Apparizioni della Vergine nell'antichità cristiana
Data: Lunedi 29 Novembre 2010, alle ore 11:01:15
Argomento: Mariofanie


Testi di autori antichi che narrano di apparizioni della Madre di Dio


GREGORIO NISSENO († 392)


La Vergine appare a san Gregorio Taumaturgo

Una volta Gregorio, durante l'intera notte, stava passando in rassegna e riflettendo sugli argomenti e sui discorsi che riguardano la fede, mentre il suo animo era agitato da pensieri diversi. Non sorprende infatti che anche allora ci fossero alcuni i quali cercavano di adulterare la pia ed autentica dottrina della fede e che, con ragionamenti discutibili, spesso rendevano la verità ambigua anche alle persone dotte e prudenti.
Mentre egli trascorreva dunque la notte insonne a causa di queste preoccupazioni, gli apparve un personaggio con sembianza umana dall'aspetto invecchiato, vestito con abiti che denotavano una sacra dignità, il volto improntato ad un senso di grazia e di virtù. Gregorio spaventato in volto, si alzò dal letto e si informò chi fosse e per quale motivo fosse venuto.
L'altro, con voce sommessa, dopo aver calmato il suo turbamento gli disse di essergli apparso per divino volere, a motivo di qui questioni che gli sembravano discutibili ed ambigue, al fine di rivelargli la verità intorno alla pia fede Udite queste parole, Gregorio si rasserenò e prese ad osservare l'altro con una certa gioia e stupore.
L'altro allora stese la mano in avanti, come per indicargli con dita tese qualcosa che era apparso dirimpetto. Gregorio, volgendo lo sguardo nella direzione indicatagli dalla mano dell'altro, vide un'altra figura di fronte a lui, apparsa poco prima, dall'aspetto di una donna assai più bella della normale condizione umana. Nuovamente perturbato, volgendo altrove il viso, distoglieva lo sguardo ed era pieno perplessità; né sapeva che cosa pensare di quell’apparizione che egli non riusciva a sostenere con gli occhi. Infatti il carattere straordinario della visione consisteva nel fatto che, pur essendo la notte oscura, una luce si era messa a brillare per lui, insieme alle figure apparse, come se una lampada ardente si fosse accesa.
Quantunque non potesse sostenere con gli occhi l'apparizione, Gregorio udì il discorso di quelli che gli erano apparsi, i quali discutevano tra loro dei problemi che lo angustiavano. Dalle loro parole Gregorio non solo ricavò un'esatta conoscenza della dottrina della fede, ma apprese anche il nome dei due che gli erano apparsi dal momento che essi si chiamavano reciprocamente per nome.
Si dice infatti che abbia udito colei che gli era apparsa in forma muliebre, esortare l'evangelista Giovanni affinché spiegasse al giovine il mistero della vera fede. Giovanni a sua volta si dichiarò del tutto disposto a compiacere anche in questo la Madre del Signore e che questa era la cosa che gli stava più a cuore. E così, terminato il discorso pertinente alla questione, dopo che lo ebbero ben chiarito e precisato, i due scomparvero dai suoi occhi.
(Vita sancti Gregorii Thaumaturgi; PG 46, 909 D – 912 C)


SOZOMENO († 450)


Miracoli di Maria nella Chiesa di Costantinopoli e sue apparizioni

In quel periodo gli Ariani, guidati da Demofilo, continuavano ad avere il possesso delle chiese. Ma Gregorio Nazianzeno era alla guida di coloro che professavano la consustanzialità della Trinità. Qui in una piccola casa, mutata appositamente in casa di preghiera, egli teneva delle assemblee con alcuni di quelli che avevano la sua stessa fede e che seguivano lo stesso suo culto religioso. Successivamente questa si distinse tra le altre chiese della città, e tuttora si distingue non solo per la sua eleganza e la sua grandezza, ma anche per i continui benefici derivanti dalle visibili apparizioni. Infatti la potenza divina qui, mostrandosi in modo manifesto sia nello stato di veglia che durante il sonno, spesso venne in soccorso a quelli che erano depressi o da malattie o da impreviste sciagure. Si crede che (la potenza divina che appare) sia la santa Vergine Maria Madre di Dio. Si dice infatti che essa sia solita fare delle apparizioni.
(Storia Ecclesiastica, 7, 5; GCS 50, 306. PG 65, 1424 C-1425 B)



SULPICIO SEVERO (†420/425)


Maria appare a san Martino di Tours

….Un giorno io e Sulpicio eravamo presso la porta di lui. Stavamo seduti in silenzio da alcune ore con grande timore e tremore, come se facessimo la guardia prescritta davanti alla tenda dell'angelo (cf. Nm 3, 28^), e siccome la porta della sua cella era chiusa, egli non sapeva che eravamo là.
Nel frattempo abbiamo udito il mormorio di gente che parlava ed improvvisamente cl siamo sentiti impadronire da paura e stupore; né abbiamo potuto ignorare che stava accadendo qualcosa di divino, non so che.
Circa due ore dopo Martino uscì verso di noi. Allora Sulpicio incominciò a supplicarlo (parlando con lui nessuno assumeva un tono di familiarità) affinché rispondesse alle nostre rispettose domande e ci dicesse che cosa fosse quel divino terrore che noi ammettevamo di aver ambedue provato e con chi avesse parlato nella sua cella; infatti avevamo udito fuori della porta il suono di una conversazione sommessa, anche se non potevamo capire.
…..Egli allora fu preso da una lunga e profonda esitazione; ma non c’era nulla che Sulpicio non riuscisse a fargli dire, sia pure contro voglia. Potrebbe sembrare che sto dicendo cose incredibili, ma Cristo mi è testimone che non mento, a meno che qualcuno sia così sacrilego da pensare che sia stato Martino stesso a mentire. Questi disse allora: Lo confiderò a voi; ma, vi prego, non rivelatelo a nessuno. Agnese, Tecla e Maria sono state con me. E Martino ci descriveva il volto e l'abito di ognuna di loro. Inoltre confessò che non solo quel giorno ma frequentemente era da loro visitato; e neppure negò che anche gli apostoli Pietro e Paolo gli apparivano sovente...
(Dialogus II, 13; PL 20, 210; CSEL 1, 1, 196) 
 

GREGORIO DI TOUR († 594)


Intervento di Maria nella costruzione della sua basilica

...La sua basilica, meravigliosa opera costruita per volere dell'imperatore Costantino, è tutta uno splendore. Quando vi furono portate le colonne per l'edificio, queste, a causa della loro mole non potevano essere sollevate (avevano infatti una circonferenza di sedici piedi) e giorno dopo giorno gli operai si affaticavano senza risultato. Allora la santa Vergine stessa apparve in visione all'architetto e gli disse: «Non rattristarti; ti insegnerò io stessa come quelle colonne possano essere sollevate». E gli indicò come mettere in funzione le macchine, come sospendere le carrucole e le funi, come distribuire i compiti e aggiunse: «Fai venire con te tre fanciulli della scuola onde avvalerti del loro aiuto». Avendo egli fatto in modo che venassero attuate le disposizioni date, con i tre fanciulli fatti venire dalla scuola, mise in piedi le colonne con estrema velocità. Cosi alla gente fu concesso di essere spettatori di un miracolo straordinario...
(Libro dei Miracoli, 1, 8; PL 71, 713; MGH ss. rer. Mer., 1, 2, 493)


GIOVANNI MOSCO († 619)


46. Visione dell'abita Ciriaco e gli scritti di Nestorio

Andammo un giorno a trovare abba Ciriaco, prete della laura di Calamone, al santo Giordano. Egli ci raccontò il seguente episodio: «Un giorno vidi in sogno, fuori della mia cella, una donna veneranda, vestita di porpora e accompagnata da due uomini degni e venerabili. Compresi che la donna era nostra Signora la Madre di Dio e che gli uomini che la scortavano erano san Giovanni il Teologo e san Giovanni Battista. Uscii dunque dalla mia cella e li invitai ad entrare e a pregare nella mia cella; ma lei non acconsentì. Rimasi a lungo a pregarla, dicendo: "Possa io non ritornare umiliato e confuso" (Sai 73, 22) e dissi molte altre cose ancora. Alla vista della mia insistenza, ella replicò con severità: "Tu hai nella cella il mio nemico, e come vuoi che io vi entri?". Detto questo andò via.
Io mi svegliai e presi a tormentarmi e a chiedermi se per caso avessi peccato in pensiero contro di lei, visto che non c'era altro nella cella che me. Dopo lungo esame, io non mi sentivo per nulla colpevole al suo riguardo. E dal momento che mi vedevo molto contristato, mi alzai, presi un libro per leggere e scacciai la tristezza con la lettura. Mi ero fatto prestare un libro dal beato Esichio, prete di Gerusalemme. Sfogliando il libro, mi trovai di fronte a due discorsi dell'empio Nestorio, trascritti in fondo al volume e subito riconobbi che era lui il nemico di nostra Signora la Santa Madre di Dio. Mi alzai, e di corsa consegnai il libro a chi me lo aveva dato, dicendogli: "Riprendi il tuo libro, fratello; ne ho tratto meno profitto che danno".
A lui che mi chiedeva quale fosse stato il danno, raccontai tutto; e lui, pieno di zelo, staccò immediatamente dal libro i due discorsi di Nestorio e li buttò nel fuoco, dicendo: "Possa il nemico di nostra Signora la santa Madre di Dio e Semprevergine Maria non più rimanere nella mia cella!"».
(Prato Spirituale, 46; PG 87, 3, 2900-2901)

47.  Miracolo della Madre di Dio contro il mimo Gaiano


Eliopolis è una città della Fenicia Libanese. Vi era un mimo di nome Gaiano che, sulla scena, aveva bestemmiato e preso in beffa la santa Madre di Dio. Questa gli apparve e disse: «Che male ti ho fatto perché tu, davanti a tutti mi abbia canzonata e ingiuriata?». Ma lui, destandosi, non solo non si pentì, ma bestemmiò ancora di più. Gli apparve per la terza volta, rivolgendogli gli stessi rimproveri. Ma siccome non si correggeva, ma bestemmiava di più, ella gli apparve una volta che dormiva a mezzogiorno e non gli disse nulla; ma con un dito fece un segno sulle due mani e sui due piedi dell'attore. Svegliandosi, si accorse di essere stato amputato delle due mani e dei due piedi e di essersi ridotto a un tronco che giaceva. Tutto ciò il misero a tutti lo raccontava mostrando lui stesso quale scotto aveva pagato per le sue bestemmie. E questo egli lo faceva per farne carità.
(Prato Spirituale, 47; PG 87, 3, 2901)



PSEUDO TEOFILO DI ALESSANDRIA (Secolo VI-VII)


Apparizione di Maria a Teofilo

Quando ebbi compiuto la mia preghiera, sorse sopra di me una potente lucei tanto che credetti che sorgesse sopra di me il sole. Mi apparve un trono di luce potente, sul quale sedeva colei che è Regina di tutte le donne, la Vergine santa Madre di Dio Maria, nostra Signora. La sua faccia era risplendente come il sole per quella luce che era su di lei; ed ella era rivestita di luce magnifica, e con lei erano migliaia di angeli. Mi meravigliai tanto che dissi: «V'è alcuno nel mondo tutto che possa vedere questa grande gloria?». Vidi Gabriele e anche Michele, e pure vidi molti altri angeli con loro; e quando guardai e vidi, caddi con la faccia in terra e fui come morto Ma mi rialzò Michele, e tolse da me il timore e la commozione; e parlò con me la Vergine santa, Madre di Dio, Maria, e mi disse:
«Sorgi e non temere o Teofilo, nostro servo e milite che combatti per i cristiani. Salute a te, o Teofilo, sorgi e sii forte e guarda e vedi! Poiché io sono la madre di Gesú Cristo, tuo Signore, creatore del cielo e della terra; madre di colui che né cielo né terra possono portare, e fu nel mio seno per nove mesi per suo volere; io sono la sua madre e gli diedi a suggere il latte dalle mie mammelle, a lui, che nutre il mondo con la sua bontà. Io sono Maria figlia di Yonakir, e mia madre fu Anna, della tribú di Giuda, della casa di Davide; e io mi sono rivelata a te per volontà del mio figlio amato, e ti farò vedere quello che mi accadde, per mostrarti tutto quello che mi hai chiesto circa le vicende di questo luogo. E quanto a questa casa, egli volle lasciarla così, a testimonianza, per tutte le generazioni della terra, della grande umiltà in cui noi vivevamo in essa; poiché il figlio mio diletto non volle montare cavalcatura o lettiga o altri veicoli su cui montano i grandi della terra; ma io stessa lo portai sulle mie braccia per questa lunga distanza, finché giungemmo a questa casa umile, poiché in quel tempo era deserta»
E io, Teofilo, le risposi con grande tremore e umiltà, e presi per me le parole di Elisabetta, dicendo: «Chi sono io, a cui tu vieni, o madre del mio Signore, per essere fatto degno di questa grazia? Io ti ringrazio, o mio Signore Gesú Cristo, poiché mi hai glorificato più del mio merito, e in misura superiore a quella di tutte le creature». …
(Omelia sulla Fuga in Egitto e il Monte Cosam, RRAL, 30 [1921] 274-309 passim)


BEDA IL VENERABILE (†735)

La Vergine Maria al cospetto di Dio incessantemente prega e intercede per i peccatori

Oggi, fratelli carissimi, celebriamo la festa della santa Madre di Dio Maria, che oggi dal mondo è salita al cielo per pregare per noi suo Figlio, perché il mondo sarebbe distrutto se non fosse sostenuto dalle preghiere della santa Maria.
Noi abbiamo letto che essa dopo essere salita al cielo, sta continuamente alla presenza di Dio, effondendo assidue preghiere per i nostri peccati. Maria trattiene i giusti affinché non cadano; conforta i peccatori affinché non periscano; ama le vergini, se perseverano nell'autentica verginità; custodisce le vedove se permangono nella purezza della loro vedovanza.
Abbiamo letto cosa Maria ha fatto per un chierico, nato a Roma da nobile famiglia. Il padre e la madre, il fratello e la sorella erano morti ed egli, unico superstite, era molto onorato per i suoi numerosi possedimenti. Vicino alla casa aveva una cappella consacrata in onore della beata Vergine, nella quale ogni giorno cantava tutte le Ore [dell'ufficio] di santa Maria.
Tutti i suoi parenti però lo costringevano a prendere moglie. Egli per lungo tempo non volle; ma poiché essi insistevano perfino con la costrizione, cedette alla loro volontà.
Gli diedero in moglie una delle donne più benestanti di Roma. Così avvenne che, stabilito il giorno delle nozze, giunsero i suoi parenti in gran pompa e con gioia celebrarono il matrimonio secondo l'usanza.
Mentre essi montavano a cavallo, il chierico si ricordò che la beata Maria non lo aveva mai abbandonato, per cui anch'egli insieme agli altri montò a cavallo per sposarsi con il dovuto onore. Al ritorno essi si diedero a cantare con cembali, cetre ed altri strumenti. Ma il chierico, ricordandosi che non aveva ancora cantato l'Ora nona dell'ufficio di santa Maria, disse ai soldati: «Apparecchiate le mense e tutto ciò che deve essere preparato secondo l'uso delle nozze, mentre io andrò in chiesa per cantare l'Ora nona di santa Maria e poi tornerò da voi».
Quelli cominciarono a rattristarsi, dicendo: «Ma gli altri che si sposano si comportano così? si recano cioè a cantare il Mattutino?». Quando il chierico aprì la porta della chiesa la vide piena di ardente splendore mentre la beata Maria era seduta davanti all'altare. Atterrito, cadde a terra esanime; ma la stessa Vergine, avvicinandosi e tenendogli la mano, gli disse: «Non temere, io sono la tua amica, quella che tu hai sempre amato e avuto nella tua mente. Ora invece tu mi hai abbandonata per prenderne un'altra. Perché l'hai fatto? Non sono io la tua amica? Non sono abbastanza bella? Ne cerchi forse un'altra che sia più bella di me?».
Il chierico abbastanza timoroso rispose: «Chi sei, mia Signora? Io non ti conosco, ma vedo che sei bella e così onesta da non avere eguale in cielo. Il profumo che emana da te mi riempie così tanto da credere di trovarmi in paradiso». La Vergine rispose: «Io sono la beata Maria, la Madre di Cristo. Tu che finora mi hai servito, perché mi hai abbandonata sposando un'altra? Non mi lasciare per una donna mortale la cui vita è breve». Detto ciò, la Vergine scomparve dai suoi occhi. Il chierico, dopo aver recitato l'Ora nona, ritornò a casa dove l'attendevano i suoi soldati che lo costringevano a dire perché avesse tanto indugiato. Egli disse loro: «Uno qualsiasi dei miei parenti prenda con se mia moglie, perché io non ho nessun'altra se non la beata Maria, che desidero servire notte e giorno». La moglie, udendo queste cose, ritornò a casa di suo padre triste e addolorata. Il chierico invece si recò dal beato Zefiro che in quel tempo era papa, chiedendogli consigli sul da farsi. Zefiro gli ordinò di donare tutti i suoi beni alla chiesa nella quale aveva avuto l'apparizione, di farsi monaco di quella chiesa e di servire colà Dio e la beata Vergine tutti i giorni della sua vita, perché ella lo aveva liberato dal laccio del diavolo.
Perciò ora, fratelli, poniamoci sempre al servizio di tale regina, che non abbandona colora che sperano in lei. E poiché Gesù ama ed esaudisce le preghiere dei santi, molto di più esaudisce sua madre che prega per i peccatori .....
(Omelia sulla Santa Vergine Maria, 59; PL 94, 422 B-423 B)



ODDONE DI CLUNY (†942/3)

Maria, Madre di misericordia

9. Durante questi giorni il padre mio mi consigliò di prendere parte alle frequenti funzioni delle veglie notturne di preghiere che egli stesso era solito celebrare. Trascorsero molti anni e una volta, mentre mi preparavo a celebrare la vigilia del Natale del Signore, avendo già trascorso in veglia di preghiera una parte della notte, ecco che improvvisamente accarezzai l'idea di pregare per la mia vita la Madre del Signore Gesù. Allora mi rivolsi a lei con questa preghiera: «O Signora, Madre di misericordia, tu che in questa notte hai generato al mondo il Salvatore, degnati di pregare per me. Io faccio appello al tuo glorioso e singolare parto, o piissima, e tu abbassa le tue pietose orecchie alla mia preghiera. Temo moltissimo che la mia vita possa dispiacere al Figlio tuo, e poiché, o Signora, egli si è manifestato al mondo per mezzo tuo, ti prego: possa egli per opera tua aver subito pietà di me».
(Vita sancti Odonis; PL 133, 47 C)

10. Poi [il giovane] seguitò a parlare e disse: Questa notte, padre, ho avuto una visione soprannaturale nella quale sono stato elevato al cielo. Ecco che mi è venuta incontro una donna dall'aspetto pieno di gloria e di straordinario potere. Si è avvicinata a me e mi ha detto: «Mi conosci?». Ed io: «No, Signora». Ed ella: «Io sono la Madre della misericordia». Ed io a lei: «Cosa comandi che io faccia, Signora?». «Fra tre giorni - mi ha detto - verrai in questo luogo a questa stessa ora». E così avvenne. Infatti, trascorsi tre giorni, il giovane morì nell'ora in cui la Vergine gli aveva predetto... Perciò il nostro padre [Oddone] da quel momento tenne per abitudine di chiamare la beata Maria con il titolo di Madre della misericordia.
(Vita sancti Odonis, PL 133, 72 ABC)

 







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