La perpetua verginità di Maria nel Magistero e nella Liturgia
Data: Martedi 5 Gennaio 2010, alle ore 12:09:58
Argomento: Dogmi


Breve sintesi delle dichiarazioni e dei testi

La verità della perenne verginità di Maria è stata affermata sia dal magistero ordinario che da quello straordinario. Inoltre la Chiesa nella sua liturgia ha sempre professato la perenne verginità di Maria. La Chiesa non si sbaglia nella sua liturgia perché lex orandi est lex credendi, ossia la legge della preghiera è legge della fede.

Il Concilio Costantinopolitano II (553) fa riferimento esplicito alla perpetua verginità: “Prese carne dalla gloriosa Theotòkos (Madre di Dio) e sempre vergine Maria”. Tale concilio fu indetto da Giustiniano senza il papa, ma venne poi approvato da papa Vigilio e dichiarato ecumenico dal suo successore Pelagio I († 561).

La verginità perpetua di Maria venne definita dal Concilio Lateranense (649) convocato da papa Martino I. Il terzo canone del concilio si esprime così: “Se qualcuno non confessa secondo i santi padri che la santa e sempre vergine e immacolata Maria... (non abbia) partorito senza corruzione (incorruptibiliter), permanendo anche dopo il parto la sua indissolubile verginità, lo stesso Dio Verbo, nato dal Padre prima di tutti i secoli, sia condannato” (Mansi, 10, 1151-1152). Il Concilio lateranense non è stato un concilio ecumenico. Ma Martino I è convinto dell’obbligo di accettare quella che chiama “pia definizione della fede ortodossa” e perciò invia lettere ai vescovi d’oriente e d’occidente perché tutti ne accolgano i canoni. Pertanto, almeno in forza dell’autorità del papa, la perpetua verginità di Maria è verità di fede definita.

Paolo IV nella costituzione Cum quorundam hominum del 7.8.1555 (contro alcuni errori diffusi dai Protestanti) condanna chi afferma che Gesùnon è stato concepito nell’utero della beatissima e sempre vergine Maria in virtù dello Spirito santo, ma come gli altri uomini dal seme di Giuseppe… o che la stessa beatissima Vergine Maria non è vera Madre di Dio, e che non ha persistito nell’integrità della verginità sempre, vale a dire prima del parto, nel parto e dopo il parto, in perpetuo” (DS 1880).

Al concilio lateranense rimanda la Lumen Gentium del Concilio Vaticano II, quando afferma che “il Figlio primogenito non diminuì la sua verginale integrità, ma la consacrò” (LG 57, nota 10).

Paolo VI nell’esortazione Signum Magnum (13.5.1967) dice che Maria è “rimasta Vergine nel parto e dopo il parto, come sempre ha creduto e professato la Chiesa Cattolica” (n. 11) e nella professione di fede del 1968 ribadisce che “Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, del Verbo Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo”.

Alcune antichissime preghiere mariane, accolte dalla liturgia della Chiesa, testimoniano la perenne verginità di Maria. Ad esempio: Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci sempre da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”. Così pure: “Tu che nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori” (“Alma Redemptoris Mater… Tu quae genuisti natura mirante tuum sanctum genitorem, Virgo prius ac posterius, peccatorum miserere”).
 







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