Maria nel XIII secolo
Data: Giovedi 17 Settembre 2009, alle ore 9:35:30
Argomento: Medioevo


Dal libro di L. Gambero, MARIA NEL PENSIERO DEI DOTTORI LATINI MEDIEVALI, E.P., Cinisello Balsamo 2000.

Introduzione

In questo secolo continua a prosperare il vivace interesse per la dottrina e la devozione mariana. Tra le componenti più evidenti c’è una marcata sollecitudine per il ritorno alle fonti bibliche e patristiche e alle tradizioni monastiche più genuine.
Artisti, scultori, architetti, hanno pertanto compreso la necessità di distaccare le immagini di Cristo e di Maria da quelle degli altri personaggi che compaiono nelle varie opere d’arte con cui si arricchirono le cattedrali romaniche e gotiche del tempo. L’obiettivo di tutto questo era quello di evidenziare il disegno sapiente di Dio Salvatore, disceso sulla terra nel grembo di una donna. Accanto al Figlio Pantocratore, la figura della Vergine risplende con tutta la sua grandezza di Theotokos e di umile interceditrice degli uomini.
Grande impulso allo studio della teologia mariana e della devozione provenne dai nuovi ordini mendicanti come francescani, domenicani, servi di Maria, carmelitani ecc. Il loro contributo si espresse soprattutto attraverso l’opera di alcuni membri di grande prestigio culturale. La dottrina mariana venne inquadrata nella nuova strutturazione e divisione delle discipline teologiche elaborate secondo il nuovo metodo scientifico della Scolastica. All’antico genere omelitico, essa sostituì i trattati sistematici, nei quali la dottrina mariana si guadagnò una collocazione ben precisa nell’ambito della trattazione sul Verbo Incarnato.


Antonio da Padova (1195-1231)

- 1195: nasce a Lisbona e studia a Coimbra dove riceve la sua formazione scientifica
- 1221: si reca alla Porziuncola dove incontra Francesco.
- Rimane un certo periodo in Romagna dove si dedica alla penitenza e all’ascetismo
- Venne quindi chiamato alla predicazione, all’insegnamento e a responsabilità all’interno dell’ordine.
- 1227: viene eletto provinciale dell’Italia superiore, carica che abbandona tre anni dopo
- 1230: riprende la predicazione ma muore improvvisamente nei pressi di Padova.
- 1232: viene proclamato santo da papa Gregorio IX
- 1946: Pio XII lo proclama dottore della Chiesa.

Mariologia cherigmatica
L’insegnamento mariano di Antonio si ricava soprattutto dai sermoni dedicati ai suoi misteri: Natività, Assunzione, Purificazione, Annunciazione. Molto fedele alla dottrina del passato, Antonio rivela dedizioni originali e geniali, materializzate in frasi scultoree o immagini eloquenti. Ha anche una intuizione profetica che gli fa intuire il cammino che soprattutto i due dogmi della Concezione Immacolata e l’Assunzione faranno in futuro, anche se tuttavia, soprattutto circa la Concezione, il santo non prese mai una posizione esatta.

La Madre verginale di Dio
La Vergine è una donna straordinaria che Dio ha destinato ad una missione unica nella storia, quella di diventare la madre del Signore. La sua grandezza tanto più sublime appare, quanto è infinita la distanza che la separa dal Figlio. Questa distanza fu colmata da Dio con la pienezza della grazia divina nella quale ella più radicalmente e profondamente di tutti gli altri è stata ricolmata. La sua vita non fu mai scalfita dalla concupiscenza e così fu anche della sua maternità che, essendo verginale, non si realizzò per mezzo di libidine ma per opera di Dio.

Mediatrice di salvezza e di grazia
Già nel mistero dell’Incarnazione ha inizio la funzione di Maria come nostra mediatrice. Essa richiama il fatto che gli esseri umani sono diventati peccatori e quindi nemici di Dio ed è stata lei, resa pura e santa, a ristabilire la pace tra Dio e il peccatore. Chi si sente in colpa deve perciò rifugiarsi presso di Lei, perché ella è la città de nostro rifugio.

Donna ricolma di doni e virtù
La Vergine era bella fisicamente, ma soprattutto la sua bellezza è una bellezza interiore e spirituale, ed è il possesso di ogni virtù. I doni che ella ha ricevuto dal Signore sono manifestazioni della sua pienezza di grazia e risultano superiori a quelli di qualsiasi altra creatura. Di tutte le virtù Antonio loda soprattutto la povertà e la verginità, l’obbedienza e lo spirito di servizio.


Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274)

- 1221: nasce a Bagnoregio nei pressi di Viterbo
- 1243: trovandosi a Parigi per ragioni di studio, decide di diventare francescano
- 1248: insegna sempre a Parigi S. Scrittura e poi teologia con il commento ai libri di PietroLombardo
- 1257 viene eletto generale dell’ordine che governa per 17 anni
- 1273: nominato cardinale e vescovo di Albano da papa Gregorio X con l’incarico di preparare il Concilio di Lione.
- 1274: muore proprio a Lione. Per la modestia e la bontà viene definito Doctor seraficus

La dottrina mariana
Bonaventura si occupa del mistero di Maria soprattutto: nei commenti ai libri delle sentenze di Pietro Lombardo, nelle conferenze sui doni dello S. Santo, nel “Breviloquium”, “Soliloquium”, “Lignum vitae” “Vitis mystica”
Nell’esporre il suo pensiero Bonaventura lascia trasparire la sua personalità di filosofo e teologo ma anche di mistico, per cui la sua grande preparazione accademica si coniuga con una devozione ed un amore autentico verso la Madre di Dio. Bonaventura rifiuta la Concezione Immacolata perché non vede come poter coniugare questa dottrina con il dogma della Redenzione universale. Egli tuttavia definisce Maria il tempo di Dio adorno di divina sapienza, consacrato dalla grazia e riempito dalla divina presenza. Le questioni che egli affronta con maggiore interesse sono i privilegi di Maria, la verginità perpetua, la compassione ai piedi della Croce che egli pone a fondamento della dottrina della maternità spirituale, l’assunzione e la mediazione celeste.

Maria e l'Incarnazione
Il legame contratto da Maria con il Verbo nell’Incarnazione è la radice di tutta la grandezza di Maria che con umiltà, purezza e benignità si rese anche adatta a diventare la Madre di Dio. Dopo l’Annunciazione Maria meritò anche per grazia la maternità divina, che rimane tuttavia sempre un dono gratuito di Dio. Maria cooperò con lo S. Santo alla realizzazione del mistero dell’Incarnazione, perché Cristo avesse un corpo adatto alla sua suprema dignità di Dio.

La mediazione di Maria
Ricollegandosi al parallelismo Eva-Maria, Bonaventura definisce con chiarezza la funzione di Maria nella storia della salvezza, funzione che ne fa una protagonista, come protagonista era stata nel peccato un’altra donna, Eva. Maria ha dato inizio alla vittoria del Figlio sul peccato nel mistero dell’Incarnazione, quando è diventata Madre di Dio. Maria è la mediatrice tra noi e Gesù, come questi è il mediatore tra noi e Dio. Questa funzione si fonda sul contributo dato da Maria alla salvezza, quando acconsentì che Cristo venisse offerto in sacrificio, come prezzo del nostro riscatto. Dal cielo Maria continua a svolgere questa funzione al punto che tutte le grazie passano per le sue mani.

La maternità spirituale
Bonaventura fa anche il parallelismo Eva-Chiesa: come Eva uscì da fianco di Adamo così la Chiesa è uscita dal costato di Cristo morente sulla croce. Sul calvario stesso e nello stesso momento si inaugura la maternità spirituale di Maria che appare come la piena accettazione del divino disegno di salvezza voluto da Dio per l’umanità.

Devozione a Maria
Per tutti quello che la Vergine ha fatto e fa per noi, merita di essere amata e onorata dal popolo cristiano. Questo onore da rendere a Maria non deve portare mai pregiudizio alla gloria del Figlio, ma deve portare ad un legame più intimo con il Cristo. Infatti va bene onorare la Madre, ma molto di più bisogna onorare il Figlio.


Corrado di Sassonia (primi anni XIII secolo-1279)

- Primi anni del XIII secolo: nasce a Braunschweig nella Sassonia da nobile famiglia
- Entra nell’ordine francescano e diventa teologo, predicatore e autore di opere ascetiche
- 1247: viene eletto ministro provinciale della Sassonia e rieletto ancora nel 1262
- 1262: anno della morte

Scrisse un celebre trattato sulla Vergine dal titolo “Speculum seu opusculum salutationis BVM” che è un ampio commento alla salutazione angelica diviso in 18 lezioni e numerosi sermoni, 15 dei quali sono di argomento mariano. Maria è per Corrado mediatrice, avvocata degli esseri umani presso Dio, superiore per dignità e potenza a tutte le creature angeliche e terrestri, socia del Redentore nell’opera della salvezza, signora del cielo e della terra. Di lei ammira soprattutto la dignità e la santità di Madre di Dio.

Nascita benedetta di Maria
Corrado non pensava che la Vergine fosse stata concepita senza peccato originale, ma riteneva che ne fosse stata liberata prima della nascita, così come era successo per Geremia e Giovanni Battista. Come un vaso puro ella perciò uscì dal grembo di sua madre e pertanto la sua nascita appare un evento privilegiato, un segno precursore di ciò che sarebbe stata la sua vita intera, una vita mai sfiorata dall’ombra del peccato.

Bellezza spirituale di Maria
L’aspetto positivo della eccelsa santità di Maria si manifesta nel mistero della sua verginità che irradia la luce del sole infinito che abitò in Lei.

Regina del cielo e della terra
Maria è anche la regina del cielo, assisa alla destra del Figlio, eterno richiamo per noi che possiamo seguirla nella sua gloria servendola fedelmente, imitandola e pregandola in questo mondo.

Intercessione di Maria
L’intervento di Maria alle nozze di Cana è un segno certo della grande misericordia che ella prova nei nostri confronti e di fronte alle nostre necessità. Madre del Corpo mistico di Cristo, non può esimersi dal garantire la sua protezione a tutti i cristiani che si professano suoi servitori e devoti. La sua intercessione presso Dio è efficace soprattutto perché ella è bella, dolce e degna al cospetto di Dio.


Alberto Magno (fine XII secolo-1280)

- Fine XII secolo: nasce a Lauingen, sul Danubio da una famiglia di militari
- Perfeziona i suoi studi all’università di Padova dove conosce i frati predicatori e diventa domenicano
- Ritornato in Germania insegna in diversi conventi
- 1245: diviene maestro di teologia all’università di Parigi
- 1248: dirige lo studio generale dell’ordine a Colonia ed ha tra i discepoli Tommaso d’Aquino
- 1254 viene eletto superiore della provincia di Germania
- 1260: Papa Alessandro IV lo nomina vescovo di Regensburg
- 1274: partecipa al Concilio di Lione
- 1280: il 15 agosto muore a Colonia, dopo essere stato un instancabile scrittore e operatore pastorale e un oculato organizzatore della vita religiosa e una guida illuminata delle anime.

La dottrina mariana
Alberto che scrisse un’infinità di opere, codifica la sua dottrina mariana nei commenti ad Isaia e Geremia, nei commenti ai quattro vangeli, nei commenti alle sentenze di Pietro Lombardo, nella Summa delle creature e in altre. Egli mostra un profondo attaccamento alla tradizione che va dai Padri della Chiesa greca e latina ai grandi dottori che lo hanno preceduto. Le sue affermazioni rispecchiano perciò un grande rigore teologico e una grande fedeltà all’insegnamento del magistero della Chiesa.

Immacolata Concezione e santità di Maria
Alberto negò che la Vergine fosse stata concepita senza il peccato originale, seguendo l’autorità di S. Bernardo per un motivo non nuovo: senza il peccato originale non si vedeva come si potesse salvare il principio della redenzione universale. Alberto ammette un intervento speciale di Dio che l’avrebbe tuttavia santifica nel seno materno, accordandole una condizione di santità tale per cui le fu rimossa ogni inclinazione al peccato e fu riempita di una straordinaria purezza. Altro intervento eccezionale di grazia avvenne nel mistero dell’Incarnazione, quando lo Spirito Santo adombrandola la riempì di ogni dono, per cui la sua pienezza supera quella di tutte le altre creature ed è inferiore solo a quella di Cristo.

Madre e Sposa di Cristo
Per le sue eccelse virtù Maria meritò quasi il dono della divina maternità, non per giustizia ma per convenienza. La sua è una dignità infinita che rappresenta un caso unico nella storia. Divenendo madre di Cristo, Maria ha contratto con lui anche un rapporto sponsale.

Verginità della Madre di Dio
Pur avendo contratto un reale matrimonio con Giuseppe, Maria on lo conobbe dato che la sua anima era libera da ogni impulso di concupiscenza. Maria ha sicuramente fatto il voto di restare vergine prima ancora di ricevere l’annuncio dell’Angelo ed anche Giuseppe si è comportato in modo simile.

Maria assunta in cielo
Alberto accetta come pia credenza la verità dell’assunzione corporea di Maria al cielo, senza impegnarsi molto nel dimostrarla. Rimane il mistero dove sia stato assunto il corpo della Vergine. Egli parla di u cielo empireo dove dimorano anche gli angeli e dove sono introdotti i santi e dove dimora la stessa umanità di Cristo, un cielo differente da quello trinitario, incorporeo ed increato che rimane l’esclusiva dimora di Dio.

Maria nell'Economia della Salvezza
Solo il Cristo poteva pagare il prezzo del riscatto del genere umano caduto nel peccato. Maria ha cooperato con lui, con una cooperazione che si estende a tutto il processo della redenzione umana e questo in quanto madre del Redentore stesso. Questa cooperazione continua nel cielo dove interviene sempre in nostro favore non escludendo mai nessuna dalla sua preghiera di intercessione presso Dio. Maria è piena di grande misericordia verso i peccatori. Alberto rifiuta la diffusa idea che Gesù fosse solo per il giudizio e la condanna e Maria per la pietà e la misericordia. Gesù è il redentore misericordioso che ci salva. Maria, immersa nella contemplazione di Dio, prega per noi questo suo Figlio perché ci conceda la salvezza.

Madre degli uomini
Come Madre del Verbo incarnato, Maria è anche Madre di tutti gli uomini dal momento che essi sono chiamati alla fede e pertanto l’azione che ella suscita in nostro favore è di natura materna e si manifesta con gli interventi che mirano a far crescere in noi l’immagine del Figlio suo. Tutti i fedeli ottengono per sua intercessione virtù e meriti. Della Chiesa Maria non viene chiamata madre, ma modello e tipo: con il suo parto Maria raffigura la Chiesa che partorisce i figli alla vita cristiana; col la sua verginità e sponsalità, Maria è immagine della Chiesa vergine sposa di Cristo.

Devozione mariana
La maternità divina è il fondamento del culto e dell’onore e venerazione che noi dobbiamo rendere alla Madre di Dio. Il culto a lei dovuto è un culto di iperdulia che non deve mai trasformarsi in latria dovuto solo a Dio.


Tommaso d'Aquino (1224-1274)

- 1224: nasce a Roccasecca dai conti d'Aquino
- riceve la sua formazione nel monastero benedettino di Monte cassino, destinato alla vita monastica perché era il figlio più giovane.
- 1239: indossa l’abito domenicano e si iscrive allo studio generale di Napoli
- 1245: va a studiare a Parigi dove ha per docente Sant’Alberto Magno che segue anche a Colonia nel 1248.
- 1252: diviene maestro di teologia a Parigi
- 1259: rientra in Italia e insegna a Anagni, Orvieto, Roma
- 1269: ritorna ad insegnare a Parigi
- 1274: muore il 7 marzo nell’abbazia di Fossanova, mentre era in viaggio per recarsi al Concilio di Lione.

Dottrina mariana
Il pensiero mariano di Tommaso è codificato nella “Summa Teologica” e nella “Summa contra gentes”. La dottrina mariana è profondamente inserita nella cristologia e si sviluppa su basi teologiche molto rigorose. Le sue argomentazioni sono sostenute da testi scritturistici, dall’autorità dei Concili e dei Padri sia orientali che latini.

Nuova prospettiva mariologica
Nella terza parte della Summa teologica, partendo dalla centralità del Verbo Incarnato, Tommaso colloca la Vergine nella prospettiva di cuoi che da lei fu concepito per opera dello Spirito Santo, in una dinamica discensionale, un abbassamento del Figlio di Dio. Il concepimento di Cristo deve dirsi assolutamente straordinario il cui principio attivo è lo Spirito Santo per cui Maria non ha concepito una creatura umana che il Verbo avrebbe assunto in seguito, ma ha bensì concepito quel corpo che era il corpo del Verbo Incarnato, cosa che spiega il motivo per cui la chiamiamo Madre di Dio. Con questo Maria ha contratto una relazione particolarissima con Dio, relazione che ha coinvolto non soltanto il suo corpo ma tutta la sua personalità ed è quella che supera quella di qualsiasi altra creatura con il suo Creatore. La maternità divina è perciò l’origine di ogni grandezza di Maria e il motivo dei privilegi che le sono stati accordati.

Santificazione della Vergine
Maria non poteva essere immune dal peccato originale, senza essere una impossibile deroga alla redenzione universale di Cristo. Ella perciò non poté essere santificata prima di ricevere il suo corpo, ma lo fu dopo l’infusione dell’anima da parte di Dio. Questa santificazione operata da Dio non significa solo la liberazione dalla colpa, ma anche il dono della grazia che Dio le concesse in pienezza a causa della sua elezione alla maternità divina.

Maria e la salvezza
Tommaso non parla di una funzione mediatrice esercitata da Maria in cielo ma descrive la pienezza di grazia ricevuta nella Persona del Verbo, come un dono non a lei esclusivamente destinato, bensì un dono che attraverso di lei viene distribuito a tutti gli uomini che l’accolgono per essere salvati. Questa pienezza di grazia può essere considerata sotto tre aspetti:
- in relazione alla sua anima per cui fu concessa per evitare il male ed operare il bene;
- in relazione al suo corpo che è stato reso idoneo a offrire la carne al Figlio di Dio;
- in relazione alle creature umane, per cui è una pienezza che causa la salvezza del genere umano.


Giovanni Duns Scoto (1265-1308)

- 1265: nasce in Scozia
- 1280: entra nell’ordine francescano
- 1291: viene ordinato sacerdote
- 1303: lo troviamo insegnante a Parigi che però presto lascia, essendosi rifiutato di firmare un ricorso al Concilio contro Bonifacio VIII, voluto da Filippo il Bello avversario del Pontefice
- insegna a Oxford, Canterbury, nuovamente a Parigi e a Colonia.
- 1308: muore a Colonia

Dottrina mariana
E’ esposta nei commenti alle sentenze di Pietro Lombardo e precisamente in III Sententiarum. Insiste in modo particolare su tre tematiche: la maternità divina, la perpetua verginità e l’esenzione dalla colpa originale.

La maternità divina
Maria è la vera Madre di Dio avendo generato non un uomo unitosi più tardi alla divinità come afferma Nestorio, ma una natura umana che fin dal primo istante della sua esistenza era stata assunta dal Verbo di Dio in modo da formare un solo essere quale la persona del Verbo Incarnato. Nel mistero dell’Incarnazione Maria ha prestato la sua opera fornendo al Verbo questa natura e quindi svolgendo un ruolo di primissimo piano in cui ella ha posto il contributo di tutta la sua personalità. L’intervento dell’uomo in questa concezione è stato sostituito dall’intervento dello Spirito Santo che ha reso attiva la fecondità della Vergine agendo non come elemento menomativo ma come causalità propria dell’onnipotenza divina. Non essendo intervenuto nessun uomo in questo processo, Maria ha acquistato una relazione unica e personale col il Figlio e la sua maternità è fondamentale rispetto a tutte le altre prerogative e funzioni che lei ha.

Verginità di Maria
Della verginità Scoto analizza con insistenza i tre aspetti del prima, durante e dopo il parto e afferma che Maria fece un voto di verginità in termini assoluti che coincideva pienamente con i dettagli del piano di Dio relativi all’Incarnazione del suo Figlio.

Preservazione di Maria dalla colpa originale
Il mistero dell’Immacolata Concezione è un elemento di vanto della dottrina mariana di Duns Scoto. Vanificando le obiezioni fino allora fatte a questa verità, Scoto riesce, col suo acume e la sua formidabile capacità logica, a dimostrare che l’immunità della Vergine dal peccato originale e l’universalità della redenzione operata da Cristo non sono in contrasto. Intervenendo non in un mutamento della sua natura ma con un intervento esterno e soprannaturale, Dio ha redento la Vergine in modo diverso da noi. L’ha preservata dal peccato in previsione dei meriti di Cristo e della sua opera redentivi. La Concezione immacolata non solo non è contro la Redenzione, ma risulta il frutto più bello della redenzione stessa, l’opera più grande compiuta per i meriti di Cristo. La redenzione, infatti, può avvenire non solamente per via di purificazione e liberazione dal peccato, ma può essere operata anche impedendo che il peccato venga trasmesso ad una persona. L’universalità della redenzione rimane quindi fuori discussione e Cristo è il mediatore e il redentore di tutti gli esseri umani compresa Maria. Nel suo caso lo è ancora di più, in una maniera più perfetta ed eminente: non solo l’ha salvata, ma l’ha salvata preservandola da ogni peccato.







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