I Fondamenti teologici dell'Assunzione di Maria
Data: Mercoledi 26 Luglio 2017, alle ore 16:36:15
Argomento: Dogmi


Dal libro di Antonio Ducay, La Prediletta di Dio. Sintesi di Mariologia, Aracne Editrice, Roma 2013, pp. 171-188.



1. Il "sensus fidei" del popolo di Dio

La Costituzione Apostolica "Munificentissimus Deus" sottolinea l'ampio consenso che esiste presso il popolo di Dio - pastori e fedeli6 - sulla dottrina dell'Assunzione corporea di Maria7. E ravvisa in questo consenso il fondamento della definizione8: «L'insegnamento del magistero ordinario della chiesa e la fede concorde del popolo cristiano, da esso sostenuta e diretta, da se stesso manifesta in modo certo e infallibile che tale privilegio è verità rivelata da Dio e contenuta in quel divino deposito che Cristo affidò alla sua Sposa, perché lo custodisse fedelmente e infallibilmente lo dichiarasse»9. La Costituzione sviluppa poi questo argomento secondo vane linee per mostrare che la Chiesa del presente e del passato ha creduto nell'Assunzione. A. Amato ha ben riassunto la logica che sorregge la Costituzione. Egli scrive: «Il solenne pronunciamento pontificio, infatti, parte dal sensus fidelium, testimoniato dalle Petitiones [ndr: si riferisce alle richieste di definizione che erano arrivate alla Santa Sede] e dalle risposte all'enciclica Deiparae Virginis Mariae del 1946; si rifà poi ai documenti della pietà mariana (chiese, città, istituti religiosi, rosario, città, arte), alla liturgia (festa dell'assunzione in oriente e in occidente) e al consenso dei Padri e dei teologi (citando S. Giovanni Damasceno, S. Tommaso, S. Bonaventura, S. Roberto Bellarmino); fonda, infine, questa coscienza di fede sul dato biblico della divina maternità di Maria, della sua grazia e santità, e della sua verginità»10. Sono dunque solide le basi di questa dottrina nella tradizione di fede della Chiesa universale.

2. La formazione della fede nell'Assunzione corporea di Maria

Ma come si è formata questa fede nell'assunzione di Maria? La Sacra Scrittura non offre dati storici sull'avvenimento e neppure è facile mostrare l'esistenza di una tradizione ininterrotta che risalga ai primissimi secoli della Chiesa11. La fede nell'Assunzione si è imposta nel sentire ecclesiale perché si è compreso che Maria doveva finire la sua esistenza in modo conforme alla sua dignità di Madre verginale del Figlio di Dio. E questo modo più conforme è proprio 1'Assunzione in cielo, termine ad quem di tutti i dati della Rivelazione sul mistero di Maria. L'analisi che stiamo per intraprendere dimostrerà la verità di queste asserzioni. Come qualsiasi altro dogma, anche 1'Assunzione di Maria ha avuto elementi strumentali e storici che hanno contribuito a formarlo, nonché canali che lo hanno diffuso e radicato nella Chiesa. Questo dogma però ha una peculiarità originale: le cause che hanno contribuito alla sua formazione spesso non erano tra le più titolate. Tradizioni fantasiose e difficili da verificare (si pensi agli scritti apocrifi) e comunità dalle dubbie dottrine (forse gnostiche o giudeocristiane) hanno contribuito a tramandare, spesso in maniera pittoresca, un'intuizione chiara e fondamentale: non poteva essere consegnata alla corruzione della morte colei che era stata radice della vita divina. La morte non poteva scalfire la bellezza sublime del mistero di Maria.

        2.1. La testimonianza di Epfanio di Salamina
        Il primo testo che conosciamo sull'argomento risale al palestinese S. Epifanio (+403). Questo Padre confessa la sua ignoranza in materia, ma è dell'opinione che alla fine della vita di Maria sia accaduto qualcosa di straordinario: «Se qualcuno crede che noi sbagliamo scruti le indicazioni delle Scritture, e non troverà alcun accenno alla morte di Maria, vale a dire se morì o non morì, se fu sepolta o no. Certo è che quando Giovanni si recò in Asia, da nessuna parte si dice che egli abbia preso con sé la Vergine santa. La Scrittura ha serbato in proposito il silenzio più completo a causa della grandezza del prodigio; per non suscitare un eccessivo stupore nell'animo degli uomini»12. Epifanio ignora l'effettivo destino di Maria, ma aggiunge che ciò non si deve al fatto che non ci sia in esso nulla di particolare, ma a una specifica volontà di Dio che ha deciso di tenere nascosto questo evento così eccelso.13

        2.2. I racconti apocrifi
        Gli scritti apocrifi rivestono grande importanza per la formazione della fede nell'Assunzione nel periodo patristico14. Maria gioca un ruolo fondamentale nella letteratura apocrifa. Tre sono gli episodi della sua vita maggiormente citati: la nascita e l'infanzia di Gesù, la passione e la risurrezione, la morte e 1'assunzione in cielo. Delle origini di Gesù e della sua infanzia si occupa il più importante e antico apocrifo che abbiamo, il Protovangelo di Giacomo, che è la fonte a cui risalgono le feste come la concezione di Maria, la sua natività e la sua presentazione al Tempio, e anche delle figure dei genitori Gioacchino ed Anna15. Della Pasqua di Gesù si occupano altri apocrifi come il Vangelo di Nicodemo e Bartolomeo, il Libro della Risurrezione di Cristo, il Vangelo di Gamaliele ecc. Maria trova posto anche in questi scritti. Infine, un ultimo gruppo di testi è tutto incentrato sulla morte e glorificazione di Maria. É il cosiddetto Transitus Mariae o Dormitio Mariae. Al genere di questi Transitus appartengono il Libro dello Pseudo-Giovanni evangelista (usato anche nella liturgia greco-ortodossa), il Libro dello Pseudo-Melitone di Sardi in latino, il Libro del Riposo Etiopico (pubblicato nel 1973), il Transito Romano, il Transito Siriaco e altri. I Transitus raccontano la morte di Maria, la sua sepoltura e il trasferimento del suo corpo dalla tomba. Il racconto varia nei diversi libri, ma spesso ha uno schema più o meno comune, di questo tipo16: Maria morì di morte naturale a Gerusalemme, in presenza degli apostoli. Gesù venne a cercare la sua anima per portarla in cielo e gli apostoli seppellirono il suo corpo in una tomba della valle del Cedron. Da questa tomba il corpo di Maria fu trasferito in cielo alcuni (tre) giorni dopo, o nel paradiso terrestre sotto l'albero della vita. Questi scritti mettono tutti in rilievo il fatto che il corpo di Maria è in un luogo paradisiaco (p. es.: sotto l'albero della vita come oggetto di grande venerazione) ma spesso corpo e anima rimangono separati nell'attesa della risurrezione finale. Tuttavia in diversi Transitus, l'anima di Maria si riunisce di nuovo con il suo corpo per vivificarlo17. Gli studiosi si sono interrogati sull'origine di questo genere letterario dei Transitus Mariae. Esso appare già notevolmente sviluppato verso i secoli VI-VII ma, stranamente, mancano i manoscritti di periodi precedenti che dovrebbero essere le loro fonti. Per la maggioranza degli studiosi, ciò è dovuto al fatto che questi scritti nascono fuori dalla Chiesa, in ambienti gnostici18 o giudeo-cristiani19: essi infatti presentano tracce della teologia propria di queste correnti20. Si tratterebbe allora di scritti con un nucleo antico risalente al secolo II/III21, posteriormente arricchiti e rielaborati, nonché epurati da elementi eretici per essere accolti nella Chiesa come pii scritti non-canonici. A causa della lontananza delle dottrine degli gnostici e dei giudei cristiani da quelle della "grande chiesa", le loro tradizioni non trovarono ampia diffusione per secoli. Ad ogni modo, il Transitus, nelle diverse forme, ha avuto un grande influsso sull'immaginazione collettiva. Il suo racconto sul destino finale di Maria ha modellato le omelie dei Padri e gli scritti degli autori medioevali. I Transitus certamente non hanno garanzie di storicità: rispondono ai canoni della letteratura fantastica, tuttavia sono indice di una tradizione che vuole leggere la fine della vita di Maria in conformità con la sua dignità di vergine-madre di Cristo. Da questa prospettiva costituiscono una bella testimonianza della pietà della Chiesa verso la madre del Signore. Se venisse confermata l'antichità della loro matrice, si aprirebbero delle possibilità per la ricerca storica sulla morte di Maria.

        2.3. La tradizione sulla tomba di Maria al Getsemani
        Secondo alcuni dei Transitus, la vergine di Nazaret esalò l'ultimo respiro sul monte Sion e Gesù, venuto a consolarla, affidò la sua anima agli angeli Michele e Gabriele affinché la custodissero attraverso la "scala cosmica" fino all'albero della vita. Gli Apostoli presero corpo di Maria e lo deposero al Getsemani. Put tardi Gesù apparve nuovamente e fece riunire l'anima di Maria al corpo e la Vergine, così risuscitata, fu trasferita in cielo. Nella valle del Getsemani esiste realmente una chiesa, quasi rupestre, che ha il nome di Tomba di Maria SS., Madre di Gesù. Per molto tempo si è pensato che la chiesa fosse una semplice costruzione commemorativa sulla base dei racconti apocrifi. Ma nel 1972 un'inondazione obbligò a togliere degli strati di intonaco massiccio sulle pareti della chiesa permettendo di verificare le fondamenta della costruzione: Venne alla luce una tomba in una cameretta scavata nella roccia e isolata quando l'edificio fu eretto. Secondo B. Bagatti si tratta di un sepolcro del I secolo che ben corrisponde alle descrizioni degli apocrifi, sopratutto perché si compone di tre camerette come attestato nella versione siriaca dei Transitus. Secondo questo ricercatore la tomba sarebbe stata prima in mano a gruppi giudeo-cristiani, che celebravano la commemorazione di Maria una volta all'anno.23 Egli pensa che in quell'occasione si leggeva il primitivo racconto della Dormizione. Dopo il secolo IV la tomba sarebbe passata in mano ai cristiani che fecero alcune ristrutturazioni: la separarono dalle altre e trasformarono il luogo in una chiesa. Da allora in poi il luogo sarebbe stato sempre venerato dai fedeli24. É interessante questa tesi di Bagatti perché apre una strada per comprendere come si sia sviluppata la tradizione sull'assunzione di Maria; bisogna però riconoscere che non tutti gli studiosi sono d'accordo con la sua tesi: è infatti difficile provare che il luogo sia stato oggetto di venerazione nei primi secoli25.

        2.4. La festa della Dormizione
        Non si hanno dati molto certi su questa festa26. A quanto pare, la Gerusalemme del primi secoli conosceva l'esistenza di una festa dedicata a Santa Maria Theotókos il 15 di agosto. Nella chiesa antica era molto vivo il culto dei martiri, la cui celebrazione spesso avveniva nel luogo dove riposavano le loro spoglie. É probabile che questo schema sia stato in qualche modo applicato anche a Maria. Se così fosse, la data del 15 agosto sarebbe stata scelta come memoria del dies natalis della Madonna. Alcuni studiosi pensano che questa celebrazione di agosto si svolgesse all'inizio nella chiesa detta del Riposo27 e poi, verso l'anno 500, sia stata trasferita alla chiesa della Tomba di Maria. Ma, come attestano gli apocrifi, i cristiani di quel tempo sapevano che il corpo di Maria non era nella tomba, per cui la celebrazione aveva il senso che si ricava dagli apocrifi (come Dormizione di Maria e trasferimento successivo del suo corpo). Questa festa, adottata poi da altre chiese cattoliche e dalle chiese monofisite, sembra aver subito un'evoluzione: dalla celebrazione della Dormitio o trapasso (Transitus) di Maria si è passati alla commemorazione vera e propria dell'assunzione (Analepsis). L'imperatore Maurizio (+602) estese la festa a tutto l'impero d'oriente, e papa Sergio I (+701) la introdusse a Roma. Da allora in poi è stata per secoli la festa mariana più solenne dell'antichità.

        2.5. Le omelie patristiche dei secoli VI-VIII
        Le omelie pronunciate in occasione della festa della Dormizione costituiscono un'importante fonte di conoscenza dello spirito con cui era vissuto il mistero mariano. Le prime omelie sull'assunzione si possono datare al secolo VI. Sono interessanti le omelie del monofisita Teodosio di Alessandria (+566) e del vescovo palestinese Theoteknos di Livia29. Entrambi attingono parecchio ai racconti apocrifi: il primo spiega che Maria morì e risorse 206 giorni dopo; il secondo cerca di dare ragioni teologiche del mistero in un'omelia molto bella. Maternità divina, eccelsa dignità, vita santa e verginale e partecipazione all'opera redentrice del Figlio sono le ragioni della sua Assunzione dopo la morte. Dello stesso periodo è la testimonianza di Timoteo di Gerusalemme, che in una delle sue omelie parla del destino ultimo di Maria affermando che rimase immortale e che Gesù la portò nello stesso luogo dove egli ascese30. La prima testimonianza occidentale si deve a S. Gregorio di Tours (+593) che riassume ciò che si trovava nei racconti apocrifi31. Dei secoli VII/VIII sono molte lodi mariane come il kondarion per la Dormizione della madre di Dio32, e anche le grandi omelie di Modesto di Gerusalemme (+634), Andrea di Greta (+740), Germano di Costantinopoli (+733) e Giovanni Damasceno (+749). Queste omelie, molto belle, pur attingendo ai racconti apocrifi, sostengono che la Madre del Verbo Incarnato non poteva in modo alcuno rimanere sottomessa al dominio della morte, e perciò la sua carne non poteva essere abbandonata da Dio alle normali leggi di decadimento. La stessa cosa si legge nella Vita di Maria attribuita a S. Massimo il Confessore33. La parte dedicata all'Assunzione in questo scritto attinge largamente agli apocrifi. L'autore afferma che il corpo di Maria fu trasportato nel Paradiso e che l'anima di Maria fu glorificata; egli non afferma con estrema sicurezza che il corpo e l'anima di Maria si siano riuniti, ma propende per questa soluzione.

        2.6. L'Assunzione nell'Occidente cristiano dopo il secolo VIII

        Alla fine del periodo patristico la fede nell'Assuuzione rimane saldamente ancorata nell'Oriente cristiano, mentre nell'Occidente convivrà con una posizione più scettica fondata su motivi razionali: non si vuole affermare nulla di sicuro perché non si trova enunciata la dottrina nella S. Scrittura e non si ritengono affidabili gli scritti apocrifi. Testimone di questa posizione è un autore di ambiente carolingio, attualmente identificato con Pascasio Radberto (+865). Egli scrive con lo pseudonimo di "Gerolamo" e ritiene che ci siano pochi dati per poter affermare l'Assunzione di Maria. L'autore conosce l'apocrifo dello pseudo-Melitone ma lo ritiene poco affidabile. Tuttavia anche in Occidente molti credevano che Maria fosse stata assunta al cielo, e non mancarono repliche allo pseudo-Gerolamo. Una di queste, anch'essa pseudo-epigrafica sotto il nome di Agostino35, ebbe particolare importanza. É uno scritto certamente ben argomentato36. Lo pseudo-Agostino è d'accordo con Radberto sull'assenza di notizie della Scrittura e sullo scarso credito da attribuire agli apocrifi, pensa però che la corruzione della tomba e la dissoluzione del corpo di Maria in polvere non sia consone alla dignità della Vergine, perché ella non partecipò alla maledizione inflitta ad Eva. E inoltre conforme alla pietà, continua questo autore, credere che il Figlio abbia assunto la Madre nella gloria: è più degno che un così prezioso tesoro sia conservato in cielo che non sulla terra. Inoltre, è naturale che Maria, che in vita era stata la fedelissima e devotissima serva e seguace del Signore, sieda ora glorificata presso il Figlio risorto. Infine, conclude lo pseudo-Agostino, della santa Vergine non possiamo pensare se non ciò che è pio e degno di 1ei37. Un argomento particolarmente forte lo adduce per la verginità di Maria: «Dunque proprio perché non riuscirei a comprenderlo, ho paura di affermare che abbia avuto la medesima sorte che tocca a tutti gli uomini, soggetti a putrefarsi, ad essere preda dei vermi e a diventare futura polvere, quel santissimo corpo dal quale Cristo ha assunto la carne ed ha unito la natura divina a quella umana»38. L'Assunzione appare in questo testo in stretta connessione con la maternità verginale di Maria, e non si tiene conto né degli scritti apocrifi né della Scrittura. L'opera dissolse le ultime reticenze verso la dottrina dell'assunzione ed essa, proclamata dai grandi mistici e scolastici del Medioevo, divenne dottrina universale fino ai tempi nostri.

3. Le ragioni teologiche principali

        3.1. Indicazioni della Sacra Scrittura
        La Sacra Scrittura non offre direttamente dati sulla fine della vita di Maria. E chiaro però che presenta la vita e la missione di Maria strettamente unite a quelle di Gesù, e pone così le basi per una perfetta associazione di Maria al trionfo di Cristo. Da questa prospettiva, testi come Gn 3,15, Lc 1,28 e Ap 12,lss. sono in sintonia con l'assunzione di Maria in cielo, pur non contenendo direttamente questa dottrina:
- Gen 3,15: la vittoria promessa nel protovangelo alla stirpe della donna è una vittoria della donna stessa;
- Lc 1,28: la salvezza promessa alla Figlia di Sion si realizza pienamente in Maria;
- Ap 12ss.: La "donna vestita di sole" marilfesta il carattere celeste del popolo di Dio. All'interno di questa figura collettiva39 è esplicitamente contenuta la figura individuale della madre di Dio, perché da lei proviene il Messia salvatore e redentore. Questa donna non rappresenta propriamente il mistero dell'assunzione, ma nell'insieme del testo appare vittoriosa in virtù della vittoria di Cristo40.
Dal versante paolino, il testo di lCor 15,20-23, descrive la vittoria di Cristo nelle sue vane tappe fino al suo compimento ultimo. Paolo dice: «Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza». Paolo in questo passo parla di un ordine dove prima viene Cristo, poi i suoi e, all'ultimo, la fine di tutto. Qual è il posto di Maria in questo ordine? Il testo descrive la possibilità di ricevere la salvezza secondo diversi gradi o fasi. Prima è il Salvatore stesso, Cristo, la primizia (in base alla tradizione veterotestamentaria si potrebbe anche tradurre "le primizie"41), poi i suoi, la Chiesa, poi ancora, il cosmo. In virtù della sua stretta associazione con Gesù nell'opera della redenzione, è possibile considerare anche Maria come parte di queste "primizie", e che sia proprio lei a realizzare questo plurale del testo, che abitualmente non si considera nelle traduzioni. Maria, completamente unita a Gesù, partecipa alla salvezza secondo il modo totale di Cristo, e non secondo il modo ancora perfettibile di tutti gli altri santi. Un altro indizio della presenza di questo mistero nella Scrittura è il tema dell'arca dell'alleanza. É soprattutto Luca ad accostare la figura di Maria all'arca dell'alleanza aprendo cosi interessanti prospettive. Nel pensiero giudeo l'Arca e la Torah erano inseparabili. Come la Torah, in quanto parola di Dio, anche l'Arca era destinata a durare per sempre. I materiali nobili dell'Arca, e in particolare l'oro, esprimevano l'idea di incorruttibilità e perciò di permanenza. Inoltre, secondo la mentalità giudea, 1'Arca sarebbe dovuta apparire alla fine della storia della salvezza, affinché Dio potesse manifestare in essa la sua gloria. Scrive Serra: «Il secondo libro dei Maccabei (sec. II BCE) narra che il profeta Geremia, in seguito a un responso divino, prelevò l'arca dal Tempio di Gerusalemme, con la tenda e l'altare degli incensi, e li nascose in una caverna del Monte Nebo. Quando il Signore avrebbe concesso salvezza piena al suo popolo, allora avrebbe mostrato quegli oggetti e si sarebbe rivelata la sua gloria (2 Mac 2,4-8)». Su queste basi l'esegesi giudea forgiò l'idea che l'Arca sarebbe apparsa alla fine dei tempi, quando Gerusalemme sarebbe stata riedificata per sempre. Un'eco di tale tradizione sembra conservarsi nell'apocalisse di Giovanni, quando scrive: «Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza» (Ap 11,19). Maria però è la vera Arca dell'alleanza, creata da Dio e ornata con le più alte e nobili grazie; legata inscindibilmente a Cristo, è il ricettacolo della Parola incarnata destinata a rimanere in eterno. Come non era possibile che la morte trattenesse il corpo di Cristo (cf. At 2,24), così non era possibile che trattenesse anche quello di Maria. Perciò è stata glorificata in anticipo, per continuare a servire il Figlio fino all'ultimo suo mistero. Infine, nella tradizione della Chiesa sono stati applicati all'Assunzione di Maria alcuni testi della Scrittura. Tra questi: Es 20,12 («Onora tuo padre e tua madre»), Is 60,3 nella versione della Volgata («Glorificherò il luogo dove poggiarono i miei piedi»), Sal 45,10 («Alla tua destra la regina in ori di Ofir ...»), Sal 132,8 della Volgata («Alzati Signore nel tuo riposo, tu e l'arca della tua santificazione») e Ct 3,6 («sale dal deserto come una colonna di fumo dagli aromi di mirra e di incenso»). Essi non danno un fondamento al mistero, ma richiamano temi e motivi che aiutano a coglierne la coerenza all'interno del disegno di Dio.

        3.2. Le ragioni teologiche di convenienza
        Ci occupiamo ora degli argomenti relativi alla conformità dell'Assunzione con il resto della dottrina mariana. In un certo senso, l'Assunzione di Maria in cielo è quasi una conseguenza naturale di ciò che la Chiesa afferma su Maria: madre di Dio, sempre vergine, immacolata fin dalla nascita, ecc. La constatazione da parte dei santi e dei teologi, ma anche del popolo cristiano, del perfetto inserimento della dottrina dell'assunzione nel dogma mariano è stata il vero motore che ha spinto la diffusione della fede nell'Assunzione. Infatti, 1'Assunzione è:
- conseguenza della stretta unione di Maria con Cristo. L'unione tra la nuova Eva e il nuovo Adamo non poteva non consumarsi nella gloria43;
- è collegata alla maternità divina a causa del particolare onore che il Figlio, come vero uomo, vuole per la Madre44;
- è rapportata alla verginità di Maria, che Dio aveva voluto conservare anche corporalmente (virginitas in partu), e che avrebbe poco senso se il corpo fosse destinato alla corruzione del sepolcro45;
- è legata alla particolare santità di Maria, che fu sulla terra la piena di grazia, e doveva essere nel cielo la piena di gloria; la gloria è lo sviluppo escatologico della grazia46;
- è correlativa all'immacolata concezione perché la risurrezione di Cristo è il suo trionfo sul peccato e sul diavolo al quale Maria partecipò dall'inizio essendo stata creata immacolata47.
«
La morte introduce nell'uomo una fase di separazione del corpo dal nucleo spirituale personale (anima). Non è l'uomo intero nella sua interezza a entrare nella gloria dopo la morte, ma l'anima spirituale glorificata deve attendere fino alla fine dei tempi per riacquistare la sua piena natura umana. In questo senso, l'escatologia intermedia è conseguenza della morte e segno del dominio del peccato sull'umariità. É perciò naturale che la riflessione cristiana si sia orientata a esimere Maria da questo stato che, a differenza della morte, porta con sé un elemento di separazione da Dio, benché temporaneo». Dopo aver rintracciato questi aspetti negli scritti dei grandi teologi e santi, la Costituzione Munificentissimus Deus conclude: «In tal modo, l'augusta madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità "con uno stesso decreto" (Bolla Ineffabilis Deus) di predestinazione, immacolata nella sua Concezione, vergine illibata nella sua divina maternità, generosa socia del divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, fu preservata della corruzione del sepolcro e, vinta la morte, come già il suo Figlio, fu innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo». Secondo la Costituzione, 1'Assunzione è il ragionevole frutto dell'intero mistero di Maria: della sua unità con Cristo, del suo superiore modo di essere redenta, della sua specifica missione di salvezza.

NOTE   
6 Il primo maggio del 1946 Pio XII si rivolse ai vescovi di tutto il mondo con l'Enciclica Deiparae Virginis, per consultarli sulla convenienza e sull'opportunità della definizione dogmatica. Il risultato generale fu favorevole. D'altra parte, negli anni precedenti a questa consultazione molti gruppi, istituzioni cristiane o singoli fedeli, si rivolsero spontaneamente alla Santa Sede per sollecitare la dichiarazione del dogma (Cf. G. SÖLL, Storia del dogmi mariani, LAS, Roma 1981, pp. 368-371).
7 Pio XII parla infatti «del singolare consenso, dell'episcopato cattolico e dei fedeli nel ritenere definibile, come dogma di fede, l'assunzione corporea al cielo della madre di Dio» (Cfr. Munificentissimus Deus, 1.X1.1950 [AAS 42 (1950), 756]).
8 Vedi quanto abbiamo detto del sensus fidei nel capitolo precedente (sezione 2. 1). Esso trova anche applicazione qui.
9 Cfr. Munficentissimus Deus, 1.Xl.1950 [AAS 42(1950), 756].
10 A. AMATO, Come la Chiesa cattolica è giunta alla definizione dogmatica dell'assunzione di Maria, in PAMI, L'Assunzione di Maria Madre di Dio. Significato storico-salvifico a 50 anni della definizione dogmatica, LEV, Città del Vaticano 2001, pp. 43-70 (qui p. 69).
11 C'è chi parla di un silenzio della Chiesa su questo dogma nei primi cinque secoli della sua storia. Ciò non è del tutto esatto come vedremo.
12 Panarion, 78, 11 [1MPM 1, 395].
13 Infatti, più avanti egli afferma che la Scrittura lascia la cosa incerta perché nessuno pensi che la carne di Maria non era reale. Cf. ibid. -
14 Gli apocrifi sono scritti che costellano sia l'Antico che il Nuovo Testamento e che hanno la pretesa di raccontare eventi della vita dei principali personaggi biblici (per gli apocrifi del NT: Gesù, Maria, gli apostoli) presentandoli come reali (e perciò richiamandosi in qualche modo a una contemporaneità rispetto a tali eventi). Tra gli apocrifi cristiani, cioè quelli che si rifanno ai personaggi del NT, alcuni sono molto antichi, potendo risalire anche al secoli II e III. Generalmente però sono di epoca più tardiva. Spesso sono pseudo epigrafici.
15 Abbiamo già fatto riferimento a questo scritto nel tema su Maria Vergine, poiché esso sottolinea la purezza e verginità di Maria.
16 M. van Esbroeck ha proposto di classificare i Transitus secondo due tipologie diverse. La prima si svolge a Gerusalemme ed è caratterizzata dal fatto che all'inizio del racconto un angelo visita Maria per annunziarle la sua imminente morte e consegnarle una palma. Nel secondo, invece, Maria si trova a Betlemme, dove abita e dove incontra gli apostoli. Poi tutti sono miracolosamente trasferiti a Gerusalemme. (Cf. E. NORELLI, Maria nella letteratura apocrifa cristiana antica, in L. LONGOBARDO, et al. (ed.), Storia della mariologia, I, Città Nuova, Roma 2009, pp. 217-222. C'è tuttavia uno schema comune alle due tipologie.
17 Cf. ibid.; E. PERETTO, Apocrifi, NDM, 112-113; e pure D. BERTETTO, Maria, La Serva del Signore, EDB, Bologna 1988, pp. 346-354.
18 Lo gnosticismo costituì un vasto fenomeno di pensiero che collegava la salvezza alla conoscenza e al ricordo della condizione divina originaria dell'uomo.
19 I giudeo-cristiani considerano Gesù in perfetta linea di continuità con la Torah di Israele. Benché inizialmente essi rappresentarono una sensibilità particolare dentro la Chiesa, col passare del tempo le comunità giudeo-cristiane finirono per abbracciare un monoteismo stretto non trinitario. Diffusesi al di fuori della Palestina dopo la distruzione del Tempio (70 dC), esse furono anche all'origine di letteratura omiletica, epistolare e apocrifa. Segni di possibile influsso giudeo-cristiano sono la presenza del linguaggio apocalittico giudeo per esprimere la cristologia, la cosmologia composta dai sette cieli abitati da esseri spirituali e corporei, l'importante posto assegnato alle gerarchie di angeli e demoni, certi miti sulla caduta di questi esseri spirituali, ecc., come accade in diversi Transitus (e notevole, per esempio, che il Transito Romano presenta Gesù con il titolo di "Grande Angelo" [Cf. TMPM 1, 893).
20 In particolare B. Bagatti ha sostenuto l'origine giudeo-cristiana dei Transiti (Cf. Ricerche sulla tradizioni della morte della Vergine, "Sacra Dottrina" 18 (1973), 185-214). Egli pensa che le tradizioni sulla morte di Maria abbiano avuto origine a Gerusalemme all'interno della comunità giudeo-cristiana. Questa, pur vivendo al margine della Chiesa perché ritenuta scismatica dai cristiani, custodiva però il sepolcro di Maria. II nucleo originario dei racconti del Transitus si sarebbe formato in connessione con la liturgia legata alla chiesa dove si venerava la tomba di Maria.
21 Cf. F. MANNS, Le récit de la Dormition de Marie (Vat. Grec 1982). Contribution a l'étude des origines de l'exegese chrétienne, "Marianum" 50 (1988), 439-555; S. J. SHOEMAKER, Ancient Traditions of che Virgin Mary's Dormition and Assumption, Oxford University Press, Oxford 2000, p. 285; E. TESTA, Lo sviluppo della "Dormitio Mariae" nella letteratura, nella teologia e nella archeologia, "Marianum" 44 (1982), 316-389. Cf. anche E. NORELLI, Maria nella letteratura apocrifa cristiana antica, 245ss.
22 S. C. Mimouni invece pensa che i Transitus sorgano più tardi e che abbiano origine nella teologia e nella cultura post-calcedonese. Nel suo libro Les traditions anciennes sur la Dormition et 1'Assomption de Marie. Etudes littéraires, historiques et doctrinales, Brill, Leiden - Boston (MA) 2011, egli presenta un ottimo status quaestionis degli studi recenti sui Transitus e delle diversi ipotesi di provenienza (cf. pp. 1-75).
23 Questa chiesa è da distinguere dalla chiesa detta del Riposo o Kathisma, vicina a Gerusalemme sulla strada di Betlemme. Quest'ultima commemora un episodio tratto dal Protovangelo di Giacomo, ovvero un momento di riposo della sacra Famiglia nella traversata verso Betlemme prima della nascita di Gesù (Cf. S. J. SHOEMAKER An Traditions of che Virgin Mary's Dormition and Assumption, 81 ss.). Essa ha anche risonanze assunzionistiche per motivi storici. Nel secolo V la chiesa della tomba di Maria fu in mano agli oppositori a Calcedonia, e perciò nella tradizione ortodossa (ca1cedonense) questa chiesa del Kathisma passò a rappresentare il mistero del "Riposo" di Maria, ovvero della sua Dormizione (Cf. F. MANNS, Scoperte archeologiche e tradizioni antiche sulla Dormizione e Assunzione di Maria in PAMI, L'Assunzione di Maria Madre Dio. Significato storico-salvifico a 50 anni della definizione dogmatica, LEV, Città del Vaticano 2001, pp. 170-175).
24 Cf. B. BAGAITI - M. PICCIRILLO - A. PRODROMO, New Discoveries at yhe Tomb of Virgin Mary in Gethsernany, Jerusalem 1975, pp. 57-58.
25 Così, p. es., S. C. MIMOLINI, Les traditions anciennes sur la Dormition et l'Assomption de Marie. Etudes littéraires, historiques et doctrinales, 58-60.
26 Cf. F. MANNS, Scoperte archeologiche e tradizioni antiche sulla Dormizione e Assunzione di Maria, 169-182.
27 Vedi la nota della sezione precedente sulla chiesa della Kathisma.
28 Sermone per l'Assunzione di nostra Signora [TMPM 2, 53-69].
29 Cf. Omelia sull'Assunzione della santa Madre di Dio [TMPM, 2, 81-87].
30 Cf TMPM 2, 46-47.
31 De gloria beatorum Martyrum, c. 4 [PL 71, 7081.
32 Il testo di questo kondarion di autore ignoto può vedersi in TMPM 2, 293-299. Tropario, kondarion e canone sono i tre principali tipi di inni nell'ambito della cristianità orientali. Il tropario è una strofa isolata più o meno lunga, mentre il kondarion comprende diverse strofe. Il modello migliore del kondarion è il celebre Akathistos. Il canone invece è una forma più lunga che fiorirà solo a partire dal secolo VIII.
33 Non è del tutto sicura né l'antichità né l'attribuzione a S. Massimo. Il testo si può confrontare in TMPM 2, 185-290.
34 Così si esprime lo pseudo-Girolamo (Pascasio Radberto +865): «Molti dei nostri dubitano se Maria sia stata assunta col corpo, oppure sia migrata dopo averlo lasciato qui sulla terra. Comunque non si conosce né il modo, né il tempo, né da quale persone quel santissimo corpo sia stato tolto di là (ossia dal sepolcro) e dove sia stato posto, come pure se sia risorto, benché alcuni vogliano sostenere che ella, una volta risuscitata, sia rivestita di beata immortalità insieme a Cristo nei cieli. D'altronde moltissimi affermano la stessa cosa anche del Beato Giovanni Evangelista, suo servo, al quale, vergine, da Cristo aveva affidato la Vergine ... Il fatto è che noi non sappiamo cosa veramente pensare da tutto ciò. Comunque riteniamo cosa migliore affidare tutto a Dio, al quale nulla è impossibile, piuttosto che voler definite con la nostra autorità, ma temerariamente, ciò che non possiamo provare». Omelia sull'assunzione della beata vergine Maria (Cogitis me) [TMFM 4, 7891.
35 L'autore è da alcuni identificato con Ratrammo (+ca 870).
36 PSEUDO-AGOSTINO, Trattato sull'assunzione della beata Vergine Maria [TMPM 4 826-838].
37 Cf. la presentazione allo Pseudo-Agostino in TMPM 2 826.
38 PSEUDO-AGOSTINO, Trattato sull'assunzione della beata Vergine Maria [TMPM 4, 834].
39 Rimandiaino a quanto è stato detto nella sezione biblica.
40 Come afferma A. Serra: «A redenzione compiuta, l'autore dell'Apocalisse proietta su Gn 3,15 tutta la luce del NT. La discendenza di Eva, cui fu promessa la sconfitta del serpente, per cui (Giovanni) viene a identificarsi col popolo di Dio, raffigurato sotto l'immagine di Ap 12. E questo popolo esce vittorioso sull'antico serpente (Satana) attraverso l'opera di Cristo Messia. [ ... ] Indirettamente, e come per riflesso, nella "donna" è inclusa anche Maria. Infatti, i rimanenti scritti del NT rivelano che per disposizione divina, al Cristo è in strettamente associata la madre sua. In altre parole la discendenza della donna-Eva (Gen 3,15) trionfa sul serpente mediante la Chiesa Popolo di Dio (Ap 12); ma a questo popolo sono congiunti, in maniera eminente, Cristo e la madre sua». Bibbia, NDM,
41 Infatti l'uso paolino del termine "primizia" si rifà all'idea vetero-testamentaria di offrire al Signore le primizie degli alimenti e delle offerte animali in rappresentanza di tutto il raccolto o il bestiame. Questo uso al plurale dell'AT fa che non di rado le traduzioni del NT traducano Üπαρχη con "le primizie". Sull'uso biblico del termine cf. C. HAURET, Primizie in X. LEON-DUFOUR (ed.), Dizionario di teologia biblica, Marietti, Torino 1967, pp. 881-884.
42 A. SERRA, La Donna dell'Alleanza. Prefigurazioni di Maria nell'Antico Testamento, Messaggero, Padova 2006, p. 169.
43 Cf. s. 13 della Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus. Le vane sezioni della costituzione non sono numerate. Il numero lo diamo seguendo la successione dei titoli. I testi ufficiali si possono consultare in AAS 42 (1950) 753-773.
44 Cf. s. 8 e s. 12 della Costituzione. É pure chiaro il principio mariologico impiegato: conveniva, Dio poteva farlo e dunque lo fece.
45 Cf. la sezione 10 della Costituzione dove si raccolgono le testimonianze di S. Roberto Bellarmino e di S. Alfonso M. de' Liguori. Vedi anche prima i testi di S. Giovanni Damasceno e della Liturgia Bizantina.
46 Cf. ad es. il testimonio di Amedeo di Losanna s. 8 della Costituzione.
47 Cf.  La prima sezione, introduttiva, della Costituzione.
48 Cf. S. 13 della Costituzione.
 







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