Dal libro di Antonino Grasso, Maria maestra e modello di fede vissuta, Editrice Istina, Siracusa 2013, pp. 55-67.
Introduzione
A Lei, che ha imparato a vivere in un’ottica di “servizio”, il Figlio ha affidato il compito della cura materna dei discepoli, un compito che travalica i confini dell’esperienza storica e che diventa paradigmatico per la Chiesa intera.1 Per questo, la grandezza della sua maternità si rivela solo nell’orizzonte della fede in Gesù, Figlio suo e Logos incarnato e nell’orizzonte dell’amore che dona e si dona.2
1. Maria, presenza viva nella Chiesa
La presenza materna di Maria nella Signoria di Gesù si converte, così, subito in diaconia per la causa del Regno; diaconia che significa mediazione materna, vicinanza affettiva ad ogni uomo, preghiera d'intercessione e causa esemplare della salvezza.3 La Chiesa è consapevole di questa presenza permanente ed efficace di Maria, indissolubilmente unita al mistero di Cristo e del Corpo Mistico. Tutti i periodi storici della Chiesa ne hanno beneficiato e ne beneficeranno sempre, come mirabilmente afferma il Vaticano II, «[…]questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste […] fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo, non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata […]».4 Anche la Liturgia, ricorda costantemente questa verità. Il Prefazio della Messa di Maria Vergine Immagine e Madre della Chiesa proclama come Ella: «Assunta alla gloria del cielo, accompagna con materno amore la Chiesa e la protegge nel cammino verso la patria, fino al giorno glorioso del Signore».5 E quello della Messa di Maria Vergine Madre e Mediatrice di grazia esclama: «Nel mistero della tua benevolenza hai voluto che Maria, madre e socia del Redentore, continuasse nella Chiesa la sua missione materna: di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace. Questa provvidenza d’amore ha il suo fondamento nell’unica mediazione di Cristo, da cui trae la sua efficacia; e il popolo fedele ricorre con fiducia alla Vergine Maria, nei rischi e nelle ansie della vita, e incessantemente la invoca madre di misericordia e dispensatrice di grazia».6 Nel suo cammino storico-escatologico la Chiesa, sentendo viva la maternità di Maria, procede ricalcando il suo itinerario di fede e di adesione a Cristo, per cui la Vergine diventa stimolo, aiuto e modello nell’attuazione del disegno del Padre attraverso il Figlio, sotto l’azione dello Spirito Santo. Guardando a Maria, Vergine e Madre credente, intimamente collegata all’agire del Dio Trinitario,7 la Chiesa si inserisce in questo stesso mistero di fedeltà, di fede, di verginità e di maternità, vivendo la fedeltà alla Parola e all’azione dello Spirito8 e per questo, come afferma il Concilio,9 essa giustamente guarda a colei che generò il Cristo, perché Egli nasca e cresca anche nel cuore dei fedeli.10 Il cammino di fede del Popolo di Dio, è simile a quello che seguirono i Magi dell’Oriente i quali, guidati dalla stella, giunsero alla “casa” dove videro, conobbero e adorarono il neonato Bambino mostrato loro da Maria sua madre.11 Maria sta nel cuore e nel vissuto della Chiesa che, guidata e sorretta dalla fede, come la stella dei Magi, cammina nella storia, indirizzandosi verso il finale congiungimento con il suo Signore.12 Come scrive Giovanni Odasso, «la comprensione del significato di Maria nella storia, è sempre comprensione del significato della Chiesa e quindi, confessione, nello Spirito, del Signore risorto e proclamazione della gloria del Padre. Qui la fede cristiana si nutre e cresce alla fonte perenne dell’amore e della speranza e contempla in Maria e nella Chiesa, il segno del mondo nuovo della resurrezione, il segno luminoso dell’Emmanuele, perché luogo della presenza pneumatica del Risorto».13 La fede eroica di Maria e il suo “Dono” materno, “precedono” la testimonianza apostolica della Chiesa, e permangono per sempre nascosti nel suo mistero come uno speciale retaggio della rivelazione di Dio.14
2. Irrinunciabile presenza di Maria nella Chiesa
Maria che ci dona e ci presenta il Dio fatto bambino, l’Emanuele, mentre ci ricorda di essere strettamente congiunta al Figlio da non poterla mai separare da Lui, ci richiama anche alla coerente consapevolezza della sua irrinunciabile presenza nella Chiesa e vicino a noi.15 Ritorna alla mente la celebre espressione di Paolo VI: «Se vogliamo essere cristiani. dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a lui conduce».16 Ne consegue che riconoscere e riscoprire Maria e insieme a lei i contenuti della fede professata, celebrata, pregata e vissuta, è un impegno irrinunciabile della Chiesa, che ogni credente deve far proprio.17 Chi lascia in ombra questo “essenziale, vitale, provvidenziale” rapporto con Maria, vero principio costitutivo dell’essenza e della natura della Chiesa, rovescia la base specificamente trinitaria e comunionale del Cristianesimo e mina alle sue fondamenta l’identità stessa della Chiesa, dato che solo vedendo Maria nella Chiesa e la Chiesa in Maria, si impara e comprende entrambe alla luce dell’unico mistero di Cristo.18 Di conseguenza, mortificando artificiosamente questo rapporto di Maria con la Chiesa e, quindi con Cristo, lo stesso Verbo Incarnato e Redentore perde la sua afferrabilità storica, diventa qualcosa di astratto, un acrolico caduto dal cielo per risalirvi subito dopo, senza aver messo radici nella realtà passata, presente e futura degli uomini.19 Come scrive J. Ratzinger: «Senza Maria, l’ingresso di Dio nella storia non giungerebbe al suo fine; non sarebbe raggiunto ciò che ha importanza nella confessione di fede: che Dio è un “Dio con noi” e non solo un Dio “in se stesso e per se stesso”. Così la donna, che si qualificò come umile, cioè una donna anonima (Lc 1,48), è collocata nel punto centrale della confessione nel Dio vivente, il quale non può essere pensato senza di Lei».20 Legata indissolubilmente al Figlio che per mezzo suo si è inserito quale principio di salvezza nella nostra storia e che lei ha seguito con amore, fede e dedizione, Maria, Nuova Eva e Nuova Gerusalemme - Madre, accoglie nel suo grembo l’umanità redenta raccolta nella Chiesa la quale, come popolo fedele al suo Signore, cresce con lei e come lei nella sequela discepolare. La Madre di Dio e degli uomini, rimane perciò una presenza viva, perenne e irrinunciabile a beneficio di tutti coloro che sono chiamati a conformarsi a Cristo.21 Vale sempre quanto scriveva il Card. Newman: «Io penso che sarebbe grave se un cattolico interrompesse o si disfacesse di una pratica universale, nella quale fu educato, e deliberatamente mettesse il nome di Maria fuori dai suoi pensieri».22 E questo, proprio perché Maria «è posta nel cuore della confessione cristiana nel Dio vivo, che non può essere pensato senza di lei, poiché ella appartiene irrinunciabilmente alla nostra fede nel Dio vivente, nel Dio che agisce».23
3. Maria e l’identità della Chiesa credente
La Madre del Signore è, quindi, la creatura nella quale la Chiesa realizza il massimo di se stessa, la donna che più ha dato e più dà alla Chiesa, la discepola in cui la Chiesa più si rispecchia, per cui, giustamente è considerata il suo “archetipo” e “prototipo”.24 In lei si realizzano, in modo esemplare, le attitudini che definiscono tutta l'esistenza credente; la sua singolarità, per la quale è costituita madre nella fede, la rende “compagna di viaggio”, che con amore ed energia si fa accanto alla Chiesa e ad ogni discepolo per seguirli con amorosa sollecitudine nel cammino della vera vita e per educarli nell'accoglienza e nella testimonianza del Vangelo.25 «Nel cammino di fede, Maria è Maestra e guida, «figura ed eccellentissimo modello della Chiesa» (LG 53), essendo, allo stesso tempo, la «prima discepola del suo Figlio» (RM 20). Per questo, la Chiesa venera in lei «la più pura realizzazione della fede» (CEC 149). […] Maria è per la Chiesa, «modello di fede vissuta» (TMA 43), cioè, di una fede concretizzata nell’impegno e nell’esperienza di vita. Ecco perché la «spiritualità mariana» della Chiesa trova il suo sigillo di garanzia nella imitazione della sua «vita di fede» (RM 48)».26 Maria è, così, un segno permanente per la Chiesa che vive nel mondo, fra le tribolazioni, portando ogni giorno la croce di Cristo, nel sabato del tempo proteso alla Pasqua futura: ed è segno non soltanto perché splende rivestita di gloria immortale come Regina accanto al Re della gloria, ma perché è l'immagine e l'esempio di chi crede e attende la vittoria del Signore sul male e sulla morte: il suo “ieri” di passione illumina l'”oggi” della Chiesa.27 La Maria, “virgo fidelis”, è la discepola - maestra - madre che la Chiesa con gioia e gratitudine mostra al popolo cristiano, perché da lei sappia imparare la difficile ma entusiasmante arte del discepolato, e quindi della vera e fedele amicizia con il Signore.28 Ella, dunque, è parte essenziale del “principio” e del “necessario” dell’identità cattolica ed universale della Chiesa29 e per questo essa, «quando vuole ritrovare la sua identità, si raccoglie nel pensiero di Maria: lì la Chiesa trova e ritrova la sua verità, la sua misura di santità e di aderenza al Cristo. Perché questo? Perché Maria non è marginale ai misteri cristiani, né lo è alla Chiesa: al contrario, i misteri cristiani passano in lei: «Maria infatti, [...] per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza. riunisce per così dire e riverbera le esigenze supreme della fede» (LG 65). Cioè, nella sua esistenza si inverano, in modo essenziale e nuovo, i maggiori passaggi della storia salvifica. L’esistenza di Maria può essere considerata una microstoria della salvezza, perché si presenta come la creatura in cui appare realizzato, nella sua totalità, il progetto che Dio ha di restaurare ogni cosa in Cristo (cf. 2Cor 5,17; Ef 1,9-10; Col 1,15-17; Ap 21,5). La Vergine Madre ha infatti sintetizzato l'intero progetto di grazia che il Dio trinitario ha disegnato e realizzato per la famiglia umana».30 Secondo Von Balthasar, «nella misura in cui la Chiesa è mariana, essa è figura pura e senz’altro leggibile e comprensibile; nella misura in cui l’uomo diventa mariano cioè “cristoforo”, la dimensione cristiana diventa in lui leggibile in modo altrettanto comprensibile. Nel modello Mariano si manifesta sia la possibilità di trasporre la figura di Cristo, sia il modo della sua stessa trasposizione».31 L'itinerario esistenziale e credente di Maria, di conseguenza, manifesta un’importanza sempre crescente per la promozione della fede, specie nel nostro tempo, dinanzi alle esigenze della nuova evangelizzazione. Maria di Nazaret, proclamata da Paolo VI come la “Stella dell'evangelizzazione” perché "prima evangelizzata" e "prima evangelizzatrice", continua nella storia della Chiesa e dell'umanità la sua missione, mostrando a tutti coloro che vogliono essere o diventare uditori della Parola, la via della peregrinazione nella fede, la regola del loro disporsi dinanzi all'annuncio del messaggio di salvezza di Cristo, accogliendo, in lui, nella docilità allo Spirito, il dono salvifico della figliolanza del Padre.32 Scrive Salvatore Perrella: «Maria di Nazareth, la credente e la serva plasmata dallo Spirito ed educata e costituita dal Figlio come madre dei dispersi (cf. Gv 11,52), nel suo evento e col suo esempio rieduca le generazioni cristiane, a riscoprire la bellezza, la santità e la compagnia del Padre nostro che è nei cieli. Santa Maria, tipo dell’umanità convertita al “cuore nuovo”, ha imparato da Gesù che l’idea e l’esperienza della paternità divina rimangono, ieri come oggi e poi domani e sempre, la chiave ermeneutica per ricomprendere alla sua luce l’intero rapporto dell’uomo con Dio in tutti i suoi aspetti e attese».33
Conclusione
Nella prospettiva di un vero ed autentico rinnovamento, Maria continuerà ad essere un punto focale di riferimento per ri-annunciare e annunciare Cristo Dio, anche all'interno di una comunità ecclesiale in crisi di identità che deve, quindi, rinvigorire la sua fede, rigenerarsi nei suoi metodi, rieducarsi nelle sue espressioni e rinnovarsi nelle sue componenti, per essere credibile come Lei,34 in un mondo anch’esso segnato dalla crisi della religione, del Cristianesimo stesso, della verità, dell’etica, della pedagogia.35 Destinata alla suprema missione di salvare gli uomini dall'oceano di tutte le alienazioni, e guidarli verso la terra della vita, verso la luce di Dio,36 la Chiesa è chiamata sempre, come affermava molti anni fa papa Paolo VI, «a riprendere esatta coscienza della fede, per ravvivarla, per purificarla, per confermarla, per confessarla»,37 e questo anche incoraggiando «ogni iniziativa che aiuti i fedeli a riconoscere il ruolo particolare di Maria nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente ed a seguirne la fede e le virtù»,38 proprio mentre la fede è sottoposta ad una serie di complessi interrogativi da parte della mutata mentalità del mondo contemporaneo.[39] «Il nostro pellegrinare trova come compagna di viaggio la Vergine Maria, la Figlia di Sion, la quale, nella più assoluta disponibilità e povertà di cuore, si lascia interpellare dalla Parola che Dio le rivolge e alla quale consacra tutta se stessa. Con lei vogliamo ritrovare la Chiesa, chiamata a modellarsi sulle sue orme, per ritornare a quella stessa Parola che l’ha determinata nel suo nascere, la guida nel suo cammino e la contesta nel suo peccato. Da Maria, come Chiesa, vogliamo imparare ad annunciare, celebrare e servire il Vangelo di Cristo attraverso la testimonianza[…] In Maria, “pellegrina nella fede”, la Chiesa e ogni cristiano guardano e studiano se stessi in quell’andare verso, in quel continuo superamento che immergono nella ineffabile e trasfigurante conoscenza di Cristo e che manifestano sete d’infinito e desiderio del Dio- con noi […] Noi camminiamo “insieme con Maria”, pellegrini nella fede e servi nell’amore, protagonisti della storia che avanza verso il suo Signore».40 Tutto questo vuol dire che per essere veramente credenti e veramente evangelizzatori, cioè provocatori del reale cambiamento del mondo nella prospettiva salvifica, bisogna anzitutto donare se stessi a Cristo, impegnarsi nell’ascolto della voce dello Spirito di Dio e avere sviluppato nella propria vita di testimonianza un’autentica spiritualità “mariana”.41
NOTE
1 Cfr. Candido D., Madre dei Discepoli, in De Fiores S. – Ferrari Schiefer V. – Perrella S. M. (a cura di), Mariologia, op. cit., p. 769. Tutto l’assunto pp. 765-773.
2 Cfr. Segalla G., La “Madre degli inizi” nel Vangelo di Giovanni, in Theotokos 8 (2000) n. 2, p. 785. Tutto l’assunto pp. 769-785.
3 Cfr. Babolin S., Come affidarsi a Maria, madre dei discepoli del Signore, in AA. VV., Sabati mariani 2000/2001, vol. 1, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2001, pp. 10-11.
4 LG n. 62.
5 Farnedi G. – Massola F., (a cura di) Piccolo messale della Madonna, LEV – Edizioni Piemme, Città del Vaticano – Casale Monferrato 1988, p. 230.
6 Ibidem, p. 276.
7 Cfr. Scheffczyk L., Maria, crocevia della fede cattolica, Eupress, Lugano 2002, pp. 69-79.
8 Cfr. Garcia Parades J. C. R., Maria nella comunità del Regno, op. cit., pp. 314-319; Scheffczyk L., Maria, crocevia della fede cattolica, op. cit., pp. 90-92.
9 Cfr. LG XE "Concilio Vaticano II" 65.
10 Esquarda Bifet J., Maria memoria della Chiesa nel cammino missionario del terzo millennio, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2002, p. 23.
11 Cfr. Mt 2,11; Lc 2,16.
12 Cfr. Segalla G., Il Bambino con Maria sua madre in Matteo 2, in Theotokos 4 (1996), n. 1, pp. 15-27.
13 Odasso G., Il segno dell’Emmanuele nella Tradizione dell’Antico Testamento, in Theotokos 4 (1996), n. 1, p. 187. Tutto l’assunto pp. 151-187.
14 Cfr. Esquarda Bifet J., Maria nel cammino missionario della Chiesa, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2004, p. 23.
15 Cfr. Serra A., Maria di Nazaret, una fede in cammino, op. cit., pp. 97-99: Idem, Maria secondo il Vangelo, op. cit., pp. 102-111; Masciarelli M. G., Maria icona di speranza per gli uomini e le donne del terzo millennio, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, pp. 24-25.
16 Paolo VI, Omelia nel Santuario di Bonaria a Cagliari del 24 aprile 1970, in AAS 62 (1970), pp. 300-301. Vedi anche Travaglia G., E il discepolo l’accolse con sé (Gv 19,27b), op. cit., p. 61.
17 Cfr. Armenti F., Con lo sguardo rivolto a Maria, modello di fede, in Voce di Padre Pio, n. 5 del 2012, pp. 36-41.
18 Cfr. Scheffczyk L., Maria, crocevia della fede cattolica, op. cit., pp. 157-164; Bengoechea I., Paolo VI “Se vogliamo essere cristiani dobbiamo essere mariani”. Un precedente historico de esta expresión, in Marianum 55 (1993), n. 1, pp. 259-261.
19 Cfr. Gozzelino G., Ecco tua madre!, op. cit., p. 115;
20 Ratzinger J., Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, in Theotokos 3 (1995), p. 292. Tutto l’assunto pp. 291-302.
21 Cfr. Di Girolamo L., La preghiera mariana in San Pier Damiani e Sant’Anselmo d’Aosta, in Theotokos 17 (2009), n. 1, pp. 68-69. Tutto l’assunto pp. 51-90.
22 Newman J. H., Lettera al rev. Pusey su Maria e la vita cristiana, Città Nuova , Roma 1975, p. 177.
23 De Fiores S., Presentazione in Stagliano A., Madre di Dio. La mariologia personalistica di Joseph Ratzinger, San Paolo, Cinisello Balsamo 2010, p. 22. Tutto l’assunto pp. 7-22.
24 Cfr. Gozzelino G., Ecco tua madre!, op. cit., pp. 108-109.
25 Cfr. Bordoni M., Maria madre e sorella in cammino di fede, op. cit., 91; Militello C., Maria, op. cit., pp. 36-41.
26 Esquarda Bifet J., Maria nel cammino missionario della Chiesa, op. cit., p. 17.
27 Cfr. Toniolo E., La fede della Vergine Theotokos, secondo la liturgia bizantina, in AA. VV., Come vivere il cammino di fede con Maria, op. cit., p. 165. Tutto l’assunto pp. 162-187.
28 Cfr. Perrella S. M., Maria, madre di Gesù, porta fidei, in Marianum Notizie-News, n.1/2012, pp. 1-4; Idem, Maria icona della speranza affidabile nel complesso tempo attuale, op. cit., pp. 276-277.
29 Cfr. Idem, L’insegnamento della mariologia ieri e oggi, Edizioni Messaggero, Padova 2012, p. 15.
30 Masciarelli M. G., L'indissolubile rapporto di Maria con la Chiesa: figura, modello, presenza, op. cit., p. 88.
31 Von Balthasar H. U., Herrlichkeit. Eine theologische Ästhetik, Johannes, Einsiedeln 1961. Band I, Schau der Gestalt, p. 541.
32 Cfr. Masciarelli M. G., L'indissolubile rapporto di Maria con la Chiesa: figura, modello, presenza, op. cit., pp.117-129.
33 Perrella S. M., L’immagine teologica di Maria oggi, op. cit., p. 167.
34 Cfr. Esquarda Bifet J., Spiritualità mariana della Chiesa, op. cit., p. 156.
35 Cfr. Perrella S. M., Maria icona della speranza affidabile nel complesso tempo attuale, op. cit., pp. 258-259.
36 Cfr. Benedetto XVI, Omelia di inizio pontificato del 24 aprile 2005, LEV, Città del Vaticano 2005.
37 Paolo VI, Omelia nel Santuario di Fatima del 13 maggio 1967, in Insegnamenti di Paolo VI, 5 (1967), vol. 2, pp. 229-239.
38 Congregazione per la Dottrina della Fede, Indicazioni pastorali per l’Anno della Fede del 6 gennaio 2012, LEV, Città del Vaticano 2012.
39 Cfr. PF n. 10.
40 Cannavò I., Con Maria pellegrini nella fede, servi nell’amore, Lettera Pastorale dell’8 settembre 1994, in Arcidicesi di Messina – Lipari – S. Lucia del Mela, Con Maria pellegrini nella fede, servi nell’amore. Guida per il Popolo di Dio. Pellegrinatio Mariae, Anno Pastorale 1994-1995, Omnia Sacra, Messina 1994, p. 29. Tutta la Lettera Pastorale pp. 15-29.
41 Cfr. Manello M. P., Per una catechesi a partire da Mt 12,46-50, in Theotokos 2 (1994), n. 2, p. 153. Tutto l’assunto pp. 137-153.