Verso la palingenesi della Mariologia?
Data: Giovedi 17 Settembre 2009, alle ore 8:58:18
Argomento: Mariologia


Nella prospettiva di S. De Fiores, Maria Madre di Gesu. Sintesi storcio salvifica, ED, Bologna 1992.

Che futuro ha la mariologia? Pur non potendo prevedere il futuro, da certi movimenti e ca-ratteri del presente, possiamo arguire qualcosa relativa al futuro.

Verso la palingenesi della mariologia?

La mariologia non sarà un pezzo da museo o uno sterile gioco accademico, nostalgi-co e disimpegnato. K. Rahner vede la mariologia come una storia ancora tutta da scoprire, nella quale la Chiesa cerca l’essenza della donna, di Maria e di se stessa. Per Hans Kung Ma-ria riveste un grande significato per la teologia, la Chiesa e la storia della pietà, una Maria però libera dai cliché e dalle raffigurazioni fruste e aperta ad una dimensione veramente e-cumenica. Lo stesso fenomeno mariano diffuso e consistente, conduce a pensare ad una pro-gressione del suo cammino anche per vie nuove e adatte alla comprensione dell’uomo d’oggi. Non può nemmeno essere sottovaluto il fatto che la Mariologia è intimamente legata alla Cristologia, all’Ecclesiologia, all’Antropologia e un silenzio su Maria non aiuterebbe nessuna di queste realtà teologiche, anzi le impoverirebbe.
Secondo il Card. Ratzinger, esistono almeno sei motivi per non “dimenticare” Maria:
1. Il posto che il dogma e la tradizione le assegnano in intima connessione con Cristo, per cui la si deve contemplare alla luce del Verbo Incarnato;
2. Maria è un elemento che suppone il giusto rapporto tra Bibbia e Tradizione, la loro intima connessione, esplicitati attraverso i dogmi mariani scaturiti dall’intuizione del popolo cre-dente guidata dal Magistero;
3. Maria è la Figlia di Sion che lega il popolo dell’Antica Alleanza a quello della Nuova Al-leanza; Lei è il punto di congiunzione nella fede, nell’attesa e nella accoglienza del Messia Salvatore;
4. La vera devozione a Maria coniuga sapientemente la convivenza della “ragione” con il “cuore” dato che l’uomo è anche sentimento e in lui si realizza l’unione di queste due dimen-sioni;
5. Maria è l’immagine, il tipo e la figura della Chiesa ed è solo guardando a Maria che la Chiesa riesce veramente a comprendersi e ritrova in se stessa il volto della Madre;
6. Con la sua pienezza e il suo destino di donna, Maria continua a proiettare luce sul piano di Dio sulla donna di ogni tempo, soprattutto oggi in cui è minacciata l’essenza stessa della femminilità.
Napiòrkowski vede sette grandi problemi legati alla futura mariologia:
- rapporto con la teologia
- accettazione del Vaticano II
- cristocentrismo
- mediazione
- mariologia popolare
- gerarchia della verità
- relazione con l’immagine di Dio
Giovanni Paolo II, nel suo discorso al “Marianum” del 10.12.1988, parla dei fecondi sviluppi della mariologia e del suo influsso positivo sulle altre discipline teologiche:
- la mariologia biblica ha individuato nuovi temi e approfondito gli antichi alla luce di una approfondita esegesi;
-la mariologia dogmatica ha cercato e deve cercare di comporre l’immutabile verità del de-posito della fede con i problemi che oggi vengono posti ad essa dalle scienze del linguaggio o dalle scoperte scientifiche. Sono soprattutto questi gli argomenti scottanti:
- natura del peccato originale e suo rapporto col dogma della concezione immacolata;
- mistero dell’Incarnazione e cooperazione di Maria alla salvezza
- destino ultimo dell’uomo alla luce del dogma dell’assunzione
- natura della molteplice presenza di Maria nella vita della Chiesa;
- interazione tra l’opera della Chiesa e di Maria, ambedue madri nell’ordine della grazia per-ché entrambi ci generano alla vita divina;
- il dialogo ecumenico dove Maria non può essere oggetto di divisione.

Condizioni per la futura mariologia

La vera mariologia proiettata al futuro deve obbedire ad alcuni postulati, senza i quali è dif-ficile ipotizzare un suo facile avvenire:
- Dare un primato assiologico della Parola di Dio: il discorso su Maria deve essere animato dalla Parola di Dio in misura più grande e in modo qualitativamente nuovo che non nel pas-sato. Una futura mariologia esige una conoscenza approfondita dell’Antico e del Nuovo Te-stamento, onde comprendere i brani mariani e dare all’intero discorso mariologico una base biblica esegeticamente seria e solida;
- Accettare le sfide culturali: una mariologia ripetitiva, incapace di mettersi in questione e imboccare nuovi cammini, non ha futuro, perché rende cronica la crisi invece di risolverla. Devono essere valorizzate le varie correnti culturali, cogliendone i valori atti a purificare, maturare, riscoprire tanti aspetti del riferimento dottrinale e culturale alla Vergine;
- Aprirsi all’esperienza ecclesiale di Maria: Parlare di Maria oggi, non è più o solo compito degli accademici, ma dei testimoni, cioè parlare di Maria deve presupporre una sintonia spi-rituale con la sua persona viva, maternamente operante nella Chiesa e modello compiuto dei discepoli del Signore. Il “luogo teologico” del discorso su Maria è il Popolo di Dio nella sua esperienza di Maria, per cui il mariologo costruirà il suo discorso su di lei in comunione con la Chiesa in tutte le sue componenti, dal papa ai vescovi fino all’umile gente del popolo.

Maria nell’avvenire del mondo

Le Mariofanie comtemporanee
Al di là dei progetti umani, Dio realizza il suo piano misericordioso di salvezza degli uomini, portando a compimento la loro storia in maniera sovranamente libera, anche se sempre in perfetta sintonia e coerenza con tutto quello che ci ha rivelato nell’Antico e nel Nuovo Te-stamento. In questo evolversi della storia verso il suo vero fine, Maria esercita, attraverso la sua presenza carismatica, un vitale e misterioso influsso, divenuto quasi un elemento costitu-tivo dell’avvenire del mondo. L’aspetto più significativo di questa presenza carismatica, è rappresentato dalle sue apparizioni. In modo particolare quelle approvate o riconosciute degli ultimi due secoli, che portano quindi il segno ecclesiale dell’autenticità, hanno inciso pro-fondamente sulla vita religiosa dei cattolici, soprattutto a livello popolare, dove sono state accolte, come afferma De Fiores, con "mistica semplicità". Esse risultano oggettivamente, all’interno del libero disegno di Dio che guida la storia verso il suo compimento escatologi-co, un dato di fatto di innegabile valore che domanda con insistenza di essere riconosciuto e approfondito.
Molti critici si pongono queste legittime domande: Perché appare sempre e solo Maria? Per-ché non gli altri santi? Perché non Nostro Signore stesso? A queste domande il grande teolo-go H.U. von Balthasar, dà una triplice risposta:
- Perché Maria è il prototipo della Chiesa, la Chiesa, cioè, nella sua forma più pura, quello che la Chiesa dovrebbe essere o cercare sempre di essere. Maria, quindi, non è una persona privata, ma piuttosto una persona universale;
- Perché Maria è ancora la “Serva del Signore” e la “Piena di grazia”, Colei che rimanda e riporta sempre a Dio. Essendo la perfettamente umile e la pienamente santa, testimonia il suo servizio del Figlio e la potenza salvifica del Dio Redentore;
- Perché noi abbiamo bisogno sempre di nuove spiegazioni per capire quello che nell’unica e immutabile Rivelazione di Dio è contenuto in profondità di grazia e in richiesta di grazia. Chi meglio di Maria può darci queste spiegazioni?
Le apparizioni di Maria si spiegano perciò, secondo von Balthasar, con la sua funzione stori-co – salvifica, con il suo spirito di servizio del Figlio che la caratterizza e con il nostro biso-gno di esegesi spirituale della Parola.
La Rivelazione di Dio non è comunicazione di verità astratte, ma intervento attivo nella sto-ria fatto di eventi e parole tra di loro intimamente connessi. Le apparizioni mariane possono considerarsi come dei segni interpellanti offerti da Dio al mondo in cammino, come degli appelli profetici che ci scuotono dall’inezia e ci muovono alla speranza, che richiamano alla conversione e alla vita evangelica, che mostrano il volto “materno” di Dio attraverso la sol-lecitudine di Maria verso i suoi figli e nello stesso tempo esprimono la presenza pneumatica di Maria e del suo corpo glorificato in mezzo a noi che già S. Germano di Costantinopoli, nella sua “Omelia sulla Dormizione della SS. Theotokos”, descrive in maniera mirabile con queste parole: “Ancora adesso tu passeggi corporalmente in mezzo a noi, non altrimenti che se fossi vivente e gli occhi del nostro cuore sono attirati a guardarti ogni giorno….Tu visiti tutti e vegli su tutti, o Madre di Dio. Il corpo, infatti, non è di impedimento alla potenza ed energia del tuo spirito, il quale certo spira dove vuole essendo immortale”.
Con i suoi ripetuti richiami all’avvenire escatologico, al Regno di Dio, alla pace, al trionfo del suo Cuore Immacolato, Maria si mostra come la Donna dell’Apocalisse che scende in lizza nella Chiesa contro le forze disgregatrici della società e del cosmo simboleggiate dal drago, come l’estremo tentativo di Dio di riportare l’uomo al vangelo della salvezza, perché sia impedita la sua totale distruzione dall’interno e rinasca in lui la speranza nelle Sue pro-messe. Esse, dunque, sono proiettate essenzialmente al futuro e perciò non possono essere comprese fuori della prospettiva dell’avvenire della Chiesa e del mondo.
Attraverso le apparizioni il Padre dimostra ancora di voler unificare gli uomini in Cristo me-diante la Madre che opera per ridare un’anima religiosa al mondo, per proteggere e difendere la vita e i deboli e che testimonia la realtà del Figlio di Dio sceso in mezzo a noi e fattosi no-stro fratello. Maria ci appare il luogo dell’incontro e dell’accoglienza, dove il dialogo tra il Dio Salvatore e l’uomo peccatore è reso possibile, dove la Luce, come canta l’antica Litur-gia, venuta dal suo inaccessibile splendore nell’oscurità del suo fragile grembo di donna, il-lumina la nostra storia trasformandola, con la potenza dello Spirito, in un cammino verso la salvezza.
"Il destino del mondo nuovo è, dunque, - come afferma Evdokimov – tra le braccia della Madre. Se Cristo salva il mondo, è la Theotokos, la Madre di Dio, che lo protegge e che in-troduce nel suo “disumanesimo” l’attenzione alla grazia".

Maria e gli ultimi tempi
Con grande intuizione profetica, S. Luigi Grignon da Montfort, ha affermato che il crescen-do della missione di Maria è collegato con la fine dei tempi, non nel senso del catastrofico millenarismo di cui spesso si sente parlare, ma intesa come un’era meravigliosa per la Chiesa che conoscerà un profondo rinnovamento e una grande riforma spirituale. Egli spiega la pre-senza di Maria col principio di continuità e omogeneità nella condotta di Dio nel suo piano di salvezza e cioè nell’armonia e nella corrispondenza tra i due cardini della pienezza del tempo: l’evento-Cristo e l’escatologia. Pur non contenendo questo chiaro riferimento, la S. Scrittura manifesta che Maria, impegnata pienamente nella dinamica della Storia della Sal-vezza e dell’evento-Cristo, non è assente allo slancio escatologico della Chiesa e non può es-sere estranea all’ultima escatologia ( Cf. Ap.12).
Anche la teologia ortodossa, espressa dal grande teologo Serghiej Bulgakov, pensa alla storia come ad una tragedia spirituale dove si oppongono due forze contrastanti: la Donna vestita di sole e la grande prostituta di Babilonia. Prima della vittoria finale di Cristo, si verificherà un’era del trionfo del bene, caratterizzata dal trionfo della santità. La presenza di Maria in questo finale escatologico è affermata costantemente anche dall’iconografia orientale dove la Madre di Dio è, nell’ultimo giudizio, opera perfetta dello Spirito Santo e segno di misericor-dia. La presenza di Maria è, perciò, di vitale incidenza nello scontro tra il bene e il male, scontro in cui lo Spirito, con la collaborazione di Lei e della Chiesa, prepara la venuta finale di Cristo, professata nel credo come la conclusione divina della vicenda storica degli uomini.
Volgendo lo sguardo, quindi, sull'avvenire della Storia, della Chiesa e del mondo, possiamo affermare che la presenza carismatica di Maria non subirà battute d’arresto ma anzi si avvie-rà verso una progressiva maturazione e una sempre più vitale incidenza. Il suo sarà sempre di più un ruolo archetipo, femminile e materno rivolto verso tutte le generazioni destinate all’incontro finale con il Signore della Gloria. Maria verrà sempre di più compresa e accolta come persona viva e vicina, maternamente operante nella Chiesa, modello compiuto e maestra di vita spirituale, testimone sempre presente dell'amore infinito del Dio Trinitario che opera nella storia per condurre le genti alla salvezza.







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