La ''Memoria obbligatoria'' del Cuore Immacolato di Maria
Data: Sabato 29 Giugno 2019, alle ore 10:07:09
Argomento: Culto


Da Corrado Maggioni, L'icona di Maria nella liturgia, in AA. VV.,  La Vergine Maria dal Rinascimento ad oggi, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1999, pp. 201-203.

 



La considerazione dell’eccellenza del Cuore di Maria, sottolineata già dai Padri della Chiesa, suscitò nel medioevo una devozione particolare. Il passaggio dalla devozione privata al culto verso il Cuore di Maria è legato all’opera di san Giovanni Eudes (1601-1680), nella cui bolla di beatificazione si dice di lui: «Coronò la sua benemerita opera in favore della Chiesa quando, acceso da singolare amore per i Santissimi Cuori di Gesù e di Maria, concepì per primo – non senza ispirazione divina – l’idea di rendere ad essi culto liturgico». Infatti l’Eudes iniziò a celebrare nella sua Congregazione la festa del Cuore di Maria verso il 1643 (vent’anni dopo anche quella del Cuore di Gesù). Qualche anno dopo, l’8 febbraio 1648, il vescovo di Autun autorizzò la festa per la sua diocesi, chiedendo allo stesso Eudes di comporre i testi per la Messa e l’Ufficio. Ma quando nel 1669 vennero presentati a Roma per essere approvati, i testi furono respinti dalla Sacra Congregazione dei Riti. Lo stesso avvenne una seconda volta nel 1729, nonostante le ripetute insistenze del padre gesuita Gallifet. Quando nel 1765 fu concessa dalla Santa Sede un’ufficiatura propria per la festa del Cuore di Gesù non si pensò di associarvi anche il Cuore di Maria. Sarà Pio VII a concedere nel 1805, con decreto della Sacra Congregazione dei Riti, la facoltà di celebrare la festa del Cuore purissimo di Maria a quanti ne avessero fatta richiesta, prescrivendo di usare per la Messa e l’Ufficio i testi della festa della Madonna della neve (5 agosto).

Si andavano intanto creando le condizioni per muovere un passo ulteriore, rappresentate dal diffondersi di Confraternite e Congregazioni religiose intitolate al Cuore di Maria e dalle rivelazioni avvenute in Rue du Bac a Parigi, nel 1830 (la medaglia miracolosa). Così, sotto Pio IX, nel 1855, furono approvati testi propri per la Messa e l’Ufficio della festa, rifacendosi a quelli composti da san Giovanni Eudes duecento anni prima. La possibilità di usarli era naturalmente riservata a quanti ne avessero fatta esplicita domanda alla Santa Sede. La spinta decisiva che maturò la diffusione della festa in tutta la Chiesa provenne dal movimento fiorito intorno alla «consacrazione al cuore immacolato di Maria». Nel 1864 alcuni vescovi si fecero promotori della consacrazione del mondo al cuore di Maria; e nei voti conclusivi del Congresso di Lione del 1900 si auspicò «che dopo la consacrazione del genere umano al Cuore di Gesù, sia fatta la consacrazione dell’universo alla Vergine, sotto l’invocazione di Regina dell’universo». L’Italia fu il primo paese che, col beneplacito del Papa, attuò tale consacrazione in occasione del Congresso mariano di Torino, nel 1897.

Nel secolo XX la devozione ed il culto cordimariano furono potenziati da nuovi eventi, tra cui risaltano le apparizioni avvenute a Fatima nel 1917, seguite da quelle di Pontevedra nel 1925 (la comunione riparatrice nei primi sabati del mese) e di Tuy (Spagna) nel 1929 (la consacrazione della Russia). Nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, nel 25° anniversario delle apparizioni di Fatima, Pio XII consacrava la Chiesa ed il genere umano al cuore immacolato di Maria. Due anni dopo, con decreto del maggio 1944 la Sacra Congregazione dei Riti estendeva la festività del Cuore immacolato di Maria a tutta la Chiesa latina, fissandone la data al 22 di agosto, ottava dell’Assunzione. Nella revisione post-conciliare del Calendario romano la memoria facoltativa del Cuore di Maria è stata opportunamente fissata per il giorno successivo alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, in modo da porre in risalto la relazione tra i due Cuori. Con decreto del 1° gennaio 1996, sulla base di numerose richieste giunte alla Santa Sede, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha disposto che sia celebrata col grado di memoria obbligatoria.

I testi liturgici convergono naturalmente a mettere in luce il cuore di Maria, perfettamente illuminato dal mistero di Cristo. Per il pensiero biblico, il cuore rappresenta il centro sintetico di tutta la vita interiore: è principio di vita, memoria, conoscenza, spiritualità. Dal cuore si sprigionano le energie psico-affettive ed intellettive; nel cuore fioriscono e maturano le relazioni personali con Dio e con gli altri, e si consumano le scelte buone o cattive. Riferito a Maria, il cuore è sinonimo del luogo in cui l’Eterno si è incontrato vitalmente con lei. Dio, infatti, parla al cuore, là dove uno è assolutamente e irripetibilmente se stesso. E Maria di Nazaret ha risposto al volere divino con tutta se stessa: spirito, intelligenza e corpo. Il sì decisivo l’ha pronunciato col cuore pieno di fede: del suo cuore, che ama anche quando non vede tutto chiaro, parla il testo evangelico del ritrovamento di Gesù al tempio, indicato per la messa: Lc 2,41-51.

 

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