La Mariologia al servizio del futuro
Data: Mercoledi 4 Maggio 2011, alle ore 16:39:10
Argomento: Mariologia


di Salvatore Maria Perrella, Percorsi teologici postconciliari: dalla "Lumen gentium" ad oggi, in Aa. Vv., Maria nel Concilio. Approfondimenti e percorsi, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 2005, pp.289-296.



La teologia rinnovata oggi più che mai ricupera, rilancia e riparte dall'orientamento concentrato sulla debolezza sulla kenosi, sulla croce di Cristo, vero trono dell'Amore, con cui il ricco ed infinito Essere ineffabile e divino, mediante l'incarnazione nella «pienezza del tempo» (Gal 4~4), è divenuto uno di noi, facendosi povero e fragile per amore, arricchendoci oltre misura della sua «povertà» (cf. 2 Cor 8.9).383
Anche la mariologia dei nostri giorni postmoderni è chiamata a sintonizzarsi e a percorrere questa paradossale e scandalosa via biblica e cristologica, via della kenosi e, quindi della gloria sub contraria specie.384 A questo riguardo risultano calzanti le riflessioni del teologo claretiano spagnolo J. C. Rey García Paredes sulla mariologia del futuro:
«Lo spirito della postmodernità coincide con un altro aspetto della rivelazione cristiana, che è l incarnazione frammentaria del Mistero di Dio. Parlare di sacramenti è riferirsi alla frammentarietà nell'epifania del Mistero. Parlare di Maria è riferirsi all'epifania del Mistero in una donna della nostra stirpe. È divenuta famosa la frase di Urs von Balthasar ''il Tutto nel frammento". La razionalità estetica è quella che lo individua. Lo spirito della postmodernità ci conduce con nuovo vigore la riflessione sacramentale e simbolica. e a servirci molto più della ragione estetica ed emozionale. La mariologia connessa con il pensiero debole''.... è mariologia umile, modestamente frammentaria, teologia della kenosis del divino e non di una gloria presuntuosamente immaginata. Allora la mariologia si elabora a partire dalla ricostruzione dei frammenti e non da una presuntuosa deduzione metaí`isica. Il Gesù delle parabole e non quello dei sistemi di pensiero: è il Gesù delle azioni siniboliche e trasí`ormatrici. non il Gesù dei grandi progetti e dei grandi racconti. I suoi micro-racconti sono capaci di commuovere e di cambiare l'essere umano che respira lo spirito del nostro tempo. Cosi avviene pure con la figura di Maria e con l'umile e frammentaria riflessione su di essa».385
Maria, il frammento dell'uomo nel Tutto di Dio è vera icona del Mistero salutare e gratificante, che l'Umiliato-Esaltato ha mostrato in tutto il fulgore del suo inedito e inimmaginabile Amore pro nobis.386 La persona, l'evento e il destino di kenosi e di gloria di santa Maria di Nazareth (esemplari e conformati a quelli di Gesù di Nazareth, vero Dio e vero uomo), ci dicono che ella è l'umana testimone dell'Amore del Dio Trinitario, la persona che nello Spirito ha percorso per intero l'itinerario di mente e di cuore tracciato da Dio, per cui ella a buon ragione è ritenuta dalla Chiesa Sedes Sapientiae387 e Testis sempre attuale ed esemplare del Regno. Maria, donna umile e povera, umano itinerario ed icona materna della Trinità, fa riconoscere all'uomo e alla donna di oggi, la decisività di Cristo nella storia e nella vita del credente. Si tratta, ora, di esplicitare questo riferimento cristologico-trinitario ed antropologico nel culto, nella catechesi e nella teologia odierne. Pur essendo «assolutamente legittimo il desiderio di non sottrarre Maria dalla comune condizione umana», è anche assolutamente legittimo, come tradizionalmente insegnato la dottrina ecclesiale e la stessa teologia, riconoscere la singolarità della grazia che l'ha posta «nel cuore stesso dell'umanità. La singolarità di Maria è singolarità di pienezza e non di eccezione. Dio le concede, in pienezza, la grazia data a tutta la Chiesa, a tutta l'umanità. Ella è l'icona della salvezza da Dio operata per noi in Gesù Cristo. Nella contemplazione di questa immagine, il cristiano ha la gioia di scoprire la grazia che Dio gli riserva».388
Nello stupore della ragione, nella gratitudine del cuore, nell'impegno della fede dinanzi allo splendore del sommo Bene, che grandi cose ha compiuto per noi in Maria, sta la motivazione centrale di una tradizione di «intelletto d'amore», quella mariologica, che chiede di continuare a servire e a proporsi. Dopo la grande svolta e la grande e feconda stagione conciliare e postconciliare la mariologia oggi non la si può né stancante perpetuare, né nichilisticamente mascherare con proposte cosmetiche infinitamente lontane dall'originario e ricco humus della grandiosa tradizione ecclesiale che ha con l'intera teologia connessioni indubitabili e permanenti. Infatti, osserva la Pontificia Academia Mariana Internationalis:
«La mariologia è parte della teologia, anzi ne è una componente centrale perché centrali sono i misteri salvifici con i quali santa Maria è intimamente connessa: l'incarnazione del Verbo (cf. Le 1,26-38: Mt 1,18-35), la manifestazione di Gesù ai pastori (cf. Le 2.8-14) e ai magi (cf. Mt 2,9-10), rappresentanti rispettivamente degli Ebrei e dei Gentili, la rivelazione messianica nel Tempio di Salomone ed Anna (cf. 2, 22-38) e poi a Cana di Galilea ai discepoli, agli inizio della vita pubblica (cf. Gv 2,1-12), la morte del Signore sulla croce (cf. Gv 19,25-27), l'effusione del dono dello Spirito nella Pentecoste (cf. At 1,12-14; 2,1-4). Da tempo peraltro è stata rilevata la connessione della mariologia con le altre discipline».389
Le nuove generazioni dei teologi, forse nemmeno ci pensano, o forse, e questo sarebbe la peggiore delle ipotesi, non hanno nessun interesse per il proseguimento creativo di tale tradizione; si potrebbe forse dire che per taluni il dossier Maria o è marginale e quindi non va ripreso, o è una eredità non renumerativa, dal punto di vista teologico, ecclesiale, ecumenico, interreligioso, etico-valoriale..., allora va lasciata decadere! Tutti noi sappiamo che non è così, e, allo stesso tempo, che non può essere così!
La Signora Santa, secondo l'insegnamento normativo della Scrittura, è presenza ineliminabile se si vuole scrutare, dire e proporre nella verità dell'evento il mistero di Dio in Cristo (cf. Mt 2,11); è dono pasquale del Signore (cf. Gv 19,25-27), che va accolto con riconoscenza e impegno, per cui non si deve temere di accoglierla nell'esperienza credente dell'intellectus fidei (cf. Mt 1,20).
Infatti, dinanzi a questo mistero e a questo gran dono del Signore,
«che coinvolge in un'aura di "sacralità"... la persona della Madre di Dio, il teologo come Giuseppe di Nazareth, non deve temere di farlo proprio, perché tale dono viene da Dio ed è segno della sua presenza nella storia, nella vita e nel seno di Maria di Nazareth (cf. Mt 1,20). Dinanzi alle antiche e recenti titubanze nei riguardi della persona, della missione e della preclara dignità della Madre e Serva del Signore, il teologo, come Giuseppe, "viene anzitutto rassicurato: l'intoccabilità, la 'sacralità' di Maria non devono incutergli un timore tale da rinunciare a lei". La Chiesa, sempre più edotta dalla Parola e dallo Spirito di verità, comprende, ama e accoglie nella propria esistenza credente, intellettuale e spirituale, Maria quale "dono" del Dio crocifisso e risorto».390
Sempre più ci si convince che la
«Vergine è un 'bene' che appartiene all'intera Chiesa e a tutte le generazioni: verso tutti i credenti in Cristo, anzi verso tutti gli uomini, essa svolge il suo ministero materno: e, per la purezza della sua adesione alla volontà del Padre e al messaggio del Figlio, a tutti - uomini e donne, vescovi presbiteri diaconi, religiosi e laici - si offre come immagine compiuta del fedele discepolo di Cristo».391
Un altro buon motivo per cui i teologi devono coltivare il loro rapporto con Maria, la Sapiente-Discepola, sta nel fatto che ella, illuminata dallo Spirito e sostenuta dall'amore verso Dio sommamente amato e servito, ha scrutato il Mistero come pochi, riuscendo a parlare a Dio e di Dio come nessun altro. Per cui oggi più che mai la Madre di Gesù ci invita a far sì che il nostro 'parlare di Dio' e 'su Dio' sia fatto: - a partire dalla fede; - sotto l'impulso dello Spirito: - con coscienza della nostra piccolezza, con aderenza alla concretezza della vita.392 Infatti, nel Magnificat
«il "discorso su Dio" diviene subito "discorso sull'uomo"; Maria, infatti, dopo la lode divina, volge la sua attenzione all'uomo e a se stessa (cf. Lc 1,48-49), agli oppressi e ai piccoli della società (cf. Lc 1,50-53), al suo popolo, Israele (cf. Lc 1,54-55); perché ogni genuina teologia diviene necessariamente antropologia, premura per l'uomo, maschio e femmina, opera delle mani di Dio e sua suprema somiglianza (cf. Gen 1,27; 2,7.18-22). Dal cantico della Vergine derivano, dunque, alcune indicazioni perché il nostro servizio di "parlare di Dio", tanto arduo quanto frequentemente richiesto, scaturisca dall'adesione alla Parola e dall'ascolto della voce dello Spirito, e sia svolto con consapevolezza degli invalicabili limiti e con senso di profonda venerazione».393
Nella bimillenaria storia della Chiesa, infine, innumeri sono stati i fatti trascendentali e i fenomeni soprannaturali. Tra essi sono rilevanti le visioni e le apparizione mariane o mariofanie, inventariate sino oltre mille in venti secoli;394 esse sono ancora oggi dono e sfida. Il linguaggio biblico a tale riguardo conosce la distinzione tra visione, esperienza soggettiva e apparizione, evento oggettivo.395 Il magistero davanti a fenomeni apparizionistici e «rivelazioni private» segue il criterio positivo: consta la trascendenza; attendista: «non consta la trascendenza»; negativo: «consta la non trascendenza». Verificate anche tramite i criteri di credibilità, le manifestazioni straordinarie consentono libertà di adesione, in quanto la fede si presta solo alla Rivelazione pubblica di Dio, conclusa con la morte dell'ultimo degli Apostoli.396 Le vere mariofanie, quelle che hanno avuto il placet delle competenti autorità della Chiesa, comunque, declinano la presenza materna e la missione evangelica della Vergine Gloriosa nella storia della Chiesa, dei popoli e del singolo uomo-donna: presenza e missione che consistono nell'aiutare tutti a trovare nell'itinerario di fede nel Signore Gesù la via verso la casa del Padre.
Le apparizioni, specialmente quella di Fatima,397 confermano non solo la materna cura che la Glorificata esercita a nostro vantaggio in ordine al compimento del disegno divino di salvezza, ma la mostrano al nostro fianco come lottatrice come immagine agonale,398 assai cara alla tradizione e al magistero di Giovanni Paolo II, specie delle encicliche Redemptoris Mater ( 1987) ed Evangelium vitae (1995). Santa Maria di Nazareth, la redenta in modo sublime, la piena di grazia, l'acerrima nemica del Maligno a motivo della sua splendida umiltà, recettività cristica, fortezza teologale, obbedienza pneumatologica, santità preclara, è indubbiamente impegnata nella lotta contro il male nelle sue varie forme, che, in e per mezzo del Cristo suo Figlio e Signore, concorre a sconfiggere in quanto Donna protologica ed escatologica (cf. Gen 3,15: Ap 12,1).399

NOTE
383 Cf. G. IAMMARRONE. Gesù Cristo volto del Padre e modello dell'uomo. L apporto della visione francescana. Messaggero, Padova 2004. pp. 149-150.
384 Sulla paradossità e sullo scandalo venienti dal mistero di Cristo. cf. le dense pagine di G O'COLLINS, Incarnazione, Queriniana. Brescia 2004. pp. 59-71: S. M. PERRELLA, Maria Vergine e Madre. La Verginità di Maria tra fede. storia e teologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2003, pp. 25-30: 261 -266.
385 J. C. REY GARCÍA PAREDES, Mariologia in cammino: prospettive all'inizio del secolo XXI, in Marianum 63 (2(001) p. 292: si veda tutto l'interessante intervento alle pp. 273-296.
386 Cf. B. FORTE. Maria, la donna icona del Mistero, Paoline, Cinisello Balsamo 1989, pp. 13-18; 261-263.
387 Giovanni Paolo II col suo vasto magistero ha avuto, tra l'altro, il gran merito, specie con le encicliche Veritatis splendor (1995) e Fides et ratio (1998), di ricuperare, di rilanciare e di approfondire, l'antico titolo Sedes Sapientiae con opportune connotazioni ed implicazioni teologiche, teologali, filosofiche ed etiche (cf. E. M. TONIOLO, La Vergine Maria nella "Veritatis splendor", in Laurentium 60 [1994] pp. 151-169; L. D. GIROLAMO, La Sedes Sapientiae in "Fides et ratio". Risonanze mariane all'interno del rapporto tra Filofia e Teologia, in Marianum 66 [2004] pp. 559-622).
388 F. X. DERRWELL, Maria: meditazione davanti all'icona, Cittadclla, Assisi 1992. p. 8.
389 PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS, La Madre del Signore. Memoria Presenza Speranza. Città del Vaticano 2000, n. 13. p. 22: cf. l'intero assunto ai nn. 13-22. pp. 21-26: "La mariologia nel panorama delle discipline teologiche".
390 S. M. PERRELLA, Maria Vergine e Madre. La verginità feconda di Maria tra fede, storia e teologia. cit., p. 64.
391 208° CAPITOLO GENERALE DEI FRATI SERVI DI MARIA, Fate quello che vi dirà. Rif1essioni e proposte per la promozione della pietà mariana,. n. 17. in Marianum 45 (1983), p. 404.
392 Cf. 210° CAPITOLO GENERALE DELL'ORDINE DEI SERVI Ai MARIA, Servi del Magnificat. Il cantico della Vergine e la vita consacrata, nn. 68-72, in Marianum 57 (1995) pp. 758-763.
393 Ibidem, n. 7'. pp. 762-763.
394 Cf. R. LAURENTIN, Apparizioni, in Nuovo Dizionario di Mariologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 1986, pp. 125-137; S. DE FIORES, Maria Madre di Gesù. Sintesi di mariologia storico-salvifica, EDB, Bologna 1992, cit., pp. 347-360: G. HIERZENBERGER — O. NEDOMANSKY, Dizionario cronologico delle apparizioni della Madonna, Piemme, Casale Monferrato 2004.
395 Il cardinale Joseph Ratzinger firmando il "commento teologico'' al Messaggio di Fatima, precisa la natura della "visione" mantenendo la classica suddivisione di visio sensibilis, immaginativa, intellectualis. Il documento non adopera l'espressione "apparizione" né afferma la presenza personale di Maria nell'evento di Fatima, sebbene nemmeno lo neghi (cf. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Il Messaggio di Fatima del 26 giugno 2000, in Enchiridion vaticanum,  Col. 19, nn. 974-1021, pp.524-569; per quanto riguarda la questione del "terzo segreto", si veda S. DE FIORES, Maria sintesi di valori. Storia culturale della mariologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 2005, pp. 532-537.
396 Cf. G. MUCCI, Rivelazioni private e apparizioni, Elledici - La Civiltà Cattolica, Torino-Roma 2000; A. SUH, Le rivelazioni private nella vita della Chiesa, ESD, Bologna 2000; L. M. DE CANDIDO, Manifestazioni straordinarie per il bene del Popolo di Dio, in Credere Oggi 24 (2004) n. 4, pp. 77-89.
397 Cf. J. M. ALONSO - S. DE FIORES, Fatima, in Nuovo Dizionario di Mariologia. cit., pp. 569-580.
398 Cf. C. BOFF. Mariologia sociale nei documenti del magistero, in AA. VV., Maria e l'impegno sociale dei cristiani, AMI. Roma 2003. pp. 147-148; S. DE FLORES, Maria sintesi di Valori. Storia culturale della mariologia, cit., pp. 537-538.
399 Si vedano le considerazioni esegetico-teologiche di A. SERRA, La presenza e la funzione della madre del Messia nell'Antico Testamento. Principi per la ricerca e applicazioni in Dizionario di Spiritualità Biblico-Patristica 40 (2005) pp. 101-109.
 







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