Di Formato Domenico, in Iconografia
Prebizantina
Bizantina e Postbizantina, pp. 127-129.
Questa tipologia di icona è stata molto venerata nella tradizione
russa, a partire dal XVII° secolo. Appartiene al tipo di icone chiamate
innografiche, poiché sono ispirate agli inni in onore della Madonna; in
particolare all’Akathistos, inno mariano del V° secolo, che celebra la
Vergine con appellativi estremamente poetici.
La Vergine è rappresentata a figura intera, con in braccio Cristo
bambino benedicente;
ambedue racchiusi in una
mandorla, ed è circondata
da schiere di persone
sofferenti e di angeli. Sulla
sinistra, a metà dell'icona,
sono raffigurati gli ignudi, in
basso gli ammalati. Gli
afflitti reggono rotoli su cui
sono scritte le suppliche da
loro dirette alla Madre di
Dio: «Santissima Signora, Madre
di Dio, superiore agli Angeli e
agli Arcangeli, più onorabile
di tutte le creature, tu sei
l'aiuto di chi è ferito, la
speranza di chi è debole,
l'intercessione di chi è povero,
la consolazione di chi è triste,
la nutrice di chi ha fame, colei
che veste chi è nudo, la
guaritrice di chi è ammalato,
la salvezza dei peccatori,
l'aiuto e la difesa di tutti i
cristiani».
Sopra ai sofferenti, è
dipinta una schiera di Santi, che possono variare a seconda del
committente dell'icona. L’iconografia appena descritta, è propria dell’area di Mosca.
Spesso
la Vergine, al posto di Cristo bambino, ha in mano un fiore o un cartiglio
con una supplica:
«O Figlio clementissimo, volgi lo sguardo alla madre tua e ascolta la preghiera dei tuoi servi».
La celebrità dell’icona, si ebbe a seguito di un miracolo avvenuto
nel 1688 a Mosca. Eufemia, sorella del patriarca del tempo Joachin
(1674-1690), soffriva da lungo tempo di una grave e incurabile infermità.
Un giorno, il 24 Ottobre 1688, mentre pregava, sentì una voce che le
ordinava:
«Eufemia! Vai alla chiesa della trasfigurazione di mio Figlio; li troverai
una icona chiamata ‘Gioia degli afflitti’, fai celebrare un ‘Molieben’1 con
la benedizione dell’acqua santa e tu sarai risanata».
Per celebrare l’evento, fu fissata in quel giorno (24 Ottobre) la festa
dell’icona.
La vecchia icona
seicentesca protagonista
del miracolo fu inserita
nella chiesa della
Trasfigurazione
(Preobragenskaja) dopo
la sua ricostruzione nel
1685.
Il destino dell'icona
non è chiaro. Secondo
una delle versioni,
l'immagine fu portata a
San Pietroburgo nel 1711
e a Mosca rimase
solamente una copia.
L'icona di Mosca e di San
Pietroburgo sono però
molto diverse nella loro
iconografia. Nel XVIII°
secolo, l'iconografia della
Madre di Dio "La gioia di
tutti gli afflitti" conosce
molte varianti, influenzate
da più elementi
iconografici cattolici. La
caratteristica comune di
tutte le varianti è l'immagine degli afflitti che rivolgono le loro preghiere
verso la Madre di Dio, loro protettrice e patrona. Nel centro della
composizione c'è sempre la Santa Vergine coronata, spesso è posta sulla
luna e nella mano sinistra tiene il Bambino coronato. L'immagine è
circondata di luce, tutti segni presi dal libro dell'Apocalisse: «una donna vestita nel sole con la luna sotto i suoi piedi» (Ap. 12:1).
A volte il popolo che invoca la Madre di Dio è diviso in sei gruppi:
gli staretz2, gli ignudi, i malati, gli afflitti, gli affamati e i pellegrini; tutti
sono consolati dagli angeli mandati dalla Madre di Dio.
Una variante all’iconografia
descritta precedentemente fu
generata nel 1888 quando, il 23
Luglio, un fulmine colpì la cappella del
villaggio di Klochka vicino
S. Pietroburgo. Tutto andò distrutto
divorato dal fuoco; solo l’icona ‘Madre
di Dio Gioia di tutti gli Afflitti’ si salvò,
anzi da annerita che era, fu trovata
ripulita e splendente e dodici copechi
di rame, che erano nel cassetto delle
elemosine, furono ritrovati fusi e
impressi sull’icona che prese il nome
di ‘Madre di Dio Gioia di tutti gli Afflitti
con Monete’.
NOTE
1 Molieben, nella liturgia slava, è una preghiera di supplica a Cristo,
la Vergine o anche santi, celebrata da un prete.
2 Starez è una guida spirituale a cui rivolgersi per consigli.
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