La Vergine nei dipinti del Rinascimento fiammingo
Data: Venerdi 25 Dicembre 2009, alle ore 17:56:31
Argomento: Arte


Uno studio di Cassiano da Lungasco in Enciclopedia mariana Theotokos, pp.673-674.

L’arte rinascimentale fiamminga si ispira, nelle creazioni riguardanti la Vergine, ad una intensa spiritualità ottenuta sullo sfondo di lussuosi e studiati interni, o di gustosissime scene di colore. Se gli Italiani hanno potuto sentire vicina la Madonna anche se assisa su troni fioriti, o sullo sfondo di serene campagne, o di complicate architetture, per i Fiamminghi poteva essere tale soltanto se collocata nella intimità della loro casa. Tentazione di bravura per l'artista, e nello stesso tempo ricerca di un particolare contenuto affettivo e spirituale. E questo anche quando il soggetto si ispirava a evidenti motivi teologici.

Van Eyck (+1464) nell'Agnello mistico di Gand ha creato una Annunziata, che è una bella e robusta donna, ricoperta di un abbondantissimo manto, da far gola al più ricco mercante di broccati;

Van der Weyden (+1464) invece, fa svolgere la scena dell'Annunciazione in una stana ricca e confortevole;

il Maestro di Flemalle fa apparire l'Angelo in un graziosissimo interno, ad una fanciulla ancora vestita con straordinaria dovizia; Memling (+1594), fa addirittura corteggiare la Vergine da due Angeli in funzione di paggi.


Altre graziosissime scene familiari creano Gerard David (+1523) con la Vergine della zuppa di latte del muso reale di Bruxelles; Quentin Matsys (+1530 nella Vergine orante del Museo di Anversa, Jan Mostaert (+1555) nel Pasto della S. Famiglia del Museo Wallraf-Richartz di Colonia. In queste opere è la vita comoda e opulenta della regione che ci incanta, con la ricchezza dei broccati e con il raffinato gusto degli "interni". Ma quei volti di Maria, così studiati e rifiniti, sono di una intensa spiritualità, non contrastata, anzi sublimata dalla perfezione dei lineamenti.
 

 

E bisogna pur ricordare la Mater Dolorosa di Dirck Bouts (+1475) del Louvre, con quelle lacrime che sono perle deposte con infinita grazia sul bel volto;

e quella di Simone Marmion (n. 1489) del Museo di Strasburgo, con quel suo dolore tenero di "beghina".

Però quale maggiore potenza nella Vergine svenuta di Van der Weyden nei Sette Sacramenti di Anversa e nella Deposizione dalla Croce del Prado!

Anche gli epigoni della scuola, P.P, Rubens (+1640) e Rembrandt (+1689), si sono mantenuti, pur con nuove risorse tecniche, sulla linea tracciata dai grandi predecessori.

Nella Visitazione del Museo reale di Anversa si trovano le eccezionali qualità di pittore di P.P. Rubens;

Nella S. Famiglia del Romitaggio di Leningrado la calda emozione e il riflesso della estrema povertà di Rembrandt.

Nella Madonna ai piedi della Croce, egli stesso ha raggiunto un sorprendente effetto costituendo il pallido volto di Maria come unica sorgente di luce nella tragica scena.

 







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