La Mariologia di Giovanni Duns Scoto (†1308)
Data: Mercoledi 14 Luglio 2010, alle ore 16:51:40
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Dal libro di P. Alessandro Maria Apollonio (F.I.), Mariologia francescana. Da San Francesco d'Assisi ai Francescani dell'Immacolata. Estratto della Tesi di laurea in Sacra Teologia con specializzazione in Mariologia, Pontificia Facoltà Teologica "Marianum, Roma 1997, pp. 70-82.
 

La dottrina mariologica del Beato si trova esposta soprattutto nei Commentari al III Libro delle Sentenze di Pietro Lombardo, i quali riportano le lezioni del maestro francescano all'Università di Oxford (Opus Oxoniense. III Sent., d. 3, q. 1) e di Parigi (Reportatio Parisiensis. III Sent., d. 3, q. 1)154.
Le tesi e le argomentazioni mariologiche del Dottor Sottile hanno influito in modo considerevole sullo sviluppo della dottrina e della devozione mariana, sia all'interno dell'Ordine francescano sia della Chiesa universale.
Le linee portanti dell'edificio teologico innalzato dal Beato sono messe ben in rilievo dal Papa Paolo VI, nella lettera scritta in occasione del II Congresso della Scolastica a Oxford e a Edimburgo, nel VII Centenario della nascita del beato Giovanni Duns Scoto: «Lo spirito e l'ideale di S. Francesco d'Assisi si celano e fervono nell'opera di Giovanni Duns Scoto, dove questi fa alitare lo spirito serafico del Patriarca Assisate, subordinando il sapere al ben vivere. Asserendo egli l'eccellenza della carità sopra ogni scienza, l'universale primato di Cristo, capolavoro di Dio, Re dell'ordine naturale e soprannaturale, al cui lato splende di originale bellezza la Vergine Immacolata, Regina dell'universo, fa svettare le idee sovrane della Rivelazione evangelica, particolarmente ciò che san Giovanni Evangelista e san Paolo Apostolo videro nel piano divino della Salvezza sovrastare in grado eminente»155.
Poiché la trattazione sistematica della mariologia del beato Giovanni Duns Scoto richiederebbe uno studio troppo vasto, in relazione allo scopo della tesi, mi limiterò alla presentazione delle tre tesi mariologiche più caratteristiche ed originali. Rimando agli studi segnalati nelle note sulla mariologia del Beato, per ulteriori approfondimenti.

1 La funzione attiva della maternità

La prima tesi è così formulata: «Dico quod beata Virgo vere habuit rationem principii activi respectu corporis Christi»156.
Questa teoria, oggi confermata dalla scienza medica ed accolta universalmente dalla mariologia contemporanea, non era altrettanto comune nel medioevo. Anzi, p. Rosini afferma che la tesi del beato Giovanni Duns Scoto, era una «"novità assoluta" nell'ambiente teologico del tempo»157. A quel tempo, infatti, predominava l'idea aristotelica che la donna avesse una parte puramente passiva nel concepimento del figlio. Il principio attivo era attribuito esclusivamente alla parte maschile, come risulta chiaramente dal seguente testo di san Tommaso: «Cum tota virtus activa sit ex parte maris, passio autem ex parte feminae [...] et ideo [...] in ipsa conceptione Christi B. Virgo nihil active operata est, sed solam materiam ministravit»158.
Il beato Giovanni Duns Scoto, invece, oppone alla tesi aristotelico-tomista quella di Galeno, il quale attribuisce una funzione attiva sia al padre sia alla madre. Trattandosi di un caso sperimentale, il maestro scozzese preferisce l'autorità del medico Galeno, anziché del filosofo Aristotele: «Si aliud dicit Philosophus, tunc dicendum est quod in particularibus magis est credendum experimentis Galeni quam Philosophi in libro De Animalibus»159.
È sorprendente la modernità del Dottor Sottile in questa sua tesi originale. La sua equilibrata fiducia nella scienza sia metafisica sia sperimentale sembra indicare il giusto atteggiamento di armonica conciliazione che ogni teologo dovrebbe avere verso i due grandi campi del sapere umano, in conformità agli orientamenti dettati dal Concilio Vaticano II160.

2 La predestinazione di Cristo e di Maria

La seconda tesi originale del Beato è quella sulla predestinazione assoluta di Cristo. Su questa tesi la scuola scotista immediatamente posteriore fonderà anche la predestinazione assoluta di Maria161 e l'esclusione del "debitum peccati".
Presento il pensiero del beato Duns Scoto riportando un testo di rara bellezza e originalità, che meriterebbe d'esser annoverato tra le più fulgide espressioni della teologia universale: «Et dicitur, quod lapsus hominis est ratio necessaria huius praedestinationis [...]. Dico tamen quod lapsus non fuit causa praedestinationis Christi. Immo etsi nec homo nec angelus fuisset lapsus, nec plures homines creandi quam solus Christus, adhuc fuisset Christus praedestinatus sic. Istud probo: quia omnis ordinate volens primo vult finem, deinde immediatus illa quae sunt fini immediatiora; sed Deus est ordinatissime volens: ergo sic vult. Primo ergo vult se; et Post se immediate, quantum ad extrinseca, est anima Christi: ergo primum Post vette intrinseca, voluit gloriam istam Christo; ergo ante quodcumque meritum et ante quodcumque demeritum praevedit Christum sibi esse uniendum in unitate suppositi[...]. Item, si lapsus esset ratio praedesinationis Christi, sequeretur quod summum opus Dei esset maxime occasionatum, quia gloria omnium non est tanta intensive, quanta fuit Christi et quod tantum opus dimisisset Deus per Bonum factum Adae, puta si non peccasset, videtur valde irrationabile. Dico ergo sic: primo Deus diligit se, secundo diligit se aliis, et iste est amor castus; tertio vult se diligi ab illo qui potest eum summe diligere, loquendo de amore alicuius extrinseci; et quarto praevedit unionem illius naturae, quae debet eum summe diligere etsi nullus cecidisset. [...] et ideo in quinto instanti vidit Deus mediatorem venientem passurum, redempturum populum suum; et non venisset, ut mediator, ut passurus et redempturus, nisi aliquis prius peccasset, neque fuisset gloria carnis dilata, nisi fuissent redimendi, sed statim fuisset totus Christus glorificatus»162.
P. Cignelli commenta bene questo testo di grande potenza espressiva, affermando: In esso «Eternità e tempo sono abbracciati con uno sguardo unico centrato in Dio. Duns Scoto, illuminato dalla fede per cui Dio è amore, ha davanti a sé tutto il reale, increato e creato, e lo legge in chiave di amore. Dio, principio di tutto, è amore, crea per amore, redime per amore. La sua opera ad extra è un grandioso crescendo di testimonianza e di richiesta d'amore: creazione, incarnazione e redenzione sono i tre momenti dell'autorivelazione di Dio come amore. L'avvento di Cristo segna la fase terminale: Egli è '"summum opus Dei", il capolavoro di Dio-Amore»163.
Il passo dal primato assoluto di Cristo al primato assoluto di Maria, è assai breve: «Et puisque dans l'univers le Christ tient la première place, et après lui sa Mère, on peut conclure qu'entre toutes les créatures le Christ a été voulou en première lieu et, avec lui, en un seul et meme décret, Marie»164.
«Deberet Deipara gratias agere creaturis pro sua existentia, quod reputari debet absurdum, praesertim quia ...omnnes creaturae propter Deiparam»165 .
Pio IX e Pio XII nelle loro bolle dogmatiche mariane riprendono il tema della predestinazione di Maria. Il Papa dell'Immacolata afferma che l'ineffabile Iddio, «ab initio et ante saecula Unigenito Filio suo matrem, ex qua caro factus in beata temporum plenitudine nasceretur, elegit atque ordinavit, tantoque prae creaturis universis est prosequutus amore, ut in illa una sibi propensissima voluntate complaquerit»166. Inoltre, la Chiesa usa attribuire a Maria le stesse espressioni che la Sacra Scrittura applica alla Sapienza increata, poiché Maria «uno eodemque decreto cum Divinae Sapientiae incarnatione fuerant praestituita»167.
I1 Papa dell'Assunta, riprendendo testualmente le parole del suo predecessore, afferma che l'augusta Madre di Dio fu «Iesu Christo, inde ab omni aeternitate, "uno eodemque decreto" praedestinationis, arcano modo coniuncta»168.

3 L'Immacolata Concezione

La terza tesi originale, rispetto all'opinione comune del tempo, è quella dell'Immacolata Concezione.
Nella presentazione della raccolta di studi su La dottrina mariologica di Giovanni Duns Scoto, l'allora Ministro Generale dei Frati Minori, p. J. Vaughn, scrisse che il nome dell'illustre maestro francescano è «intimamente connesso con il dogma dell'Immacolata Concezione, e questo solo fatto - come è stato autorevolmente affermato sarebbe sufficiente ad assicurargli un posto permanente nella storia e nel disegno della provvidenza»169.
A lui si deve attribuire il merito di aver formulato teologicamente le argomentazioni decisive a favore dell'Immacolata Concezione in trattazioni sistematiche, dove le principali obiezioni contrarie erano validamente confutate e ritorte. Le sue intuizioni mariologiche originali rispetto all'insegnamento accademico più comune del tempo, si connettevano a quanto la Tradizione della Chiesa ed il "sensus fidelium" portavano implicitamente in se, e con quanto altri teologi, seppur meno distintamente, avevano già formalmente intuito170.
Contrariamente all'opinione comune tra i maestri ed i dottori della scolastica171, il nostro Beato insegnò pubblicamente e difese con successo la dottrina dell'Immacolata Concezione di Maria; infatti, solo dopo il suo magistrale insegnamento nelle prestigiose università di Cambridge, Oxford, Parigi e Colonia, si assistette ad un radicale capovolgimento di opinione nell'ambiente accademico172: gli argomenti portati dal beato Duns Scoto in favore dell'Immacolata Concezione erano destinati a guadagnare sempre più il cuore e la mente dei teologi, fino ad arrivare al pressoché unanime consenso, dopo secoli di controversiel73. Tre sono i principi che hanno guidato la speculazione del Beato sulla Concezione di Maria:
a) Cristo è il perfetto mediatore - redentore dunque deve aver realizzato perfettamente la redenzione almeno una volta a favore di qualcuno. Non sarebbe perfetto redentore se almeno una persona umana non fosse stata preservata completamente dal peccato, anche da quello originale: «Primo quia perfectissimus mediator meretur amotionem omnis poenae ah eo, quem reconciliat, sed culpa originalis est maior poena, quam ipsa carentia visionis divinae, sicut declaratum full dist. 36 secundi libri, quia peccatum est maxima poena naturae intellectualis inter omnes poenas eius: igitur si Christus perfectissime reconciliavit nos Deo, istam poenam gravissimam meruit ah aliquo auferre; sed non nisi a matre»174.
b) Parlando di Maria, bisogna ammettere nei suoi riguardi tutto ciò che sembra più eccellente, purché non ripugni né all'autorità della Chiesa, né all'autorità della Scrittura: «si auctoritati ecclesiae vel auctoritati scripturae non repugnet, videtur probabile, quod exellentius est attribuere Mariae»175.
c) Se era possibile e conveniente che Maria fosse preservata immune da ogni colpa, Cristo certamente la preservò, perché Maria è sua Madre, ed egli gli è obbligato a titolo speciale, più che ad ogni altra creatura: «Ita posset Deus eam [infectionem carnis] in primo instanti conceptionis Virginis, dando tunc gratiam, delere, ne esset causa necessaria infectionis animae, sed gratia tolleret culpam in anima»176. «Hoc [l'esenzione dalla colpa originale] autem precisae decuit Matrem Christi»177. «Ergo, si Christus est perfectissimus mediator, praevenit omnem offensam in matre sua»178.
Riconosciuta l'importanza oggettiva del pensiero di Giovanni Duns Scoto nello sviluppo della dottrina sull'Immacolata Concezione, è facile dimostrare anche l'influsso del Beato sul dogma del 1854, come è ben messo in evidenza da studiosi contemporanei.
Innanzi tutto vi è un accenno implicito, ma chiarissimo, al Beato Scoto e alla scuola francescana, quando, nel testo della Lettera apostolica, si ricordano i teologi e gli Ordini religiosi che nel corso della storia si sono distinti nello studio e nella propagazione della dottrina Imrnacolatista: «Omnes autem norunt quanto studio haec de Immaculata Deiparae Virginis Conceptione doctrina a spectatissimis Religiosis Familiis et celebrioribus Theologicis Academiis ac praestantissimis rerum divinarum scientia Doctoribus fuerit tradita, asserta ac propugnata»179.
Con un pizzico di ironia p. Bonnefoy commenta: «Si partisan que l'on puisse etre, on ne contestera pas que parmi les familles religieuses qui ont défendu le privilège, la première piace appartient à l'Ordre franciscain»180.
Nella stessa bolla dogmatica vi sono, però, riferimenti ancora più precisi al pensiero del Beato, laddove, in poche righe, vi è racchiusa la dottrina che sintetizza e conclude secoli di controversie: «Sanctissimam Dei Genitricem Virginem Mariam ob praevisa Christi Domini Redemptoris merita numquam originali subiacuisse peccato, sed praeservatam omnino fuisse ab originis labe, et idcirco sublimiori modo redemptam»181.
I testi del beato Duns Scoto che riflettono questa dottrina ed anticipano la stessa terminologia, sono numerosissirni. Ne citiamo alcuni:
«Patet quod janua [coeli] fuit sibi [= B.V.Mariae] aperta per meritum passionis Christi praevisae et acceptatae specialiter in ordine ad hanc personam, ut propter illam passionem numquam huic personae inesset peccatum»182;
«Et ideo plus tenetur, quia nobiliori modo, sibi remittitur culpa et offensa, quam alli quibus culpa inest; quia nobilius est remittere alicui culpam, ipsum praeservando , ne insit. ratione cuius deberet quis rationabiliter offendi, quam si permitteret offensam inesse et eam postea remittere»183;
«Respectu nullius personae [Christus] habuit exellentiorem gradum [mediandi] quam respectu Mariae [...]. Immo exellentius beneficium est praeservare a malo, quam permittere incidere in malum, et ab eo postea liberare»184.
Le stesse parole della definizione dogmatica riflettono la terminologia del beato Scoto e della sua scuola: «Definimus, doctrinam, quae tenet, beatissimam Virginem Mariam in primo istanti suae Conceptionis fuisse singulari omnipotentis Dei gratia et privilegio, intuitu meritorum Christi Iesu Salvatoris humani generis, ab omni originalis culpae labe praeservatam immunem, esse a Deo revelatam»185.
I1 soggetto della definizione: «Beatissimam Virginem Mariam in primo istanti suae conceptionis», e l'oggetto: «síngulari omnipotentis Dei grati a et privilegio, intutitu meritorum Christi Iesu salvatoris humani generis, ab omni originalis culpae labe praeservatam immunem» trovano chiare corrispondenze con i testi del Beato: «Sicut enim post primum instans baptismi potuit manere infectio corporis contracta per propagationem cum gratia in anima mundata, ita potest esse in primo instanti, si Deus tunc creavit gratiam in anima Mariae»186. «Unde et ipsa plus tenebatur Filio suo quam alli homines ratione redemptionis, quia sicut aliis culpa, quae inest et quae contahitur, merito passionis Christi remittitur, sic beatae Virgini remittitur culpa quae infuisset, nisi per mediatorem praeservata fuisset»187.
L'influsso del cristocentrismo - di cui la scuola scotista è l'esponente per antonomasia - sul pensiero mariologico contemporaneo lo si può notare nel principio, mirabilmente definito da Paolo VI nella Esortazione apostolica Marialis cultus, secondo cui: «In Virgine Maria omnia ad Christum referuntur et ex eo pendet»l88.
Se dovessimo invece individuare la segreta fonte da cui il beato Giovanni Duns Scoto attinse tanta luce per penetrare così profondamente il mistero di Maria, la scopriremmo con p. Del Zotto nel «grande amore per la Vergine Madre Maria Immacolata»189. Fu questo amore che lo spinse a formulare ed a seguire il principio secondo cui «videtur probabile quod exellentius est attribuere Mariae»190, a «contemplarne il mistero d'incontaminata bellezza ed intuire la soluzione di un problema che sembrava davvero insolubile: quello dell'universalità della Redenzione. La potenza invincibile dell'amore come "devotio" sincera e ardente alla Vergine Maria ha permesso al cuore puro e all'ingegno acuto di Giovanni Duns Scoto di svelarne il mistero di incontaminata, originale, innocente bellezza e santità»191.
L'attualità della mariologia del beato Duns Scoto - come di tutta la sua sintesi teologica - è messa bene in luce da p. Cignelli, il quale afferma: «Giovanni Duns Scoto, il Dottore dell'Immacolata e dell'Incarnazione, è teologo del presente e sarà il teologo dell'avvenire. E teologo del presente, perché il movimento mariologico, che caratterizza la nostra epoca e in cui tanta parte hanno avuto e hanno i francescani, gli è sommamente debitore. Col suo intervento sull'Immacolata Concezione è iniziato praticamente lo studio sistematico del mistero di Maria, al punto che lo possiamo considerare, senza esagerazione, il Padre della Mariologia moderna. Sarà il teologo dell'avvenire, perché la sua grandiosa tesi del motivo dell'Incarnazione guadagna sempre più terreno e porterà la Chiesa a una comprensione profonda e appassionante del mistero del Cristo e di Maria»192.

Note

154 La Commissione scotista, che sta curando l'edizione critica dell'Opera Omnia del beato Giovanni Duns Scoto, non ha ancora pubblicato questi due commentari, per cui bisogna rifarsi all'Opera Omnia edita dal Vivès (Parigi 1891-1895) oppure all'edizione critica dei testi mariani del Beato curata da p. BALIC' C.: Theologiae marianae elementa..., Sibenici 1933. Su questa edizione critica si basano le traduzioni italiane di molti studi recenti sulla mariologia del Beato. Tutti i testi del beato Duns Scoto relativi all'Immacolata Concezione sono stati raccolti da: BALIC' C., Joannes Duns Scotus et historia immaculatae Conceptionis, in: Antonianum, 30 (1955) 349-488. Tra gli studi più significativi sulla mariologia del Beato, riporto i seguenti: INNOCENTI B., Il concetto teologico di maternità divina in Giovanni Duns Scoto, in: Studi Francescani, 3 (1931) 404-430; URIBESAGO I., La coredención mariana a la luz de la cristologia de Escoto, in: Estudios Marianos, 9 (1944) 219-327; BALIC' C., Il reale contributo di Giovanni Duns Scoto nella questione sull'immacolata Concezione, in: Antonianum, 29 (1954) 457-496; ID., De regula mariologica Joannis Duns Scoti, in: Euntes Docete, 9 (1954) 110-133; ROSCHINI G., Questioni su Duns Scoto e l'immacolata, in: Ephemerides Mariologicae, 19 (1957) 372-407; BABBINI L., Ancora su Duns Scoto, dottore dell'immacolata. Valutazione delle tre repliche del rev. Padre G. Roschini, Centro Studi Francescani Liguri, Genova 1958; BONNEFOY J. F., Le ven. Jean Duns Scot, docteur de l'immaculée Conception. Son milieu, sa doctrine, son influenze, Herder, Roma 1960; KOSER K., Die Immakulalehre des Johannes Duns Scotus, in: Franziskanische Studien, 36 (1954) 337-384; AA.VV., La dottrina mariologica di Giovanni Duns Scoto (a cura di Zavalloni R. e Mariani E.), Spicilegium Pontifici Atenaei Antoniani (28), Roma 1987; ROSINI R., Mariologia del Beato Giovanni Duns Scoto, Ed. Mariana "La Corredentrice", Castelpetroso (Is) 1994. Stranamente, negli atti del convegno scotista tenuto a Roma il 9-11 marzo 1993, in occasione della solenne beatificazione di Giovanni Duns Scoto, e pubblicati dalle Edizioni Antonianum in due volumi nel 1995 con il titolo Via Scoti. Methodologica ad mentem Joannis Duns Scoti, la mariologia del Beato è quasi del tutto trascurata.
155 PAOLO VI, Lettera apostolica Alma Parens, 14 luglio 1966, AAS 58 (1966) 611-612.
156 BEATO G. DUNS SCOTO, De Maternitate B.V.M.. Reportatio Parisiensis, III, d. 4, q. unica, in: Elementa, p. 119.
157 Cfr ROSINI R., Mariologia..., o.c., p. 33.
158 SAN TOMMASO, Summa Theologiae, III, q. 32, a. 4; cfr ARISTOTELE, De animalium generazione, I, e: 21, ed. Bekker, Berolini 1838, III, 730, pp. 22-25.
159 BEATO G. DUNS SCOTO, o. c., p. 255.
160 Se nell'insegnamento della teologia dogmatica i misteri della salvezza vengono illustrati «ea ope spectulationis, S. Thoma magistro» (OT 16, in: EV I, p. 440), nel campo pastorale si debbono usare «non tantum principia theologica, sed etiam inventa scientiarum profanarum» (GS 62, in: EV I, p. 896).
161 BASSOLIS I., III Sent., d. 1, q. 5, Parisiis 1517, fol. 195 r. Già i discepoli del Dottor Sottile svilupparono le tesi del maestro nel senso della predestinazione assoluta di Maria, «ma si dovrà attendere ancora secoli prima di vederlo esposto nei suoi aperti termini. Sono difatti gli scotisti dei secoli XVI-XVII, che dai fondamenti posti dal maestro, hanno dedotto per ovvia conseguenza la dottrina del primato di Maria» (BLASUCCI A., La dottrina scotista della predestinazione assoluta di Maria e il dogma dell'lmmacolata Concezione, in: Virgo Immaculata, IX, Romae 1957, p. 126. Cfr BALIC' C., La prédestination de la Trés Sainte Vierge dans la doctrine de Jean Duns Scot, in: France Franciscaine, 19 [1936] 114-158).
162 BEATO G. DUNS SCOTO, De praedestinatione Christi eiusque Matris. Reportatio Parisiensis, III, d. 7, q. 4, in: Elementa, pp. 14-15.
163 Le tesi mariologiche di Giovanni Duns Scoto, in: DMS, p. 29.
164 BALIC' C., Duns Scot, in: DSAM, III, col. 1808. Cfr BASSOLIS I., III Sent., d. 1, q.5, Paris 1516, fol.20r.
165 DEL MORAL C., Fons illimis theologiae scoticae marianae, t. 1, Madrid 1930, p. 349.
166 PIO IX, Lettera apostolica Ineffabilis Deus, in: APN, 1/I, p. 597.
167 PIO IX, o. c., p. 599.
168 PIO XII, Costituzione apostolica Munificientissimus Deus, in: AAS 42 (1950) 768-770.
169 VAUGHN J., Presentazione, in: DMS, p. 6. Cfr POHLE J., Leherbuch der Dogmatick, II, Paderborn 1921, p. 241.
170 EADMERO (+ c. 1134), Tractatus de Conceptione sanctae Mariae, 12, in: PL 159, 301-308; RAIMONDO LULLO (+1315), Arbor Scientiae, Lione 1635, p. 587; ID., Evast y Blanquerna, in: Obras literarias, Madrid 1948, p. 368; GUGLIELMO DI WARE (cfr. Fr. GUGLIELMI GUERRAE, Fr. JOANNIS DUNS SCOTI, Fr. PETRI AUREOLI, Quaestiones de Immaculata Conceptione Beatae Mariae Virginis, Ad Claras Aquas Quaracchi, Firenze 1904, pp. 1-11). Riccardo di Bromwick (dottore in Sacra Teologia a Oxford negli anni 1303-1312) e Raoul de Hotot (+ dopo il 1319) hanno insegnato la dottrina immacolista, ma la loro dipendenza da Guglielmo di Ware e dallo stesso beato Duns Scoto è stata provata rispettivamnete da p. Balic' (Elementa, p. CXV, nota 137) e da p. Bonnefoy (Le Ven. Jean Duns Scot, docteur de l'lmmaculée Conception: son milieu - sa doctrine - son influence, Herder, Roma 1960, pp. 211-215).
171 Cfr SAN BERNARDO, Epistola 174. Ad Canonicos Lugdunenses. De Conceptione S. Mariae, 9, in: Opere di San Bernardo. Lettere, VI/1, Ed. Scriptorium Claravallense. Fondazione di studi cistercensi, Milano 1986, pp. 724-735; SAN TOMMASO, III Sent., III, d. 3, pars 1, a. 1, sol. 2; SAN BONAVENTURA, III Sent., d. 3, pars 1, a. 1, q. 2. Soprattutto dopo la proclamazione dogmatica del 1854, molti studiosi hanno tentato di precisare e, in certa misura, di rivalutare il pensiero di questi tre insigni dottori della Chiesa per quel che concerne la dottrina dell'Immacolata Concezione di Maria. Citerò solo due tra gli studi più significativi da cui si potrà desumere una sufficiente bibliografia: GASTALDELLI F., San Bernardo e l'Immacolata Concezione. Significato storico e teologico della lettera "Ad canonicos Lugdunensis ", in: Marianum, 54 (1992) 111 - 124; ROSCHINI G., La mariologia di san Tommaso (Studi mariani II), Belardetti, Roma 1950, pp. 230237. Il pensiero di san Bonaventura sulla dottrina dell'Immacolata Concezione è stato esposto nel paragrafo precedente.
172 L'evento determinante la svolta a favore dell'Immacolata Concezione è stata la celebre disputa sostenuta dal Beato a Parigi, probabilmente nel 1305. In quell'occasione egli seppe difendere brillantemente il privilegio mariano contro tutte le obiezioni. La storicità della disputa è stata impugnata ultimamente da: ROSCHINI G., Duns Scoto e l'Immacolata, Marianum, Roma 1955, pp. 53-73, ma efficacemente difesa da: POMPEI A., Sermones duo Parisienses saec. XIV de Conceptione B.V.M. et Scoti influxus in evolutionem sententiae immaculatistae Parisiis, in: Miscellanea Francescana, 55 (1955) 480-557; BALIC' C., De significatione inteventus ioannis Duns Scoti in historia dogmatis immaculatae Conceptionis, in: Virgo Immacolata, vol. VII 1, Romae 1957, pp. 1-121; BABBINI L..... Ancora su Duns Scoto, dottore dell'immacolata. Valutazione delle tre repliche del Rev.mo P. G. M. Roschini, O. S. M." Centro di Studi Francescani Liguri, Genova 1958, pp. 233; BONNEFOY J. F., Le Ven. Jean Duns Scot, Herder, Roma 1960, pp. 125-131.
173 «Dopo l'intervento di Scoto constatiamo che le voci favorevoli a questa dottrina si fanno sempre più frequenti a Parigi e altrove» (POMPEI A., Giovanni Duns Scoto e l'immacolata Concezione, in: DMS, p. 38). Tra i primi sostenitori della dottrina scotista sull'Immacolata Concezione, ricordiamo: GUGLIELMO DI NOTTINGHAM (cfr F. DE GUIMARENS, La doctrine des théologiens sur l'immaculée Conceptione de 1250 à 1350, in: Etudes Frane. 3 [1953] p. 34), PETRO AUREOLI (cfr FR. G.GUERRAE, FR. IOANNIS DUNS SCOTI, FR. PRETI AUREOLI, o.c., p. 70), PETRUS THOMAS, Liber de innocentia Virginis Mariae, in: ALVA Y ASTORGA P., Monumenta antiqua immaculatae conceptionis sacratissimae virginis Mariae, Immac. Conceptionis, Lovanii 1664, 2 voll. (riproduzione anastatica eseguita da "Culture et Civilisation", Bruxelles 1967), p. 234 B; GUGLIELMO DI RUBIONE, III Sent., d. 3, q. 2, Parisiis 1518, t. II, 19 r.B; ecc. (vedi avanti).
174 BEATO G. DUNS SCOTO, De immaculatae..., I.c., in: Elementa, p. 25.
175 BEATO G. DUNS SCOTO, De Immaculata Conceptione B. Virginis Mariae. Opus Oxoniense, III, d. 3, q. 1, in: Elementa, p. 31.
176 BEATO G. DUNS SCOTO, De Immaculata..., I.c., in: Elementa, p. 28.
177 BEATO G. DUNS SCOTO, o. c., p. 211.
178 BEATO G. DUNS SCOTO, o. c., p. 48. Il famoso sillogismo "potuit, decuit, ergo fecit" era stato già usato da Eadmero e da G. Ware (opere citate). Come si vede, la sostanza del ragionamento c'è pure negli scritti del Dottor Sottile, ma manca la formula precisa. Questa sarà ripresa e sviluppata dai discepoli di Scoto; il primo fu PIETRO AUREOLI, Tractatus, capp. III-IV-V, in: Fr GUGLIELMI GUERRAE.... Quaestiones..., I.c.. Per la retta interpretazione del sillogismo "decuit, potuit ergo fecit", cfr ROSINI R., Mariologia ..., o.c., p. 80, nota 16.
179 PIO IX, Lettera apostolica Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1854, In: Pii IX Pontifici Maximi Acta, vol. I, Ak. Druck, Graz (Austria) 1971, p. 605.
180 BONNEFOY J. F., Le Ven. Jean duns Scot, o.c., p. 513.
181 PIO IX, I.c.
182 BEATO G. DUNS SCOTO, III Sent.. Opus Oxoniense, d. 3, q. 1, in: Elementa, p.41.
183 BEATO G. DUNS SCOTO, III Sent.. Lectura completa, 1. III, d. 3, q. 1, in: Elementa, p. 227.
184 BEATO G. DUNS SCOTO, o.c., in: Elementa, p. 23.27.
185 PIO IX, o.c., p. 616.
186 BEATO G. DUNS SCOTO, o.c., p. 43; cfr Lectura completa, 1. III, d. 3, q. 1.
187 BEATO G. DUNS SCOTO, III Sent.. Lectura completa, 1. III, d. 3, q. 1, in: Elementa, p. 227; cfr BALIC' C., De significatione interventus loannis Duns Scoti, in: Virgo Immaculata, VII, Romae 1958, p. 170.
188 PAOLO VI, Es. Apostolica Marialis cultus, n. 25, in: AAS 66 (1974) 113-168. Interessante notare come «la nota trinitaria e cristologica» indicata dallo stesso documento come «intrinseca ed essenziale» (ivi) del culto mariano, siano, in fondo, le stesse note che hanno caratterizzato la mariologia francescana sin dall'inizio (dalle preghiere mariane-trinitarie di san Francesco e dalla dottrina del "perfetto mediatore" di Duns Scoto. V. sopra).
189 DEL ZOTTO C., o.c., p. 99.
190 BEATO G. DUNS SCOTO Opus Oxoniense, 1. III, d. 3, q. 1, in: 1.c.
191 DEL ZOTTO C., I.c.
192 CIGNELLI L., La mariologia di Giovanni Duns Scoto e il suo influsso nella spiritualità francescana, in: La vita spirituale nel pensiero di Giovanni Duns Scoto, S. Maria degli Angeli, Assisi 1966, p. 126.
 







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