Alla scuola di Maria per uscire e abitare l'umano
Data: Lunedi 9 Gennaio 2017, alle ore 10:18:51
Argomento: Spiritualità


Un articolo del Prof. Denis S. Kulandaisamy, in Riparazione Mariana 101 (2016/4), pp. 7-9.



Una riflessione biblica sull'Incarnazione prima tappa e criterio per una umanità nuova

La Sacra Scrittura, in quanto storia di salvezza dell'umanità e rivelazione del mistero di Cristo, ci insegna che Dio, per sua iniziativa libera e gratuita, in più modi e in tempi diversi (cf. Eb 1,1-12) viene incontro all'uomo. In questo incontro tra Dio e l'uomo, il tema dell'alleanza è centrale. L'alleanza è una situazione di comunione con Dio, che culmina nell'incarnazione di Gesù Cristo. In questo compimento della Nuova Alleanza in Cristo, Maria occupa un posto di primo piano. Sulla base della Sacra Scrittura, vedremo come Dio fa alleanza con l'umanità e cercheremo di evidenziare come Maria, donna della Nuova Alleanza, ha vissuto la sua fede e ha collaborato per creare un nuovo umanesimo in Gesù Cristo. Da Maria, quindi, possiamo e dobbiamo imparare a uscire da noi stessi, a incontrare i nostri fratelli e sorelle nella loro umanità e a collaborare così all'incarnazione del Vangelo oggi, perché Dio possa ancora abitare l'umano e porre la sua tenda nella nostra società secolarizzata.

Incarnazione: alleanza di Dio con l'umanità

Numerose sono le testimonianze che la Sacra Scrittura ci offre del patto d'amore tra Dio e l'uomo. Il termine berît, in ebraico, assume connotazioni varie e differenti ("giuramento", "promessa", "impegno"). I riferimenti più importanti del concetto di alleanza nel libro della Genesi si trovano in 9,8-17, che si riferisce all'alleanza di Dio con Noè, e in 15,18, che parla dell'alleanza che Dio fece con Abramo: «Dio crea per fare alleanza, cioè crea allo scopo di far entrare gli uomini in comunione con lui come suo fine e non è soltanto una modificazione accidentale che `si aggiunge' a una creazione in sé consistente e dotata di senso».1

Nel cammino verso un nuovo umanesimo è importante allargare l'orizzonte del pensare e dell'agire

In riferimento al concetto di alleanza, si possono anche considerare i seguenti brani: l'alleanza sinaitica (Es 19-24), la liturgia dell'alleanza (Gs 24), l'alleanza regale con Davide (2 Sani 7,11), l'alleanza d'amore nei profeti (Os 2,20; 6,7; 8,1; 10,4; 12,2; Ger 31,31-34). Tutti i riferimenti veterotestamentari all'alleanza di Dio con il popolo di Israele si chiarificano nel contesto della Nuova Alleanza in Gesù Cristo. Con l'incarnazione del Verbo, l'evento atteso dall'umanità e attestato dal Primo Testamento si manifesta, e Dio parla a noi per mezzo del Figlio, «una volta per tutte» (Eb 1,1-2). In questo evento sublime della storia dell'umanità, Maria ha giocato un ruolo molto importante. Infatti, l'eterno progetto di Dio si fa storia nell'incarnazione del Verbo che diventa figlio di Maria: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna sotto la Legge» (Gal 4,4). Si tratta di un testo di rara densità dal punto di vista cristologico e mariologico. Nell'evento dell'incarnazione di Dio in Gesù di Nazaret, Dio si fa uomo. Riflettere su questo evento storico-salvifico significa porre al centro l'uomo e riscoprire il valore della sua sacralità e dignità; ciò comporta che dobbiamo imparare a collaborare con Dio nell'impegno continuo di umanizzare il nostro mondo, con lo stesso amore che abbiamo gratuitamente ricevuto da lui.

Maria nel mistero dell'Incarnazione
 
L'Apostolo Paolo dice che «Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,6-7). Nell'Annunciazione, Maria ha dato il suo consenso per collaborare al piano di Dio per la nostra salvezza (cf. Lc 2,34-38). Leggendo con attenzione questi due brani, possiamo notare un nesso strettissimo tra l'obbedienza di Cristo e quella di Maria. Come Cristo, dallo splendore della divinità che gli appartiene per natura, sceglie di scendere fino all'umiliazione della «morte di croce», così Maria si costituisce e si definisce serva del Signore nell'evento dell'Annunciazione. Cristo si mostra veramente uomo e redentore, con un'autentica e piena partecipazione alla nostra realtà umana di dolore e di morte. Con questo evento realizza i cieli nuovi e la terra nuova (cf. Is 65,17-18; 2 Pt 3,13; Ap 2,17) e insegna ai suoi discepoli che solo prendendo la propria croce ogni giorno (cf. Lc 9,23) possono realizzare qualcosa di nuovo che vada oltre i messaggi pseudo-salvifici del mondo. Lo stesso avviene anche nella vita di Maria. Nell'Annunciazione ella è chiamata a un servizio del tutto singolare, quello di essere la madre del Figlio di Dio. Con l'espressione «Ecco la serva del Signore, avvenga di me ciò che tu hai detto» (Lc 1,38), Maria si riferisce al compito che Dio le ha assegnato. Ella si rende serva del Signore, obbedendo alla sua volontà e diventa donna esemplare, per tutti noi, nel sottomettersi a Dio e cooperare alla salvezza dell'umanità. La sua disponibilità e prontezza a collaborare al piano salvifico di Dio è in funzione del compimento della Nuova Alleanza in Cristo: «All'esempio di una vita trasformata in culto spirituale, Maria aggiunge la sua opera di servizio a favore dell'alleanza. Già nell'Incarnazione, Maria contribuisce alla salvezza del popolo non solo dando la vita umana al Figlio di Dio, ma iniziando con il suo consenso di fede la comunità della Nuova Alleanza».2

Come Maria per un nuovo umanesimo
 
Abbiamo visto brevemente come Maria risponde alla rivelazione di Dio e partecipa alla Nuova Alleanza in Gesù Cristo. La partecipazione di Maria a questo progetto è in vista di un nuovo umanesimo. Gli autori del Nuovo Testamento ci presentano la Madre di Dio come colei che ama Dio e l'umanità tutta. L'evangelista Luca dice che Maria si mise in viaggio in fretta (cf. Lc 1,39). Alcuni biblisti traducono: «si mise in cammino con sollecitudine». Uscire da se stessa per fare una visita esprime il desiderio di fare un servizio caritatevole, con cuore tenero e umano. Lo zelo per servire la cugina la spinge ad andare in fretta. Il cuore di Maria è sempre orientato a servire gli altri che sono nel bisogno. Nell'incontro di queste due madri si manifesta qualcosa di straordinario: è un incontro scaturito dall'amore nel quale si può leggere il segno di un nuovo umanesimo. Il servizio compiuto da Maria culmina con il Magnificat. L'anima di Maria esulta per le cose meravigliose che il Signore ha fatto in lei e nella casa di Israele. Questa lode incessante di Maria è più che un ringraziamento che viene dal cuore e che riconosce l'amore eterno di Dio; con il suo canto Maria rivela la bontà infinita di Dio e il suo amore per i poveri e gli umili. Maria, che rappresenta la comunità cristiana, si identifica con i poveri. Giovanni Paolo II mette in rilievo questo aspetto del canto del Magnificat: «Il suo amore di preferenza per i poveri è iscritto mirabilmente nel Magnificat di Maria. Il Dio dell'Alleanza, cantato [...] dalla Vergine di Nazaret, è insieme colui che "rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, [...] ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote, [...] disperde i superbi [...] e conserva la sua misericordia per coloro che lo temono". Maria è profondamente permeata dello spirito dei "poveri del Signore" [...]. Attingendo dal cuore di Maria, dalla profondità della sua fede, espressa nelle parole del Magnificat, la Chiesa rinnova sempre meglio in sé la consapevolezza che non si può separare la verità su Dio che salva [...] dalla manifestazione del suo amore di preferenza per i poveri e gli umili, il quale, cantato nel Magnificat, si trova poi espresso nelle parole e nelle opere di Gesù».3 Così Maria si identifica con i poveri. La sua solidarietà con essi e il suo amore verso i bisognosi ci ispira a uscire da noi stessi e porci a servizio degli afflitti, per collaborare a costruire un mondo nuovo. Se vogliamo lavorare per promuovere un nuovo umanesimo, dobbiamo guardare a Maria e al suo cammino di fede, che l'ha resa partecipe in modo unico del compimento dell'alleanza di Dio. La fede di Maria e il suo amore per l'umanità sono esemplari per il nostro impegno cristiano, perché «la fede in Cristo Gesù non si limita a cogliere, contemplare, magari imitare, l'umano, per il quale sarebbe sufficiente la conoscenza storica, ma intravede e professa l'umano e il divino in una profonda unità personale, che interpella e coinvolge oltre la storia, ma non fuori di essa».4 In questo cammino verso un nuovo umanesimo, è importante che ogni persona allarghi l'orizzonte del suo pensare e del suo agire. Questo non riguarda solo i singoli fedeli, ma tutta la comunità cristiana: «L'attualizzazione di questa nuova alleanza pone l'agire ecclesiale delle nostre comunità in uno stato di conversione, aiuta a rifuggire la tentazione del "si è fatto sempre così", spinge a superare una pastorale fondata sulle strutture e facile preda di un "dispersivo faccendismo pastorale" muovendo verso l'attenzione alle persone dove "uscire, abitare, annunciare, educare, trasfigurare" non siano solo degli slogan o delle formule, bensì costituiscano le motivazioni stesse del nostro personale impegno quotidiano».5 In questo impegno personale e comunitario, Maria è il modello per eccellenza per crescere nella fede in Gesù Cristo e lavorare per una società fondata su un nuovo umanesimo. Fissiamo il nostro guardo su Maria, donna dell'alleanza, e impariamo da lei a uscire da noi stessi e a incontrare i nostri fratelli e sorelle nella loro umanità.

NOTE
1 A. BONORA, Alleanza, in P. ROSSANO - G. RAVASI - A. GIRLANDA (a cura di), Nuovo Dizionario di Teologia biblica, Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1988, p. 34.
2 S. DE FIORES, Consacrazione, in S. DE FIORES E S. M. MEO (a cura di), Nuovo Dizionario di Mariologia, Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1986, p. 397.
3 GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater, n. 37.
4 G. LORIZIO, La fede in Gesù Cristo genera un nuovo umanesimo, 5° Convegno Ecclesiale Nazionale (Firenze, 9-13 novembre 2015), in https://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/alle-gati/75505/Relazione-Giuseppe-Lorizio.pdf (accesso il 3 dic 2016), p. 1.
5 Ibid., p. 12.

 

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