Maria, “Mater unitatis” nel cammino del Popolo di Dio
Data: Martedi 18 Gennaio 2022, alle ore 9:05:21
Argomento: Ecumenismo


Dal libro di Antonino Grasso, Uno sguardo a Maria. I molteplici aspetti del mistero mariano, Aracne Editrice, Roma 2021, pp. 275-278.




Maria è presente accanto al Popolo di Dio con la sua sollecitudine materna, iconicamente sintetizzata dal Cuore immacolato e infiammato, perché è presente nel mistero dell’incarnazione del Verbo: nell’annunciazione,1 nella visita a Elisabetta,2 nel canto del Magnificat,3 nel mostrare il neonato Bambino ai pastori4 e ai Magi,5 nel servizio di intercessione a Cana,6 nella vocazione a diventare madre della Chiesa,7 nell’esperienza dell’unità orante della comunità cristiana a Pentecoste,8 nella storia bimillenaria della Chiesa come sacramento universale di salvezza.9
 
Una Presenza che, invitandoci ad accogliere il dono d’amore dello Spirito e insegnadocene la via, si lascia comprendere come insostituibile cooperatrice al grande “mistero dell’unità” a cui è chiamata in Cristo nello Spirito tutta la Chiesa. Invitandoci, come Gesù ad essere “tutti una cosa sola”,10 la Mater dei discepoli del Figlio, coopera anch’essa con la sua sollecitudine a realizzare questa preghiera di Gesù. Maria appare come l’icona della Chiesa in dialogo, il simbolo dell’umanità trasformata dalla grazia, il modello per quanti, uniti dall’amore e dalla sequela di Cristo, muovono i loro passi verso la Gerusalemme celeste. È il Vangelo di Giovanni che con la duplice consegna del discepolo prediletto alla madre e della madre al più giovane dei discepoli, ci mostra Maria come Mater unitatis. Giovanni sottolinea non un evento di natura privata, ma la maternità di Maria nei riguardi del popolo della Nuova Alleanza, dei dispersi figli di Dio radunati nella vera e nuova Gerusalemme che è la Chiesa, della quale la Vergine, madre per eccellenza, è la figura più eminente. Il discepolo accoglie Maria tra i beni preziosi ricevuti dal Signore, cioè la riconosce come elemento fondamentale della sua vita spirituale e della sua fede. Questa pienezza di comunione tra madre e discepolo è preannunziata dal racconto della tunica senza cuciture del Signore, simbolo della Chiesa santa una e indivisa che poco dopo verrà affidata a Maria.11  
 
Madre del Signore, ha il compito, per volere del Figlio, di conservare unita quella Chiesa che le è stata affidata, nel segno della pacificazione universale. Questa unione-comunione si manifesta soprattutto e anzitutto nella fedeltà alla Parola del Signore, che diventa vita e nutrimento e nella fede in Lui. L’accoglienza della Parola e la fede di Maria, diventano, così, incitamento alla pacifica fratellanza dei discepoli che cercano l’unità nel Signore e che, se si pongono assidui e concordi in un atteggiamento di preghiera con Lei come la Chiesa nascente12 possono veramente raggiungerla. Accanto a lei e con lei, tutti ci possiamo sentire veri fratelli e vere sorelle di quel popolo messianico, chiamato, nella vera comunione, ad essere in Cristo nello Spirito, un’unica famiglia di Dio sulla terra e nei cieli.13  E quindi, «la comunione dei santi, si radica nel proprio centro che è Cristo, sotto l’autorità del quale essa raccoglie i credenti di tutti i tempi giustificati dalla sua grazia. Realizza l’unità del suo corpo nella terra e nei cieli, Chiesa militante e Chiesa trionfante misteriosamente unite malgrado la separazione dei tempi e dei luoghi e la rottura della morte: perché chi crede è già passato dalla morte alla vita (cfr, Gv 5,24; 1Gv 3,14) o, in termini paolini, “niente può separarci dall’amore di Dio, né morte, né vita” (cfr Rm 8, 38-39)».14
 
La Mater unitatis ci invita a quella accoglienza vicendevole, a quello stare insieme che ci unifica e affraterna in Cristo, Dio dell’accoglienza. Come scrive Francesco Rossi de Gasperis «Ella apre le braccia a tutti i suoi figli, qualunque lingua essi parlino, perché Gesù, da lei educato, ha inaugurato l’anno giubilare dell’accoglienza di Dio (Lc 4,18-19). Egli è il Messia dell’accoglienza che – di sabato, nella sinagoga della sua patria – invita il suo popolo a diventare, con lui e dietro di lui, il popolo messianico del Dio accogliente (Lc 4,16-17.20-24) […]. Oggi è venuta l’ora, nella quale questa economia dell’accoglienza di Dio diventa la regola. […] La Chiesa […] nella persona di Maria, si trova alla svolta di tale accoglienza. Essa celebra la fedeltà di Dio alle promesse fatte ai patriarchi e, nello stesso tempo, si apre all’accoglienza dei credenti che provengono dalle genti. […] Per accogliersi scambievolmente, bisogna capirsi, conoscersi, stimarsi, amarsi. Bisogna realizzare quel miracolo che è l’unanimità dei cuori nella differenza delle lingue, delle culture, della storia e delle esperienze. E ancora una volta, Maria è il centro di questo convenire insieme»15.
 
Il vero volto della “Mater unitatis”
 
La conseguenza di tutto questo, deve essere una rinnovata ed autentica conoscenza di Maria che, per essere veramente tale:
- deve fondarsi sulla Scrittura, la Tradizione e la Liturgia;
- deve esprimersi nello sforzo di imitare la Santa Vergine in un cammino di perfezione personale ed ecclesiale;
- deve essere lontana da ogni forma di superstizione e vana credulità (cfr. LG 66-67), specialmente nel campo delle mariofanie che, se autenticate dalla Chiesa, vanno accolte con gioia come segno della presenza della Madre del Signore fra noi;
- deve essere capace di risalire sempre alla sorgente della grandezza di Maria, che è la Santa Trinità, divenendo incessante Magnificat di lode al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.16
 
Di conseguenza, l’autentica pietà mariana, fortemente teocentrica, cristocentrica ed ecclesiocentrica, si evidenzierà anche come una forza utile a servire e promuovere l’unione dei cristiani, sorgente di gioia e di preghiera per tutte le Chiese perché ci mostra:
- non una Maria idealizzata, bensì una sorella del nostro mondo, una compagna di viaggio, una donna che ama ed insegna ad amare, inserita nella carovana dei “poveri” di JHWH;
- non una Maria della sovraesposizione, bensì una testimone dell’annunciazione e della natività di Cristo, eventi che avvengono nel silenzio, restano consegnati alla memoria di fede e alla riflessione della contemplazione e invitano alla conversione;
- non una Maria della sostituzione, bensì la Vergine dei primi concili e dei simboli di fede, della liturgia e dei Padri, posta sempre accanto al Figlio e al suo servizio, che mai distoglie o separa da lui, o che usurpa il ruolo dello Spirito;
- non una Maria della strumentalizzazione o delle contrapposizioni, bensì una creatura buona e santa attorno alla quale un Dio sorprendente invita il suo popolo a danzare di gioia[17] come già per la città amata, la santa Gerusalemme,18 un Dio che onora gli amici del Figlio,19 un Dio il cui Spirito dischiude Elisabetta e con lei tutte le generazioni credenti al “benedetta” – “beata”, perché in Maria tutto è evento di grazia e tutto è evento di fede.20

NOTE
1 Cfr. Lc 1, 26-38.
2 Cfr. Lc 1, 39-45.
3 Cfr. Lc 1, 46-56.
4 Cfr. Lc 2, 15-19
5 Cfr. Mt 2,11.
6 Cfr. Gv 2, 1-12.
7 Cfr. Gv 19, 25-27.
8 Cfr. At 1,14.
9 Cfr. Amato A., La Donna dal cuore ecumenico, op. cit., 6.
10 Cfr Gv 17,21.
11 Cfr. Gv 19,23-24, unione esplicitata poi in 19, 25-27. Cfr. Grasso A., Maria “Donna eucaristica”, la Madre che raduna i dispersi figli di Dio (Gv 11,51-52; 19, 25-27), op. cit., 39-58; Serra A., Maria a Cana e presso la Croce. Saggio di Mariologia giovannea, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1991, 96-98; Idem, Donna-Madre del Popolo di Dio, in Aa.Vv., La Madre del Signore. Parola, Spirito, Vita, in Quaderni di Lettura biblica, 6 (1982), 140-142.
12 Cfr. At 1,14.
13 Per tutto il paragrafo cfr. Giovanni Paolo II, Ut unum sint, lettera enciclica del 25 maggio 1995, in AAS 87 (1995), n. 1, 921-922; Idem, Redemptoris Mater, lettera enciclica del 25 marzo 1987, in AAS, 79(1987), n. 30, 401-402;  Gnocchi M., Ecumenismo: camminare in novità di vita, Atti del Convegno primaverile del SAE, Rende (Cosenza), 29 aprile -1 maggio 2000; Capitolo Generale dei Frati Servi di Maria, Fate quello che Egli vi dirà, op. cit., n. 95.
14 Gruppo di Dombes, Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, Edizioni Qiqajon Comunità di Bose, Magnano 1998, n. 191, 97.
15 Rossi De Gasperis F., Maria di Nazaret icona di Israele e della Chiesa, Qiqajon-Comunità di Bose, Magnao 1997, 129-133.
16 Cfr. Giovanni Paolo II, Redemptoris mater, 30.
17 Cfr. Lc 1,39-45.
18 Cfr. Sof 3,17-18.
19 Cfr. Lc 2, 42-45; Gv 12,16.
20 Sulla funzione della devozione mariana come elemento propulsore di impegno ecumenico cfr. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e Liturgia, op. cit., 278.

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