Di Stefano De Fiores in Marian Library Studies, Vol. 17,
pp. 795-807.
Nel parlare del significato di Maria per il nostro tempo, Dio ci preservi da quella
hybris culturale che ci esclude dal suo sguardo, ma anche da quella pigrizia mentale
che ci meriterebbe il rimprovero di Gesù: "Non sapete distinguere i segni dei
tempi?" (Mt 16,3). Con intelligenza di fede diamo uno sguardo al mondo contemporaneo per cogliere il suo rapporto spirituale con Maria, poi alla luce della Bibbia
cerchiamo di illuminare i sentieri che conducono all'autentica figura della Vergine;
infine presteremo attenzione alle interpellanze di Maria al nostro tempo.
I. IL MONDO CONTEMPORANEO E MARIA
É impresa pressoché disperata pretendere di riassumere in poche parole la situazione attuale del mondo. Un doppio motivo lo impedisce:
a) il pluralismo culturale,
che detronizza la presunta superiorità della civiltà occidentale e mette di fronte a
tante culture quante sono le aree geografiche, senza trascurare le rispettive sottoculture;
b) l'accelerazione dei tempi, che fa assistere ad un susseguirsi vertiginoso di
correnti e mode culturali.
Ci troviamo di fronte ad un processo aperto, in cui appare
chiaro ciò che si lascia ma non altrettanto ciò cui si va incontro.
1. Il sistema post-moderno
Limitandoci alla considerazione della sola area occidentale, la categoria che designa
l'attuale temperie culturale è "post-moderno"1: un termine che definisce indirettamente, rapportando al mondo da cui prende le distanze.
Il mondo post-moderno
risulta cosi caratterizzato:
A. Primato del fare sul contemplare.
Si produce a tutti i livelli con l'aiuto delle
macchine e dei robots e si considera la natura in balia dell'uomo tecnopolitano. La
produzione è in vista del consumo, poco importa se essa inquina l'aria con diossina e
nubi tossiche. La filosofia conosce un declino e si esprime nel "pensiero debole", che si riconosce incapace delle grandi sintesi del passato e di adeguate
progettazioni dell'avvenire. Si contenta perciò della sapienza popolare di chi vive
alla giornata e cede volentieri alla pietas tenera e femminile verso l'effimero umano2.
B. Primato della tecnica sull'etica.
In base al principio che "il tecnicamente possibile
è eticamente valido", si è giunti alla sperimentazione atomica, all'arbitrio nel campo della biogenetica, alle varie forme di inquinamento ecologico . . . Sembra
trionfi una morale al di là del bene e del male.
C. Primato dell'avere sull'essere, ossia delle cose sulle persone, dei consumi sui valori,
dei bisogni sulla legge.
Questo capovolgimento conduce alla ricerca del benessere con
ogni mezzo, compresi quelli immorali : arrivismi, sfruttamenti, sequestri di persona,
organizzazioni criminose... Il mondo post-moderno conosce per fortuna un cortocircuito che ne frena lo sviluppo unilaterale: la crisi economico-industriale con
l'inflazione e la disoccupazione,
l'emergere della "questione morale" come esigenza indiscutibile del vivere insieme, il
persistere della religione popolare e l'attrattiva per la dimensione mantica della
vita... Gli impulsi libertari e democratici dell'est europeo producono cambiamenti
irreversibili e nuove aggregazioni.
2. Maria nell'odierno orizzonte culturale
Nell'ambito di questo mondo post-moderno
è inutile cercare testimonianze in rapporto a Maria, la madre di Gesù. Il post-moderno, nella misura in cui coincide con il
post-cristiano, si disinteressa di lei. Al massimo le riserva lo spazio che si merita
come fatto culturale di grande importanza storica. Infatti - come osserva Giovanni
Paolo II - "la discepola perfetta del Signore, immagine e modello della Chiesa, non
ha esercitato soltanto un influsso importante sulla teologia, ma ha ispirato anche molti altri campi della cultura umana, come la musica e la pittura, l'architettura e la
scultura, la letteratura e l'arte popolare"3.
E tuttavia il riferimento a Maria è tutt'altro che assente dal mondo contemporaneo, proprio perche sotto il suo ampio raggio si raccolgono molte correnti. Esaminiamo alcuni campioni.
A. Immagine laica di Maria.
Il mondo laico, pur prescindendo dalla
Bibbia come
Parola di Dio, dedica alla Vergine di Nazareth interi volumi, che vanno dai romanzi
alle monografie di natura antropologica o agli studi in ottica femminista. L'immagine laica di Maria avanza una pretesa: quella di essere la "vera", troppo spesso
nascosta dalle sovrastrutture o rivestimenti che le hanno imposto lungo i secoli.
"Ascoltami, Madonna... - invoca letterariamente Grazia Livi-Spezza - lo scrigno
della tua perfezione, interrompi quel tuo volo astrale. Scendi ... Tu non sei eburnea: Sei
dolorosa, hai seni e ascelle, hai vene e rughe..."4. Si esige che Maria sia restituita
all'umanità, alle femminilità, alla storia feriale. Lunari si duole perche "una smisurata e fastidiosa enfasi laudativa ha progressivamente allontanato Maria da una
nostra riconoscibile sfera umana" e vorrebbe ricondurre Maria alla "riconoscibile e
umana 'normalità' della sua vicenda, senza che d'altro vi sia bisogno"5. Su questa
scia e facile omologare Maria ad una qualsiasi donna del suo tempo, con tutte le
debolezze morali tipiche delle sue contemporanee e magari con molti figli, come
assicura Kurt Marti, un pastore svizzero poeta, che mostra Maria perplessa "quando
fu - lei, più volte madre - lodata com'e la vergine..."6.
Sul versante antropologico, Ida Magli definisce la "Madonna" una costruzione
culturale, che non ha nulla da spartire con l'autentica Maria di Nazareth. Questa
rimarrebbe sul piano della natura e sarebbe quindi incapace di porre domande (con
esse infatti nasce la cultura) oppure è totalmente catturata dalla cultura ebraica e Gesù deve faticare per liberarla dai tabù del sangue e delle purificazioni. Si tratta ora
di evitare la considerazione di Maria come "supporto omnivalente" dei desideri
umani7. Per una letterata disinibita come Barbara Alberti, Maria diventa una cartina di
tornasole di sogni femministi inconfessabili: la ragazza ebrea può alla fine partire per
Alessandria in blue jeans, dopo aver abortito - incredibile a udire! - lo stesso messia8. Siamo qui mille miglia distanti dalla Maria dei vangeli, al punto che ella diviene
solo un pretesto o un oggetto barbaramente manipolato per produrre un codice
mariale a lei del tutto estraneo.
Nonostante queste gravi carenze, l'immagine di Maria dal di fuori ("von aussen")
testimonia almeno la ricerca di una Maria in dimensione più reale, senza idealizzazioni ed eccessive acculturazioni.
B. Immagine folklorica di Maria.
Se dai letterati passiamo al popolo, alla gente
semplice che si reca con fede ai 1500 santuari mariani d'Italia, la percezione di Maria
cambia in modo radicale. Il popolo non ragiona di Maria, ma si rivolge a lei con
fiducia illimitata e ne sperimenta l'aiuto efficace nei momenti difficili della vita.
Il
dato fenomenologico di rilievo che emerge dal comportamento del mondo devoto
dinanzi ad un'immagine di Maria è il senso della "presenza", la Vergine e un "tu"
vivo, termine di dialogo affettuoso e riconoscente. Le qualità che vengono riconosciute a lei sono
la bontà materna, la potenza e la bellezza. Trovandosi ormai nella
regione di luce presso Dio, che nelle tavolette votive è espresso da una corona di nubi
luminose, Maria e vista nella sua santità: ella e la "diversa da noi", che siamo
immersi nel mondo del peccato. Però non è lontana dalla storia degli uomini perche
ha sperimentato la spada del dolore9. Il mondo devoto che corre alle apparizioni vere
o presunte che siano, mostra estrema sensibilità per i possibili interventi straordinari
di Dio nella storia, ma talvolta è insensibile al rinnovamento. Nelle sue preghiere
lascia spesso nell'implicito il riferimento trinitario, che è nota intrinseca ed essenziale
del culto mariano (MC 25). Nei suoi canti, almeno in certe zone, non fa parola della
fede di Maria. É segno che nel popolo l'intercessione di Maria ha
la netta prevalenza
sulla sua esemplarità.
C. Immagine teologica di Maria.
Sembra innata nei teologi una certa difficoltà a
parlare della Madre di Gesù; tanti di loro trattando di cristologia o di ecclesiologia
rimandano il discorso in altra sede, con il rischio di non riprenderlo più. Lo stesso K. Rahner, che ne ha parlato in modo egregio vedendo in Maria
la creatura perfettamente redenta, riconosce candidamente la sua difficoltà di fronte alla preghiera popolare mariana: "Debbo confessarlo: talvolta resto sorpreso da una pietà mariana
'massiccia', nella quale il devoto si butta ai piedi della Madonna, la ama, le rivolge
tante suppliche e con tanta fiducia, quasi che ciò fosse la cosa più importante della
religione. Però poi mi domando criticamente anche se la causa del mio choc non sia
forse soltanto una incapacità da parte mia di attuare, come giusto, totalmente e
spontaneamente quel realismo della intercomunicazione umana richiesto da un cristianesimo veramente vivo"10. Se dovessimo passare in rassegna i teologi contemporanei per interrogarli su che cosa pensano di Maria,
è certo che essi non rimarrebbero
senza parola, anzi metterebbero in evidenza aspetti interessanti di lei. Mentre J.
Ratzinger addita Maria come la "Figlia di Sion" che realizza la teologia della donna e
la spiritualità del popolo d'Israele11; H. U. von Balthasar scorge in lei "l'immagine teletipa definitiva" della Chiesa, il suo splendore inattaccabile,
la sua "suprema bellezza, quella della Sposa-Chiesa del Nuovo Testamento"12. Se per Leonardo Boff
Maria e la donna per eccellenza, anzi il "volto materno di Dio" in quanto addirittura
personalizzazione dello Spirito Santo13, per Xavier Pikaza ella
è "la prima persona
pienamente umana e realizzata della storia" a motivo delle sue relazioni trinitarie14.
La galleria delle icone teologiche di Maria potrebbe continuare, senza scadere in banalità e ripetizioni. La loro tendenza
è di situare Maria in contesto, sfuggendo alla
tentazione di un discorso autonomo e isolato.
II. MARIA, UNA RISPOSTA SIGNIFICATIVA ALLE ESIGENZE
DEL MONDO CONTEMPORANEO
Un metodo valido, anche se ancora poco valorizzato, per il ricupero di Maria nella
cultura del nostro tempo è indicato a chiare lettere dall'esortazione apostolica di
Paolo VI "Marialis cultus" (1974). Essa costata innanzitutto come una causa del
disorientamento o disaffezione del popolo cristiano nei riguardi del culto alla madre
del Signore sia costituita dal "divario tra certi suoi contenuti e le odierne concezioni
antropologiche e la realtà psico-sociologica, profondamente mutata, in cui gli uomini
del nostro tempo vivono ed operano" (MC 34). Proprio per colmare questo divario,
la
cui conseguenza più prossima e preoccupante è l'odierna perdita di significato da
parte di Maria, Paolo VI prospetta il seguente itinerario: la nostra epoca "è chiamata ... a confrontare le sue concezioni antropologiche e i problemi che ne derivano con
la figura della Vergine Maria, quale è proposta dal Vangelo" (MC 37). Questo
confronto tra l'oggi e Maria risulterà fruttuoso, perche condurrà "a scoprire come
Maria possa essere assunta a specchio delle attese degli uomini del nostro tempo" (MC 37). In tale confronto scorgiamo il ruolo di Maria in duplice prospettiva: da una parte
ella esaudisce le esigenze ed aspirazioni dell'uomo e della donna, dall'altra ella offre
una terapia ai più evidenti malanni del mondo attuale.
1. Compilo mistagogico di Maria: introdurre nella logica superiore di Dio
Il denominatore comune della concezione antropologica post-moderna sembra
essere all'insegna della mediocrità. Si aborre dai grandi progetti, si diffida delle
utopie, ci si contenta del mestiere di uomini e del volo della quaglia. Il grande
problema morale, tornato in primo piano nella vita politica, è liquidato dal pensiero
debole con la proposta dell'inganno saggiamente misurato e ipocritamente camuffato.
All'uomo della tecnopoli, troppo pago della terrestrità e intrappolato nella logica
umana in decadenza, che cosa offre Maria della Bibbia?
Potremmo subito rispondere: Maria offre all'uomo la sua vera comprensione
secondo il piano di Dio. Meglio, in Maria è svelato all'uomo il progetto perseguito da
Dio lungo la storia della salvezza.
Per comprendere questa risposta bisogna riandare al cammino percorso dalla marialogia negli ultimi quattro secoli. Partita con Suarez nel 1584-85, la marialogia
sistematica intendeva colmare il vuoto della Scrittura circa la Madre di Gesù con
deduzioni della logica umana basate sul principia di convenienza. Sennonché ci si
accorse alla fine che tale metodo conduceva ad uno sviluppo troppo labile in quanto
perdeva i contatti con la testimonianza biblica, cioè con la logica divina che non
coincide affatto con quella umana. Si e compreso - ed il Concilio lo ha codificato
definitivamente - che Maria va situata in contesto storico-salvifico, cioè "nel mistero
di Cristo e della Chiesa".
Oggi ci si inoltra maggiormente in questa sentiero regale al punto che si tende a
vedere non soltanto Maria nella storia della salvezza, ma anche la storia della salvezza in Maria. In lei che si trova alla fine dell' Antico Testamento, convergono
infatti le vie di Dio, che a loro volta si concentrano in Cristo per irradiarsi quindi
sulla Chiesa.
"Maria ci insegna le vie di Dio" - assicura alla fine del 400 il carmelitano Arnoldo
Bostio15. É esatto, ed oggi l'esegesi gli da ragione. La teologia dell'AT, sviluppatasi
soprattutto in campo evangelico, si interroga sull'elemento unificatore della Bibbia e
lo trova nello sguardo d'amore che Dio rivolge all'uomo per evocare in lui una risposta d'amore. Se tutto l'AT si riassume nella linea dell'evento dialogico, in cui
all'azione e parola di Dio deve rispondere la parola e l'azione dell'uomo, Maria rappresenta il culmine temporale e assiologico di questo incontro in vista dell'incarnazione del Figlio di Dio. In lei e abolita l'infedeltà del popolo dalla dura cervice,
perché ella ha ricevuto il cuore nuovo, dono dello Spirito che è disceso con potenza su
di lei (Lc 1, 35). Per Luca e Giovanni Maria incarna anzitutto la risposta d' Israele
all'alleanza: l'annunciazione e l'episodio di Cana mostrano Maria che risponde da
credente matura alla proposta di Dio, proclamando la sua fede monoteistica nell'unico Signore : "Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua
parola" (Lc 1,38). É la grande terapia dell'uomo del pensiero debole, che non vuole
rischiare la vita sulla Parola di Dio e intende rispondere a Dio con il contagocce.
Maria è la testimone del dono plenario: a Dio che chiede tutto, risponde dando tutto
per amore.
Maria ci eleva al piano di Dio e alla sua sapienza infinita e paradossale, che non solo
rende possibile l'impossibile mettendo insieme maternità e verginità, ma anche rovescia i miopi e ingiusti criteri
umani mostrando la sua predilezione per i poveri e gli
emarginati della società. Il Magnificat, che rappresenta la protomarialogia della
Chiesa, applica a Maria lo schema pasquale dell'abbassamento-esaltazione: "Ha
guardato alla sua povera serva e ha fatto in me grandi cose ... D'ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata" (Lc 1, 47-48). Indubbiamente questa è la via di
Dio, già descritta dall'AT e dal tardo giudaismo: chi si umilia divenendo servo obbediente di Dio sarà esaltato in forma di rapimento presso Dio o di assunzione in cielo.
Maria, partecipe della kenosi di Cristo nella povertà e nel servizio, viene rapita e
assunta in cielo, intronizzata accanto al Figlio e resa degna della venerazione dei
popoli. Questa parabola è quella dell'uomo religioso, che non si lascia coartare dal
cerchio del tempo, ma entra nel dinamismo d'amore che lo porta a partecipare della
gloria divina.
Giustamente un attento teologo Italiano ha presentato Maria come "la donna icona
del mistero" per indicare che Maria è un frammento di storia umana semplice e
umile, ma un frammento denso di significato in quanto riassume e riflette l'intero
mistero cristiano. "Nella concreta femminilità di colei che, sola fra le donne e benedetta tra loro, fu insieme e per sempre Vergine, Madre e .Sposa per pura grazia
dell'Altissimo, si lascia riconoscere la rivelazione della Gloria nascosta sotto i segni
della storia. Nella Vergine, icona dell'accoglienza del Figlio, risplende la divinità di
Dio, il primato assoluto della sua iniziativa: Ella è al tempo stesso l'icona della
Vergine Chiesa, la figura dell'uomo chiamato ad essere 'uditore della Parola' e a
realizzarsi nell'assenso della fede, e la trasparenza del femminile nella sua dimensione
radicale di accoglienza feconda"16.
2. Maria espressione della tenerezza di Dio nel mondo tecnologico
Si narra in oriente che Dio era rimasto molto amareggiato per il fallimento dell'invio del suo Figlio unigenito nel mondo. D'altra parte non riusciva a rinunciare a
salvare il mondo. Decise allora di mandarvi la Madre: alla sua tenerezza materna
nessuno avrebbe potuto dire di no.
Sotto l'ingenua leggenda si cela un'esigenza antropologica, oggi particolarmente
avvertita, che non può restare fuori dell'orizzonte di Dio.
Riflettendo sul nostro tempo dominato dalla tecnica e chiuso nelle strutture di
lavoro, il sociologo G. De Rita osserva acutamente: "Siamo anzitutto una società che
vuole recuperare il valore dell'accoglienza, probabilmente perche sente che la vita
può essere troppo dura se non si ha rapporto con gli altri; se ci si chiude nella
solitudine; se ci si prova solo nella competizione aggressiva ed invasiva; se non si
accetta l'altro e l'imprevisto; se non si e in una parola 'accoglienti'... E Maria e in
gran parte l'emblema della capacita di accogliere l'imprevedibile, il totalmente
altro"17.
Si, nessuno più di Maria è simbolo di accoglienza, proprio perche nessuno come lei
ha accolto il Figlio di Dio nel cuore e nel corpo. Al contrario dei farisei e del rabbinato ostile a Gesù, Maria
è tutta accoglienza: nella sua povertà radicale si apre a Dio
e si lascia invadere dalla sua presenza. Giustamente l'iconografia bizantina dipinge la
Madre di Dio non di profilo, (come gli imperatori nelle monete, che non hanno il
coraggio di guardare in faccia i propri sudditi), ma sempre di fronte: nella luce di
Dio, ella accoglie e guarda i devoti che a lei si presentano con orante fiducia e indica
loro la via, che è Cristo.
Ella si volge disarmata a Dio, a colui che appare estraneo e tutt'altro all'orizzonte
mondano, e diviene esempio di accoglienza del diverso da noi, di ospitalità non locale
rna personale, perche accoglie in sè il Dio che viene.
L'accoglienza di Maria è di tipo femminile, perche accoglie in quanto donna resa
feconda per opera dello Spirito. La sua maternità è riflesso della paternità di Dio che
ab aeterno genera il Verbo. In lei Dio si esprime al femminile, nei tratti di una madre
che genera e accoglie teneramente il Figlio di Dio fatto bambino. In questo senso
Maria e davvero il "volto materno di Dio", l'espressione tenera della misericordia del
Padre, come l'ha percepito la tradizione cristiana che la invoca "madre di misericordia".
Pavel Evdokimov nota come il disprezzo dell'ateismo per la Vergine-Madre e per la
donna derivi dal fatto che esse sono le custodi dei valori morali umanizzanti, capaci
di scardinare le strutture materialistiche : "Ora, se il Cristo salva il mondo,
è la Theotokos che lo protegge ed introduce nel suo 'disumanesimo' l'attenzione che si fa
sensibile alla grazia . . . La tenerezza materna che è legata al culto della Theotokos
infonde nell'umanesimo cristiano una nota assolutamente particolare di dolcezza..."18. II mondo, la Chiesa, l'uomo: tutti hanno da guadagnare dall'incontro con Maria,
icona della compassione divina e paradigma di accoglienza dell'altro al di fuori di
ogni pregiudizio e condizionamento.
3. Dalla parte di Maria nel
dramma della storia
Stiamo vivendo un segmento importante della storia a cavallo tra il secondo e il
terzo millennio di cristianesimo. Siamo una comunità che varca i millenni.
É una
grande responsabilità vivere un tempo di trapasso, perche si tratta di consegnare ai
giovani un mondo plasmato secondo le nostre scelte.
Tramontata l'interpretazione illuministica della storia, quasi marcia trionfale della
ragione che disperde le tenebre dell'errore e conduce alla felicita universale, si vede
più realisticamente il mondo come "un grande poligono di lotta di tutti contro tutti
- come si è espresso uno dei filosofi del passato" (Giovanni Paolo II).
É l'interpretazione biblica della storia come dramma, luogo di
lotta continua tra le forze del bene e
quelle del male. Dalla Genesi all'Apocalisse la storia è un dramma con tre personaggi: da una parte la donna e il bambino, dall'altra il serpente o drago. Sarà la
storia un'eterna altalena dove trionfano alternativamente il bene e il male? Non può
essere così, dal momento che Dio ha progettato un piano di salvezza, che costituisce
la trama segreta della storia. Il Padre ha deciso di benedirci in Cristo rendendoci suoi
figli (Ef 1, 4-5) e nella "Benedetta fra le donne" ci ha offerto un segno che la benedizione trionferà sulla maledizione (RM 11).
A quanti sono presi da timore per i destini dell'umanità non resta altro che una
scelta responsabile: schierarsi con Cristo e con Maria per combattere e debellare i
circoli diabolici che avvincono il mondo contemporaneo; impedendogli di raggiungere
la pace e la salvezza. In questa linea ha operato nell'Ottocento il fondatore dei marianisti P. Guglielmo Giuseppe Chaminade (1761-1850) di fronte alla "grande eresia regnante", cioè all'indifferenza religiosa e all'ateismo. La missione della Chiesa
è
quella stessa di Maria, cui compete vincere il serpente e trionfare su tutte le eresie.
La madre di Gesù, che è anche nostra vera madre, è "il particolare sostegno della
Chiesa in questi ultimi tempi" (Lettera a Gregorio XVI, 16.9.1838). L"'alleanza stretta e particolare con la santa Vergine" diviene il modo pratico di esprimere il
proprio rapporto spirituale con lei19.
Il cerchio più satanico è costituito oggi dal materialismo, questa idra dalle 100
teste, che impedisce all'uomo la realizzazione del suo desiderio di Dio e d'immortalità. Come sconfiggerlo?
Risponde un missionario francese del XVII secolo, che audacemente ha rivolto lo
sguardo profetico verso i tempi futuri della Chiesa: s. Luigi Maria Grignion da Montfort (1673-1716). Per lui il passaggio del mondo dal regno del peccato al regno di Dio
non può avvenire che con una nuova e potenziata Pentecoste. Solo lo Spirito è in
grado di alzare il tono della santità della Chiesa e di suscitare l'ardore missionario che
allargherà a tutto il mondo le frontiere del Vangelo. Perciò il Montfort eleva il cuore
con gemiti e lacrime al Dio trinitario ed invoca la venuta della Spirito : "Vieni,
Spirito tutto fuoco, e crea sacerdoti tutto fuoco! Dal loro ministero sia rinnovato il
volto della terra e riformata la tua Chiesa" (Preghiera infocata, n. 17). Gli ultimi
tempi hanno per il Montfort un carattere intensamente cristologico, spirituale e
mariano. Infatti in essi Cristo regnerà nel mondo, nel senso che egli finalmente sarà
maggiormente conosciuto, amato e ascoltato; rna ciò avverrà per effetto del "diluvio
di fuoco d'amore" operato dallo Spirito, cui bisogna abbandonarsi per percorrere le
vie della salvezza. E poiché lo Spirito agisce in unione con Maria, dal momento che
questa ha collaborato fedelmente all'incarnazione del Verbo, capolavoro della storia
della salvezza, dallo Spirito e da Maria devono nascere ed essere formati i figli di
Dio20. La risposta al materialismo non può essere che quella "autentica spiritualità
mariana", verso la quale ha convocato Giovanni Paolo II nell'enciclica "Redemptoris Mater" (1987) attualizzando per il nostro tempo la proposta del Montfort. Si
tratta di "accogliere Maria" tra i propri beni, ossia nella comunione con Cristo, come
ha fatto il discepolo amato ai piedi della Croce (Gv 19,27).
L'autentica spiritualità mariana è tutto l'opposto di una religione passiva e alienante. Essa si muove tra due poli, uno del passato e uno del futuro: il battesimo da
vivere con fedeltà sotto l'influsso di Maria e il regno di Cristo da preparare con la
docilità mistica alla missione dello Spirito. Come accoglienza integrale e senza arbitrarie selezioni del piano salvifico di Dio, la spiritualità cristiana si apre alla dimensione mariana accogliendo Maria come la "donna dell'alleanza", che diviene paradigma per la Chiesa, e quale "madre dei discepoli di Cristo", che aiuta a maturare
nella vita filiale.
É chiaro che nessun devoto di Maria può permettersi di mettere in sordina il culto
di adorazione dovuto a Cristo, come al Padre e allo Spirito. Maria infatti non è la loro
rivale, ma la collaboratrice umile e generosa. L'essere della Vergine Madre è relazionale, in quanto non si comprende senza la Trinità, alla quale rimanda in ogni sua
dimensione. In lei si incontra Dio, perche in lei Dio ha operato "grandi cose" (Lc 1,49).
III. INTERPELLANZE DI MARIA AL NOSTRO TEMPO
Mondo attuale e Maria: due realtà diverse, ma non senza relazione tra loro. Esse si
richiamano a vicenda, la Vergine glorificata non abbandona il mondo al suo destino,
ma - secondo la dottrina di S. Germano di Costantinopoli21 - si fa presente e lo visita
attraverso il tempo e lo spazio e nell'intimo dei cuori. Da parte sua è il mondo stesso
ad aver bisogno di Maria, della forza trainante ed elevante della sua figura. Tutt'altro che un codice morale sorpassato, Maria resta "un grande segno" (cf.
Ap 12,1)
che interpella il nostro tempo con i valori di cui è apportatrice.
Certo il grande dono che Maria offre all'umanità è il Cristo, da lei accolto nella fede
e concepito nel grembo verginale. Senza Maria - nell'attuale economia salvifica - non
avremmo avuto il Cristo. Il debito delle generazioni cristiane e del mondo intero per
lei è inestinguibile. E anche ora nella gloria celeste, Maria rimane al servizio del
Figlio per la sua nascita e crescita nella vita degli uomini.
Inserita nella dinamica della salvezza come amata da Dio e colmata di grazia (cf.
Lc 1,28)22, Maria offre all'uomo e alla donna di tutti i tempi ricchezza di prospettive
per la maturazione spirituale.
A noi, tentati di chiuderci nelle categorie culturali del post-moderno, il riferimento
a Maria si presenta come terapia risolutaria di grande efficacia. Riassumiamo i punti
che abbiamo svolto.
1. Nella sua qualità di "microstoria della salvezza", Maria introduce nella logica di
Dio, infinitamente superiore a quella umana. Questa ne risulta elevata, purificata,
potenziata, sottratta alle disinibite astuzie del pensiero debole. La storia della salvezza rivela che in essa Dio, attraverso parole ed eventi, tende
sostanzialmente a suscitare nell'uomo una risposta d'amore totale e fedele. Ora proprio qui interviene il principia mariano. Infatti, se vogliamo scadere - diremmo parafrasando H. U. von Balthasar23 - a Chiesa fallimentare o contenta del grigiore della mediocrità, non troviamo nessuna sintonia con la Vergine. Ma se intendiamo elevarci
a Chiesa sponsale che si offre a Cristo in dono d'amore, allora il paradigma è Maria nel
suo sì totale.
Maria appare inoltre come la segnaletica della sapienza di Dio che vuole un rapporto intrinseco dell'uomo con la comunità. In lei Dio manifesta la dimensione
sociale della fede, che sconfigge ogni egoismo e isolamento: la comunità d'Israele si
condensa in lei figlia di Sion perche dalla sua persona prenda avvio la Chiesa di
Cristo.
La V ergine Madre è un segno manifesto della diversità esistente tra le vie di Dio e le
vie degli uomini. Le prime sono paradossali, poiché pongono insieme opposte grandezze,
ma nello stesso tempo si mostrano in grado di sconfiggere le incertezze ed
impotenze umane. Dio sceglie Maria di Nazareth, sua povera serva, per mostrare il
suo stile caratteristico che si volge con amore agli oppressi ed emarginati, tra cui la
donna, per operare la salvezza dall'intero genere umano. E noi, contemplando la
vicenda di Maria di Nazareth, quale scusa vana potremo escogitare per sottrarci
dall'imboccare la corsia preferenziale dell'amore fattivo e strutturale per i poveri e
bisognosi del nostro tempo?
Presentandoci nella Madre del Signore il mistero della maternità verginale, Dio ci
invita ad affidarci a lui capace di novità impossibile agli uomini ma non a lui, perché
"nulla e impossibile a Dio" (Lc 1,37). Quando vediamo definire l'uomo d'oggi come
"una sordità generatrice di mostri" e ci chiediamo preoccupati come potrà sorgere un
mondo nuovo ed evangelico, non dobbiamo dimenticare l'annuncio a Maria, dove Dio
assicura di poter rendere reale l'impossibile. Come in Sara ha sconfitto la sterilità e
nella Vergine ha prodotto vita e fecondità, Dio non mancherà di far sorgere dal caos
del nostro tempo cuori nuovi e tempi nuovi, a patto che si creda nel suo amore e nella
potenza del suo Spirito.
Con evidenza palmare, Dio manifesta in Maria l'itinerario della persona che crede
davvero e si lascia prendere per mano da lui lungo i sentieri della storia.
É la
dinamica dell'"abbassamento-esaltazione", cosi difficile a comprendere dall'uomo
che per natura tende ad emergere tra i suoi simili ed a farsi giudice perfino del piano
di Dio. Maria, nella vicenda umanamente oscura della sua esistenza terrena, ci insegna a rinunciare alle nostre immunità o privilegi e ad arrenderci al progetto divino, per quanto al di fuori dei nostri orizzonti. Solo chi accetta umilmente la sapienza di Dio sarà condotto alla comunione eterna della Trinità.
2. Volto materno di Dio e sua espressione al femminile, Maria risponde ad una doppia esigenza del mondo attuale: il bisogno di tenerezza e la valorizzazione della donna. Al rischio di divenire, a continuo contatto con le strutture di ferro e di cemento armato, gente dal cuore duro e senza compassione, Maria che è madre oppone l'accoglienza intrisa di tenerezza da lei mostrata nei confronti del Cristo bambino e crocifisso. Chi è con Maria accoglie, nutre e difende la vita nascente e accompagna con amore compassionevole e fattivo tutti i crocifissi della nostra epoca. E chi si ispira a lei non può adottare un criterio discriminante e ingiusto nei confronti delle donne. Non si può innalzare Maria e abbassare le donne, sue e nostre sorelle. In Maria si rivela la fiducia di Dio nella donna: come a lei affida il suo tesoro, cioè suo Figlio, così chiama le donne a realizzare i più alti compiti salvifici, dall'evangelizzazione, alle opere di misericordia, alla santità nelle sue varie forme.
3. Maria infine nell'attuale momento di scontro e lotta tra il bene e il male, interpella a scegliere responsabilmente la via evangelica del bene. Maria è stata trattata da Dio come libertà, e lei ha risposto con il dono si sé, che riunisce tutto in un progetto santo, perseguito con impegno costante. Chi vive un'autentica spiritualità mariana deve prendere posizione nella storia, far buon uso della libertà e compromettersi con l'audacia della profezia e con scelte operative, fedeli al piano di Dio e agli orientamenti ecclesiali. Spetta alla Chiesa di Dio contemporanea
- sulla scia delle generazioni cristiane precedenti24
- attualizzare questi ed altri significati di Maria per la sua vita e la sua missione. Eugenio Montale, il poeta genovese dai versi scabri segnati dall'idea di un universo destinato allo scacco, descrisse melanconicamente la sua vita : "Vissi in percentuale . . ./ al massimo al cinque per cento,
/ non aumentate la dose". Al contrario, Maria ci invita ed aiuta ad aumentare la dose ed a vivere in pienezza, elevando la qualità di vita della Chiesa. Camminare con Maria, presenza viva posta dal Padre lungo l'itinerario dei credenti, è imperativo carico di senso per ogni donna o uomo protesi verso la risposta piena alla propria vocazione.
NOTE
1 "Post-moderno" compare la prima volta
nel 1977 per designare il superamento dell'architettura razionalistica. In senso
esteso indica la tendenza al ricupero di valori discutibili e perfino
irrazionali del passato. Cf. M.
FERRARIS, Tracce. Nichilismo, moderno, post-moderno, Milano 1983; P. VANZAN, Verso il Sinodo straordinario sul Concilio: la "Gaudium
et spes" di fronte alla transizione post-moderna,
in
La civiltà cattolica 1985, III, pp. 30-43.
2 G. VATTIMO - P. A. ROVATTI, Il pensiero debole, Milano, 1983; M.
MARCOLLA, La debolezza del pensiero debole, in Studi cattolici (dic.
1985), pp. 748-751; A. RiZZI, Le sfide del pensiero debole, in
Rassegna di teologia 27 (1986), pp. 1-14.
3 GIOVANNI PAOLO II, Lettera al card. Macharski, legato pontificio al
congresso mariano internazionale di Kevelaer, 29. 8. 1987.
4 G. LIVI, in Maria ieri e oggi,
Edizioni paoline, Cinisello B. 1986.
5 L. LUNARI, Maria di Nazareth, Mondadori 1986, pp. 228 e 256.
6 K. MARTI,
Und Maria sang, in Abendland. Gedichte, Darmstadt-Neuwied 1980,
pp. 41-44. Cf. K.-J. KUSCHEL, Maria nella letteratura,
in Concilium 19/8 (1983), pp. 175-177.
7 I. MAGLI,
La Madonna, Rizzoli, Milano 1987.
8 B. ALBERTI, Vangelo secondo Maria, Mondadori, Milano 1979.
9 Cf. G. AGOSTINO, Pietà popolare, in Nuovo dizionario di mariologia
(a cura di S. De Fiores e S. Meo), Edizioni Paoline, Cinisello B. 1985.
10 K. RAHNER,
ll
mediatore unico e le molte mediazioni,
in Nuovi saggi I I I, Edizioni
paoline, Roma 1969, p. 273. 11 J. RATZINGER, La figlia di
Sion. La devozione mariana nella Chiesa,
Jaca Book, Milano 1979.
12 H. U. VON BALTHASAR, Teodrammatica, Jaca Book, Milano, vol. 3; p. 313.
13 L. BOFF,
ll volto materno di Dio. Saggio
interdisciplinare sui femminile e le sue forme religiose,Queriniana,
Brescia 1981. •
14 X. PIKAZA, La Madre de Jesus. Introduccion a la mariologia, Sigueme,
Salamanca; 1989.
15 A. BOSTIO, Patrocinio e patronato della beata Vergine Maria, 1479.
16 B. FORTE, Maria, la donna icona del mistero. Saggio di mariologia
simbolico-narrativa, Edizioni paoline, Cinisello B. 1989, p. 261.
17 G. DE RITA, Torna la Madonna sull'onda di 'Va' pensiero', in
Corriere della sera 11-1-1987.
18 P. EVNOKIMOV, La donna e la salvezza del mondo, Jaca Book,
Milano 1980, pp. 155-156.
!9 Cf. G. J.
CHAMlNADE, Ecrits marials, t. 2, Fribourg 1966; S. DE FlORES, Maria, in
Nuovo dizionario di spiritualità, Edizioni paoline, Roma 1979, p. 892;
L. GAMBERO,
Presentazione all'edizione italiana di G. G. CHAMlNADE, La conoscenza
di Maria, Edizioni monfortane, Roma 1984, pp. 7-33.
20 Per l'interessante dottrina del Montfort sulla fase finale della storia della
Chiesa, cf. S. DE FlORES, Lo Spirito Santo e Maria negli ultimi tempi secondo
S. Luigi Maria da Montfort, in Quaderni monfortani 4 (1986), pp.
3-48.
21 Cf. GERMANO DI COSTANTINOPOLI, Sermo 1 in Dorm. 3, PG 98, 344.
22 L'espressione con cui l'Angelo si rivolge a Maria e che sostituisce il suo
nome e stata tradotta da I. de La Potterie con "trasformata dalla
grazia di Dio", perche in greco i verbi in -óω sono causativi, cioè operano e
cambiano qualcosa; I. DE LA POTTERIE, Maria nel mistero dell'alleanza,
Marietti, Genova 1988, p. 48.
23 Per la funzione prototipica del si di Maria in quanta risposta integrale
della Chiesa, leitmotiv dell'intera produzione teologica di von Balthasar,
cf. S. DE FlORES, Maria nella teologia contemporanea, Centro di cultura
mariana "Mater Ecclesiae", Roma 1987, pp. 351-370.
24 Cf. TH. KOEHLER, Storia della mariologia, in Nuovo dizionario di mariologia, pp. 1385-1405 (con bibliografia ivi citata).