La ''Quaresima'' e la ''Quindicina'' dell'Assunta in Oriente e in Occidente
Data: Giovedi 1 Agosto 2019, alle ore 19:29:12
Argomento: Multimedia


Un intervento del mariologo Antonino Grasso nella trasmissione L'edicola della Radio Vaticana condotta da Federico Piana del 1 agosto 2019.



 LEGGI L'ARTICOLO DI FEDERICO PIANA SU VATICANNEWS DEL 4 AGOSTO 2019

Testo dell'intervista

1. La festa della Dormizione e la "Quaresima mariana" in Oriente

Anche se la preistoria di questa festa non è ancora del tutto chiara, i primi attestati di essa risalgono al VI secolo. Un inno di Giacomo di Sarug, morto nel 523, lascia intendere che già una festa della Dormizione si celebrava in qualche Chiesa della Siria, mentre nella vita di Teodoro di Gerusalemme, sempre a metà del VI secolo, troviamo l’accenno ad una festa del 15 agosto che veniva celebrata con grande concorso di popolo nella basilica della valle del Getsemani, dove era custodito il sepolcro di Maria. Tutte le Chiese orientali – bizantina, siriaca, alessandrina, greca ed armena, non esclusa l’assira, hanno celebrato e celebrano la dormizione di Maria come la più grande festa mariana, la «festa delle feste» della Madre del Signore. La Dormizione-Assunzione è infatti il suo «giorno natalizio», in cui davvero Ella nasce alla vita imperitura, portata anche col corpo nei cieli e ivi glorificata dal Figlio Salvatore; ed è il suo «giorno commemorativo», nel quale per antica tradizione, o presso la sua tomba in Gerusalemme o davanti a una sua icona, viene ricordata e illustrata la sua vita, dall’infanzia al transito, e la sua celeste protezione sulla Chiesa pellegrina. Anche oggi queste Chiese vivono come una volta i giorni che precedono la festa della Dormizione-Assunzione e li celebrano con solennità liturgica e con esterne manifestazioni di gioia. Copti, Etiopi, Siri, Maroniti, Caldei, Armeni vi si preparano con quindici giorni di preghiere, digiuno ed astinenza e dato che la Dormizione è celebrata come «la Pasqua della Madre di Dio», i quattordici giorni che la precedono sono chiamati «Piccola Quaresima della Vergine», in analogia con la grande quaresima che prepara la Pasqua di Cristo. In questi giorni di austero digiuno i fedeli accorrono in massa ogni sera in chiesa per recitare l’ufficio di supplica chiamato Ufficio della Paraclis, che è molto antico, fa parte integrante dei libri liturgici ed è composto da 8 strofe di quattro tropari ciascuna, intercalati dalla ritornante invocazione: “Santissima Theotokos, salvaci”. Con esso, infatti, si chiede alla Madre di Dio, soccorso, aiuto e difesa contro i pericoli.

2. La "Quindicina dell’Assunta" a Roma

I quindici giorni che ci preparano alla solennità della Assunzione che, come detto, in Oriente vengono definiti la “Piccola Quaresima della Vergine”, in Occidente si conoscono come la “Quindicina dell’Assunta” e sono giorni anche di grande valore ecumenico, dato che uniscono Oriente ed Occidente cristiano, nell’unanime venerazione della Madre di Dio. Da oltre 40 anni, ormai, questa pia pratica si celebra a Roma, nella Basilica di Santa Maria in Via Lata a via del Corso, dal 1° al 14 di agosto, a partire dalle 21. La Comunità dei fedeli, infatti, celebra ogni sera, adattata alla sensibilità liturgica occidentale, questa solenne ufficiatura, con canti, salmi, letture, preci litaniche, alternandoli alle strofe dell’Ufficio orientale della Paraclis, come una gioiosa preparazione alla Pasqua di gloria della Madre di Dio e per chiedere, attraverso la Sua intercessione, la pace sulla terra, l’unità delle Chiese, la benedizione divina sulle famiglie e su ogni creatura umana. Come spiegava, infatti, P. Ermanno Toniolo dei Servi di Maria e ideatore dell’iniziativa, anche per noi occidentali, lo scopo della “Quindicina dell’Assunta” è quello di alzare fiduciosi lo sguardo verso la Vergine glorificata, per sentirla sempre vicina e per rivolgerle fiduciosi la struggente invocazione di aiutarci a risolvere i grandi problemi personali, familiari e soprattutto nazionali ed internazionali. Ad iniziare per prima la “quindicina dell’Assunta” fu Madre Maria Oliva Bonaldo, Fondatrice delle Suore Figlie della Chiesa che, accogliendo proprio l’invito del padre Toniolo, diede personalmente il suo consenso a prestare questo prolungato ossequio alla santissima Madre di Dio e Madre della Chiesa. Ella poté subito felicemente constatare con grande sorpresa come questa celebrazione mariana serale fosse accolta con tanto fervore e partecipata da un numero grande di fedeli. La “Quindicina” si conclude il 14 agosto, nella basilica di Santa Maria Maggiore, con la veglia dell’Assunta che inizia alle ore 20.

3. Cosa ci insegna questo sguardo rivolto alla Vergine glorificata

L’Assunta ci insegna che nulla di noi andrà perduto, che tutto di noi sarà salvato per sempre, ma solo se sapremo vincere la nostra battaglia contro il male e se sapremo superare la paura della morte, animati dalla speranza certa e concreta della resurrezione. L’Assunta, perciò anzitutto ci sollecita ad essere forti e decisi nella lotta contro il male. Con le sue subdole e affascinanti insidie, Satana, ci circonda invisibile ma potente, con l’intento di strapparci a quella realizzazione gloriosa e splendente in Dio di cui l’Assunta è l’icona, distruggendo così la nostra esistenza e forviando i nostri pensieri dalle ultime finalità a cui siamo chiamati e indirizzati. Se abbiamo il coraggio di guardare alla Vergine Assunta e rispecchiarci in Lei, possiamo aspettarci la nostra definitiva vittoria, non solo personale, ma anche sociale, sconfiggendo la nefasta e sempre più evidente presenza del male nel mondo. L’Assunta, inoltre ci sollecita a superare la paura della morte. Nella nostra epoca e nella nostra civiltà assistiamo ad un atteggiamento inconcludente di fronte alla morte, cioè constatiamo un rapporto non equilibrato con essa: mentre da un lato l’idea della morte è drasticamente rimossa, perché è una realtà che non deve né essere vista, né contemplata e né considerata, al tempo stesso ogni evento di morte, è spettacolarizzato e ostentato sui mezzi di comunicazione, con flussi di immagini che la esibiscono, la mostrano, insistono su di essa per dare la notizia efficace di catastrofi, guerre, torture, omicidi. La Vergine Assunta ricorda agli uomini che la morte non deve essere considerata un evento da estraniare dai propri pensieri o da subire passivamente, ma un è un atto da compiere nella riconoscenza e nell’obbedienza a Colui che ha donato la vita, perché solo un simile atteggiamento di accoglienza, prova l’effettiva fiducia nell’infinita misericordia di Dio e l’accettazione dell’invalicabile limite creaturale. Colei che lasciando questa terra, è rinata anche col suo corpo mortale alla vera vita senza fine, ci insegna che la fine della nostra vita, se vissuta nell’amore come ella visse la sua, non sarà uno strappo pauroso, gravido di sgomento e di terrore, ma un evento che contemporaneamente ci inserirà nella sconvolgente dimensione di una nuova, luminosa esistenza. Per questo nell’Ave Maria, le chiediamo: Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte, perché ci aiuti a sentire la morte come sorella e ci insegni a lodare Dio, come cantava San Francesco, anche per sora nostra morte corporale.

 







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