Pastorale e catechesi mariana
Data: Sabato 21 Maggio 2011, alle ore 10:08:06
Argomento: Chiesa


da Manlio Sodi, Luoghi privilegiati di pastorale e catechesi mariana nella liturgia e loro valorizzazione, in Aa. Vv., Il posto di Maria nella nuova evangelizzazione, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1992, pp. 149-161.



Il ministero della evangelizzazione chiama in causa molteplici ambiti e quindi altrettante competenze. La pastorale e la catechesi svolgono un ruolo determinante in quanto aiutano a compiere un'opera di mediazione tra il mistero e la vita del singolo fedele.

1. Il ministero della pastorale e della catechesi

Obiettivo costante e perenne della pastorale è quello di condurre e mantenere il popolo fedele a Cristo. Tra la Chiesa chiamata a vivere nelle più diverse situazioni della sua storia, e il progetto di alleanza che Dio le pone continuamente dinanzi, si collocano fondamentalmente due particolari «strategie» che permettono l'incontro tra il fedele - nella - Chiesa e il progetto di Dio. La pastorale ha la funzione di facilitare al massimo questo incontro attraverso la valorizzazione di tutti quegli elementi che, presi sia singolarmente sia nel loro insieme, facilitano tale incontro. Lo stesso si dica per la catechesi che può essere considerata una sezione della pastorale, pur con obiettivi e metodologie proprie. Trattando di pastorale «liturgica» è ovvio che si chiami in causa ciò che concerne e quindi ciò che facilita la partecipazione dei fedeli al mistero celebrato. Il nucleo è determinato dalla celebrazione2, da quel complesso cioè di elementi (Parola, ritualità, assemblea, eucologia) che, nel loro insieme, rendono presente il mistero come evento di salvezza per la comunità localmente riunita o comunque spiritualmente presente. In questa ottica, basata su una continua dinamica tra Parola e sacramento, si costruisce lungo il tempo la Chiesa, comunità di culto, Corpo di Cristo, sempre in comunione con la Vergine Maria.

2. Quali i luoghi privilegiati?

Non è facile esaurire in dettaglio tutti i così detti «luoghi privilegiati» che chiamano in causa il ministero della pastorale e della catechesi. Per lo meno tentiamo di individuarli a livello globale, tenendo presenti due precisazioni. Anzitutto, qui si prende in considerazione l'ambito strettamente liturgico; comunque in primo luogo vanno sempre collocate tutte quelle situazioni in cui si attua un annuncio della Parola di Dio. Essa è il locus per eccellenza attraverso cui il Padre si fa conoscere ai suoi figli; ed essi rispondono facendo di quella Parola una vita. In secondo luogo, non sono presi in considerazione tre capitoli che a livello pastorale e catechetico rivestono una loro precipua importanza:
* Santuari e pellegrinaggi offrono un'occasione privilegiata di formazione che, pur occasionale e legata ad un ambiente specifico, costituisce tuttavia un capitolo non marginale nella prassi ecclesiale. E risaputo che il primo santuario «mariano» per ogni Chiesa locale è sempre costituito dalla chiesa cattedrale. Sia per questo come per gli altri più «tradizionali» santuari rimane come impegno pastorale specifico quello della esemplarità del culto nei suoi molteplici aspetti, specialmente in ordine alla celebrazione dell'Eucaristia e della Penitenza; la valorizzazione dei sacramentali specialmente delle «benedizioni» strettamente legate al luogo. Espressione del santuario risultano anche numerosissimi periodici di tipo informativo e formativo che svolgono un ruolo non indifferente nel contesto più vasto della vita ecclesiale legata ad un tradizionale centro di fede.
* Iconografa e innologia costituiscono due capitoli ben distinti tra loro. La valorizzazione dell'immagine come mezzo di trasmissione del messaggio è un dato acquisito nella tradizione cultuale. In un discorso catechetico - pastorale il ricorso all'immagine si presenta quanto mai irrinunciabile; e questo sia in riferimento alle immagini di vario genere elaborate dalla fantasia piena di arte e di fede lungo la storia, sia in riferimento all'uso dei più moderni ritrovati in ambito di comunicazione audiovisiva. L'elemento fondamentale resta comunque il fatto che l'immagine sia bella e risulti educativa. Un discorso parallelo va fatto per il canto. Tre sembrano essere gli elementi che chiamano in causa l'attenzione dell'operatore pastorale. Anzitutto la validità del testo: è una fede quella che va espressa con il canto; per questo le parole sono determinanti. In secondo luogo, riconoscere l'elemento musica (e strumenti) come supporto al testo, e non come elemento condizionante. Infine, un testo risponde al suo obiettivo specifico quando svolge un servizio a un determinato momento rituale.
* Religiosità popolare. È questo un capitolo che, unitamente a quello della pietà popolare, si presenta con notevoli problemi e interrogativi all'attenzione dell'operatore pastorale. Di proposito in questo ambito, anche per la complessità del discorso che comporta, non viene preso in considerazione.
Quali, pertanto, gli ambiti più ordinari - e per questo «privilegiati» - in cui la pastorale e la catechesi mariana trovano un fecondo campo di azione? Osservando la prassi ecclesiale possiamo individuare in quattro grandi sezioni il «luogo» in cui si esplica tale azione.

2. 1. Sacramenti

In un Documento preparato dalla Congregazione per il Culto divino in occasione dell'anno mariano si legge che «nella celebrazione dei sacramenti l'azione rituale deve mettere in rilievo il disegno misericordioso del Padre, la presenza salvifica di Cristo e la peculiare grazia dello Spirito Santo operante in ciascun sacramento. Nulla quindi deve distogliere l'attenzione dei partecipanti dagli elementi essenziali e portanti di ogni sacramento. Ciò tuttavia non esclude che nella celebrazione siano rilevate alcune risonanze mariane, provenienti dal nucleo stesso del sacramento o direttamente o per via analogica»3. Osservando in dettaglio, sulla linea del Documento appena citato, l'insieme dei contenuti di ogni sacramento presenti nei rispettivi libri liturgici, si nota una ricchezza di riferimenti mariani impensata. E su questi elementi, talvolta fatti di semplici indizi, che la pastorale e la catechesi possono far leva per porre sempre nella dovuta luce il ruolo della Vergine Maria nel culto e quindi nella vita del fedele e della Chiesa. Seguendo l'ordine dei sacramenti, in sintesi, è possibile individuare vari «luoghi privilegiati».
Battesimo
Nella celebrazione del battesimo sono vari gli elementi che comportano riferimenti espliciti alla Vergine:
- accenno a Maria nella professione di fede;
- invocazione a Maria nelle brevi litanie;
- ricordo di Maria nella benedizione solenne dell'assemblea;
- canto di ringraziamento finale espresso con le parole del Magnificat;
- eventuale suggerimento di porre il neonato sull'altare della Vergine come gesto di affidamento alla Sua protezione.
Confermazione
Il sacramento del dono dello Spirito che ha agito in Maria, non dimentica Colei che ha generato il Salvatore; i riferimenti sono sobri e si trovano nella:
- professione di fede in Cristo «che nacque da Maria Vergine»;
- presenza di alcune letture bibliche che indirettamente (Isaia) o direttamente (Atti: la Pentecoste) alludono a Maria.
Eucaristia
Il capitolo sull'Eucaristia è molto ampio e ricco; richiede anzitutto una distinzione tra ciò che concerne la celebrazione e ciò che riguarda il culto.
La parte relativa alla celebrazione dell'Eucaristia chiama in causa l'attenzione dell'operatore pastorale su vari ambiti:
- La scelta dei formulari fatta secondo il Calendario e le esigenze dei fedeli richiede una conoscenza attenta dell'abbondante materiale in modo da poterlo valorizzare secondo una logica di progressiva formazione; in questo ambito rientra la conoscenza specifica del Lezionario (anzi, dei vari Lezionari, con la preziosa Introduzione generale) e del Messale Romano unitamente alla sua «Appendice»: la Raccolta di messe della Beata Vergine Maria4.
- Non minore importanza assume la scelta dei canti in base alla loro funzionalità rituale.
- L'omelia si presenta come un'occasione preziosa per constatare l'attuazione del progetto di Dio in una creatura; per ammirare in Maria la sua esemplarità nell'accogliere la Parola e nel praticarla; per passare poi anche a invocare l'aiuto della Vergine nell'attuare la Parola nella vita.
- Quale completamento della liturgia della Parola, la preghiera universale è un momento caratteristico per presentare al Padre le invocazioni dell'assemblea anche mediante l'intercessione della Vergine.
- All'interno poi di ogni Preghiera eucaristica si fa sempre memoria della Vergine; tale «menzione... non è dovuta a fattori storici o contingenti, ma scaturisce da un'intima necessità: l'Eucaristia, essendo celebrazione plenaria dei misteri salvifici operati da Dio per Cristo nello Spirito, non può non ricordare la santa Madre del Salvatore, che a quei misteri è indissolubilmente congiunta5.
- Quanto mai opportuna, infine, è l'invocazione conclusiva espressa in canto; la sua valorizzazione sarà ancora più esemplare se colui che presiede si fermerà ancora all'altare fino al completamento del canto.
Per quanto concerne il culto eucaristico va tenuto presente come veri momenti di preghiera contemplino anche l'adorazione eucaristica. In questo caso non mancheranno testi, inni e antifone con contenuti mariani.
Penitenza
Estremamente sobri sono i riferimenti a Maria che la devozione popolare riconosce come «Regina della misericordia, Rifugio dei peccatori, Madre della riconciliazione...». L'accenno a Maria è affidato alla formula del Confiteor e a una delle preci che accompagnano la formula dell'assoluzione sacramentale, in cui si invoca «l'intercessione della beata Vergine Maria e di tutti i santi»6.
Unzione degli infermi
Solo indirettamente è possibile trovare collegamenti tra il sacramento dell'Unzione e Colei che è invocata come «Salute degli infermi». Con l'attuazione della riforma liturgica e la revisione di questo sacramento, si sono moltiplicate le occasioni e le situazioni per celebrare il sacramento dei malati.
I santuari costituiscono di fatto un luogo privilegiato per tale celebrazione in forma comunitaria. In queste occasioni, se il Calendario liturgico lo permette, potranno trovare ottima valorizzazione formulari di messa come quello di Maria Virgo, salus infrmorum presente nella Raccolta di messe mariane7.
Se poi si passa ad esaminare quella parte del Rituale che tratta della «raccomandazione dei moribondi» allora i riferimenti mariani sono molteplici e significativi8.
Ordine
Anche per questo sacramento possiamo trovare riferimenti indiretti circa il rapporto con Maria. Il diacono infatti guarda a Maria come la serva del Signore, come Colei che si è messa al servizio pieno del mistero della redenzione; nel mistero della presentazione di Gesù al tempio il presbitero vede l'offerta del sacrificio eucaristico come sintesi di un'offerta totale espressa nella vita; il vescovo, infine, contempla Maria come «Madre dei pastori», come «Aiuto dei vescovi».
L'invocazione mariana più esplicita nei tre gradi del sacramento è sempre presente nelle Litanie.
Matrimonio
Più ricco di riferimenti mariani è il sacramento del Matrimonio, a cominciare dalle varie pericopi bibliche che possono già essere valorizzate durante il periodo di preparazione come approfondimento del mistero dell'alleanza nuziale m Misto e nella Chiesa. La celebrazione del sacramento poi si presta a vari riferimenti mariani, come:
- l'uso di qualche canto appropriato;
- approfondimenti durante l'omelia;
- accenni nella preghiera dei fedeli.
Al di fuori della celebrazione, inoltre, va ricordato che in molti luoghi permane la tradizione di lasciare il bouquet della sposa presso la statua della Vergine, oppure andare a deporlo presso il santuario mariano più vicino alla città.
Infine, alcune benedizioni tipiche - come quella dell'abitazione, dell'immagine della Vergine, della famiglia contengono riferimenti mariani espliciti.

2. 2. Anno liturgico

Accanto ai sacramenti che accompagnano l'intero arco di esistenza del fedele caratterizzandone i diversi momenti o accompagnandone la crescita, si colloca quella sapiente pedagogia divino - umana legata ai ritmi del tempo. L'anno liturgico si presenta, infatti, come una struttura che - legata ai ritmi dello scorrere del tempo, nell'arco della ciclicità dei 365 giorni - permette di ripercorrere l'intera vicenda storico-salvifica del Cristo per realizzare una conformazione sempre più piena a lui. L'annuncio del giorno di Pasqua fatto nella solennità dell'Epifania, proclama infatti: «Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza»9.
Nell'insieme di questi ritmi incentrati sul mistero del Figlio di Dio si collocano anche le «feste della santa Madre di Dio»: la loro celebrazione costituisce per la Chiesa pellegrina sulla terrai un'occasione per proclamare «la Pasqua del suo Signore»10.
E in questa ottica che va visto, pertanto, l'insieme del cammino proposto attraverso l'anno liturgico. Le solennità, feste e memorie di Maria disseminate lungo questo arco di tempo aiutano a vedere il Mistero in una forma ancora più unitaria e globale; e insieme permettono di definire l'anno liturgico come un anno «anche mariano». La più valida conferma a tutto ciò è offerta dal fatto che ogni volta che celebriamo solennità, feste o memorie mariane (ma il discorso vale anche per i santi e beati), l'attenzione è sempre rivolta a Cristo; è sempre il suo Mistero quello che la Chiesa contempla e celebra nella Vergine e nei Santi.
A livello catechetico - pastorale è necessario tener presente l'impegno di valorizzazione degli appuntamenti mariani già offerti dal Calendario liturgico. La presenza di solennità e feste, come pure di memorie, costituisce l'occasione imprescindibile per dare completezza di visione e di celebrazione del Mistero nella sua totalità.
Un'attenzione particolare va posta durante il tempo ordinario in quanto tale periodo offre molteplici occasioni lasciate spesso all'intraprendente fantasia dell'operatore pastorale - per continuare il cammino di fede verso Cristo con Maria. La Tradizione infatti ha codificato la memoria di santa Maria in sabato, insieme alle numerose altre ricorrenze di vario grado di importanza. Recentemente, anche in occasione dell'anno mariano (1987-1988) è stato elaborato un sussidio prezioso per arricchire e diversificare tale memoria mariana: la Raccolta di «Messe della beata Vergine Maria» ormai ben conosciuta11. L'opera, che ha il valore di Appendice al Messale Romano, se conosciuta in tutte le sue potenzialità costituisce un aiuto prezioso per la crescita nella vita di fede delle singole Comunità ecclesiali. La sua valorizzazione può andare anche oltre l'ambito puramente eucaristico. L'insieme dei formulari infatti, soprattutto quelli legati ai tempi forti, offre una linea tematica preziosa per impostare una catechesi mariana che tenga sempre conto del fondamento biblico; l'esplicitazione offerta poi dai contenuti dell'eucologia, ricchissima, costituisce un ulteriore complemento per l'insieme del discorso. Pensiamo, tra l'altro, a tridui, novene...: l'arricchimento contenutistico non si presenta all'insegna del provvisorio, ma alla luce di una lunga tradizione che nell'oggi ritrova motivi sempre nuovi per ulteriori sviluppi e approfondimenti.
Accostato in questa ottica non risulterà esagerato definire l'anno liturgico come l'anno mariano perenne e costante della Chiesa intera e di ogni Chiesa e Comunità che intende vivere il proprio progetto di vita al seguito di Cristo, con Maria.

2. 3. Liturgia delle Ore

Il canto di lode che si innalza dal cuore di ogni fedele e da ciascuna Comunità trova nell'Eucaristia la sua espressione vertice. La Liturgia delle Ore costituisce come una preparazione e, insieme, un prolungamento di questo benedire Dio e implorare la sua grazia.
La Liturgia delle Ore, con i suoi diversi elementi, costituisce il supporto per lodare, benedire e implorare il Dio fedele nei vari momenti della giornata, e situare questa risposta di lode nell'arco dei diversi tempi dell'anno liturgico. In questo senso non è azzardato affermare che la Liturgia delle Ore stabilisce come il legame ideale e reale che fonde in una sintesi armonica e unitaria ciò che la Chiesa vive sia attraverso i sacramenti, sia attraverso l'anno liturgico, diffondendo così e prolungando il mistero di salvezza nel cuore e nella vita dei singoli fedeli.
La presenza mariana nella Liturgia delle Ore è abbondante. Seguendo il ritmo dell'anno liturgico e quindi del Messale, la Liturgia delle Ore costituisce la parte che integra il discorso celebrativo sacramentale vero e proprio. Per una completezza di visione cristiana e di cammino di fede il contenuto del Messale non può prescindere da quello della Liturgia delle Ore, e viceversa! Ciò va tenuto presente, ovviamente, anche in ordine al discorso mariano.
Solennità, feste e memorie di Maria trovano nella Liturgia delle Ore una ricchezza di testi tutta particolare: inni, antifone, letture bibliche e patristiche, responsori, canti, intercessioni e invocazioni... Ma anche nei giorni «ordinari» la pastorale saprà valorizzare quella presenza mariana così discreta ma importante, legata al canto di qualche inno mariano, al canto del Magnificat, all'aggiunta di qualche particolare intenzione di preghiera, al canto conclusivo...
Tridui e novene se inseriti in questa forma di preghiera o comunque arricchiti dalla Liturgia delle Ore potranno costituire un'ulteriore occasione privilegiata per fare spazio a quella Parola di vita che ha trovato in Maria la prima e più perfetta discepola.

2. 4. Sacramentali

Un capitolo quanto mai ampio e vario in ambito di pastorale mariana è quello legato ai sacramentali, a quell'insieme cioè di «benedizioni» e forme varie di pii esercizi che costituiscono una parte notevole della prassi ecclesiale; e ciò sia in margine ai santuari, sia in rapporto alla vita ordinaria delle comunità ecclesiali.
A proposito delle benedizioni, il più volte citato documento sull'anno mariano ricorda che «fin dall'antichità esiste nella Chiesa l'uso di benedire persone, cibi, oggetti. Nel nostro tempo tuttavia la prassi delle benedizioni, a motivo di usi inveterati e di concezioni profondamente radicate in alcune categorie di fedeli, presenta aspetti delicati. Ma in nessun luogo essa costituisce un problema pastorale così marcato come nei santuari, dove i fedeli, accorsi per implorare l'intercessione della Madre della misericordia, chiedono spesso ai sacerdoti le benedizioni più varie»12.
A livello pastorale il problema risiede fondamentalmente nel valorizzare l'occasione propizia per compiere opera educativa attraverso l'attuazione di quegli elementi che aiutano a ricondurre il Frammento all'unitarietà di una fede celebrata e vissuta. Nel contesto si ricorda il dovere che l'operatore pastorale ha di valorizzare al massimo la parte dedicata alla liturgia della Parola, e la accentuazione della dimensione comunitaria come elementi per vivere il particolare momento di grazia nel contesto più ampio di una storia di salvezza sempre in atto.
Quanto ai pii esercizi, è risaputa l'ampiezza e la fecondità di questo ambito. Lungo il tempo le comunità ecclesiali si sono arricchite di forme diverse di preghiera destinate a preparare e a prolungare nel tempo il mistero di grazia celebrato nel sacramento o lungo il tempo dell'anno liturgico. Forme di preghiera come l'Angelus Domini e il Regina caeli, il Rosario, le Litanie, i mesi mariani mantengono la loro validità purché valorizzati in armonia con la liturgia e in dipendenza da essa.
Ciò che deve emergere sempre più chiaramente è l'ispirazione biblica di tali pii esercizi, e quindi il valore preminente dato alla celebrazione della Parola al loro interno. È il segreto anche per rivalorizzare qualcuna di tali forme di preghiera che con il tempo si è andata affievolendo nella coscienza ecclesiale e nella relativa prassi.

NOTE
2 Cf. l'approfondimento di questa realtà presentato nella voce Celebrazione in D. SARTORE - A. M. TRIACCA (a cura di), Nuovo Dizionario di Liturgia, Paoline, Roma 1984, pp. 231-248; e sotto altra prospettiva in M. MIDALI - R. TONELLI (a cura di), Dizionario di Pastorale giovanile, Elle Di Ci, Leumann (TO) 1989. pp. 129-134.
3 CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Orientamenti e proposte per la celebrazione dell'anno mariano, 3 aprile 1987, n. 22. Il Documento sarà citato con l'abbreviazione: Orientamenti.
4 [MESSALE ROMANO], Messe della beata Vergine Maria. Raccolta di formulari secondo l'anno liturgico, a cura della Conferenza Episcopale Italiana, Libreria Editrice Vaticana 1987; Lezionario per le messe della beata Vergine Maria, a cura della Conferenza Episcopale Italiana, Libreria Editrice Vaticana 1987. L'opera sarà segnalata con l'abbreviazione: Raccolta.
5 Orientamenti, n. 19.
6 RITUALE ROMANO, Rito della Penitenza, pag. 52.
7 Cf. Raccolta, n. 44, pp. 142-144.
8 Cf. RITUALE ROMANO, Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi, cap. VII.
9 MESSALE ROMANO, Annunzio del giorno della Pasqua, p. 1047.
10 Ibid.
11 Cf. la presentazione e il commento di questo libro liturgico in M. SODI, Con Maria verso Cristo. Messe della beata Vergine Maria (= I libri liturgici commentati 7, Paoline, Cinisello B. (MI) 1990, pp. 267.
12 Orientamenti, n. 83.
 







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