Da Rossano Zas Friz De Col,
La dimensione mariana del sacerdozio comune dei fedeli e della vita
consacrata oggi, in AA. VV., Maria e il sacerdozio,
Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa",
Roma 2010, pp. 133-137.


Vivendo Maria in un’altra dimensione del tempo e dello
spazio, inspira cristianamente l’attuale condizione socioculturale.
Tuttavia quella forza inspiratrice è possibile solo se il
singolo fedele prende responsabilmente la decisione di consacrarsi
a Dio, come fece Maria. Con questo orientamento di
fondo responsabilmente assunto, il fedele può rendere sacro
tutto e santificarsi egli stesso. La grazia divina non può operare
nella storia senza collaborazione. Così come la grazia
diede a Maria il senso della sua vita, così la grazia dà al fedele
il senso della sua vita quotidiana. Si compie in questo
modo l’opera della salvezza divina nella storia.
1. Tempo e spazio mariani
Maria vive una vita eterna che non risponde alle nostre
coordinate spazio-temporali. La dimensione escatologica
della fede cristiana insegna che nella vita eterna esse si superano.
Certamente la percezione del tempo in quella nuova
condizione può, in un certo senso, essere “puntillizzata” perché
si vive un presente senza più la percezione di un tempo
che trascorre dal futuro al presente e al passato. È una specie
di globalizzazione del tempo in uno spazio globalizzato:
vivere senza tempo implica vivere senza spazio. Le apparizioni
mariane sono un esempio di come la Madonna può
apparire in diversi luoghi e tempi e perciò è testimonianza
del loro superamento.
In questo senso si può trovare nella condizione attuale di
Maria una motivazione per evitare di essere travolti da una
percezione del tempo senza eternità, riducendo la vita al
tempo che trascorre dalla nascita alla morte. Allo stesso
modo il fedele può trovare una motivazione per aspirare a
una globalizzazione cosmica dello spazio nell’amore di Dio e
non nel semplice superamento delle frontiere intramondane.
2. Le virtù teologali
Maria ha superato la morte e trascende le coordinate
spazio-temporali per dare un messaggio di incoraggiamento a coloro che corrono
il rischio di essere travolti dalle paure e dalle ansie di questo mondo, e per
orientare i fedeli al loro destino escatologico finale. Le apparizioni di Maria
incoraggiano alla fede nell’azione di Dio nella storia. Una fede che porta a una
speranza attiva. Per esempio, di fronte alla sensazione di impotenza,
vulnerabilità e paura che il cittadino medio ha dinnanzi allo sviluppo
incontrollato della tecnologia, Maria richiama alla fiducia nella Provvidenza e
ricorda ai fedeli le dimensioni del loro sacerdozio comune, non solo per
resistere passivamente agli eventi, ma anche per reagire attivamente ad essi.
In effetti, il “sì” di Maria ha un doppio significato. Uno passivo,
mediante il quale ha concepito Gesù; e uno attivo perché
ha dovuto farsi carico attivamente della crescita di Gesù
e ha partecipato in prima persona alla storia di suo figlio. La
vocazione di ogni cristiano ha anche questa doppia valenza:
passiva, perché Dio chiama; attiva perché la risposta impegna
responsabilmente la vita in una missione. Dio non
abbandona coloro che si abbandono a Lui, interpretando,
però, la Provvidenza nella sua dimensione escatologica, non
circoscritta alle attuali dimensioni spazio-temporali.
La fede e la speranza portano ad amare Dio perché è
fedele nella storia e non abbandona coloro che Lo amano.
Le apparizioni mariane testimoniano questo amore. Dio l’ha
resa pienamente partecipe del contenuto delle promesse di
salvezza di Gesù in modo che nella sua mediazione il fedele,
insieme ad ogni uomo di buona volontà, possa credere nel
destino che lo aspetta per attenderlo e desiderarlo effettivamente
per amore di colui che è morto e risorto per tutti gli
uomini.
3.Maria e l’individualismo, il consumismo e la crisi d’identità
In quanto testimone della condizione umana definitiva,
Maria certamente ridimensiona l’individualismo e il consumismo
come fenomeni sociali, dando la possibilità di
costruire un’identità stabile non minacciata dai costanti cambiamenti
del mercato e dalla febbre di acquistare beni. Ridimensiona
la tendenza a costruire la propria identità in modo
autoreferenziale perché manifesta la trasformazione che ha
subìto grazie alla sua risposta a Dio, manifestando quello che
Dio ha operato in lei. Così si supera l’incertezza e l’insicurezza
propria di un’identità che si tenta di costruire inutilmente
a partire da quello che la cultura dei consumi offre ai cittadini
seguendo i criteri della moda. Con il superamento del tempo e dello spazio Maria testimonia
il superamento di ogni atteggiamento che dà un senso
alla vita rimanendo nei margini del tempo e dello spazio
senza trascendenza. L’identità umana e cristiana si acquista
non comprando beni di consumo, ma contemplando Maria.
4. La liberazione mariana e l’emancipazione critica
La contemplazione di Maria rivela i beni che suo Figlio
vuole dare a tutti gli uomini. Beni che sono stati dati prima a
Maria come testimonianza, come prova, di come vuole suo
Figlio trasformare gli uomini e la storia. Contemplare Maria
porta al di là dell’emancipazione a cui accennava Bauman,
perché avvia verso la liberazione del tempo e dello spazio,
nella libertà dei figli di Dio. Quel processo di emancipazione
si può reinterpretare cristianamente come la pratica del
discernimento che rende liberi, come la ricerca di compiere
quello che Dio ispira nel profondo della coscienza. Questo è
il senso mariano della consacrazione cristiana: diventare liberi.
Paradossalmente sono gli umili quelli che contemplano
Maria, perché i sapienti di questo mondo non possono
accettare che una donna morta, che appare a bambini e
gente senza rilevanza sociale per dare un messaggio di salvezza,
possa dare una risposta ai complessi problemi dell’attuale
società postmoderna e postcristiana, un atteggiamento
questo, che non di rado si trova anche tra i credenti.
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