Il ''Privilegio sabatino'' della B. Vergine del Monte Carmelo
Data: Sabato 11 Luglio 2020, alle ore 12:33:32
Argomento: Devozione


Dal libro di P. Albino del Bambino Gesù, Lo Scapolare della Madonna del Carmine, Editrice Ancora, Milano 1957, pp. 18-26.



Il privilegio sabatino

Il secondo grande privilegio dello scapolare è quello chiamato comunemente privilegio sabatino: Consiste nell'assistenza della Madonna alle anime che in vita portarono devotamente lo scapolare, perché vengano liberate al più presto dal purgatorio, specialmente nel primo sabato dopo la loro morte. Il privilegio sabatino conferisce allo scapolare un prestigio e una importanza del tutto particolare in quanto estende il suo influsso, non solo a tutte le circostanze della vita e alla morte, ma anche all'oltre-tomba. É l'unica devozione approvata dalla Chiesa che promette direttamente una abbreviazione delle pene espiatrici del purgatorio. Questa caratteristica è messa in rilievo dalla S. Congregazione delle indulgenze che il 27 giugno 1673 approvò un "Sommario delle indulgenze, favori e grazie concessi da molti Sommi Pontefici sì ai religiosi e confratelli della Madonna del Carmine, come ancora a tutti i fedeli che visiteranno le chiese dell'istesso Ordine". Ivi infatti si legge: "Oltre le suddette indulgenze che guadagnano in questa vita, i nostri religiosi e confratri dello scapolare del Carmine, nell'altra ancora godono di un particolare privilegio e beneficio singolare, che volgarmente si chiama privilegio sabatino; perché si crede piamente, che la Beatissima e Purissima Vergine Maria, padrona singolare dell'Ordine, a' fedeli tutti che porteranno l'habito, o scapolare della suddetta confraternita, e haveranno osservato quel tanto che si dirà a basso per conseguire il suddetto privilegio, l'aiuterà con le sue efficacissime orationi per uscire, e particolarmente nel giorno di sabato, dall'acerbissime pene del purgatorio, e andare a godere la gloria eterna della Patria celeste insieme con Lei"1.

Origine del privilegio

Il privilegio sabatino non venne concesso dalla Vergine a S. Simone Stock, ma ha una origine posteriore che possiamo così riassumere. Dopo la morte di Clemente V, avvenuta nel 1314, i Cardinali trovarono grande difficoltà nel designare il successore. Gli intrighi del re Luigi di Baviera complicarono la situazione. Un giorno la Madonna comparve al Cardinale francese Giacomo Duèse, suo grande devoto, gli annunciò che sarebbe stato eletto Papa, e lo invitò a promulgare un nuovo privilegio che essa concedeva all'Ordine carmelitano, ossia la liberazione dal purgatorio dei religiosi nel primo sabato dopo la morte. Il settantaduenne cardinale venne eletto Papa nel 1316 e governò la Chiesa per diciotto anni, con il nome di Giovanni XXII. Il 3 Marzo 1322, o secondo altri nel 1317, egli pubblicò ad Avignone, dove allora risiedeva la Curia Papale, la bolla Sacratissimo uti culmine che annunciava alla Chiesa il nuovo dono della Madre di Dio2. La bolla non si ritrova nei registri ufficiali del tempo, ed il suo stile sembra troppo diverso da quello usato abitualmente nei documenti pontifici, perciò sorge il dubbio che non sia autentica, almeno nella redazione attuale. Alessandro V nella bolla Tenore cuiusdam privilegii del 7 Dicembre 1409, afferma di aver visto la bolla sabatina nel suo testo originale, e a garanzia dì tutti la ritrascrive3. Ma neanche questo documento dell'infelice Papa eletto a Pisa è giunto a noi nel testo originale. Si conoscono, tuttavia, diverse trascrizioni, delle quali la più antica sembra quella di Maiorca del 2 Gennaio 1421, seguita da quella di Messina nel 1443. Verso la meta del quattrocento la bolla sabatina doveva essere notevolmente diffusa, perché negli anni seguenti e ricordata da molti autori. Nicolò Calciuri che scriveva nel 1461, mette sulle labbra della Madonna, apparsa in visione a Giovanni XXII, queste parole: "Et si alcuno per divotione entrino in nel preditto Ordine et sancta Religione, portando lo signo del sancto habito, appellandosi frati et sorori del mio Ordine prenominato, sarano liberati et absoluti della terza parte de' loro peccati, dal'ora del dì che entrano in nel detto Ordine... Et el dì che passerano di questa vita presente in nel purgatorio, in questa gloria impetrata, io madre gloriosi discenderò in nel sabato di poi la sua morte; e quanti di loro ne troverò nel purgatorio, li libererò et ridurogli nel monte di vita eterna"4. Pochi anni dopo, Balduino Leersio, del convento di Arras, riferisce in questo modo la promessa della Madonna, fatta per mezzo della bolla sabatina: "...al mio Ordine darai questo privilegio da parte mia e di mio Figlio : chi entrerà in esso e vivrà devotamente, si salverà in eterno e sarà libero dalla pena e dalla colpa. E se dopo morte saranno condannati al purgatorio, io, Madre di Grazia, subito dopo il loro decesso discenderò nel purgatorio e libererò quanti troverò, portandoli al monte santo della vita eterna"5. Arnoldo Bostio nel 1490 trascrive la narrazione del Leersio, che viene ripetuta anche da Lutti gli autori del secolo XVI6. Prima della fine del quattrocento il privilegio era uno anche ai fedeli e faceva parte della devozione mariana, come ne fanno fede i tre dipinti del De Vigilia, o sua scuola, dove si vedono anime del purgatorio liberate dalla Vergine perché rivestite dello scapolare7. Lo stesso tema è trattato in un quadro che si conserva a Catania, dipinto dal Pastura nei primi anni del cinquecento. Possiamo concludere che la fiducia nella anticipata liberazione dal purgatorio in virtù del santo scapolare era notevolmente diffusa nella seconda metà del quattrocento. La distanza dei luoghi dai quali ci vengono i vari documenti, (Messina, Palermo, Arras, Maiorca), fanno pensare ad una origine molto anteriore. Tuttavia la distanza da Papa Giovanni XXII rimane assai rilevante, perciò il privilegio sabatino non si può difendere in modo sicuro se non ricorrendo alle approvazioni della S. Sede, le quali vengono ad avere in questa materia una importanza decisiva.

Approvazione della Chiesa

All'inizio del secolo XVI l'Ordine carmelitano considerava il privilegio sabatino come un tesoro spirituale di grande valore e si preoccupò di farlo conoscere a tutti. Il capitolo generale del 1517 incaricò il priore generale di chiedere una conferma speciale alla S. Sede e lo autorizzò ad imporre una tassa ai singoli conventi per la spedizione della bolla sabatina8. Forse a Roma se ne conservava qualche copia. Il 6 Maggio 1527 l'Urbe fu invasa da soldati italiani, spagnoli e tedeschi, guidati da Carlo Borbone. Per otto giorni venne saccheggiata barbaramente, e per due mesi vessata in ogni modo. Molti documenti preziosi andarono perduti in quella occasione, e anche nell'archivio lateranense, una volta assai completo, non si trovano che pochi documenti antecedenti il 1527. Senza dubbio in quell'occasione furono distrutti anche molti documenti relativi all'Ordine carmelitano e ai sacro scapolare. Forse per questo nel 1528 il generale Nicola Audet cominciò le pratiche per una nuova conferma di tutti i privilegi dell'Ordine. Il 12 agosto 1530 Clemente VII pubblicò la bolla Ex clementi Sedis Apostolicae nella quale riassume il privilegio sabatino concesso da Giovanni XXII e da Alessandro V, lo conferma e lo rinnova assieme agli altri privilegi concessi all'Ordine dai suoi predecessori: "Tenore praesentium approbamus, et innovamus, ac perpetuae firmitatis robur obtiuere debere"9. Questa bolla con la quale il Papa rispondeva in modo affermativo alla richiesta dell'Ordine Carmelitano "di confermare, e per maggior cautela concedere di nuovo le indulgenze e privilegi dell'Ordine", costituì la base delle approvazioni successive che si ripeterono con frequenza10. Paolo III un mese dopo la sua elezione ordina la trascrizione della bolla Ex clementi e le dà la sua approvazione nella Provisionis nostrae del 3 Novembre 153411. Pio IV nella bolla Cum a nobis del 30 maggio 1561 approva per i Carmelitani del Portogallo tutti i privilegi concessi dai suoi predecessori Giovanni XXII, Alessandro V, Clemente VII, Paolo III, quindi conferma anche il privilegio sabatino espressamente nominato da quei Pontefici12. S. Pio V conferma il 18 febbraio 1566, con la bolla Superna dispositione, "tutti e singoli i privilegi e indulgenze ed altre grazie anche sabatine" concesse dai predecessori in qualsiasi modo13. L'Ordine carmelitano con queste autorevoli approvazioni si sentì tranquillo e il capitolo generale del 1532 ordinò che tutti i Provinciali facessero conoscere i privilegi dello scapolare confermati e di nuovo concessi da Clemente VII14. Qualche incertezza su questi privilegi tornò a diffondersi dopo che il Concilio di Trento diede norme assai rigorose circa l'uso e la predicazione delle indulgenze. Per togliere ogni dubbio il Padre Generale G. Battista Rossi ricorse nuovamente al Papa, e Gregorio XIII con la bolla Ut laudes approvò un'altra volta nel 1577 tutti i privilegi dell'Ordine, facendo menzione espressa del privilegio sabatino15. Finalmente nel 1609, sotto il pontificato di Paolo V, dopo accurato esame del santo Cardinale Roberto Bellarmino, vennero approvate le lezioni dell'officio della Madonna del Carmine. In queste lezioni, nuovamente approvate nel 1612 e nel 1638 si legge: "La Vergine Santissima non soltanto volle insignire questo suo Ordine prediletto di molte prerogative durante questa vita, ma anche nell'altra, (giacché la sua potenza e misericordia si fanno valere ovunque); è cioè lecito credere che ella andrà a consolare, con un affetto pienamente materno, i suoi figli che soffrono nel purgatorio, e li condurrà al più presto nel ciclo, purché siano iscritti nella confraternita dello scapolare, abbiano osservato una lieve astinenza, recitate poche preghiere loro prescritte e osservato la castità propria allo stato di ciascuno"16. Lo stesso Pontefice aveva autorizzato il 30 ottobre 1606, con la lettera Cum certas, il generale dell'Ordine ad erigere confraternite della B. V. Maria del monte Carmelo, in ogni luogo fuori di Roma, accordando indulgenze e privilegi. Nonostante tutti questi documenti che manifestavano chiaramente il pensiero della Chiesa, una forte opposizione al privilegio sabatino sorse all'inizio del seicento nel Portogallo, ove l'Inquisitore generale Don Pedro de Castillo ne aveva proibito la predicazione. I Carmelitani ricorsero anche questa volta al Sommo Pontefice che rimise la questione alla S. Inquisizione. Questa, dopo matura discussione, emanò nel 1613 il seguente decreto; "Si permette ai Padri carmelitani di predicare che il popolo cristiano possa piamente credere quanto riguarda l'aiuto alle anime dei fratelli e delle consorelle del sodalizio della beatissima Vergine Maria del monte Carmelo: cioè che la beatissima Vergine aiuterà le anime dei fratelli e delle consorelle, decedute nella carità, che in vita hanno portato il suo abito,.., colle sue continue intercessioni, coi suoi pii suffragi e meriti, e con speciale protezione dopo il loro transito, specialmente nel giorno di sabato, (giorno che dalla Chiesa è stato dedicato alla stessa beatissima Vergine)"17. Questo decreto ebbe grandissima importanza ed i Pontefici seguenti rinnovarono l'approvazione del privilegio sabatino nello stesso senso e quasi negli stessi termini usati dalla S. inquisizione, senza aggiungere alcuna variante notevole. Perciò non ci dilunghiamo più a lungo e ci accontentiamo di nominare alcuni pontefici e i documenti nei quali confermarono questo privilegio dello scapolare: Clemente X con la bolla Commissae nobis del 167318; e più recentemente Pio X nel decreto del S. Officio, del 16 Dicembre 1910; Benedetto XV nella allocuzione agli alunni del Pontificio Seminario Romano, e ai Terziari carmelitani19; Pio XI nell'autografo per il centenario del privilegio sabatino, 18 Marzo 192220, Pio XII nell'autografo dell'undici febbraio 1950, nel VII centenario della visione di S. Simone Stock21. Dinanzi a questa lunga serie di documenti pontifici, indubbiamente autentici, si dovettero inchinare anche le Università, alle quali si deferivano, un tempo, simili questioni. Alla fine del secolo XVI la Università di Salamanca approvò le lettere del P. G. B. Rossi, nelle quali si prometteva la liberazione dal purgatorio agli affiliati all'Ordine. In senso favorevole al privilegio sabatino si pronunciò la Università di Bologna nel 1609, e quella di Parigi nel 1648. Dopo questa lunga, e un po' monotona, elencazione di documenti, possiamo constatare con piacere che forse nessun privilegio e nessuna devozione, all'infuori di quella del SS. Rosario, sono stati approvati tante volte dal Sommi Pontefici, quanto il privilegio sabatino e la devozione dello scapolare del Carmine. É lecito quindi concludere che il privilegio sabatino è solidamente fondato.

Basi solide

Per valutare il grado di certezza che si può attribuire al privilegio sabatino, non si deve attendere solo alla sua origine, ma anche alle ripetute approvazioni della Chiesa. L'indagine storica sull'origine della bolla sabatina, fino ad oggi non ha dato risultati sicuri. Se non si troveranno nuove testimonianze rimarranno sempre delle zone d'ombra. Ma l'autorità della Chiesa e gli interventi dei Papi possono ben tranquillizzare i fedeli, e dare una base sicura alla loro speranza. La fiducia nel privilegio sabatino si è sempre fondata sulle molteplici approvazioni della Chiesa. Michele della Fonte scriveva nel lontano 1616: "Queste bolle dei santi Pontefici... sono uno dei testimoni principali e più validi che ha questo privilegio a sua difesa e per prova della verità e certezza che ha per essere creduto come certo e veritiero"22. Il Card. Casimiro Gennari parlando della "certezza e natura... del privilegio sabatino", osserva: "É dunque una pia fiducia approvata dalla Chiesa. Quand'anche, perciò, non vi sia stata una espressa e certa rivelazione della SS.ma Vergine, come dicesi stata fatta al Pontefice Giovanni XXII, è nondimeno una fiducia generale e secolare dalla Chiesa confermata; e cotal fiducia genera certezza, non potendosi ammettere che tutta la Chiesa s'inganni e siasi ingannata sempre nelle sue speranze...  La fiducia è che la Vergine aiuta in modo particolare gli ascritti alla confraternita del Carmine coi suoi meriti, colle sue preghiere, perché abbiano presto a conseguire la gloria del cielo. La Chiesa ha fiducia illimitata nei meriti e nelle preghiere di Maria, i quali vincono in valore quelli di tutti gli angeli e di tutti i Santi. Non può essere perciò che tutto questo tesoro di suffragi non valga a sciogliere dai legami della pena i devoti di Maria. Molto più poi se si considera che la massima applicazione di questi suffragi sarà per avvenire nei giorni di sabato consacrato alla Vergine"23. Non ostante le difficoltà storielle, il privilegio sabatino si deve considerare certo in quanto il magistero della Chiesa assicura che la Madre celeste interverrà in favore dei suoi devoti e li libererà dal purgatorio se essi per mezzo dello scapolare le avranno testimoniato la loro dedizione e il loro amore. "Chiunque presti attenzione alla costituzione della Chiesa Cattolica e attenda a ciò che significa l'intervento dell'autorità pontificia nell'economia della grazia, senza dubbio troverà in questa accettazione pontificia (del privilegio sabatino) un motivo di fiducia nella realizzazione delle promesse di Maria, assai più forte che non in un ragionamento che provasse documentalmente l'autenticità di una carta del secolo XIV "24. Non ci resta ora che da determinare il significato e l'estensione del privilegio sabatino in base ai medesimi documenti pontifici e alla tradizione dell'Ordine.

Significato ed estensione

Nella bolla di Giovanni XXII si legge: "Io, Madre di grazia, scenderò il sabato dopo la loro morte e libererò quelli che troverò in purgatorio, per condurli al monte santo della vita eterna"25. La promessa della Madonna contiene due affermazioni: 1) Essa stessa scenderà nel purgatorio a liberare le anime dei confratelli del Carmine; 2) questo avverrà nel primo sabato dopo la loro morte. La stessa narrazione, con poche varianti verbali, troviamo nel testo del Calciuri sopra riferito, nel quale è riflessa la credenza più diffusa durante il quattrocento, nell'Ordine e fuori di esso. Nella bolla Ex clementi non si dice più che la Madonna scenderà nel purgatorio, ma che aiuterà le anime purganti, che in vita portarono lo scapolare, "con le sue continue intercessioni, con i suoi suffragi, e con una speciale protezione: ipsa gloriosissima Dei Genitrix Virgo Maria, ipsorum confratrum... animas post eorum transitum suis intercessionibus continuis, piis suffragiis et speciali protectione adiuvabit"26. É omesso anche l'accenno alla liberazione in giorno di sabato; si dice solo che la Madonna aiuterà i suoi confratelli in modo particolare, senza precisare il tempo. L'Ordine accettò senz'altro l'interpretazione di Clemente VII circa il modo col quale la Madonna soccorre le anime purganti, cioè con la preghiera e i suffragi. Non venne invece abbandonata l'idea che la liberazione dalle fiamme espiatrici avvenisse nel giorno di sabato. Il Papa non lo aveva negato; si era solo astenuto dall'avvallarlo con la sua autorità suprema. Il Padre G. B. Rossi nelle lettere di aggregazione all'Ordine scriveva : "In modo particolare vi viene concesso di godere e usufruire dei privilegi che sono contenuti nella bolla chiamata volgarmente sabatina, cioè che la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, vera madre di pietà e di misericordia, con le sue continue intercessioni e speciali aiuti (secondo la serie di lettere apostoliche di Giovanni XXII, Alessandro V, Clemente VIII) nel primo sabato dopo la vostra morte, aiuterà le vostre anime, se detenute nel purgatorio"27. Il Papa Gregorio XIII fa sua questa fiducia dell'Ordine e nella bolla Ut laudes del 1577, con la quale approva i privilegi concessi dai suoi predecessori, parla della liberazione dal purgatorio nel primo sabato dopo la morte28. Nel secolo XVII si ritorna alla interpretazione data al privilegio sabatino da Clemente VII, tenendo però conto anche della tradizione dell'Ordine. Nelle lezioni dell'ufficio approvate nel 1609, si dice semplicemente che "è lecito credere che ella (la Madonna) andrà a consolare con un affetto pienamente materno, i suoi figli che soffrono nel purgatorio, e li condurrà al più presto nel ciclo"29. Il decreto della S. Inquisizione del 1613 riassume tutti gli elementi della tradizione e li armonizza bellamente affermando che la Vergine aiuterà le anime dei fratelli e delle consorelle dopo il loro transito, "con le sue intercessioni, con i suoi pii suffragi e meriti, e con speciale protezione, specialmente nel giorno di sabato" che è a lei consacrato dal culto dei fedeli. Con questo decreto la dottrina circa il privilegio sabatino raggiunge la sua maturazione e la sua formulazione più esatta. La Chiesa garantisce con la sua autorità che coloro che portano lo scapolare con le dovute disposizioni possono sperare in un aiuto speciale della Madonna per uscire al più presto dalle fiamme del purgatorio. Tra il decreto della S. Inquisizione e la bolla sabatina vi sono due differenze, più apparenti che sostanziali. Giovanni XXII parlava di una discesa di Maria nel purgatorio per liberare le anime dei suoi devoti, mentre il decreto della S. Inquisizione non vi accenna, anzi pare negarlo in quanto dice che la Madonna aiuta con le sue preghiere. Tuttavia si può osservare che la bolla sabatina non diceva che Maria sarebbe scesa in purgatorio con il suo corpo glorioso. Le sue parole si potevano interpretare più convenientemente in senso morale, in quanto la Vergine sarebbe scesa con la sua potenza, facendo giungere a quelle anime in pena gli effetti della sua mediazione. Purtroppo, molti fedeli, non sufficientemente istruiti, intendevano le parole della bolla in senso materiale. Per evitare ogni errore di interpretazione la S. Inquisizione ha soppresso ogni accenno alla discesa di Maria in purgatorio, affermando semplicemente che essa si interesserà delle anime in attesa, e le libererà al più presto. Un'altra variante riguarda il tempo della liberazione dal purgatorio. Il sabato non è più una data assoluta, come lasciava capire la bolla sabatina, ma solo un punto di riferimento, in quanto è un giorno consacrato a Maria, nel quale essa distribuisce con maggiore larghezza i suoi doni. I documenti della Chiesa, dopo Gregorio XIII, o non accennano al tempo della liberazione, o dicono che avverrà al più presto. Pio XII nell'autografo più volte citato del 1950 dice che la Regina del Carmelo porterà in cielo i suoi devoti quam primum, e lo stesso si afferma nel prefazio proprio della Messa del Carmine. Il decreto della S. Inquisizione aggiunge che questo avverrà preferibilmente di sabato, essendo questo un giorno mariano30. La liberazione dal purgatorio deve accordarsi con le esigenze della divina giustizia, e perciò varia nel tempo con il numero e la gravita delle colpe che l'anima deve espiare, e in relazione alle disposizioni avute in vita. Non si può quindi stabilire una data fissa ed uguale per tutti. E' certo tuttavia che la Madonna interviene ad abbreviare le pene del purgatorio, e questo è sufficiente a rendere caro e prezioso lo scapolare; quanto al tempo e modo dobbiamo rimetterci ai disegni di Dio e alla sua infinita misericordia.

Giustificazione teologica

Il privilegio sabatino, come è proposto dalla Chiesa, si quadra perfettamente nel dogma cattolico. E' certo che la Madre di Dio, in quanto nostra Mediatrice e Regina, esercita il suo influsso anche nel purgatorio. Le sue funzioni nei nostri riguardi non finiscono con la morte; il suo cuore materno non si da pace finché non ci vede accanto a lei, nella gloria del Padre. Il suo dominio sulle anime del purgatorio è fuori discussione; quindi anche il suo intervento in loro favore. I devoti di Maria hanno sempre coltivato la speranza di essere da lei aiutati in purgatorio. In un Laudario dei Battuti di Modena dell'anno 1377 si legge: "Preghemo tutti la madre nostra di vita eterna Madonna sancta Maria al cue honore e reverentia e soto lo cue mantello e protecione nue semmo tuti congrega. Et si la pregaremmo tuti devotamente et humelmente e cum puro coro che ella per la soa pietà e per la soa misericordia ella sia anchò a prego denanco al so fiolo dolcissimo e pregarlo dolcemente chello so fiolo preciosissimo che s'el è alcuna persona né homo né donna de questa nostra compagnia... gì qua enno passà de questa vita presente, in l'altra fosser in alcuna pena de purgatorio, che ello per la soa pietà e per la soa misericordia si gì dibia anchò score de quelle pene e trarge fora de qui martorigc e condurge tuti a la soa benedecta gloria. Et a ço che elio exaudisca più volontera lo prego nostro nu diremmo l'oration del paltre nostro cum la salù de la nostra donna"31. La Chiesa manifesta la sua fede nell'efficace intervento di Maria in favore delle anime del purgatorio, nell'orazione liturgica Deus veniae largitor, con la quale invoca la misericordia di Dio per l'intercessione di Maria, "sui defunti parenti e benefattori"32. Se tutte le anime possono confidare di avere in Maria conforto e aiuto durante la penosa detenzione nel purgatorio, coloro che hanno portato devotamente lo scapolare hanno un motivo particolare di fiducia, in quanto sanno di essere da lei predilette. "La Vergine infatti, ama quelli che l'amano", osserva Pio XII parlando del privilegio sabatino, "e nessuno può sperare di averla ausiliatrice in morte, se in vita non si sarà meritato questa grazia, sia tenendosi lontano dalla colpa, sia praticando quello che rindonda in suo onore"33. L'uso dello scapolare è una protesta di amore e un atto di consacrazione alla Madonna; tutti i confratelli del Carmine considerano Maria come Madre e Regina, e vivono nel suo culto e nel suo servizio. Essa non li può dimenticare né trascurare quando la divina giustizia li rinchiude nel purgatorio. Il privilegio sabatino è fondato nella certezza teologica che Maria può e vuole aiutare anche dopo morte le anime che l'hanno onorata ed amata in vita, e nella convinzione che lo scapolare sia uno dei mezzi più espressivi ed efficaci per manifestare la nostra devozione e sottomissione alla Madre di Dio. In questo senso il privilegio è stato approvato da tanti Papi e non può essere messo in dubbio. I fedeli hanno quindi un motivo sufficiente per credere che la Vergine, in virtù dello scapolare, abbrevierà il tempo del purgatorio e affretterà la loro ascesa al cielo, sia che questo avvenga nel primo sabato dopo la morte, come vuole una tradizione antichissima, sia che avvenga in altro giorno, secondo i disegni sempre misericordiosi del Signore. Alcuni autori considerano il privilegio sabatino come una indulgenza plenaria. Sebbene questa espressione si trovi anche in qualche documento antico, si deve notare che l'indulgenza viene concessa dalla Chiesa, in vista dei meriti infiniti di Gesù Cristo, della Vergine e dei Santi, mentre il privilegio sabatino è solo riconosciuto dalla Chiesa come frutto della devozione di Maria. "Sebbene la grazia concessa con la bolla sabatina si chiami promiscuamente indulgenza sabatina o privilegio sabatino, pure se si vogliono usare termini precisi, non si deve chiamare indulgenza ma privilegio sabatino, perché consiste nella intercessione di Nostra Signora... Altra differenza tra le indulgenze concesse dal Papa e la sabatina è questa : la indulgenza concessa dal Papa riguarda le buone opere che il Papa comanda, come visitare la chiesa del Carmine, per le quali il Papa dispensa dal tesoro della Chiesa ciò che si intende guadagnare; il privilegio sabatino non riguarda direttamente le opere dei confratelli, come l'astinenza delle carni il mercoledì, ma è frutto della intercessione e patrocinio della Madonna, per il quale Cristo lo concede, tenendo conto solo indirettamente delle opere del confratello"34.

Le condizioni richieste

Sia nella bolla sabatina che nei documenti posteriori, la liberazione dal purgatorio è sempre legata al compimento di alcune condizioni determinate. La bolla sabatina dice che oltre alla osservanza della castità i confratelli e le consorelle sono tenuti a recitare le Ore canoniche secondo la Regola di S. Alberto; coloro che non possono dire l'officio perché non sanno leggere, devono digiunare nei giorni stabiliti dalla Chiesa, e astenersi dalle carni il mercoledì e il sabato. Nicolò Calciuri richiede la stesse condizioni. Il Padre G. B. Rossi in una lettera di affiliazione richiede soltanto la pratica della castità secondo il proprio stato e l'astinenza dalle carni il mercoledì e il sabato, eccetto il giorno di Natale, a meno che infermità, debolezza o necessità l'impediscano35. Ma in un'altra lettera dello stesso Padre Rossi si richiedono anche delle preghiere vocali; "Ti esortiamo a non mangiar carne il mercoledì, se non è il giorno di Natale di N. S.; reciterai ogni giorno i Pater noster e Ave Maria segnati con la corona. E sotto (le vesti) porterai lo scapolare"36. Dai vari documenti, si deduce che per acquistare il privilegio sabatino si richiedono le seguenti condizioni: Iscrizione alla confraternita del Carmine con l'imposizione dell'abitino da parte di un sacerdote autorizzato, e l'uso continuo dello scapolare fino alla morte; Pratica della castità secondo il proprio stato; Recita dell'officio della Madonna. Chi non sa leggere l'officio osserverà i digiuni e astinenze della Chiesa e inoltre mangerà di magro il mercoledì e sabato di ogni settimana. Questo obbligo può venire commutato dal sacerdote che ne ha la facoltà, con qualche altra opera pia, più facile a compiersi. Queste condizioni vennero codificate officialmente nel decreto della S. Inquisizione nel 1613. L'Ordine accettò questa formulazione come definitiva e la inserì nelle costituzioni come legge generale e vincolante37. Il P. Piertomaso Saraceni scriveva nel 1627: "Publicati i beni spirituali, il padre deputato immediatamente publicherà gli obblighi, i quali sono in questi tempi così determinati, che non e più che dubitare. L'autorità apostolica ha illustrato ogni cosa. Per goder dunque il privilegio della B. V. sono obbligati i nostri confratelli d'osservare tre cose sole. Prima, ricevuto l'abito benedetto, portarlo come veste donata dalla Madre di Dio, come divisa della Principessa del paradiso, come manto dispensato dal trono reale della sua clemenza, e come incitamento di divozione. Secondo, conservare con tutte le forze possibili la purità del proprio stato, per riverenza alla purità verginale di Maria...Terzo, recitare ogni giorno l'officio della B. Vergine, e non altro; questo basta. Chi non sa leggere, osservi i digiuni comandati dalla S. Chiesa, e guardinsì il Mercore e il Sabato di mangiar carne, eccettuato il giorno di Natale di Gesù Cristo. Questi sono gli obblighi, che s'hanno da osservare per godere il privilegio della B. Vergine"38. La motivazione di queste condizioni è facile. La vestizione e l'uso dello scapolare sono richiesti perché il fedele sia inserito nell'Ordine e partecipi ai suoi privilegi. La castità è la virtù che rifulge e piace maggiormente alla Madonna e che essa desidera vedere nei suoi figli prediletti. Troppi uomini trovano nella impurità la rovina dell'anima. La pratica di questa virtù è una garanzia contro il peccato, e un mezzo efficace di elevazione. A causa del peccato originale, e per l'ambiente morale in cui si svolge abitualmente la vita dei fedeli, la purezza è una conquista assai difficile. Ma la Vergine assiste i suoi devoti volonterosi, e lo scapolare è una valida difesa contro l'assalto del demonio e contro l'urto delle tentazioni. La recita dell'officio e l'astinenza dalle carni tracciano ai confratelli del Carmine i lineamenti fondamentali della loro spiritualità caratteristica: preghiera e penitenza. Sono questi i due cardini della vita carmelitana. La Regola prescrive ai religiosi di vigilare di giorno e di notte nella preghiera, di digiunare dal 14 Settembre a Pasqua e di astenersi dalle carni tutto l'anno. I membri della confraternita appartengono per affiliazione alla famiglia carmelitana, partecipano ai suoi privilegi e condividono i suoi obblighi, in quanto è possibile a chi vive nel mondo. "Se lo scapolare - osserva il R. P. Melchiorre di S. Maria -  come abito religioso è l'espressione della vita carmelitana e incorpora chi lo riceve, mediante la vestizione, all'Ordine carmelitano, ciò importa e la partecipazione a tutti i beni spirituali dell'Ordine e il dovere di vivere, in certo modo, la sua vita. Il Carmelo è un Ordine squisitamente contemplativo, che vuole condurre i suoi membri ad una intima unione con Dio, mediante la piena conformità della volontà a quella del Padre celeste. E' però anche un Ordine di mortificazione e di penitenza, senza la quale nessuna vita di preghiera è possibile: per arrivare all'unione con Dio bisogna distaccarsi da tutto ciò che non è Dio, e non amare nulla all'infuori di Dio, se non per Dio stesso.... I confratelli devono partecipare a questi ideali e impegnarsi " ad una vita cristiana perfetta, servendosi a tal fine dei mezzi che offre loro il Carmelo, e affidandosi innanzitutto alla cura e alla sollecitudine materna di Maria"39. Il P. Crasset, gesuita, fa osservare che le condizioni richieste per il privilegio sabatino sono in sé stesse mezzi efficaci per espiare la pena dovuta ai peccati, e quindi ottime disposizioni per affrettare la liberazione dal purgatorio. "Non credo che vi sia fondamento di credere che ciò (il privilegio sabatino) sia falso e di gridare contro questa indulgenza poiché le condizioni che sono necessarie per guadagnarla tengono il luogo di una soddisfazione rigorosissima, e tolgono agli empi la speranza di godere di questa grazia, perché, oltre il dover portare questo abito sino alla morte (il che molti non fanno) e il recitare ogni giorno l'officio piccolo della Vergine, o l'astenersi dal mangiar carne il mercoledì e il sabato, eccetto il S. Natale, ed osservare esattamente tutti i digiuni della Chiesa, oltre dico, queste condizioni, che sono assai dure, è forse poco l'osservare inviolabilmente fino alla morte la continenza del proprio stato, o di verginità, o di matrimonio, o di vedovanza? Quanti cristiani troverete voi che muoiono senza macchia e non abbiano a rinfacciarsi cosa alcuna su questo punto? Per me non ho difficoltà a credere che la Vergine sia per ottenere la liberazione di un'anima, che avrà osservato per tutta la vita questi digiuni e queste astinenze, e non avrà mai macchiata la purità, del suo corpo con alcun diletto peccaminoso. D'altra parte non si può senza questo, o almeno senza un legittimo pentimento e ravvedimento, assicurarsi di guadagnare questa indulgenza. Per verità vi è molta passione e ingiustizia nel declamare come si fa, e in una maniera così scandalosa, contro una devozione che è approvata da tanti Papi, praticata per tanti secoli, lodata da tanti Santi, attestata da Dio con tanti miracoli, ricevuta e consacrata dal consenso di tutte le nazioni; devozione che allontana dal vizio, ispira la virtù mortifica la carne, mette in uso l'orazione e santifica tutti i cristiani con una purità di corpo e di animo, esente da ogni corruzione"40. Se queste condizioni hanno tanta importanza per l'acquisto del privilegio sabatino, che dire di coloro che non riescono ad osservarle integralmente? Perdono essi ogni speranza nell'aiuto di Maria? Probabilmente si può ripetere quanto abbiamo detto relativamente al privilegio della preservazione dall'inferno, tacendo una distinzione tra le manchevolezze dovute alla debolezza naturale, e quelle causate da cattiva volontà. Se un confratello depone lo scapolare o trascura deliberatamente tutti gli obblighi assunti, rinuncia anche alle promesse della Madonna. Ma se cade non ostante la sincerità dei propositi e poi subito si pente, senza dubbio la Madonna userà con lui misericordia. Lo accoglierà anche se tornerà a lei dopo un periodo di diserzione e di peccato, purché sia sinceramente deciso a riprendere i suoi doveri di cristiano e di confratello dello scapolare. Al giovane che gli chiedeva cosa dovesse fare per salvarsi Gesù disse: "Osserva i comandamenti"41. Ora è certo che uno si può salvare anche se ha trasgredito più volte i divini precetti, purché detesti la sua colpa. Allo stesso modo riteniamo che Maria soccorrerà nel purgatorio anche chi è venuto meno alle esigenze dello scapolare, se poi si è sinceramente pentito ed ha cercato di riparare vivendo cristianamente. La protezione di Maria non è negata ai deboli, ma ai presuntuosi che abusano dello scapolare per fare il male, e ai pertinaci che non vogliono convertirsi non ostante i continui e soavi richiami della Madre celeste.

NOTE
1. Bull. Carm., II, p. 601.
2. La bolla, dopo una introduzione solenne, narra la visione di Giovanni XXII; "La Vergine del Carmelo, un giorno mentre io genuflesso la supplicavo, m'apparve tutta splendente e mi disse queste parole: "O Giovanni! O Giovanni, Vicario del mio diletto Figlio, io ti scamperò dal tuo nemico per mezzo delle mie preghiere, esaudite dal mio dolcissimo Figlio, così tu per riconoscenza ai miei benefici concedi al mio santo e devoto Ordine del Carmelo, incominciato da Elia ed Eliseo su quel monte, un'ampia e generosa conferma... con la quale approvazione, da vero Vicario del mio Figlio, tu sancirai sulla terra quello che fu decretato in cielo, che cioè chiunque persevererà nei voti di obbedienza, castità, povertà, o sarà entrato nell'Ordine, si salverà. E se altri per devozione entreranno in quella santa religione, portando il segno dell'abito santo, con nome di confratelli e consorelle del predetto Ordine, saranno liberi ed assolti da una terza parte dei loro peccati... e se nel giorno in cui essi morranno saranno confinati nel purgatorio, io Madre di grazia scenderò nel sabato dopo la loro morte e quelli che troverò in purgatorio li libererò, per condurli al .monte santo della vita eterna. Devono però i confratelli e le consorelle recitare le ore canoniche come sarà necessario secondo la Regola data da Alberto; quelli che non sanno recitarle dovranno osservare i digiuni nei giorni prescritti dalla Chiesa, e se non saranno dispensati per qualche giusto impedimento, astenersi dalle carni il mercoledì e il sabato, eccetto il giorno della Natività del mio Figlio ". E detto questo svanì la visione. Io dunque accetta, approvo e confermo in terra questa santa indulgenza, come per i meriti della Vergine Madre, graziosamente concesse Gesù cristo in cielo". Traduzione letterale della copia che si conserva nella Biblioteca Vaticana. (Diversa Cameralia S. Pii V, 1568-1571: armadio 29, tomo 238, fol. 16-19).
3. Bull. Carm.. I, p. 166.
4. NICOLO' CALCIURI, O. CARM., Vita fretrum del sancto Monte Carmelo, in Efhemerides Carmeliticae, VI, (1955), p. 406.
5. Collectaneum, c. 6; cfr. Spec. Carm., I, p. 368.
6. Speculum historiale, I. VII, e. 36.
7. Cfr. Lo Scapolare, p. 18 sqq.
8. "Item commiserunt R.mo Patri Generali, quod taxet Religionem pro expedienda bulla pro die Sabati... ", Acta Cap. Gener., ed. Wessels, I, p. 358,
9. Bull. Carm., II, p. 48.
10. ivi
11. ivi, p. 68.
12. ivi, p. 707.
13. ivi, p. 141,
14. Acta Cap. Gen., I, p. 396.
15. Bull. Carm., II, p. 194.
16. DANIEL A V. M., Speculum Carm., I, p. 533.
17. Bull. Carm., I, p. 62.
18. Bull. Carm., II, p. 597.
19. cf. Osservatore Romano, 18 Luglio 1917 e 28 Luglio 1917.
20. A.A.S. XIV (1922), 274.
21. ivi, XLII (1950), 390.
22. MIGUEL DE LA FUENTE, O. C., Compendio historial de Nuestra Senora del Carmen, Toledo, 1619, p. 176.
23. C. GENNARI, Questioni teologico-morali, 2 ed., Roma 1907, p. 520.
24. Lo scapolare, II (1951), p. 49.
25. cfr. not. 1.
26. Bull. Carm., II, p. 48
27. MIGUEL DE LA FUENTE l. c. p. 185
28. Bull. Carm., II, p. 196
29. cf. not. 16
30. Alcuni autori tra i più antichi, Leersio, Bostio, Bale, in luogo della parola sabato scrivono subito e questa sarebbe secondo lo Zimmerman la forma originale della bolla sabatina: " Quanto alla promessa sabatina, noi già esprimemmo la nostra opinione che le parole della Madonna furono realmente io discenderò nel purgatorio subito (non il sabato) dopo la morte. Non vi è la stessa misura del tempo nell'altro mondo che nel nostro) e se anche fosse uguale, noi sappiamo che un'anima la quale ha un lungo conto da aggiustare, può supplire alla brevità del tempo con l'intensità della sofferenza, come fu splendidamente dimostrato dal Cardinal Newman nel suo Sogno di Gerontius ". L'origine dello scapolare in Il Carmelo, 5 (1906), p. 19. Pietro Lucio scriveva già nel 1595; "Sono alcuni che pensano invece di " sabato " dover dirsi es subito ", cioè subitamente, allegando non esser la B. Vergine stretta ad un giorno più che ad un altro. Nondimeno, quantunque sia vero che in ogni giorno aiuta e può aiutare i suoi devoti, volse riservarsi particolarmente il sabato, per esser giorno dedicato al suo servizio, honore e devozione (come oggi nella Chiesa si costuma)". Compendio historico carmelitano con l'indulgenze e privilegi dell'Ordine (vers. ital.), Firenze, 1595, p. 120.
31. BERTONI G., Il laudario dei Battuti di Modena, Halle, 1909, p. 11.
32. Messale Romano: Orationes diversae pro defunctis: 14 pro defunctis fratribus, propinquis, et benefactoribus.
33. A.A.S., XLII (195(1), p. 390.
34. FACI R. A., Carmelo esmaltado, Zaragoza, 1742, p. 236
35. " Oportet vos, status vestri honestatem servando, a carnibus abstinere) die Mercurii et Sabati, nisi iis diebus festum Nativitatis I. C. advenerit, aut infirmitas vel debilitas vel necessitas aliqua vos adegerit et impulerit ". Dalle Lettere di fraternità concesse nel 1567 riportate da Miguel de la Fuente. Cfr. nota 22.
36. "Te hortantes ut non comedas carnes in die Mercurii, nisi tales fuerit festum nativitatis D. N. I. C. Recites quotidie Pater noster et Ave Maria, ut signatur numeratis obiculis quae vulgo corona dicitur. Et subtus deferas habitum parvum coloris nigri in memoriam et honorem S.mae Matris". Benedictus a Cruce. Regesta Johannis Baptistae Rubei, Roma, 1936, p. 113.
37. Nelle costituzioni del 1626 si legge: "Omnes vero qui voluerint privilegio bullae, quae vulgo nuncupatur sabatina, gaudere, ab omni libidinis labe se debent pro ratione sui status immunes custodire, servando virgines virginitatem, viduae continentiam, coniugatae iura matrimonii, et insuper litteras habentes officium saltem parvum beatae Virgiins quotidie recitare, ncsde-ntes autem, diebus ab Ecclesìa praeccptia iehmare, et feria IV et sabato toto tempore vitae suae, nisi in aliquo ex his diebus nativitas D. N. occurrerit, a carnibus abstinere". Constituzioni pubblicate dal P. Canali nel 1626, p. IV, c. 28, p. 174.
38. SARACENI P. T., Informazioni spirituali per i devoti della SS. Vergine del Carmine. 2a Ed., Bologna, 1639, p. 366.
39. Lo scapolare carmelitano in Rivista di Vita Spirituale, 5 (1951), p. 90.
40. CRASSET IOH., La veritable dèvotion envers la S. Vierge établie et défendue, Parigi, 1679, II, tratt. 6.
41. MARCO, X, 19.







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