L'Assunta immersa nella natura del pittore Mauro Nicora
Data: Lunedi 31 Luglio 2017, alle ore 17:20:28
Argomento: Arte


Da un articolo di Paola Mangano su Passione Arte del 25 giugno 2015.

In occasione del 30° anniversario di sacerdozio di Don Carlo Colombo presso la parrocchia di Bodio-Lomnago in provincia di Varese è stata commissionata a Mauro Nicora la realizzazione di un dipinto murale all’interno della chiesa di S. Maria Nascente e S. Giorgio. La commissione incaricata pensò di arricchire una nicchia rimasta vuota nella cappella dell’Assunzione tra i pregevoli affreschi cinquecenteschi portati alla luce e restaurati sul finire degli anni ottanta. Il soggetto doveva essere ovviamente un’Assunzione di Maria, progettato e realizzato ex novo, proprio come era uso fare nei tempi passati. L'opera fu commissionata a Mauro Nicora che, oltre ad essere un restauratore, è anche un eccellente pittore capace di ricostruire grandi spartiti decorativi mancanti nell’ambito del restauro così come di progettarne completamente di nuovi in quel filone della grande decorazione murale che si può considerare arte pressoché scomparsa. Un intervento pittorico di questo genere, ex novo, all’interno di un edificio religioso non è stata una sua prima assoluta opera. Nel 2010 il Nicora, infatti, dipinse nella chiesa parrocchiale di Daverio anche un Battesimo di Cristo.

Nel progettare l’opera Mauro Nicora non ha voluto ispirarsi a nessun grande maestro del passato. Ha ricercato nella sua conoscenza della materia pittorica e nell’esperienza accumulata negli anni le suggestioni necessarie alla creazione di un dipinto che, benché completamente nuovo, si inserisse nel filone tradizionale e non fosse contrastante con l’apparato pittorico cinquecentesco presente nella chiesa. Nel suo dipinto, diversamente dalle iconografie classiche, la Vergine non è accompagnata da angeli né sono presenti a terra gli apostoli. Ella è sola, immersa completamente nella natura, lo sguardo rivolto al cielo e un’assorta ed intensa espressione di consapevolezza del suo nuovo divenire, già staccata dalla terra ma ancora ad essa così vicina. La turbolente presenza dell’acqua sotto ai suoi piedi sembra voler simboleggiare l’impietoso caos terreno dal quale ella prende commiato. La sua salita è accentuata dalle linee sottili e allungate dei pini sul crinale mentre un vortice di nuvole provenienti dal cielo giungono ad avvolgerla per facilitarne l’ascesa. I toni sono tutti giocati sui colori dei bianchi e dei blu come se l’intera natura che la circonda riflettesse e risplendesse delle stesse cromie delle vesti della Beata Vergine, un unicum partecipe all’evento in atto.

Il procedimento solitamente usato dal Nicora, sperimentato da oltre vent’anni con l’avvento della tecnologia digitale, inizia dalla creazione di un’immagine fotografica avvalendosi di modelli attinti dalla realtà quotidiana. Nello specifico chi poteva essere più verosimile all’immagine tradizionale della Madonna se non la nostra bellissima figlia? La lunga chioma bionda, gli occhi grigi e i tratti delicati e regolari del viso la rendono perfettamente compatibile con l’immaginario figurativo classico. Non solo; avendo più volte posato per il padre ella si presta con naturalezza alla messa in posa anche se addobbata con gli ingombranti tessuti drappeggiati sul corpo che non si è soliti indossare. Si realizza così in studio una serie di scatti tra i quali sarà scelto quello più compatibile con l’idea iniziale. A questo punto con l’uso della computer grafica si inserisce il soggetto nella scena naturalistica che si voleva creare. In questo caso non è stato possibile realizzare uno scatto direttamente in natura, come invece era stato fatto per il Battesimo di Cristo dove tutta la scena era stata montata e ripresa sulle sponde del Ticino.

Entrando in chiesa il dipinto cattura inevitabilmente l’attenzione. La solennità dell’evento è espressa attraverso una rappresentazione di grande impatto luministico con zone di ombra e luce molto contrastanti. Non sovrasta l’ambiente in cui è inserito, benché cromaticamente intenso. Maestosamente umile e alta, la Vergine illumina tutta la scena, la veste candida e lucente trasmette la sensazione della vera seta, leggermente spiegazzata sul fondo, quel tocco di spontaneo realismo che è solito lasciare nei suoi dipinti il Nicora. Completa il dipinto la finta cornice di contorno che si dipana dalla mensola in finto marmo sino a congiungersi in alto al centro con un cartiglio a forma di conchiglia ove è stata inserita la dedica al parroco Don Carlo.

 







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