La Madre e i Padri
Data: Martedi 22 Gennaio 2019, alle ore 17:12:38
Argomento: Magistero


La posizione dei Padri nei confronti del titolo "Madre della Chiesa" nel Concilio Vaticano II. Un articolo in La Madonna della Neve, n. 10 - dicembre 2018, pp. 10-11.



Si verifica in concilio l'auspicio del card Montini - I Padri ragionano anche di Maria e dei suoi titoli - E non manca il dibattito sulla Madre della Chiesa. Molti le ragioni che sono portate a favore - Ma non sono minori i motivi contrari ad un nuovo titolo.

Quando lo schema De beata Maria giunse finalmente nell'aula conciliare per essere pubblicamente discusso da tutta l'assemblea, aveva già fatto molta strada. Aveva conosciuto almeno quattro nuove redazioni ufficiali con relative osservazioni e correzioni della commissione dottrinale, e addirittura una sottocommissione istituita ad hoc aveva esaminato e approfondito la questione della "mediazione" di Maria. La commissione di coordinamento, che programmava l'attività conciliare, aveva licenziato lo schema il 26 giugno 1964, e il 3 luglio papa Paolo VI aveva dato il suo placet per l'invio di tutto lo schema De Ecclesia ai Padri nel quale era compreso anche il testo su Maria; appunto il capitolo VIII de Beata Maria Virgine che, dopo gli ampi rivolgimenti, aveva assunto come titolo De Beata Maria Virgine Deipara in mysterio Christi et Ecclesiae. Esso fu oggetto di dibattito durante le sessioni plenarie dal 16 al 18 settembre, tre sedute per un totale di 33 interventi, ai quali si devono aggiungere le osservazioni messe per iscritto. Il capitolo fu presentato da mons. Maurice Roy, arcivescovo di Québec, utilizzando un testo che Philips, segretario della commissione de Ecclesia, aveva preparato per la presentazione del De Beata alla commissione dottrinale il 14 marzo 1964 e aggiornato in seguito all'introduzione del termine "mediatrice".
L'attenzione si concentra in particolare su due titoli, considerati in relazione tra loro: quello di Mediatrice e quello di Madre della Chiesa. Quanto al primo, dato l'abbonante uso nella tradizione, si propose di usarlo, ma precisando che questo non voleva togliere nulla né aggiungere nulla alla dignità e all'efficacia dell'unico mediatore Gesù Cristo. E i padri conciliari alla fine approveranno questa scelta: il testo finale lo si può leggere in Lumen Gentium 60-62.

Lo desidera il Papa

Più complicata la questione del titolo Mater Ecclesiae. Il primo intervento sull'argomento fu quello del cardinale Wyszynski, che parlò a nome dei 70 vescovi polacchi. Basandosi sulla prima enciclica di Paolo VI, Ecclesiam suam, notificò ai Padri che i vescovi polacchi avevano inviato al Santo Padre un memoriale per chiedere la proclamazione della Madonna come Madre della Chiesa. E di esprimere questo con un solenne atto pubblico di consacrazione del genere umano al Cuore Immacolato di Maria, rinnovando il gesto compiuto da Pio XII nel 1942. A ben guardare, però, ciò che interessava ai polacchi era il tema della maternità spirituale (e non specificamente la Mater Ecclesiae).
Complessivamente, nella giornata del 16 settembre, solo pochi oratori toccarono il tema della Madre della Chiesa, in modo assai breve, appoggiandosi essenzialmente sull'onore della Vergine e il desiderio manifestato dal papa alla chiusura della seconda sessione conciliare, ma senza sviluppare alcuna argomentazione dottrinale: come già detto, il cardinale Wyszynski; mons. Corrado Mingo, arcivescovo di Monreale, che pur approvando il titolo osservava che questa tipologia non esauriva la relazione tra Maria e la Chiesa; lo spagnolo mons. Hervás y Benet e mons. Nécsey, cecoslovacco.
Non meno discreti furono gli interventi nella congregazione generale del 17 settembre. Il card. Suenens che non parteggiava certo per il titolo in questione, nel suo appassionato intervento filomariano annota di passaggio che Maria è «il tipo e l'esemplare della maternità della Chiesa». Così, quasi per transenna, mons. Gawlina richiama il passaggio biblico più significativo: «Sulla Croce, Cristo ha affidato il suo discepolo e, attraverso di lui, la sua Chiesa alla beata Vergine, perché ella sia la madre di quella stessa Chiesa (Mater eiusdem Ecclesiae): Ecce mater tua». Mons. Bonaventura Leòn de Uriarte Bengoa, peruviano, pure insiste sul titolo, ma forse volendo dire troppo finisce con lo svilirne il significato: «Maria è madre della Chiesa, ma non solo, poiché è madre di Gesù... dunque madre degli ortodossi, madre dei protestanti, assai di più, madre dei musulmani e di tutti gli uomini, anche dei non cristiani, attraverso tutti i secoli, dal momento che è la madre di Gesù». Mons. Primo Gasbarri, ausiliare di Velletri, in seguito vescovo di Grosseto, rileva: «Maria, sotto l'aspetto ecclesiologico, dev'essere chiamata figlia primogenita della Chiesa; sotto l'aspetto cristologico, dev'essere chiamata Madre della Chiesa, perché Madre di Cristo. Per avere una visione completa della figura di Maria e della sua missione nei confronti della Chiesa e del genere umano, occorre considerare non uno solo, ma entrambi gli aspetti».

Per l'onore di Maria

Mons. Raphael Garcia y Garcia de Castro, arcivescovo di Granada, chiede l'inserzione del titolo: «Questo titolo non può essere omesso dal Concilio, dal momento che è stato tre volte proclamato dal sommo pontefice Paolo VI nel primo anno del suo pontificato; cinque volte da Giovanni XXIII di felice memoria».
Ci voleva l'intervento di mons. Sergio Méndez Arceo (di Cuernavaca, Messico) che parlò a nome di 40 vescovi dell'America Latina, per riaccendere il dibattito. Anche lui si diffuse a lungo sull'argomento della Mater Ecclesiae, assumendo una posizione contraria in modo tale che, il giorno successivo, prenderà la parola con non minor vigore, mons. Castán Lacoma, vescovo di Siguenza-Guadalajara (Spagna), a nome di ottanta Padri.
Merita di rilevare, per comprendere il clima appassionato di quei giorni, quanto riporta P. Henri De Lubac nei suoi Quaderni del Concilio, al termine della seduta di giovedì 17 settembre: «Nella mia tribuna, Balic assiste a tutta la seduta, prendendo appunti; mi dirà, verso la fine, con un'aria trionfante: "Ah! La Santa Vergine si difende bene oggi!". Gli rispondo mettendogli la mano sul suo braccio: "Padre Balic, non dica così, non è giusto. Qui nessuno ha aggredito la Santa Vergine; tutti la difendono". Non sembra soddisfatto».
Effettivamente il dibattito conciliare verteva sulla mariologia, sulla riflessione teologica riguardo la Vergine, sulla quale si evidenziavano numerose divergenze, visti i diversi tipi di approccio e di impostazione. Non era invece in gioco la pietà mariana dei singoli Padri.

 

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