Maria, icona dell'Avvento
Data: Martedi 14 Dicembre 2021, alle ore 17:33:30
Argomento: Culto


Da Carlo Rocchetta, Maria, icona dell'Avvento, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1989, pp. 6-15.

1. Maria e il primo Avvento

In relazione al primo Avvento, la Vergine Maria sostiene un compito di primissimo piano. In lei infatti culmina l'attesa delle genti dai primordi de1l'umanità a tutto il cammino dei popoli e in particolare al cammino del popolo di Israele. In Maria convergono e confluiscono tutte le preparazioni, le prefigurazioni e le grazie che hanno riempito l'Antico Testamento. Si può dire, a pieno titolo, che alla vigilia della venuta di Cristo, Maria riassume in sé e compie l'attesa di tutti i secoli che l'hanno preceduta. Per questo ella stessa può magnificare il nome del Signore e riconoscere che per mezzo di lei e in lei il Signore ha ormai dispiegato la potenza del suo braccio: «Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre» (Lc 1,54-55). Maria rappresenta il culmine di tutta l'azione educatrice di Dio in favore di Israele. Infatti, l'opera di Dio nell'AT era stata essenzialmente quella di far passare il popolo eletto da una condizione «carnale», grossolana e difforme dal suo progetto, ad una condizione più spirituale, di maggiore disponibilità, di purezza e di conformità alla sua parola in modo da costituire come un Tempio, una Dimora degna di accogliere il Salvatore e da poter di fatto accogliere, vivere e celebrare gli eventi ultimi della redenzione e del dono dello spirito messianico al momento della loro realizzazione. Quest’opera si compie in Maria. Lungo l'AT si era attuata una lunga, progressiva azione educativa per introdurre Israele in una fede vera, nella fede dell'unico Dio. Basta ricordare la grande professione di fede d'Israele: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze» (Dt 6, 4-5). Contemporaneamente l'opera educatrice di Dio era diretta a far comprendere in modo sempre più chiaro che il progetto divino era un progetto universale che andava al di là dei limiti della razza d'Israele, al di la dei limiti intesi dal popolo ebreo. Basta ricordare i grandi annunci dei profeti: «Alzati, rivestiti di luce, perche viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te... Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio» (Is 60, 1.3-4). Quest'opera educatrice, indirizzata a far comprendere che Dio è uno solo e deve essere amato al di sopra di tutte le cose, intesa a far conoscere il progetto di Dio sull'umanità - progetto universale di salvezza - culmina ne1 cuore della Vergine, in modo tale che, se per un verso ella fu come preparata da tutto il cammino del popolo ebreo e rappresenta il meraviglioso fiore sbocciato in mezzo a Israele al termine dell'azione di Dio nel cuore dei patriarchi e delle donne sante dell’AT, dei profeti e dei saggi d'Israele, per un altro verso, tutto l'AT converte e si raccoglie in Maria in un'aspirazione più ardente, in una preparazione spirituale più piena e immediata alla venuta del Redentore. In Maria noi possiamo contemplare il magnifico risultato di questa azione educatrice di Dio. Ella ne esprime la pienezza, il compimento. «Ogni valle sarà colmata, ogni monte e colle sarà abbassato», aveva annunciato Isaia (Is 40, 4). Giunti a Maria si può ormai dire in piena verità, che ogni valle è colmata, ogni colle è abbassato: ella è la via sulla quale ilSignore potrà camminare per presentarsi all'umanità, per portare a tutti il lieto annuncio della salvezza:  «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunci che annuncia la pace, messaggero di bene che annuncia la salvezza» (Is 52,7). Grazie a questa figlia di Sion, l'annuncio dei profeti si compie, la promessa fatta a Israele raggiunge il suo termine, la sua piena manifestazione: «Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla suacendenza, per sempre» (Lc 1,s5). Maria costituisce l'inaugurazione già in atto della pienezza dei tempi:  «Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perche noi ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4, 4-5). Si noti come, in questo testo, la nascita del Figlio di Dio da una donna venga collegata alla nascita a figli adottivi: si passa dalla pienezza dei tempi nella quale il Figlio di Dio nasce da donna alla nostra nascita, all'essere riscattati, liberati, all'essere ormai introdotti nella figliolanza adottiva di Dio: «Nato sotto la legge per riscattare coloro che erano sotto la legge, perche ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4,4-5). Si vede già, in questo testo, come il mistero di Maria è inseparabilmente legato non solo al mistero della venuta del Salvatore nel mondo, ma conseguentemente anche al mistero della nostra liberazione e della nostra rinascita battesimale a figli. ‘Figli nel Figlio’, come amava ripetere Sant'Agostino. E qui dobbiamo sforzarci di percepire in tutto il suo realismo il mistero di Dio che si fa uomo nella storia, grazie a Maria. Con l'incarnazione infatti si compie in Maria e, per mezzo di Maria, nel mondo, l'evento decisivo della storia. Forse siamo troppo abituati a contemplare questo mistero, tanto che non ci meravigliamo più. In realtà, il fatto che il Figlio di Dio, per mezzo di Maria, faccia irruzione nella storia, è l'evento decisivo, assolutamente unico della storia. Niente avrà mai tanta importanza quanto quest'evento. Nessuna evoluzione, nessun progresso scientifico, nessuna invenzione, nessuna rivoluzione potranno mai apportarci qualcosa di minimamente paragonabile ad esso, di tanto grande, di tanto decisivo per la condizione umana, quanto la venuta di Dio in mezzo a noi. San Giovanni esprime questo mistero ineffabile in un versetto di meno di dieci parole: «E il Logos si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi» (Gv 1,14). Solo un versetto per esprimere l'evento fondamentale, assolutamente singolare e decisivo della storia del mondo: evento che cambia qualitativamente ed ontologicamente la condizione dell'uomo sulla terra, dal momento che è l'evento che rende possibile la partecipazione dell'uomo alla vita stessa di Dio, alla vita dell'Unigenito Figlio di Dio: «A quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, ne da volere di uomo, ma da Dio sono nati» (Gv 1,12-15). Il mistero di Maria si situa al centro di questo evento. Ella è la prima a beneficiarne, così come è grazie a lei che questo evento si compie nella storia e ciascuno di noi può a sua volta beneficiarne. Ed è questa la ragione della nostra profonda venerazione per Maria: il compito storico, unico, che ella ha avuto nell'economia della salvezza: un compito assolutamente irrepetibile. Il culto alla Vergine non deriva, come da qualche parte si vorrebbe far credere, da una specie di sublimazione della femminilità o della maternità, in analogia a quanto avviene in alcune religioni naturali. Il culto alla Vergine nasce dal fatto storicamente accertato, assolutamente singolare e irrepetibile, per il quale questa donna è stata chiamata ad essere la Madre dell'Unigenito Figlio di Dio fatto uomo. Questa è la ragione del culto alla Vergine Maria, e non altra: deriva dal fatto che ella è la Theotokos, come ha affermato la fede della Chiesa fin dai primi secoli. Ecco il fatto essenziale e decisivo, la motivazione della nostra venerazione e del nostro culto a Maria. «Nacque da Maria Vergine», proclamiamo nel Credo apostolico. «Si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo», ripetiamo nel Simbolo Niceno-Costantinopolitano. E poiché, come accennavo all'inizio, le vie di Dio non conoscono ritorni indietro o pentimenti, Maria conserva nei confronti di ogni uomo e nei confronti di ogni membro del Corpo di Cristo lo stesso compito che ella ha avuto nei riguardi di Cristo stesso e della realizzazione del suo mistero di salvezza. Dio è fedele. Il compito che Maria ha avuto una volta nella storia, continua ad averlo oggi, e continuerà ad averlo per sempre. Come ha avuto una missione eminente nella nascita di Cristo, così ella conserva una missione eminente nella nascita dei nuovi figli di Dio nel Battesimo della Chiesa. Maria è perennemente Madre, è Madre della Chiesa e Madre di ciascuno di noi. Ma per poter cogliere questo mistero della maternità attuale di Maria, occorre riferirsi per un momento alla maternità universale di Maria, per la quale Maria è Madre dei popoli. Solo dopo potremo cogliere la grandezza di questa maternità di Maria riferita a ciascun battezzato, a ciascun uomo che «nasce dall'acqua e dallo Spirito» (Gv 5, 5) e al cammino battesimale e spirituale di ogni battezzato.

2. Maria e il secondo Avvento

Se Cristo è già venuto al termine delle attese d'Israele ed è stato presentato al mondo da Maria, egli rimane colui che deve ancora venire. «Di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà mai fine», proclamiamo nel Credo. Attendiamo dunque una seconda venuta: «Verrà di nuovo». La salvezza è già compiuta e tuttavia essa deve ancora estendersi a tutta l'umanità e manifestarsi ad ogni uomo in tutto il suo splendore e in tutta la sua potenza. Se con la venuta del Cristo Salvatore fu saziata l'attesa d'Israele, la stessa attesa sussiste oggi per la Chiesa e per l'intera umanità: «Maranà tha: vieni, o Signore» (1 Cor 16,22), è il grido che risuona nella comunità ecclesiale dai primi albori della Chiesa ad oggi. Il tempo della Chiesa, come si usa dire ormai comunemente, è il tempo del «già» e del «non ancora», è il tempo in cui la salvezza è già compiuta e tuttavia essa non è ancora pienamente e visibilmente manifestata; lo sarà con la seconda venuta del Signore. Il tempo della Chiesa è dunque il tempo di un avvento permanente. Cristo continua a venire nella Chiesa e in ciascuno di noi, instancabilmente, fino al compimento della storia, fino alla parusia finale. In questa incessante venuta del Signore Gesù, Maria continua a sostenere un compito di primissimo piano: continua «a camminare nel mondo», come dicevano i Padri della Chiesa, per essere sempre colei che prepara la venuta di Gesù. Questo è vero innanzitutto per l'umanità intera, per i popoli della terra e specialmente per i popoli non ancora cristiani, così come è vero per la vita battesimale di ognuno di noi. Possiamo dunque soffermarci su questa duplice dimensione del compito di Maria in relazione al secondo avvento: la missione che ella svolge nei confronti dell'umanità e dei popoli non cristiani e la missione che ella ha e attua nei confronti di ogni battezzato.

a) La missione di stare nei confronti dei popoli
Lo sappiamo: Gesù ‘non è ancora venuto nei confronti di gran parte dell'umanità: è venuto in alcuni popoli, ma non in tutti; è venuto per un certo numero di uomini, ma non è ancora stato riconosciuto da tutti. Vi sono intere zone della terra nelle quali Gesù è come se non fosse nato. Il Corpo mistico di Cristo non ha ancora raggiunto la pienezza, come dice Paolo, il «pleroma» di colui che si realizza interamente in tutte le cose (cf. Ef 1,23), per ricondurre tutte le cose al Padre: «Tutto è vostro, voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» (1 Cor 3,22-25). Questa pienezza non si è ancora compiuta. Riconoscere il compito singolarissimo che Maria ha avuto in ordine alla venuta del Redentore nel mondo, implica riconoscere in pari tempo il compito unico e particolarissimo che ella svolge nella preparazione alla venuta di Cristo tra i popoli, soprattutto tra i popoli che sono ancora in attesa del Redentore, che sono ancora nel tempo dell'Avvento. Sta qui la dimensione propriamente missionaria del mistero di Maria, quale siamo chiamati a contemplarla: icona dell'Avvento. Il mistero della Vergine è di essere là dove il Cristo non è ancora, o non è ancora accolto. É questo il mistero di Maria: essere presente in questo spazio di attesa, di avvento. Dal punto di vista della storia della salvezza, Maria era in Israele prima di Gesù. Parliamo in termini storici, ovviamente. Maria era già presente in quello spazio che precede l'incarnazione storica del Logos eterno nel mondo. Si dà dunque un tempo, si dà un avvento nel quale Maria è presente, prima ancora che Gesù si manifesti visibilmente a1l'umanità. Una presenza di Maria che precede la venuta di Gesù e non è fine a se stessa o di vuota attesa; una presenza che costituisce già un'azione attiva che prepara nel segreto della storia e opera, perché quel medesimo mistero di incarnazione atteso, si riveli e si compia nel mondo in tutta la sua pienezza e in tutta la sua valenza redentiva. Sembra dunque che si possa parlare di un momento nel quale il regno di Dio è già all'opera prima ancora che Gesù lo riveli in modo esplicito, giacche Maria, prima ancora dell'incarnazione, ne è una presenza anticipata, è già un segno effettivo che il regno di Dio si sta realizzando. Maria è l'icona dell'umanità salvata da Cristo prima ancora che il Cristo stesso manifesti e attui storicamente la salvezza. Non solo. Si può anche dire che Maria, la prima redenta, è nello stesso tempo il primo membro della Chiesa: ella è già la Chiesa prima della Chiesa. Sotto questo aspetto, può essere significativo ricordare anche un altro dato. Maria è ancora presente in quello spazio di tempo, in quell'intervallo spirituale che separa l'ascensione dalla pentecoste. In quello spazio di tempo, in quell'intervallo misterioso, spirituale, ma ricco di significato teologico, non vi è più la presenza visibile del Cristo, ormai glorificato, asceso al Padre, ma Maria c'è; e l'esservi di Maria è già l'esservi della Chiesa, prima ancora dell'istituzione ufficiale della Chiesa stessa quale avverrà formalmente con la pentecoste. Non vi è la presenza visibile di Gesù, non vi è la presenza formalmente istituita della Chiesa, ma vi è Maria, e la sua presenza è in qualche modo la presenza della Chiesa, è la garanzia che la promessa del dono dello Spirito si compirà. Questo duplice fatto, questa presenza di Maria prima dell'incarnazione e prima della nascita vera e propria della Chiesa con la pentecoste, è importante perche mostra quale sia il compito della Vergine Santissima in seno all'umanità e ai popoli che ancora non credono in Gesù Cristo. Non Cristo è presente tra loro (intendo naturalmente in modo esplicito e riconosciuto); non la chiesa è presente in mezzo a questi popoli in modo esplicito, eppure si può ritenere che vi è una presenza di Maria. Prima che i popoli pagani siano convertiti a Cristo, prima che la Chiesa visibile sia presente in mezzo a loro, vi è una mistica presenza di Maria che prepara la venuta di Cristo, prefigura la Chiesa e ne costituisce come una anticipazione. Sta in questo fatto la misteriosa e profonda relazione di Maria con i popoli non cristiani. Maria è davvero l'icona dell'avvento del Regno per tutti i popoli. Torna in mente quella confidenza di Ch. Peguy in un suo scritto, dove racconta come in un certo periodo della sua vita, non potendo dire ‘Padre nostro’, potesse dire però ‘Ave Maria’. Molti peccatori sono nell'impossibilità di recitare il Padre nostro, ma recitano, nonostante ciò, 'Ave Maria'. Ed è giusto che sia così; quando dire ‘Padre nostro’ non si può perche mancano le disposizioni filiali della grazia e non si pregherebbe dunque in spirito e verità (cf. Gv 4, 23), si può tuttavia ancora dire ‘Ave Maria’, poiché dove Gesù e la grazia sono assenti, (almeno in modo pieno e completo), vi è tuttavia certamente una presenza segreta di Maria. Questo spiega quella misteriosa e pure straordinaria relazione riscontrabile tra i peccatori e Maria, così fortemente sentita dai peccatori stessi. Essi invocano Maria, mentre spesso non riescono a invocare Dio o ad accostarsi alla Chiesa. Ricordo di aver incontrato persone che per lunghi periodi sono state lontani da Dio e dalla Chiesa, dalla grazia e dalla fede, e tuttavia hanno confidato, in quel periodo, in Maria. E questa fiducia e stata il punto di partenza per quel ritorno a Dio che è la conversione. C'è veramente un rapporto particolare: Maria previene, prepara l'incontro pieno col Dio Salvatore, con la Chiesa, con i sacramenti. Ugualmente hanno in se una presenza di Maria i popoli tuttora giacenti lontani dalla vera fede, lontani dal Vangelo. Gesù e la Chiesa non sono là in modo esplicito, ma vi è certamente Maria. Una misteriosa protezione, una misteriosa preparazione mariana avvolge i popoli che non conoscono ancora il Cristo. Possiamo invocarla, specialmente per loro; riconosciamo in lei il canale di una ineffabile grazia, sappiamo che dove la grazia di Gesù non può ancora passare, passano le grazie mariane, quelle delle preparazioni, quelle de1l'avvento, in attesa che il Signore si manifesti pienamente. Possiamo cogliere quello che ho cercato di dire anche da un altro punto di vista rifacendoci a quello che la teologia dice sulla grazia. La teologia distingue, accanto alla grazia santificante, la cosiddetta grazia proveniente: prima di essere in stato di grazia, noi non siamo privi di qualunque grazia; esistono grazie anche per coloro che ancora non sono nella grazia; sono grazie che preparano alla grazia; senza tali grazie preparatorie, che ci danno la possibilità di giungere alla grazia, cioè alla pienezza della grazia, noi non vi giungeremmo mai da soli. La missione di Maria - per l'aspetto che abbiamo considerato - si pone su questo piano. Maria è come una presenza iniziale della grazia là dove manca o non è operante in tutta la sua pienezza. Maria è come la grazia che previene e prepara alla grazia perché essa si attui nell'uomo in tutta la sua pienezza. Ecco perche si può affermare l'esistenza di un particolare rapporto fra lei e i popoli non ancora cristiani. Pensiamo ai grandi continenti dell'umanità: alla Cina, alla ‘santa' Russia (come soleva chiamarla Dostojevskij), al1'India, ai popoli arabi, popolazioni immense che in gran parte vivono, in rapporto a Cristo, in una situazione analoga a quella degli ebrei prima che Gesù venisse, o a quella degli Apostoli prima che discendesse su di loro lo Spirito Santo. Sono in una situazione di attesa in un avvento attuale; e chi sa che tanti indizi (pensiamo alla profonda venerazione dell'Is1amismo verso Maria, alla devozione popolare a Maria che permane così viva in Russia, al culto della Madre che caratterizza la cultura cinese, o al culto della verginità così presente nella civiltà dell'India), chissà che tutto ciò non esprima questa presenza di Maria nell'umanità, e chissà che non sia proprio a partire da questi segni che Maria potrà un giorno ricondurre queste nazioni a Cristo. Maria occupa in ogni caso un posto immenso nel mondo e vi svolge un compito fondamentale.

b) La missione di Maria nei confronti di ogni battezzato
Ciò che vale per le popolazioni del mondo, vale ovviamente per ognuno di noi. Le nazioni non cristiane non sono le sole a trovarsi nell'avvento; la Chiesa stessa è continuamente nell'attesa, in una situazione di avvento, perche è continuamente nell'attesa di una pienezza che ancora non possiede. Essa vive costantemente in un tempo di avvento. Cristo è venuto, ma la sua venuta non si è ancora pienamente e visibilmente manifestata. Cristo è presente, ma la sua presenza è nascosta sotto i segni della parola e dei sacramenti. Noi possiamo percepirla, ma solo con lo sguardo della fede. Un giorno tutto questo si rivelerà in maniera evidente, visibile, manifesta; ma intanto la Chiesa vive in un tempo che precede la vera Chiesa, la Chiesa definitiva, la Gerusalemme celeste della quale la Chiesa attuale è la preparazione e la prefigurazione ancora imperfetta. Anche nella Chiesa, accanto a una presenza di Gesù, vi è un'assenza di Gesù stesso, e quindi una particolare presenza di Maria nella misura in cui Maria è colei che prepara la venuta di Gesù, la sua venuta definitiva. Ecco perche ella riempie di sè lo spazio che separa la pentecoste dalla parusia. Esattamente come riempiva della sua presenza lo spazio che divideva l'ascensione dalla pentecoste.

 







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