Solidale con la stirpe umana
Data: Sabato 18 Novembre 2017, alle ore 9:59:13
Argomento: Mariologia


Un articolo di Salvatore Maria Perrella in Madre di Dio, novembre 2017, pp. 6-7.



Maria è vera "figlia di Adamo" e come tale è diventata madre di Gesù.

La Scrittura annuncia anche la posizione che Dio prende davanti all'empio che lo sfida. Dio "non ci sta"! «Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te?» (Sal 50 [49], 21). Dio non tace, pronunziando la Parola del silenzio. Con questa paradossale Parola, Dio si rifiuta di essere "misurato" sul registro della forza e della potenza, così come sono pensate e imposte dagli empi. Il silenzio manifesta il rifiuto di Dio di riconoscere una qualsivoglia 'legittimità" al ragionamento e alla prassi di coloro che scelgono l'empietà. Dio non riconosce all'empio la pretesa di essere sua immagine. Il suo silenzio non contraddice il suo essere re e liberatore. È anzi l'attuazione più sorprendente dell'esodo e della lotta con i "Faraoni". La Parola del silenzio contesta e giudica l'empietà alla sua stessa radice: «La nostra forza sia legge della giustizia, perché la debolezza risulta inutile [...]. Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati. Non conoscono i misteriosi segreti di Dio» (Sap 2,11.21-22). Sull'Oreb, Elia incontra la Parola del silenzio. Accogliendola, egli é finalmente in grado di comprendere quale sia l'autentica differenza tra l'empio e il credente, tra l'infedeltà e la fede. Egli può convertirsi e cambiare, relativizzando quel che in precedenza pensava di aver capito di Dio e del suo mistero in occasione della sfida con i profeti di Baal e che era sfociato nel loro massacro. (cf 1Re 1810-40). Attraverso il linguaggio del silenzio e l'assenza dei segni esodali, Elia è chiamato a diventare una creatura "nuova": il suo cammino non é più animato dal desiderio di morte (cf 1Re 19,4), non viene trasformato in itinerario che conduce alla vita e al cielo, anche se sub contraria specie. Egli dovrà infatti percorrere "a ritroso" la via dell'esodo (cf 2Re 2,1.8), simboleggiando così la sua esperienza della Parola del silenzio e dell'assenza dei segni. Ma l'esito di questo "esodo al contrario" è la vittoria sulla morte (cf 2Re 2.11-12) e l'inizio di una nuova storia di alleanza che coinvolge altri profeti, re e regni (cf 2Re 2,13.25).

Sul Calvario, Maria è chiamata a compiere, in maniera a lei propria, il cammino e l'esperienza di Elia. Il suo Figlio crocifisso, infatti, è il Dio-con-noi che ha scelto di venire e di abitare nel silenzio costituito dall'assenza dei segni dell'Esodo (cf Fil 2,5-11). Egli chiama chiunque lo segue a vivere il medesimo silenzio come grazia, parola, vocazione, missione e giustizia. Infatti, scrive il teologo Bruno Forte; «Questo silenzio del Padre di fronte al Figlio che muore è la "morte di Dio" sulla croce: o, piuttosto, la rivelazione della croce come "morte in Dio". Il Figlio muore, lacerato nel più profondo del suo cuore dal distacco del Padre: il Padre "muore", perché "consegna" dolorosamente suo Figlio, come un giorno Abramo "consegnò" Isacco; lo Spirito è presente nel silenzio, "consegnato" dal Figlio al Padre nell'istante supremo del suo morire. La croce è storia del Figlio, del Padre e dello Spirito, storia trinitaria di Dio!». In questo evento trinitario del silenzio c'è e sta la Dolorosa. A Cana di Galilea, la Madre aveva contribuito con la sua parola di attenzione e di intercessione a inaugurare il primo dei segni messianici (cf Gv 2,1-12), vero compendio di tutto l'annunzio evangelico. Nell'ora del Verbo incarnato - con il suo silenzio - è introdotta nel mistero della oblazione e glorificazione del Redentore e diventa anche lei creatura "nuova", essendo questo l'evento che aveva presieduto alla sua stessa concezione e nascita. Questo non perché ella non sia solidale con la stirpe umana bisognosa di redenzione e di salvezza: Maria é vera «figlia di Adamo» e come tale, «acconsentendo alla parola divina, é diventata madre di Gesù». Ciò è avvenuto perché la glorificazione del Figlio, che si compie nel silenzio e che chiama al silenzio, ha accompagnato, accompagna e accompagnerà - nei modi che Dio solo conosce - tutta la storia dei figli di Adamo e di Eva, realizzando l'escatologica "benedizione" in cui l'umanità è stata voluta e pensata ab aeterno (ef Ef 1,3-14).

Sul Calvario, Colui che pende dal legno come un maledetto, è il vero re messianico (cf Gv 18,33-19.18), che inizia a radunare tutti i dispersi figli di Dio (cf Gv 11.47.52). Divenendo lui stesso silenzio e assenza di qualsiasi segno, il re messianico dona la libertà da quella che è la sorgente e la giustificazione di ogni empietà (cf Gv 835-36). Maria, soffrendo «profondamente col suo Figlio unigenito» e associandosi «con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata», viene resa capace di sperimentare quella giustizia di Dio che aveva cantato nel suo Magnificat. Attraverso il silenzio, Dio «ha spiegato la potenza del suo braccio. ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (fonte: 213° Capitolo generale dell'Ordine dei Frati Servi di S. Maria, «Avvenga per me secondo la tua parola» [Lc 1.38], Marianum 2014, pp. 142, nn. 79-83).

 

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