La Vergine Maria nel Concilio Vaticano II
Data: Venerdi 8 Luglio 2022, alle ore 11:08:56
Argomento: Chiesa


Un articolo di Antonino Grasso in Ecclesia Mater, LX (2022), n. 1 gennaio - aprile, pp. 17-18.



«[...]Convocando il Concilio Ecumenico, Giovanni XXIII aveva chiesto ai vescovi e alle facoltà teologiche di indicare quali temi dovevano essere trattati. Le proposte espresse furono circa 2000 e 600 di esse, vale a dire il 30%, chiedevano che il Concilio prendesse posizione nel campo della mariologia. Di questi, 400 chiedevano una definizione e 300 pensavano più precisamente a una definizione dogmatica di Maria “Mediatrice”. La commissione teologica, in seguito a queste proposte, elaborò un primo schema dal titolo: «La B. Vergine Maria Madre di Dio e Madre degli uomini» che fu consegnato il 23 novembre 1962 ai membri del Concilio, ma non poté essere discusso nella prima sessione. Nella seconda sessione si discusse animatamene sul documento mariano, soprattutto se trattarlo separatamente o inserirlo nel documento sulla Chiesa. Il 29 ottobre 1963, 1114 padri votarono a favore di questa soluzione, 1074 contro e 5 voti risultarono nulli. Dopo questa votazione, la commissione teologica passò a redigere un nuovo testo mariologico che, durante il periodo di pausa tra una sessione e l’altra, ebbe cinque diverse redazioni. Le ultime due vennero consegnate ai padri nell’estate del 1964. Il nuovo titolo suonava: «La Beata Maria Vergine Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa». Nel dibattito che ebbe inizio il 16 settembre 1964, si manifestò una forte opposizione ad accogliere il termine “Mediatrice” nel testo. Il documento finale, divenuto il Capitolo VIII della Lumen Gentium, avviò una svolta salutare nella mariologia, perché si distanziò dalle esagerazioni delle epoche precedenti, ritornò ad una trattazione biblica e più patristica e si rinsaldò sulle fonti della fede. Non considerò più le glorie di Maria in sé stesse, ma le collegò alla sua funzione storico – salvifica. La Vergine, così, apparve meglio inserita nelle grandi gesta salvifiche di Dio, come professano i simboli della fede: «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e si incarnò nel seno della Vergine Maria[...]». 

 

 







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