Un articolo di Prima Gironi in Madre di Dio - giugno 2018, p. 3.
Sebbene non sia vissuto con la stessa intensità del mese mariano, quello di giugno è il mese in cui le nostre comunità respirano la "spiritualità del cuore". A brevissima distanza, infatti, vengono celebrate la solennità del Sacro Cuore di Gesù (venerdì 8 giugno) e la memoria del Cuore immacolato della Vergine Maria (sabato 9 giugno). L'origine immediata di queste celebrazioni può essere collocata nel contesto religioso che le ha viste sorgere, sotto la spinta di figure di santi assai significative nella vita della Chiesa, come san Giovanni Eudes (1601-1680) e santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690). Non va neppure taciuto che queste celebrazioni si presentano anche come la risposta di quell'umanesimo devoto che si opponeva al freddo rigorismo del Giansenismo e che ha visto in san Francesco di Sales (1567-1622)e in sant'Alfonso Maria de' Liguori (1696.1797) due fautori di una "spiritualità del cuore" in contrapposizione alla minaccia del castigo divino e della perdizione dell'uomo. In questo contesto il richiamo al "cuore" (di Gesù e di Maria) favoriva nel popolo una serena devozione, intesa come amore caldo, tenero, intenso verso il salvatore Gesù e verso la madre Maria. Un amore che vedeva nel "cuore" l'icona più espansiva e più rappresentativa.
Il "cuore" nella Bibbia
Ma la radice più profonda della "spiritualità del cuore" affonda nelle pagine della Bibbia. Il "cuore" nel linguaggio simbolico dei libri biblici non indica innanzi tutto la "sede" dei sentimenti e dell'affetto, ma il "centro" della persona, con la sua capacità di pensare, decidere, volere, amare e operare. La pienezza di questa capacità è in Dio: il suo "cuore" è il modello del "cuore" dell'uomo. «Amare Dio con tutto il cuore» é l'invito rivolto a Israele (Dt 6,5)e all'uomo di ogni tempo a custodire la sua relazione con Dio nella fedeltà all'alleanza, nell'ascolto della sua parola e nel vivere illuminato dalla sua sapienza. Il "cuore" diventa così il centro della vita spirituale e della fede: è il cuore che ascolta, è il cuore di carne e non di pietra, è il cuore contrito, circonciso e puro. A questo "cuore" la Bibbia riserva la beatitudine della visione di Dio: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio» (Mt 5,8). Al "cuore" così inteso, la Bibbia oppone la "durezza di cuore" (in greco, sklerokardia). Il temine skleros ("duro') indica ispessimento o chiusura delle arterie, per cui il sangue dal cuore (kardìa) fluisce con difficoltà nell'organismo, con grave rischio per la salute. È l'immagine di Israele e di ogni uomo dal cui "cuore" non fluisce più la parola di Dio e non viene più alimentata la sua relazione filiale con il Padre. Da questo "cuore" perciò esce ogni male (cf Mc 7,21).
La memoria del Cuore immacolato di Maria
Essa ci colloca in questa spiritualità biblica. Nel suo cuore Maria custodisce la Parola del Figlio (cf Lc 2,19.51) e nel suo cuore medita le varie tappe del progetto di salvezza che si sta realizzando in Gesù (e che noi chiamiamo i "misteri del rosario"). La spada che ha trafitto il suo cuore (cf Lc 2,35) rappresenta l'opera riparatrice di Maria: questo suo dolore, grazie a quello redentore del Figlio, fa si che le offese nei confronti di Dio non provochino la nostra distruzione, ma facciano prevalere la grazia del perdono. L'invito alla riparazione dei peccati e la richiesta di affidamento di tutta l'umanità al Cuore immacolato di Maria presenti nelle apparizioni di Fatima, trovano il loro fondamento in questa "spiritualità del cuore", che Maria ha vissuto in pienezza. L'affidamento (o consacrazione) della Chiesa e dell'umanità intera al Cuore immacolato di Maria fu attuato da Pio XII nel 1942 e in seguito dai papi suoi successori, fino a Papa Francesco, nel 2013.
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