Maria, donna della Pasqua
Data: Domenica 24 Marzo 2019, alle ore 9:20:43
Argomento: Spiritualità


Un articolo di Maria Ko Ha Fong, in Maria Ausiliatrice, n. 4 2010.

 



Federico Nietzche, parlando di cristiani nel suo Zarathustra, afferma: «Canti migliori dovrebbero cantarmi, perché io impari a credere al loro Redentore. Un’aria più da salvati dovrebbero avere i suoi discepoli». È questa una delle sfide più forti per i cristiani d’oggi, che si dimenticano facilmente di aver accolto e di dover annunciare una «lieta notizia», che fanno fatica a vivere con convinzione e originalità la loro dignità segnata dalla gioia pasquale. Per essere cristiani più “pasquali” e più credibili, bisognerebbe che ci rivolgessimo a Maria, che è modello della vita pasquale. Il suo canto del Magnificat è paragonabile all’exsultet che la Chiesa intona nella notte di Pasqua. La Pasqua, il passaggio di Dio nella storia umana realizzato in Cristo, opera un passaggio dell’uomo dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dalla disperazione alla gioia. Il Magnificat celebra appunto questo passaggio.

Maria sperimenta in sé il passaggio di Dio

«O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore». Così canta la Chiesa nell’exsultet pasquale. Pasqua è dove si celebra questo passaggio-incontro, in cui è sempre Dio a fare il primo passo. Il passaggio-proposta esige un passaggio-risposta: Dio passa dalla parte dell’uomo perché l’uomo possa passare alla parte di Dio. Al venire divino risponde un andare umano, all’avvento di Dio fa eco l’esodo dell’uomo. Maria sente realizzarsi dentro di sé questo misterioso incontro. Ella sperimenta la pasqua mentre canta il Magnificat. «L’anima mia magnifica il Signore»: Maria coglie il passo di Dio, percepisce con stupore l’irrompere della sua forza salvifica e trasale di gioia per la grandezza del suo amore. «Grandi cose ha fatto in me l’onnipotente»: in lei Dio rinnova i prodigi dell’antica pasqua, in lei Dio compie ora una nuova pasqua. Le è dato di testimoniare un nuovo passaggio di Dio nella storia, un passaggio che porta un nome e un volto: Gesù Cristo, di cui Maria è chiamata ad essere madre. Tutta l’opera salvifica di Gesù si svolge nel dinamismo del passaggio: con l’incarnazione, il figlio di Dio «discende dal cielo» (Gv 6,38), passando dalla sfera di Dio al mondo umano; la croce e la risurrezione, invece, segnano il suo «passare da questo mondo al Padre» (Gv 13,1). Maria è testimone e collaboratrice di questo duplice passaggio, ciò conferisce a tutta la sua esistenza una tonalità pasquale.

In Maria si compie il passaggio dell’umanità

«Dio ci ha fatti passare dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce. Perciò diciamo davanti a lui: alleluia!»: sono parole della liturgia pasquale ebraica, che evidenziano questo concetto: il passaggio di Dio opera un passaggio nell’uomo. Pasqua è passare a ciò che non passa! Nel suo canto del Magnificat, Maria si fa voce di tutta l’umanità. È l’umanità sorpresa dall’amore che celebra le sue nozze con Dio. È l’umanità povera che canta la sua Pasqua di salvezza. «Ha spiegato la potenza del suo braccio...» (Lc 1,51-55). Con una serie di sette verbi: spiegato, disperso, rovesciato, innalzato, ricolmato, rimandato, soccorso, Maria descrive l’agire di Dio sull’umanità. Il numero sette ha il significato di totalità, i verbi quindi indicano la logica di fondo, il criterio e lo stile d’azione di Dio, che è sostanzialmente questo: Egli si manifesta come il Dio della Pasqua. Infatti i sette verbi rappresentano tutti un ribaltamento della situazione, un passaggio. La Pasqua di Dio sconvolge gli schemi umani ed opera un cambiamento, di cui Maria è testimone e profezia. Accompagnando l’umanità nel cammino pasquale, ella rivolge ancora oggi, a tutti, la parola incoraggiante di Mosè a Israele davanti al Mar Rosso: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi» (Es 14,13).

A Maria, donna della Pasqua

O Maria, vergine del Magnificat e donna della Pasqua,
veglia su questo mondo in continuo passaggio
ma che non sa dove andare.
Sei l’esperta del passaggio.
A Nazaret il tuo “sì”
segna il passaggio tra l’Antico e il Nuovo Testamento.
Ad Ain Karim annunzi con il tuo Magnificat
il passaggio ad un mondo nuovo.
A Betlemme partecipi al passaggio di Dio dal cielo alla terra.
A Gerusalemme con la profezia di Simeone e con la perdita del tuo figlio nel tempio
compi una pasqua interiore e senti passare una spada nel tuo cuore.
A Cana hai provocato il passaggio dall’acqua al vino.
Al Calvario sei testimone del passaggio dell’umanità dalla morte alla vita.
Nel cenacolo accogli con tutta la Chiesa la pasqua dello Spirito.
Dopo il tuo “passaggio” nel cielo,
non hai cessato di essere ausiliatrice della nostra pasqua,
causa della nostra letizia.
Lungo tutta la storia della Chiesa ti troviamo in tutte le svolte,
in tutti i momenti quando spunta l’alba, quando germoglia la vita.
Continua ad assisterci, o Maria,
nei nostri vari passaggi in questa terra,
fino al nostro passaggio definitivo al cielo,
per raggiungere te e il tuo figlio Gesù Cristo, nostra Pasqua.

 

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