Partecipare alla missione di Maria
Data: Domenica 8 Luglio 2018, alle ore 19:00:11
Argomento: Culto


Un articolo di Giuseppe Daminelli in Madre di Dio n. 6 - luglio 2018, pp. 4-5.



II Concilio ha posto lo sforzo maggiore nel ricentrare la devozione mariana nella Liturgia. A tale scopo invita tutti i figli della Chiesa a onorare Maria «....con culto soprattutto liturgico» (Lumen Gentium, 67). Già la Costituzione liturgica aveva affermato la fondatezza di questo speciale omaggio da rendere a Maria dove diceva: «Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore Maria» (n. 103). La Liturgia è «l'azione sacra per eccellenza e nessun'altra azione della Chiesa ne può uguagliare l'efficacia» (n. 7). Infatti, è la più perfetta glorificazione di Dio qui sulla terra, fatta da tutto il corpo mistico: da Cristo capo e dai suoi membri. I motivi che portano ad onorare Maria con culto liturgico speciale si devono ricercare nel piano divino di salvezza: Cristo è il centro della redenzione perché lui solo è il salvatore e quindi è il solo mediatore tra Dio e gli uomini, ma egli ha voluto accanto a sé associata «da uno stretto indissolubile legame Maria santissima» (LG 53).

Come dei massi erratici

È quindi doveroso e giusto che alla celebrazione dei misteri di Cristo faccia eco la celebrazione dei misteri di Maria. A questo punto, tuttavia, sono doverose alcune considerazioni pastorali. Qualche volta si ha l'impressione che le feste in onore di Maria o le forme devozionali non siano ben inserite nell'anno liturgico, le feste mariane siano come dei massi erratici disseminati qua e là e le forme devozionali disturbino i fedeli distogliendo l'attenzione dai periodi forti liturgici che si stanno celebrando. Un tempo queste feste erano fortemente legate a feste pagane ed erano sostitutive di queste oppure erano feste celebrative della vita dei campi. La festa dell'Assunta, ad esempio, celebrata un tempo in uno dei periodi più adatti per il popolo, oggi non trova più l'ambiente favorevole. Liturgicamente sarebbe preferibile nel mese dei morti, perché é la festa di Maria tipo della Chiesa glorificata. Il mese di maggio sembra soffrire di un certo disamore e possiamo dire che è il mese meno adatto per una pietà liturgica, poiché cadono feste importanti come l'Ascensione o la Pentecoste. Il tempo migliore sembra proprio l'Avvento: si eviterebbe il pericolo di un culto mariano extra liturgico o in concorrenza con quello. «Si troverebbe nella Liturgia stessa un apporto biblico e teologico molto ricco particolarmente nelle Messe mariane delle quattro tempora di Avvento che offrono la più antica testimonianza della presenza della Vergine nel culto» (R. Laurentin).

Il culto a Maria è cristocentrico

Le funzioni e i privilegi di Maria si riferiscono sempre a Cristo. Tutto viene da lui e si rapporta a lui e da lui al Padre. Scrive sempre René Laurentin: la devozione mariana troverà la sua «risultante» tra mariocentrismo e mariofobia. Essa deve essere cristocentrica secondo la tradizione costante della Chiesa, tuttavia deve evitare quella scrupolosità malsana che fa sempre temere di avere esagerato nel mariocentrismo. La devozione alla Madonna è tanto più vera e autentica quanto più conduce a Cristo. È il principio fondamentale del cristianesimo ed è logica conseguenza del culto liturgico. Il vero culto a Cristo ci porterà a conoscere la necessità del culto a Maria, non viceversa. Una forma di devozione mariana personale o istituzionale che mettesse in secondo piano il culto a Cristo sarebbe evidentemente falsa e non autentica: mentre ogni vera devozione mariana é cristocentrica perché nasce da Cristo e porta a Cristo; a Gesù per mezzo di Maria,  come più volte hanno ripetuto i documenti pontifici. Questo sarà il segno per conoscere se l'amore e la devozione a Maria sono autentici. Maria è il seno materno che partorisce tutti i cristiani fratelli di Cristo; Maria ci insegna a vivere cristianamente, non ci distacca da Cristo, non si sostituisce a lui né supplisce la nostra volontà e il nostro impegno, ma ci insegna a fare di Cristo il centro della nostra vita. Il Concilio chiede appunto ai predicatori di dimostrare che «il ruolo e i privilegi della Beata Vergine siano sempre orientati verso Cristo, sorgente della verità totale, della santità e della devozione» (LG 67).

Il culto mariano si traduce nella vita

Il culto mariano non può costituire un'attività a sé stante, separata dal resto della vita, se non vuol correre il rischio di diventare ghetto sacro o attività alienante da ciò che lega l'uomo al suo lavoro, alla sua vita quotidiana, all'impegno di solidarietà verso i fratelli. «La vera devozione, dice il Concilio, proviene dalla vera fede che ci porta a riconoscere l'eminente dignità della Madre di Dio, ci spinge ad amare questa Madre con amore filiale e a perseguire l'imitazione delle sue virtù» (LG 67). Il cristiano che ama sinceramente Maria non si può accontentare di una religiosità rituale fatta di pratiche che non implicano la fedeltà battesimale di tutta la vita. Al contrario, metterà tutto l'impegno a partecipare con Maria e come Maria al mistero di salvezza di Cristo. Il vero culto mariano è missionario in quanto esige la partecipazione alla missione di Maria. Vi é uno stretto legame tra la maternità spirituale di Maria e l'apostolato della evangelizzazione. Presentando Maria come il modello della Chiesa, il Concilio ha affermato che essa rammenta l'ideale dell'attività della Chiesa e del suo destino.

Come conclusione di queste riflessioni teologico - pastorali, si può affermare che tutta la vita cristiana, dall'inizio allo sviluppo, al pieno coronamento glorioso, è frutto dell'opera salvifica di Cristo che si é associato Maria e la Chiesa guidata dalla presenza dello Spirito Santo. Maria di Nazaret influendo in modo subordinato a Cristo capo e allo Spirito Santo, sulla vita dei fedeli, influisce pure sulla vita stessa della Chiesa, sia dei pastori come dei fedeli, perché è la «Madre della Chiesa». La comunità una è quindi fondata sul trinomio: Cristo - Maria - Chiesa, perché è una comunità di salvati dalle molteplici azioni di Cristo glorioso, dalla mediazione presente di Maria e mediante l'opera sussidiaria e pur necessaria della Chiesa, che agisce per mezzo della parola e dei Sacramenti.

 

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