Un articolo di M. Danielle Peters in All About Mary, International Marian Research Institute, Dayton, Ohio.
Nel nostro tempo, le basi per il consolidamento della posizione delle donne all'interno della famiglia e all'interno della sua vita sociale e culturale devono essere ridefinite.1 L'ideale mariano e l'esemplarità della persona della Beata Vergine Maria, quando assorbiti nella loro pienezza, diventano un'ispirazione potente e creativa in questa ricerca.2
Come capolavoro della nuova creazione, Maria è un modello per le donne di tutti gli stati di vita e di tempo.3 In altre parole, il noi mariano è il criterio per l'autentica femminilità cristiana. «La dottrina mariana, inoltre, può mettere in luce i molteplici modi con cui la vita della grazia promuove la bellezza spirituale della donna».4
La persona di Maria rappresenta una sfida inquietante per coloro che sostengono l'abolizione di tutte le differenze tra uomini e donne, nonché per coloro che cercano di perpetuare la subordinazione delle donne agli uomini.5 Mariologia e femminilità possono meglio chiarirsi a vicenda quando l'immagine della donna è rispettata nel suo valore. Essere una donna non è un ruolo che può essere scambiato arbitrariamente. Piuttosto è una disposizione antropologica di base che permea l'intera esistenza basata sulla comprensione che il corpo e l'anima sono correlati (anima forma corporis).
«L’identità della donna non può consistere nell’essere una copia dell’uomo, essendo dotata di qualità e prerogative proprie, che le conferiscono una sua autonoma peculiarità, sempre da promuovere e da incoraggiare.... In virtù del particolare legame con Maria, la donna nel corso della storia ha rappresentato spesso la vicinanza di Dio alle attese di bontà e di tenerezza dell’umanità ferita dall’odio e dal peccato, seminando nel mondo i germi di una civiltà che sa rispondere alla violenza con l’amore».6
Per quanto riguarda la persona di Maria, c'è ben poco che sappiamo del suo aspetto esteriore, del suo gusto, della sua conoscenza, della sua educazione ecc. Tuttavia, lei diventa una persona universale e, in ciò, soprattutto un modello per le donne, in vista della sua vocazione, attraverso l'intervento spirituale di Dio nella sua vita. Il suo processo di individuazione è iniziato dalla sua riflessione su "chi sono", e dalla sua missione come ancella del Signore. Il dialogo di Maria con l'Angelo nell'Annunciazione ci rivela in maniera esemplare la sua ricettiva e attiva cooperazione con Dio. In questo atteggiamento di ricettività e cooperazione, risiede il dono preminente della donna nei confronti della società e, in definitiva, decisivo anche per l'incontro di ogni essere umano con Dio.7
La verginità di Maria è strettamente legata alla sua ricettività femminile e alla sua totale disponibilità iniziata dall'intimo suo personale. Questa componente spirituale della verginità, cioè della resa indivisa a Dio, è innata in entrambi i sessi, sposata o single, e ha bisogno di essere nutrita per rispettare fedelmente la propria relazione di alleanza con Dio. La maternità modellata sull'immagine della Beata Vergine Maria,8 segnala la cooperazione nella nascita del Logos divino nel cuore umano dove può crescere ed essere nutrito nelle circostanze concrete della vita familiare.9
«Maria si è affidata completamente a Dio, con la piena sottomissione del suo intelletto e della sua volontà. ... Il suo "sì" era diventato la Buona Novella per l'intera umanità. Attraverso il suo "sì" è ora possibile per tutti incontrare Gesù Cristo e vedere tutte le proprie aspirazioni più profonde pienamente soddisfatte. Ora ciò che è stato realizzato in Maria può essere realizzato anche in qualsiasi altra donna. Se viene data l'occasione, ogni donna può dire il suo "sì" e avere la fontana della vita concepita al suo interno».10
Pertanto, le donne sono incoraggiate a modellarsi coscientemente su Maria e ad accettare come lei la responsabilità della cura personale e dell'impegno sociale, in un momento storico, in cui sembra che la personalità della donna soccomba a una cultura della morte spirituale. Come donna, Maria ci mostra le modalità di come relazionarci con Dio e con gli altri. Dall'Annunciazione alla Pentecoste, infatti, ogni pericope su Maria è relazionale. In virtù del donum integritatis (Immacolata Concezione) questa sua relazionalità è sempre ordinata e giusta. In essa osserviamo uno sviluppo significativo che, dall'accettazione iniziale (Annunciazione) (ricevere), si trasforma via via in una trasformazione attiva (Cana) (dare). Tutto questo raggiunge la piena realizzazione nella recezione - donazione totale sul Golgota e a Pentecoste nel Cenacolo. L'autodeterminazione di Maria, così, si realizza nella dipendenza / inter-dipendenza di una creatura dal suo creatore e, attraverso il progressivo svuotamento - assimilazione della sua missione, raggiunge la sua massima vocazione di donazione totale.11
Guardando a questo modello mariano, attraverso la grazia e la ricettività, ogni donna può modellare la sua realizzazione personale e le sue relazioni allo stesso modo.12 In questo modo, Maria di Nazareth può essere sorella in umanità e nella fede per tutte le donne, e aiutarle ad avere il vigore necessario per compiere la loro realizzazione personale e la loro missione nell'era postmoderna.
«Si deve ritenere, anzi, normale che le generazioni cristiane, succedutesi in quadri socio-culturali diversi, al contemplare la figura e la missione di Maria – quale nuova Donna e perfetta Cristiana che riassume in sé le situazioni più caratteristiche della vita femminile perché Vergine, Sposa, Madre –, abbiano ritenuto la Madre di Gesù tipo eminente della condizione femminile e modello chiarissimo di vita evangelica, ed abbiano espresso questi loro sentimenti secondo le categorie e le raffigurazioni proprie della loro epoca».13 «Maria, infatti, è detta nostra stirpe, vera figlia di Eva, benché esente dalla colpa di questa madre, e vera nostra sorella, la quale ha condiviso pienamente, donna umile e povera, la nostra condizione».14
NOTE
1. Vedi: Alvaré, Helen. Un nuovo femminismo. Ligourian Magazine 1997. http://mural.uv.es/nocermo/alvare.htm
2. Vedi: Aldrich. La Beata Vergine Maria e la donna. Clerus.org
3. Thurian, Max. "Il profilo mariano del ministero è la base del ruolo ecclesiale della donna". L'Osservatore Romano, 24 marzo 1993.
4. Giovanni Paolo II. "Maria ci mostra il rispetto di Dio per le donne". Udienza generale del 29 novembre 1995.
5. Vedi: "Mascolinizzazione della donna in nome della 'liberazione". http://www.its.caltech.edu/~nmcenter/women-cp/masc.html e Reati contro la dignità delle donne. http://www.its.caltech.edu/~nmcenter/women-cp/fc2.html
6. Giovanni Paolo II. "Maria fa luce sul ruolo delle donne". Udienza generale del 6 dicembre 1995.
7. Vedi: "Maria, esemplare preminente della nuova donna". http://www.its.caltech.edu/~nmcenter/women-cp/marialis.html
8. Vedi; Skruzny, Eric. Maria, modello di donne e madri.
9. Vedi: Moss, Rodney. Maria e l'evangelizzazione della famiglia.
10. Skruzny, Eric. Maria, modello di donne e madri.
11. Roten, Johann S.M. "Maria in antropologia teologica". Corso IMRI, appunti di lezione.
12. Per ulteriori studi vedere: Giovanni Paolo II. "Maria fa luce sul ruolo delle donne." Udienza generale 6 dicembre 1995. Ibid. "Maria mostra il rispetto di Dio per le donne". Udienza generale 29 novembre 1995. Campbell, Dwight. Maria rivela la vera femminilità.
13. Paolo VI. Marialis Cultus, 34-37.
14. Paolo VI. Marialis Cultus, 56.
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