Natura, valore e significati delle apparizioni mariane
Data: Domenica 13 Maggio 2018, alle ore 10:04:30
Argomento: Multimedia


Un intervento del mariologo Antonino Grasso nella trasmissione NON UN GIORNO QUALSIASI condatta da Federico Piana del 13 maggio 2018.



TESTO DELL'INTERVENTO

1. Che cosa è un’apparizione

 L’apparizione, in generale, è definita da Karl Ranher, un’esperienza psichica nella quale un essere, nonostante sia inaccessibile alla nostra esperienza umana, e non sia perciò normalmente percepibile dalle nostre facoltà visive e auditive, entra tuttavia soprannaturalmente nella sfera dei nostri sensi. L’apparizione mariana è, quindi, una manifestazione della Vergine, la cui vista in quel luogo o in quel momento, è inconsueta e impensabile, secondo l’ordine naturale delle cose. Di conseguenza, essa risulta caratterizzata essenzialmente da due elementi: la reale presenza della Vergine e la percezione di questa presenza per via di conoscenza sensibile. Il veggente, infatti, è convinto di trovarsi in contatto diretto e immediato con Maria, la quale non si presenta come un’immagine statica, ma mostra tutte le caratteristiche della tridimensionalità. Tuttavia, l'aspetto e il modo di presentarsi ai veggenti variano, dato che la Vergine li adatta o alla loro mentalità o al messaggio che vuole trasmettere. Ad esempio a Città del Messico nel 1531, si presenta come una ragazza azteca e usa una terminologia conforme alla cultura degli indigeni, perché vuole trasmette al popolo oppresso un messaggio di liberazione e pacificazione; a La Salette nel 1846 i veggenti, guardiani di mucche, la vedono vestita come una popolana che parla di raccolti di patate e di carestie; A Lourdes, iconizzando il suo essere Immacolata, si presenta in un antro buio, simbolo del peccato, vestita di bianco e avvolta di uno splendore che illumina la grotta, segno della vittoria della grazia e della santità totale sull’oscurità del male. L'età della Vergine che appare, varia dai 16 ai 30 anni. Maria si mostra così, secondo Laurentin, come il simbolo dell'eterna giovinezza del corpo glorioso che non è più schiavo delle leggi di questo mondo e dei limiti del tempo, perché è già libero nell'eternità di Dio.

2. Qual è il reale valore delle apparizioni

Le apparizioni, anche le più importanti, hanno un valore relativo. Questo vuol dire che esse non ci dicono nulla di nuovo e non possono dire nulla di diverso o contrario a quello che Dio ci ha rivelato nella S. Scrittura. La rivelazione ufficiale e fondamentale di Dio, infatti, cominciata nell'Antico Testamento, si è realizzata in pieno con la venuta di Cristo. Dio ha così già detto tutto quello che era necessario alla nostra salvezza e non aggiungerà mai più nulla e nulla di nuovo a quello che ci ha rivelato in Cristo. Questo, tuttavia, non vuol dire che Dio non possa intervenire nella storia, non allo scopo di dire cose nuove, ma di attualizzare le cose che ci ha già detto e dare un messaggio a vantaggio della comunità ecclesiale e sociale. Le apparizioni, quindi, che non hanno una novità oggettiva, sono una novità profetica, sono come un imperativo di Dio a valutare, nei momenti storici che l'umanità attraversa, alcuni anziché altri aspetti del Vangelo. Esse, non sono una nuova rivelazione ma manifestano la potenza dello Spirito che irrompe profeticamente nel cuore della Chiesa per meglio orientarla all'ascolto dell'immutabile Parola di Dio. Non può essere escluso, quindi, che le apparizioni possano porre accenti nuovi e significativi nella lettura del Vangelo, approfondendone alcuni aspetti e facendone emergere di antichi. La funzione delle apparizioni è, quindi, non quella di rivelare cose nuove, ma quella di essere un segno profetico, un mezzo carismatico, una luce interpretativa della Rivelazione, che mette in evidenza la realtà del soprannaturale in cui crediamo; che sottolinea un aspetto particolare e spiritualmente significativo della Rivelazione divina; che sollecita un orientamento nuovo del comportamento umano alla luce del Vangelo e della Parola rivelata.

3. Che significato hanno per noi le apparizioni

Possiamo sintetizzare questi significati delle apparizioni: esse sono un segno della presenza della Madre nella vita della Chiesa e del mondo e vanno accolte come un impellente appello al totale rinnovamento e al genuino ritorno a Dio, sul modello di Colei che, con la sua vita ed i suoi messaggi, si manifesta davvero l’insuperabile maestra di uno stile di vita autenticamente cristiano; esse manifestano Maria come realizzazione perfetta della creatura nuova rigenerata in Cristo; esse fanno comprendere la funzione materna di Maria in continuità dinamica con la Rivelazione che ce la presenta accanto al Figlio nella realizzazione dell’opera salvifica degli uomini; esse la mostrano in comunione con la fede della Chiesa che la considera suo modello, sua immagine escatologica e sua perfetta realizzazione e la crede e la invoca come sua madre nell’ordine della grazia; esse mostrano l’amore di Dio per noi, svelano cioè, attraverso la Madre, l’infinita bontà di Dio e la sua tenera attenzione verso il mondo, descritti spesso dalla Bibbia con i termini dell’amore materno; esse, infine, sottolineano l’interessamento di Maria per le sorti della Chiesa e del mondo e la presentano come la Donna gloriosa dell’Apocalisse che lotta contro il male e la disgregazione della società, per portare, all’interno di essa, la vera liberazione, la vera pace e il trionfo della giustizia. In sostanza Maria, come afferma Benedetto XVI, con le sue apparizioni, vuole aiutarci a comprendere l’ampiezza e la profondità della nostra vocazione cristiana. Con delicatezza materna vuole farci capire che tutta la nostra vita deve essere una risposta all’amore ricco di misericordia del nostro Dio.

 







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