Una meditazione di Mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto del 30 agosto 2018.
«La convinzione che la contemplazione della figura di Maria offra uno sguardo sull’intero mistero cristiano fa parte della grande tradizione della fede indivisa: Zwinglio, il riformatore di Zurigo, non esita ad affermare che “quanto più cresce la gloria e l’amore di Cristo Gesù fra gli uomini, tanto più cresce la valorizzazione e la gloria di Maria, perché Maria ci ha generato un Signore e Redentore così grande e ricco di grazia”. E il teologo evangelico Hans Asmussen afferma: “Non ci si può interrogare intorno a Cristo senza avere sotto gli occhi sua madre; non si ha Gesù Cristo senza Maria”. Chi contempla Maria si approssima al mistero rivelato nel suo insieme e si apre alla verità dell’essere umano davanti al Dio vivente. Mosso da questa convinzione, Paul Claudel asserisce: “Semplicemente perché tu esisti, madre di Gesù, che tu sia ringraziata”. Alle voci della fede d’Occidente, si uniscono quelle della tradizione orientale: San Giovanni Damasceno, chiamato in Oriente il “sigillo dei Padri”, riassume la costante che emerge dalla storia della riflessione della fede intorno a Maria con queste parole: “Il solo nome della Madre di Dio contiene tutto il mistero dell’economia dell’Incarnazione”.[...]».