana, quanto la venuta di Dio in mezzo a noi. Giovanni esprime questo mistero ineffabile in un versetto di meno di dieci parole: «E il Logos si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi» (Gv 1, 14).

Solo un versetto per esprimere l'evento fondamentale, assolutamente singolare e decisivo della storia del mondo evento che cambia qualitativamente ed ontologicamente la condizione dell'uomo sulla terra, dal momento che è l'evento che rende possibile la partecipazione dell'uomo alla vita stessa di Dio, alla vita dell'Unigenito Figlio di Dio: «A quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono nati» (Gv 1, 12-13). Il mistero di Maria si situa al centro di questo evento. Ella è la prima a beneficiarne, così come è grazie a lei che questo evento si compie nella storia e ciascuno di noi può a sua volta beneficiarne. Ed è questa la ragione della nostra profonda venerazione per Maria: il compito storico, unico, che ella ha avuto nell'economia della salvezza: un compito assolutamente irrepetibile.

Il culto alla Vergine non deriva, come da qualche parte si vorrebbe far credere, da una specie di sublimazione della femminilità o della maternità, in analogia a quanto avviene in alcune religioni naturali. Il culto alla Vergine nasce dal fatto storicamente accertato, assolutamente singolare e irrepetibile, per il quale questa donna è stata chiamata ad essere la Madre dell'Unigenito Figlio di Dio fatto uomo. Questa è la ragione del culto alla Vergine Maria, e non altra: deriva dal fatto che ella è la Theotokos, come ha affermato la fede della Chiesa fin dai primi secoli. Ecco il fatto essenziale e decisivo, la motivazione della nostra venerazione e del nostro culto a Maria. «Nacque da Maria Vergine», proclamiamo nel Credo apostolico. «Si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo», ripetiamo nel Simbolo Niceno-Costantinopolitano. E poiché le vie di Dio non conoscono ritorni indietro o pentimenti, Maria conserva nei confronti di ogni uomo e nei confronti di ogni membro del Corpo di Cristo lo stesso compito che ella ha avuto nei riguardi di Cristo stesso e della realizzazione del suo mistero di salvezza. Dio è fedele. Il compito che Maria ha avuto una volta nella storia, continua ad averlo oggi, e continuerà ad averlo per sempre. Come ha avuto una missione eminente nella nascita di Cristo, così ella conserva una missione eminente nella nascita dei nuovi figli di Dio nel Battesimo della Chiesa.

Maria è perennemente Madre, è Madre della Chiesa e Madre di ciascuno di noi. Ma per poter cogliere questo mistero della maternità attuale di Maria, occorre riferirsi per un momento alla maternità universale di Maria, per la quale Maria è Madre dei popoli. Solo dopo potremo cogliere la grandezza di questa maternità di Maria riferita a ciascun battezzato, a ciascun uomo che «nasce dall'acqua e dallo Spirito» (Gv 3, 5) e al cammino battesimale e spirituale di ogni battezzato. 

 

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