Un contributo del Prof. Pier Luigi Guiducci.
I significati che sono stati attributi nel corso dei secoli al corallo sono legati alle sue caratteristiche. Fin dall’epoca antica tale organismo1 è stato utilizzato per la creazione di monili, o come elemento decorativo di utensili. La capacità di trasformarsi, e la relativa rarità, lo hanno reso prezioso e ricercato. Si tratta di due aspetti che costituiscono delle qualità fondamentali per comprendere l’uso del corallo come amuleto.2
Il corallo rosso
Periodo antico
Nell’antichità classica il corallo viene fatto nascere dal contatto di alcune alghe con la testa recisa della Medusa3 trasferendo la proprietà del suo sguardo nel corallo stesso. Secondo il poeta e letterato Ovidio4, dopo aver ucciso Medusa e liberato Andromeda, Perseo5 posò la testa di Medusa su uno strato di ramoscelli tratti dal mare. Essendo porosi, questi assorbirono il sangue del mostro, indurendosi. Le ninfe del mare, accortesi del prodigio, ripeterono l’esperimento con altri rametti, e li fecero moltiplicare gettandone i semi nel mare. Da qui, la proprietà del corallo di essere morbido sott’acqua e di indurirsi a contatto con l’aria. Anche lo scrittore Plinio il Vecchio6 scrive sul corallo: "nasce negli abissi marini con l’aspetto di radice erborea contorta e ramificata; questa, una volta estratta dall’acqua, passa da una consistenza erbosa e molle allo stato solido come di una fronda pietrificata".7 Grazie alla sua forma, al colore e alla trasformazione a contatto con l’aria (ritenuta misteriosa), il corallo nell’antica Roma aveva assunto proprietà curative e apotropaiche (protettive da eventi avversi). Era infatti consuetudine mettere sui neonati dei pendenti formati da rametti di corallo. Si somministrava inoltre la polvere che da essi si ricavava come un medicinale per la prevenzione e la cura delle crisi epilettiche, degli incubi e dei dolori della dentizione.
Medioevo
L’uso del corallo come amuleto per l’infanzia rimase una pratica confermata anche in epoca medievale. Le sue caratteristiche morfologiche lo fecero pure diventare una protezione contro il fulmine e il pericolo di morte improvvisa (specie quella dei piccoli). Divenne inoltre una cura (perfezionata in seguito) per le emorragie e le anomalie del ciclo mestruale. Fu usato come coagulante per ferite, ulcere e cicatrici. Tale impiego si spiega con la somiglianza del corallo alla forma e al colore dei vasi sanguigni, e con la sua capacità di solidificarsi.8 In tale periodo la presenza di rametti cruciformi suggerì, nelle logiche del tempo, di avvicinare tra loro le capacità apotropaiche del corallo con il Signum Salutis: la Croce. Tale orientamento considerò soprattutto il corallo rosso.9 Colpiva infatti il colore (sangue: simbolo di vita), e la struttura dell’organismo (richiamo alla circolazione sanguigna). In tal modo il corallo acquistò una proprietà particolare: quella di difendere dal demonio (oltre a quella di proteggere "a peste, fame et bello"). Unitamente a ciò, l’introduzione della preghiera del Rosario nei momenti dell’orazione, rese comune l’utilizzo del corallo per la costruzione dei grani rossi che richiamavano le rose mistiche del giardino mariano.10
Rinascimento
Nel periodo rinascimentale11, specie dopo la Controriforma12 e l’istituzione della Festa della Madonna del Rosario (7 ottobre 1571), il corallo venne utilizzato come collana o appeso alla cintura, con funzione generica di amuleto, e specifica di protettore dalle forze demoniache. In talune rappresentazioni rinascimentali della Madonna con il Bambino (quadri di devozione privata), quest’ultimo è talvolta ritratto con una collana di grani di corallo o d’oro con un ramo pendente. L’opera assume una probabile funzione votiva e protettiva per un nuovo nato. Inoltre, contrassegna probabilmente, in modo simbolico, la natura umana di Gesù, rappresentata anche attraverso la sua nudità. Non si dimentichi infine che nelle scene sacre il corallo rosso acquistava anche un valore di premonizione della Passio Christi.13
La protezione dell’infanzia - Piero della Francesca: ‘ Madonna di Senigallia’ (tra il 1470 e il 1484).
Al riguardo, si può citare come esempio l’opera di Piero della Francesca13: la ‘Madonna di Senigallia’. La datazione è incerta. Oscilla tra il 1470 e il 1484. Il nome del dipinto deriva dalla collocazione più antica conosciuta, la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Senigallia. Questo lavoro è oggi conservato nel Palazzo Ducale di Urbino (Galleria Nazionale delle Marche).14 È sempre Piero della Francesca che dipinge ancora una volta l’amuleto di corallo al collo di Gesù nella ‘Pala di Brera’, o ‘Pala Montefeltro’, oggi conservata nella Pinacoteca di Brera. L’amuleto di corallo è presente poi nella pala d’altare realizzata da Andrea Mantegna15 nota come ‘Madonna della Vittoria’, oggi esposta al museo del Louvre di Parigi.
Meno conosciute sono invece due opere: la ‘Madonna con Bambino’ di Jacopo Bellini16 (Lovere, BG, Accademia di Belle Arti Tadini), e la ‘Madonna del Solletico’ del Masaccio17 (Galleria degli Uffizi di Firenze).
L’elenco di quadri e tavole ove si trova dipinto anche un corallo può proseguire. Si pensi ad alcuni affreschi che si trovano anche in chiese di campagna. In questi luoghi di culto è frequente individuare rappresentazioni del Bambino Gesù che stringe tra le mani, o indossa al collo, un rametto di corallo. In altri casi collane e cordoncini che legano un rametto di corallo sono messi al polso del Bambino.
Un esempio è il trittico ‘Madonna tra i santi Sebastiano e Rocco’ eseguito nel 1509 per la chiesa di San Silvestro (Museo Nazionale d'Abruzzo). Un altro riferimento significativo riguarda l’opera ‘Madonna con il Bambino’, attribuita a Silvestro di Giacomo, noto come Silvestro dell'Aquila18 del XV secolo. Sempre abruzzese era Andrea De Litio19 che realizza per la chiesa di Sant’Agostino ad Atri, l’affresco della ‘Madonna delle Grazie’. In tale lavoro è raffigurato Gesù ornato di una collana di coralli.
Madonna delle Grazie - Andrea de Litio -Chiesa di Sant'Agostino di Atri
L’umanità di Gesù – Jacopo Bellini: ‘Madonna con il Bambino’ (metà XV secolo)
Interessante è anche la Tavola, attribuita alla scuola di Fiorenzo di Lorenzo20, che raffigura la ‘Madonna del Libro’. Qui la Vergine, con fierezza, tiene sulle gambe il Cristo che La guarda e che mostra al collo un amuleto di corallo. Raffaello Sanzio21, nella sua ‘Sacra Famiglia con agnello’ (Museo del Prado, Madrid), dipinge Gesù Bambino a cavallo di una pecora con amuleto apotropaico. Il Pinturicchio22 rappresenta un ‘San Bernardino orante davanti al Bambino Gesù’ con collanina e rametto di corallo al collo, mentre Cosmè Tura23 raffigura una ‘Circoncisione’ ornata con ‘festoni di corallo’.
Una sottolineatura
L’osservare la presenza del corallo in rappresentazione sacre non deve far pensare subito a una scelta riprovevole. Occorre infatti ragionare con le mentalità di tempi trascorsi. Nelle sensibilità di secoli passati l’humanitas dei fedeli, e la sua pietas, volle in qualche modo esprimere anche in modo visivo una vicinanza di sostegno alla Sacra Famiglia. È noto, infatti, che il presepio napoletano venne ideato per esprimere una corale partecipazione delle genti all’Evento dell’Incarnazione. Ogni figura della rappresentazione recava (e reca) con sé un qualcosa da donare al piccolo Gesù. Tale moto dell’animo si espresse anche con il corallo. Siccome già dall’antichità si usava tale formazione per proteggere i piccoli, si volle utilizzare il corallo anche per tutelare, in una forma molto umana, il Figlio di Dio in fasce. Così ci si abituò a mettere sui vestiti del piccolo anche un piccolo corallo.
Qualche considerazione di sintesi
Con il trascorrere del tempo la Chiesa riuscì alla fine a separare le due correnti di pensiero legate al corallo rosso: quella vicina alla magia popolare rinascimentale (talismano portafortuna), e quella riconducibile al messaggio cristiano (rappresentazione metaforica del Sangue del Cristo e della funzione salvifica). Sul piano delle credenze popolari rimane a tutt’oggi popolare il c.d. cornetto. Tale amuleto si presenta con caratteri stabiliti dalla tradizione. Deve essere rosso (la passione, il sangue), ritorto (la vita non è piana, ha le sue difficoltà), e regalato (la salute non si acquista; è Dio che ce la regala). Sul versante religioso il corallo rosso può rimanere un semplice signum. Con il suo colore ricorda che Cristo ha percorso una Passio. E con la sua articolata conformazione riconduce al sangue che circola nelle vene e che simbolicamente rimane memento della Grazia di Dio che circola nella Chiesa e nel mondo.
INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE E NOTE
S. Aiuti, Il corallo delle ciociare, in: ‘frosinoneitaliani.it’. L. Corchia, Il corallo in pittura: qual è il suo significato?, in: https://restaurars.altervista.org/. C. Stillitano, Il corallo: da talismano a simbolo della Passione di Cristo, in: ‘bi agiogamba.it’.
1 Il corallo, ritenuto da molti un unico organismo, è formato in realtà da migliaia d'individui identici geneticamente detti polipi, ognuno grande solo pochi millimetri.
2 Ciò spiega il motivo per il quale veniva posto nelle parti del corpo che non erano protette dagli indumenti, come collo, polsi e capelli. Il termine ‘amuleto’ deriva dal latino ‘amoliri’ (allontanare).
3 Figura della mitologia greca. Aveva il potere di pietrificare chiunque avesse incrociato il loro sguardo.
4 Publio Ovidio Nasone, noto semplicemente come Ovidio (43 a.C. - 17 d.C.). Cf: Ovidio, Metamorfosi, IV, 740-752.
5 Perseo: eroe della mitologia greca.
6 Gaio Plinio Secondo, conosciuto come Plinio il Vecchio (23 d. C. - 79 d. C.).
7 Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, libro XXXII.
8 A. Langella, Il corallo nella medicina, vesuvioweb.com, 2016.
9 Esistono anche coralli di colore chiaro e rosa.
10 La figura della rosa, già utilizzata nell’Antico Testamento, venne poi valorizzata per indicare la ‘bellezza’ interiore di Maria e il ‘profumo’, simbolo degli effetti della Grazia di Dio su di Lei (nelle Litanie mariane ci si rivolge a Lei chiamandoLa anche ‘Rosa Mistica’). Il ‘giardino mariano’ è il Paradiso ove la Vergine è la Regina degli Angeli e dei Santi.
11 In Italia si sviluppa dalla metà del XIV sec. (o inizio XV sec.) fino alla metà (o alla fine) del XVI sec.
12 Risposta cattolica alla Riforma luterana.
13 Piero di Benedetto de' Franceschi, noto comunemente come Piero della Francesca (1416/1417-1492).
14 P. Allegretti, Piero della Francesca, collana ‘I classici dell'arte’, Rizzoli/Skira, Milano 2003, pp. 146-147.
15 Andrea Mantegna (1431-1506).
16 Jacopo Bellini (1396? - 1470?).
17 Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai, detto il Masaccio (1401-1428).
18 Silvestro dell'Aquila, pseudonimo di Silvestro di Giacomo (1450 ca - 1504).
19 Andrea De Litio (1420 ca - 1495 ca).
20 Fiorenzo di Lorenzo (1445 ca - deceduto prima del 1525).
21 Raffaello Sanzio (1483-1520).
22 Bernardino di Betto Betti, noto come il Pinturicchio (1452 ca -1513).
23 Cosmè Tura, noto anche come Cosimo Tura (1433 ca - 1495).
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