Il volto di Gesù  nel volto di Maria attraverso la cultura del visivo
Data: Mercoledi 23 Ottobre 2019, alle ore 11:23:18
Argomento: Società


Dalla tesi di Magistero in Scienze Religiose di Irene Sciuto, Maria, presenza viva nella vita e nell'impegno sociale dei cristiani in un mondo che cambia, ISSR "San Luca", Catania, A.A. 2006/07, pp. 60-65.



La società odierna è caratterizzata dalla cultura del visivo, anche nell’esperienza religiosa cristiana. Prima di “parlare” di Cristo gli uomini sentono il bisogno di “vedere”, di “contemplare” il suo volto. Il volto è quella parte del corpo umano che esprime una simbologia unica. Nel volto si rivela l’identità visibile e individuale, dove confluiscono i sensi esterni dell’uomo e anche un suo senso fisico, psicologico e spirituale. La vista e l’udito sono i sensi più spirituali, perché riguardano l’interiorità e svelano la trasparenza di una persona. Gli occhi, quando riflettono la gioia interiore sono in grado non solo di vedere ma parlare e donare facendo splendere il  volto umano per dare un senso a ciò che si vede. Lo sguardo raggiante di luce diventa espressione di una interiorità spirituale che si traduce come atteggiamento relazionale di un “io” verso un “tu”. «Nello sguardo c’è tutto l’uomo, che con la sua realtà storica cerca sempre un altro sguardo; sappiamo infatti che due persone si incontrano con lo sguardo, molto prima del contatto fisico».1 Nel volto umano si riassumono così, tutte le fasi dell’intera esistenza, dalla vita alla morte con le sue tensioni alternate a periodi di gioia segnati sia da lacrime che da sorrisi. Il volto esprime il difficile peregrinare di ogni uomo. Gli orecchi assicurano all’uomo la sua dimensione temporale, perché i primi suoni percepiti dall’udito sono quelli del proprio corpo che indicano di essere in vita. Nella relazione io - tu, lo sguardo e l’ascolto si attuano in modo complementare nel dare un senso profondo dell’immagine e della parola nella totalità della realtà creata.2

1 Il volto di Gesù: nel volto di Maria e nel volto di ogni uomo

Con l’espressione «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40), Gesù svela il suo mistero. Il Verbo di Dio, nel mistero dell’Incarnazione prendendo un volto umano nel ventre di Maria, dà un nuovo volto alla propria madre ma anche ad ogni uomo nato da donna. Nel volto umano di Gesù,, ogni uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, riscopre il suo autentico volto nella sua bellezza originaria e nella sua dignità. Cristo è il compimento della rivelazione rendendo visibile il volto di Dio Suo Padre, dove ogni uomo scopre la sua personalità e la sua divinità. «Nel volto di Gesù si realizza ciò che noi vediamo abbozzato in ogni volto umano: l’assunzione dell’umanità intera e dell’universo… Il Verbo ha abitato in tutti attraverso  uno solo perché, dal solo autentico Figlio di Dio, questa dignità passi in tutta l’umanità mediante lo Spirito santificatore».3 Quando parliamo del volto di Gesù, ci riferiamo ad un volto detto canonico  riferito ad una tipologia che armonizza nell’unicità tutte le immagini inculturate delle diverse razze umane. «Il volto del Cristo costituisce dunque «il volto comune» dell’umanità: volto dei volti; non che esso abolisca gli altri per sostituirsi a loro, ma perché la sua irradiazione li penetra, li rende trasparenti alla sua stesa luce, alla sua incandescenza segreta che è quella dello Spirito…..Tutte le razze tutte le culture, tutte le forme di adorazione, trovano il loro spazio e significato ultimo in questa apertura. Il volto del Cristo… non appartiene alla razza bianca: è il volto abissale del genere umano, e prima di tutte le differenziazioni e anche attraverso di esse ».4 L’immagine del volto di Gesù è la testimonianza della presenza di tutta la sua persona divina. Nella contemplazione del suo volto, ogni uomo si sente guardato e aiutato a vivere tutte le altre forme della sua presenza: nella parola di Dio ascoltata e accolta; nel nostro fratello bisognoso; nell’invocazione del suo nome. Tutti questi aspetti della sua presenza hanno il compimento nella presenza eucaristica che è dono reciproco, in virtù dello Spirito Santo, con tutto il genere umano. Così il volto di Gesù  «è il sigillo vivente della sinergia tra Dio e l’uomo; è la parola nella quale si esprime totalmente, Verbo fatto carne».5 Se ogni uomo nel volto di Cristo ritrova la sua identità antropologica, Maria è l’immagine perfetta, pienamente conforme all’immagine del Figlio di Dio. La sua santità non è un ostacolo alla realizzazione della relazione umana tra madre e figlio anzi la rende unica. Il volto di Gesù è lo specchio del volto di Maria, così come il volto del figlio è presente in quello della madre per la sua somiglianza. La differenza nella similitudine di questa somiglianza madre - figlio consiste nel fatto che si tratta di una somiglianza naturale  e anche soprannaturale. Il volto di Cristo e quello di Maria si fondono nel compimento di una pienezza di relazione umana e divina sotto l’azione dello Spirito Santo: è la realizzazione della divina maternità di Maria. Anche l’immagine del volto di Maria come quella del Figlio Suo ha una sua tipologia unica, cioè canonica. La sua canonicità è legata alla maternità universale che trova espressione  nella luminosità e nello sguardo compassionevole del volto della Madre, che iconograficamente parlando rappresenta le sembianze di un volto inculturato senza distinzioni di razza e di colore.6

2  Il volto di Maria nella vita di fede personale

La intensa contemplazione dello sguardo mariano conduce ad  una graduale apertura verso la sua l’alterità7 che realizza un’ inversione di sguardo. Chi guarda, scopre di essere guardato dagli occhi compassionevoli di Maria, ciò ha una azione terapeutica ristabilendo il proprio equilibrio emotivo ed interiore. Lo sguardo materno di Maria  ristabilisce così l’ armonia nelle relazioni tra madre e figli; dona sollievo ai disturbi di natura psichica e alle malattie fisiche. Trasmettendo una forte carica emotiva, tale sguardo rinnova l’effusione dello Spirito in ogni credente, orientando il faticoso cammino di fede personale. Infatti la bellezza esteriore dell’immagine svela la Verità come rivelazione del Verbo incarnato che ogni fedele scopre e interiorizza. Allora la contemplazione visiva  dell’icona si trasforma in profondo ascolto che opera in ognuno una nuova conversione della mente e del cuore attraverso il silenzio e la preghiera. In  questo incontro iconografico fatto di sguardi, pur nella staticità dell’immagine, si rivela invece una dinamicità  che risveglia l’entusiasmo della fede in colui che la contempla quotidianamente. Questa azione dinamica  riesce a mediare il comportamento umano tra l’emotività e la razionalità  per «[...] godere di realtà ed eventi felici, con quella gioia che non conosce strascichi amari, e di soffrire nelle situazioni avverse senza perdere la pace interiore; si direbbe che Maria ci introduce alla poesia della vita».8

3 Il  volto di Maria nel mondo del  visivo

Il mondo odierno tende a costruire una società spersonalizzata,  omologata ad un contesto d’immagini false e umilianti che la pubblicità ed i mass-media propongono come modello. La nostra è la cultura del visivo, dove l’impatto immediato con queste immagini illusorie affascina l’uomo moderno abituato ormai a proposte preconfezionate e concrete che non gli permettono  più  di sviluppare le sue capacità riflessive e critiche rendendolo superficiale e povero spiritualmente.9 Di fronte al fenomeno della globalizzazione, tutte le culture mondiali tendono ad essere uniformate sotto il dominio dello sviluppo scientifico, tecnico ed economico restringendo il campo della conoscenza verso l’unicità. In questo quadro cosmico, l’uomo trova solo in se stesso la propria determinazione ed affermazione. La conseguenza più grave è  la difficoltà a vivere i valori della famiglia, dell’altruismo e della gratuità nel donare che non trovano un riscontro autentico nella mentalità corrente svuotata dei principi etici e morali. Occorre prendere coscienza della situazione attuale per superare l’idolatria delle immagini autoreferenziali recuperando l’uomo a vivere la sua personale esperienza di fede secondo quel consiglio evangelico: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2).10  Nel mondo dell’immagine come idolo, l’icona del volto di Maria aiuta l’uomo a riscoprire la profondità del suo essere. Infatti è lo sguardo superficiale e passivo che costruisce l’idolo, soffermandosi ad ammirare ciò che vede. Allora «lo sguardo fa l’idolo, e non l’idolo lo sguardo: il che significa che l’idolo colma con la propria visibilità l’intenzione dello sguardo».11  Contrariamente lo sguardo poggiato sulla Madre del Signore mostra la sua inattendibilità nel visibile e lo guida a guardare oltre l’apparenza esteriore dell’immagine per intravedere in essa l’infinito. L’icona è la manifestazione di una realtà trascendente invisibile. L’icona del volto di Maria ha un ruolo importante nella post-modernità in quanto è il volto della donna e della madre. Come madre, con la sua maternità psicologica è colei  che dona  sentimenti profondi di tenerezza e di attenzioni verso coloro che chiedono il suo conforto e l’affetto che non hanno ricevuto dalle loro madri. Maria è la donna dalla fede incrollabile che non ha mai esitato nel mettersi alla sequela di Gesù per donarsi totalmente a Lui  nella sua attesa escatologica.12 Il volto di Maria è autentica icona del volto di Gesù che guida ogni uomo ad umanizzare il suo volto recuperando la sua struttura ontologica e antropologica come imago Dei. La contemplazione del volto mariano, così spalanca le porte ad una pedagogia della santità per vivere interiormente il carisma del silenzio e della preghiera.13


1 s. babolin, Volto di Gesù nel volto di Maria in aa.vv., Maria guida sicura in un mondo che cambia op. cit., p. 42.
2 j. p. sartre, L’essere e il nulla, Il Saggiatore, Milano 1972, pp. 328-331.
3 o. clement, Il volto interiore, Jaca Book, Milano 1978, p. 30.
4 Ibidem, pp. 30-31.
5 c. schonborn, L’icona di Cristo. Fondamenti teologici, Edizioni Paoline, Roma 1988, p. 125.
6 Cf. Ibidem, 126
7 Cf. o. clement, Il volto interiore, Jaca Book, Milano 1978, p. 44.
8 s. babolin, Volto di Gesù nel volto di Maria in aa.vv., Maria guida sicura in un mondo che cambia, op. cit., p.59.
9 Cf.  s. babolin, Volto di Gesù nel volto di Maria in aa.vv., Maria guida sicura in un mondo che cambia, op. cit., p. 60.
10 Rm 12,2
11 j. l. marion, Dio senza essere, Jaca Book, Milano 1987, p. 24.
12 Cf. p. evdokimov, La Femme et le salut du monde (1944) ; La donna e la salvezza del mondo, Jaca Book, Milano 1980, p. 40.
13 Cf. j. l. marion,  L’idolo e la distanza,  Jaca Book, Milano 1979, p. 35.

 

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